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Autore: Loki__Laufeyson    24/01/2014    2 recensioni
(REVISIONE in corso capitoli --- per ora non andrò avanti ma cambierò un po' di cose nei capitoli precedenti che non andranno ad influire molto sulla storia, mi scuso ancora per il ritardo)
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“Oh mio dio!!! Sembra di stare in una sauna qua dentro!” disse con la vista offuscata dal calore che emanava l'acqua bollente.
Non ci volle molto che Loki capì subito a chi appartenesse quella voce squillante e irritante.
“Ma che...!? Clary, esci! SUBITO!” era infuriato come non mai vedendo la ragazza andare verso la finestra per aprirla. Ma la testardaggine di quella non le permise di ascoltarlo.
“Su esci dall'acqua e vestiti” gli disse amichevolmente girandosi verso di lui e facendogli un gesto con la mano che lo intimava ad alzarsi. Ma il dio rimase lì, guardandola irritato senza dirle una parola.
“Dai su! Che aspetti? Op op” si avvicinò a lui battendo le mani.
Non sopportando quel gesto il dio si mosse di scatto, imprigionandole i polsi della ragazza in una stretta di ferro.
“Non osare. Mai più. A fare. Così” la minacciò scandendo ogni singola parola, con un sorriso amaro e gli occhi pieni di rabbia, mentre la tirava a sé con lentezza mentre
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Visit to prisons

 

 

 

 

 

Sola.

Era davvero sola?
No, non poteva essere. Anche Luke l'aveva abbandonata? Al solo pensiero gli venne una fitta di dolore allo stomaco.
Che cosa era successo? Erano cambiate così tante cose dall'ultima volta, così drasticamente che a stento poteva definire quel posto era la Asgard di un tempo.

Ora tutto della sua vita sembrava andasse storto. Prima il suo rapimento da Midgard ed ora questo.
In quel momento vorrebbe tornare in dietro nel tempo, prima che aprisse la porta di casa, prima di tutto l'inizio del caos, a quando aveva interrotto il suo discorso con Loki.

Loki.

Dove era? In tal caso era come una sciocca domanda, sapeva esattamente che era nelle prigioni, da solo. Voleva trovarlo, vederlo anche solo per poco purché lo veda, per accertarsi che stava bene, che quegli stupidi non gli avevano fatto niente di grave.
Di sicuro ora stava pensando che l'aveva abbandonato, che anche lei come gli altri lo aveva lasciato, ma non era così. Voleva vederlo, toccarlo a mano, baciarlo. Voleva tornare a casa, su Midgard, con lui al suo fianco. Avrebbero proceduto una vita normale, come due perone innamorate.

Non lo avrebbe lasciato, non lei.

Si girò di scatto e si diresse verso la porta da cui era entrata poco fa, ma prima che potesse avvicinarsi abbastanza la porta si spalancò d'avanti a lei, facendo entrare una figura per lei troppo famigliare.

Un uomo alto, con non tanti muscoli, capelli riccioli e bruni, occhi marroni. Il viso era come un tempo: con un accenno di barba sul mento e con una sorriso sempre impresso nelle labbra.

Sgranò gli occhi, nel vederlo, insomma non era cambiato di una virgola.
L'uomo le si avvicinò a lei e la accolse con un forte abbraccio, forse anche lui troppo scioccato per parlare.
Clary non si oppose a quel contatto, gli era mancato troppo e non poté fare a meno di ricambiare con altrettanta forza.

“Dei quanto mi sei mancata Clary. Ma dove diavolo eri?” lo sentì parlare con una nota di tristezza. Non volevano ancora staccarsi da quel contatto, il quale aumentò di un certo livello, ma anche se un po' di dolore Clary non volle farci caso.
“Ero in esilio. Come...dove sono tutti?” quella domanda gli sembrò più importante di tutte le altre, almeno per il momento. Voleva sapere, e lo voleva delle risposte ora.
“Lo vuoi davvero sapere?” chiese con un tono ancora più triste. Era evidente che non ci sarebbero state buone notizie.
Clary decise di non parlare, continuando a stringere forte il suo migliore amico.

Luke, capendo che quel silenzio da parte dell'amica, lo prese come un invito a continuare, così iniziò a spiegare tutto: “Quando te ne sei andata, abbiamo continuato, come ci avevi detto tu. Alcuni vennero presi, altri se ne andarono per via delle famiglie che non trovavano lavoro. Si sono spostati a Sud, penso” fece una pausa per capire se Clary volesse il seguito, e non ricevendo nessuna parola ne gesto se non il suo abbraccio che stava diventando più forte, Luke continuò “Quando abbiamo iniziato a non sentirci più era perché ormai tutto il gruppo era sciolto e i nostri cari hanno iniziato a tenerci sotto stretto controllo, ecco del perché del nostro addio così brusco senza spiegazioni. Scusa piccola, lo so che ti abbiamo fatto del male ma non potevamo. Ero rimasto solo, erano spariti tutti. Non...non so neanche che dirti per convincerti che mi dispiace davvero, piccola” la sua voce tremava, come anche il suo corpo.
Per Clary non c'era bisogno di nessuna scusa, capiva benissimo che era rammaricato per il suo errore, se così si poteva chiamare. Era sempre stato dolce Luke, una di quelle persone che raramente facevano errori, era sempre stato leale, poteva sempre contare su di lui per qualsiasi cosa. Molte volte si era ritrovata con lui per confidargli qualche segreto oppure anche le faccende che succedevano a casa sua, le quali lei ne era spaventata e Luke le faceva sempre ritornare il sorriso.

Si staccò da lui, per guardarlo meglio, per ricordarsi il suo viso, per notare le differenze anche se ce ne erano ben poche. Gli sorrise dolcemente mentre gli accarezzava una gote con estrema dolcezza.
“Non importa, comprendo la tua sofferenza e il tuo rimpianto. Anche se mi sono preoccupata molto, pensando solo il peggio per voi e sopratutto per te, ora è passato, sono qui con te e tu lo sei con me, non ci lasceremo mai più, intesi?” erano le parole che gli dettavano il cuore, non voleva mai più lasciarlo. Troppi anni sono stati separati, e ora non sarebbe mai più successo.
“Si. Ma promettimi che non rischierai più, Clary” gli vide una lacrima cadere. Si era sempre preoccupata per lei, come un fratello maggiore e questo la rendeva felice, ma sapeva che non poteva onorare quella promessa, perché aveva ancora delle faccende da sbrigare. E di certo non gli avrebbe mentito, aveva bisogno di lui per farlo, e anche se ci avrebbe messo un intera settimana per convincerlo lei non avrebbe ceduto.

Gli sorrise più dolcemente e mente gli afferrò la mano gli sussurrò: “Vieni, un attimo fuori, con me?”
Luke, anche se un po' confuso gli sorrise ed annuì.

Andarono fuori, nel retro della macelleria e sicuri che non vi era nessuno nei paraggi Clary gli spiegò tutto quello che aveva in mente, iniziando con un: “Mi dispiace, Luke”

Lo vide confondersi ancora di più, corrugando la fronte ma ancora prima che parlasse Clary continuò: “Non posso posso stare con le mani in mano, o almeno non ora che Loki è nelle prigioni”
Luke boccheggiò per un paio di secondi, ma subito dopo si ritrovò a sorridere. “Ti sei affezionata molto a lui, vero? Sono contento, davvero. Allora, qual'è il tuo piano?” disse in fine.

All'inizio Clary non capì, ed ora era lei a boccheggiare dicendo: “M-ma...non intendi fermarmi? Dirmi che è una pazzia o roba del genere?”
“Clary, non sono tua madre, sono tuo amico. E poi, è da tanto che non entro in azione. Lo so che ora ti chiedi del perché allora ti avevo fatto la domanda di prima, ed io ti rispondo solo che volevo vedere se quella Clary di un tempo era morta oppure no” concluse con una enorme sorriso, uno di quelli che gli regalava sempre ogni volta che tornavano a casa dopo la loro gita a palazzo. E Clary si ritrovò a rispondere al sorriso, più contenta che mai.

“Allora, per iniziare, tu sai come arrivare alle prigioni, vero?” per prima cosa si voleva accertare che Luke si ricordasse della strada per le prigioni, poi avrebbero trovato il modo di entrarci con qualche inganno. Era provvisorio, lo doveva ammettere, ma era l'unica cosa che gli veniva in mente in quel momento.
“Bhe si, ma...” si bloccò, cosi di punto in bianco, forse pensava che era una sciocchezza, ma per Clary in quel momento tutto era importante anche il più piccolo dettaglio.
“Cosa?” si trovò ad incoraggiarlo appoggiandogli una mano sulla spalla.

“No è solo che...questa mattina erano venute delle guardie con una serva, penso, per richiedere del cibo ad un prigioniero. E penso che proprio quel prigioniero sia Loki” si ritrovò in fine a dire. Forse era vero, chi sennò chiederebbe della carne ben fatta dal migliore macellaio, per un semplice prigioniero?
“Hai ragione. Ma questo come potrebbe aiutarci? Insomma se io mi scambiassi con quella donna, di sicuro si accorgerebbero della differenza, no? E poi chi dice che vengano anche per gli altri pasti a richiedere il cibo?” era agitata anche se non lo dimostrava molto. Era uno dei suoi tanti momenti in cui aveva gli sbalzi d'umore. Insomma avevano pochi indizi: si era presentata solo una volta quella ragazza, almeno gli aveva detto così Luke, e non era detto che si ripresentasse altre volte. E poi, non sanno neanche quando ritorni.

“Ecco perché qui entra in scena te e la tua magia. Sono sicuro che non l'hai abbandonata e poi sono convinto che torneranno stasera. Da come mi ricordo davano sempre due o un pasto al giorno hai prigionieri. E dato che qui si parla di Loki, sono sicuro che la regina abbia chiesto a Odino un qualche trattamento migliore a suo figlio” concordava, Clary. La regina anche se non era la vera madre di Loki, lo aveva sempre amato come un vero figlio, e per questo Clary non faceva altro che stimarla.
Per quanto riguarda la magia, era vero, lei non aveva mai smesso di adoperarla e infatti aveva una forte abitudine, da bambina, a cambiare aspetto. Aveva scoperto che quella dote l'aveva anche Loki imparata come primo passo.
“Perfetto. Allora dobbiamo solo: aspettare che arrivano le guardie accompagniate dalla serva; fare lo scambio e poi ci si rivede qui” riassumo in poche parole Clary, prima di avere un assenso di Luke che rispose con un sorriso smagliante, accompagnato da una pacca sulla spalla da Clary.

 

Era stanco. Nonostante non abbia fatto quasi nulla per affaticarsi in quella maniera.
Forse perché non aveva dormito. Si sentiva bloccato con quelle catene, anche se erano lunghe abbastanza da poter arrivare a metà cella. Ma il punto era avere la forza di alzarsi.
Il suo giaciglio era solo una roccia che sporgeva dal muro. E, il Dio degli Inganni, doveva aggiungere che non era il massimo della comodità.

Poco fa si ricorda che era entrata una ragazza con in mano un vassoio pieno di cibo. Evidentemente sua madre ci teneva davvero a lui.
Dietro di lei vi erano delle guardie che si fecero avanti e gli tolsero la museruola e, anche se non lo dava a vedere molto, Loki aveva provato una gioia immensa. Quando le guardie uscirono la ragazza gli porse il cibo e lui, anche se aveva una voglia immensa di mettere qualcosa sotto i denti, lo rifiutò iniziando a coprire di ingiurie la povera ragazza che, spaventata se ne era andata. Subito dopo erano rientrate le guardie e gli avevano rimesso quel dannato affare, ovviamente prima di avergli tirato un bel cazzotto dritto in faccia. Lui non si era opposto, era consapevole che era inutile combattere.

Si rese conto che quell'aggeggio lo avevano modificato aggiungendo all'interno delle sorte di spine, così che quando lui provava a parlare quelle spine, che già gli premevano contro il perimetro delle labbra, gli graffiavano provocandogli dolori atroci.
Anche quando aveva parlato sentiva un forte dolore alle labbra, e sentiva anche il sangue colargli fino al suo mento. Non sapeva esattamente quante ce ne fossero, ma per ora ne aveva contate in tutto venti. Dieci sopra e dieci sotto.
forse era anche per questo che la ragazza se ne era andata: il suo aspetto mal concio. e ovviamente non ci teneva tanto nel vedersi allo specchio.

Il dolore era atroce, ma cercò di non pensarci e di dedicarsi ad altro.

Anche le catene intorno hai suoi polsi era stretti abbastanza da lasciarvi dei lividi.

Provò a muoversi per trovare una posizione più comoda, ma le sue forse non erano molte così si dovette accontentare.

Era esausto così tanto che le palpebre avevano una volontà propria e si abbassavano lentamente. Non dormiva, non mangiava, ormai per lui era inutile vivere. Che cosa avrebbe fatto sennò? Clary non c'era, e neanche Frigga era venuta a farle visita. Era stato abbandonato, di nuovo.

Una fitta allo stomaco lo pervase, al pensiero di Clary, ora chissà dove a fare chissà cosa e con chi. La rabbia lo annegò al pensare Clary con un altro, ma anche se ormai sapeva che lei non era sua, non poteva immaginarsela con un altro uomo che la tocca.

Chissà se si è dimenticata già di lui. Di sicuro. Spera.

Lei era il suo unico pensiero che riempiva le sue giornate. Il suo viso, il suo corpo, le sue parole. Era tutta una sofferenza, ma l'unica cosa a tenerlo in vita.

Scappare ora sarebbe stata un'impresa ardua date le catene, la museruola e le sue condizioni fisiche. E poi, una volta fuori, dove sarebbe andato? Da lei? Lo avrebbe ancora accettato dopo quello che gli ha fatto passare, e dopo il loro brusco addio?

La immaginava lì, nel suo divano con Loki sulle ginocchia che continua a miagolare e fare le fusa ogni volta che lei allunga la mano per accarezzarlo. Con il sorriso sulle labbra, gli occhi lucidi. I capelli avvolti con un elastico, così da formare una crocchia, con dei ciuffi che le scappano hai lati.
Era così reale quell'immagine che, Loki, non pote fare a meno di provare ad allungare la mano, per vedere se poteva toccarla. Ma una fitta alla spalla gli fece ritirare il braccio, così come quell'immagine che sparì nel buio della cella.

Una lacrima gli sfuggì, ma non fece niente per fermarla, come del resto anche le altre che la seguirono in poco tempo. Agghiacciante era il dolore fisico, ma mai forte quanto quello psichico.

I ricordi per lui si dimostravano una tortura.

Quando chiudeva gli occhi, anche nolente, poteva vederla davanti a se. Felice. Bella.
Ogni momento per lui era un tormento, ogni suono era per lui un alzata di guardia, ogni ombra era per lui paura.

 

Venne veloce l'alba, e con se vennero anche le guardie con la ragazza.
Clary si dovette nascondere nel retro, mentre Luke avrebbe portata fuori la giovane.

Si affacciò quel poco che bastava alla finestra per vedere dentro: Luke stava parlando con la ragazza, solo una guardia era con lei l'altra evidentemente era rimasta ad aspettare fuori. Quella guardia avrebbe cambiato i piani, e non di poco, ma Clary sperò che comunque Luke sarebbe andato avanti.

Per fortuna i tre ragazzi che lavoravano insieme a Luke se ne erano andati prima, almeno loro potevano lavorare con comodo.

Vide la guardia uscire invece la ragazza era rimasta dentro con Luke che la stava portando vicino ad una cassa, era una tra le tante, ma era anche quella più vicina alla porta del retro.

Allora Clary capì che doveva agire subito: una volta che la ragazza si fu messa di spalle, entrò senza fare molto rumore e, con un panno di carta in mano, si avvicinò alla ragazza. La afferrò per il busto con una mano, attaccandosela al petto, mentre con l'altra portava il panno alla bocca. Cercò di divincolarsi, fuggire, ma venne fermata più saldamente da Luke.
Tutto quel trambusto, anche se silenzioso, durò poco perché la ragazza svenne e, capendo che ormai era priva di coscienza definitivamente, Clary gli tolse il panno dalla bocca e con l'aiuto di Luke la portò di peso sul retro.

“Che diavolo ci hai messo in quel panno?” gli chiese all'improvviso Luke. Clary corrugò la fronte, come poteva spiegargli tutto il processo chimico? Anche se era stata molto tempo su Midgard, poco ma sicuro non era rimasta con le mani in mano.
Anche se con molte difficoltà per fortuna era riuscita a trovari i giusti ingredienti.

“E' in pratica, una sorta di calmante. Se uno lo annusa rimane privo di coscienza per un po'” spiegò semplicemente, non trovando altre parole per dirlo in sintesi.
“Minimo per quanto?” si affrettò a chiedere Luke, mettendosi di spalle notando che Clary aveva iniziato a spogliarsi.
“Per un po', ora non mi ricordo esattamente per quanto” si trovò a rispondere mentre, tolta i suoi vestiti – e si accorse solo ora che erano gli stessi di quelli che indossava su Midgard, ma non vi fece caso, Clary -, iniziò ad infilarsi quelli della ragazza stesa a terra. Non si era fatta di certo troppi disturbi spogliarsi d'avanti a Luke, tante volte da giovani si erano fatti il bagno insieme nel fiume, nudi.

I vestiti delle giovane non erano scomodi, anzi tutt'altro, era un semplice vestito bianco che gli arrivava fino al terreno, non vi erano ricami particolari solo un nastro che gli avvolgeva la vita di color panna. Di gioielli vi erano solo un bracciale dorato che partiva dal polso fino al gomito, una sorta di bracciale per evidenziare il fatto di essere servitrici del re. Semplice, vi erano solo incise dei fiori e rune antiche, del vecchio alfabeto probabilmente.

Scambiati i vestiti Clary assunse l'aspetto della ragazza in pochi istanti.

Si guardò un po', poi chiese a Luke: “Allora?”
Luke per un po' ammutolì, non si ricordava quanto fosse brava Clary con la magia, anche per semplici trucchetti, era brava. Boccheggiò per un po' poi si decise a rispondere: “Sei...stata bravissima. Dobbiamo sbrigarci” disse in fine con una certa fretta.
Clary annuì e tornarono dentro, presero da mangiare e prima di uscire Clary si votò e guardò Luke: “Tornerò presto. Ci vediamo a casa tua, d'accordo?”
Si era decisa a proporre perché ormai a casa sua - se si poteva chiamare così quel luogo per lei un inferno - non ci voleva mettere più piede.
“D'accordo” acconsentì con un sorriso. Clary rispose al sorriso ed uscì.

Le guardie la accompagnarono per tutto il tragitto: dalla macelleria fino alle cucine dove Clary dovette dare la carne alle altre serve.
Le sentì parlare e farneticare sul prigioniero – inutile dire che il soggetto era Loki – si lamentavano che un insulso traditore e codardo come lui non aveva il diritto di ricevere del così prelibato. E Clary si dovette trattenere sul non alzare la mani a tutte loro, si concesse di trattenersi e stare in un angolino, ad aspettare, e a permettere solo alla sua mente di vagare si omicidi immaginazioni.

Dopo che le diedero il vassoio pieno di carne ben cotta e un po' di zuppa, le guardie la condussero verso le prigioni dove, una volta entrata nei sotterranei una guardia rimase alla porta di metallo mentre l'altra continuò ad accompagnarla. Era silenziosa, osservava tutte le porte che gli capitavano hai due lati. Da ogni una fuoriuscivano urla, botte alle stesse porte e altri rumori che Clary non sapeva definire.
Non aveva paura neanche di essere scoperta, l'unica paura era di vedere in che stato era ridotto Loki.

Il cuore le batteva a mille mentre si diresse, con la guardia d'avanti a lei, in una cella isolata dalle altre con delle rune intorno. Ne riuscì a riconoscerne varie, tutte di protezione. Era piena di lucchetti. Non si riusciva a vedere bene l'interno, ma poteva sentire dei tintinnii di catene.

La guardia dopo aver estratto dalla cintura un mucchietto di chiavi, una più complicata e grande dell'altra, aprì la porta, entrò e subito dopo ne riuscì con una museruola in mano, piena di sangue fresco che colava fino a terra, e le chiavi nell'altra.
Gli fece cenno di entrare, e Clary che all'inizio era ammutolita, dopo qualche esitazione entrò nel buio della cella.
Sentì il chiudersi della cella alle sue spalle, e dei passi farsi poco lontani, ma abbastanza da permettere a Clary di riassumer il suo aspetto. Non voleva che Loki la vedesse con il viso di una sconosciuta.

Non vedeva niente, non sentiva più niente, finché una voce, che riconobbe come quella di Loki, fece capolino nel silenzio: “Evidentemente le mie minacce di qualche ora fa non sono servite a niente”
Seguì il suono della sua voce, sapeva che era la sua anche se era rocca e bassa, si avvicinò titubante e cautela ma non perché aveva paura di Loki, ma per le catene che sentiva sotto di sé.
“Loki, sono io: Clary” disse con semplicità, mentre faceva l'ultimo passo fino ad arrivare a Loki. Tolse una mano da sotto il vassoio, per poi passarla sopra la figura oscurata e, notando che era a sedere, di inginocchiò d'avanti a lui in mezzo alle catene che, sentendo, gli bloccavano le caviglie.
Posò il vassoio per terra accanto lei, e con la mancina accese una piccola fiamma e nell'esatto momento in cui lo fece, sentì il tintinnio più forte, e vide Loki indietreggiare con il capo e chiudere gli occhi.

Fece un balzo dallo spavento nel vedere la sue condizioni: la labbra erano squarciare e piene di buchi, che da essi fuoriusciva del sangue fresco coprendo quello seccato, fino al mento; delle profonde occhiaie gli solcavano gli occhi; il corpo era secco, quasi da intravedere le ossa, anche se cerano i vestiti a coprirlo, ma poco, si riusciva ad intravede ogni costola; non portava molto addosso, solo una sudicia e umida maglietta – a stento si riusciva a capire il colore – e dei pantaloni anch'essi sporchi e bagnati, era sicura che erano inzuppate di piscio.

Gli cadde una, due, tre lacrime nel vederlo in questo stato. Anche se aveva gli occhi socchiusi, Clary poteva scommettere che quei limpidi smeraldi ormai avevano perso ogni luce e colore.

Lo vide aprire, anche se con fatica, gli occhi e puntarli su di lei, stanchi ed affaticati. Riconobbe nel suo sguardo la sorpresa, ma anche una tristezza inaspettata.
Boccheggiò, all'inizio, incredulo, e allungare anche se con una fatica inaspettata una mano verso di lei. Clary la afferrò al volo prima che potesse cedere e se la portò alla guancia, e vi strofinò come una gattino in cerca di coccole, incurante del freddo agghiacciante che aveva ora la sua pelle.

“Come...? Io pensavo che...” la frase non terminò ma Clary comprese quello che voleva dire. Non si aspettava che Loki pensasse che lei lo avrebbe abbandonato, cioé si ma non era certa.
Si avvicinò ancora di più a lui, senza mai distaccargli gli occhi di dosso, e gli posò una mano sulla gote ossuta, vi si poteva anche trovare la differenza da dove le lacrime avevano fatto la loro strada e no da quanto era sudicio.

“Io non ti abbandonerò mai, Loki. Neanche se me lo comandano, mai. Starò sempre accanto a te, ci sarò sempre in ogni posto in cui sei io sarò lì, con te. Ti amo troppo per lasciarti” gli confessò mentre, sporgendosi ancora di più, mise le sue braccia dietro il suo collo, abbracciandolo con tutto il calore che poteva donargli. Lo sentì, anche se lievemente, le sue mani che si poggiavano dietro la sua schiena, deboli e affaticate cercò di portarsela ancora più vicino.

 

Era difficile da credere, forse la sua mente gli stava facendo degli scherzi, forse era già diventato abbastanza matto da avere delle allucinazioni. Ma quel tocco, quell'abbraccio unico e pieno di amore. Con quel semplice contatto era sicuro che era tutto vero, che lei era qui, con lui, per lui.

La strinse più forte a se con tutte le forse che gli rimanevano. Non voleva lasciarla, non voleva perderla di nuovo.
Anche se non lo dimostrava, provava una gioia immensa nel vederla. Non voleva che se ne andasse, anche se sapeva che prima o poi lo avrebbe dovuto fare, volente o no. Ma ora non volle pensarci, voleva godersi quel contatto a lui mancato e la sua compagnia.

“Sei così freddo” la sentì sussurrare nel suo orecchio. Era un ghiacciolo vivente ora che ci pensava, non aveva niente per riscaldarsi nemmeno quei pochi vestiti che indossava gli potevano dare un po' di sollievo, ormai zuppi di piscio e sangue. La cella era anch'essa fredda, e la roccia dove vi sedeva lo era ancora di più e le catene erano ghiaccio.

La sentì sciogliere l'abbraccio e in quel momento Loki si agitò, aveva paura lo ammetteva, paura che se ne andasse così presto, cercò subito la sua mano che strinse forse e nel farlo provò un dolore lancinante nel polso, proprio dove era situata la manetta che in un secondo, da quanto era stretta, sembrava una seconda pelle. La vide corrugare la fronte poi tornare inginocchiata d'avanti a lui, ricambiando la stretta.

“Non me ne vado, te lo prometto. - un dolce sorriso si stampò sulle labbra di Clary – Però dovrò pur darti da mangiare, no? Sei tutto pelle e ossa” fece comparire una candela accanto a loro e portò la mano libera alla sua guancia ossuta, accarezzandola.
Non trovava parole in quel momento, Loki, perché a parte il dolore che provava nell'aprire le labbra sapeva che non c'era niente da dire, solo i suoi occhi parlavano e sapeva che Clary lo stava capendo, che stava capendo anche lei il suo dolore.

Decise di mollare la presa sulla sua mano, per facilitarle i movimenti nel prendere il cibo. Prese in mano una ciotola e nell'altra un cucchiaio, era piena di un'acqua che emanava vapore e Loki poté identificare che era una zuppa. Riempì il cucchiaio con la zuppa se la portò vicina alle labbra e vi soffiò sopra, poi raffreddatasi un poco la allontanò da se e la portò vicine alle labbra di Loki, ancora serrate dal dolore.

“Loki devi mangiare. Lo so che ti fa male ma passerà, fidati” no, lei non sapeva quanto poteva far male, ma decise in fine di aprire delicatamente la bocca squarciata emettendo un leggero gemito di dolore e iniziò a mangiare con lei che lo imboccava. Era uno straccio lurido ed era in quelle prigioni solo da quanto, meno di due giorni? Ed era già ridotto in quel modo. Non era mai stato forte da ragazzo e non lo è tutt'ora, ma molte cose sono cambiate ormai. Non aveva neanche la forza di mangiare con le proprie mani, dove assere imboccato, ma accettò comunque certo ne valeva molto del suo orgoglio ma se c'era Clary a lui andava bene. Ormai con lei non si vergognava di mostrare i propri sentimenti, di indossare sempre una maschera.

Era stufo, stanco, avvilito. Voleva andarsene da quelle prigioni, voleva ritorna fuori all'aria aperta, voleva andarsene con Clary e vivere una vita felice assieme a lei. Su Midgrad c'era stato bene, voleva tornarci, tornare a casa.

Tra una pensiero e l'altro non si era neanche accorto che aveva già finito la zuppa. Vide Clary poggiare la scodella e prendere il piatto con la carne ma lui scosse forte la testa, ormai era già sazio, la vide indugiare un attimo, perplessa.

“Loki, devi. Ma se non vuoi non voglio obbligarti” gli accarezzò una gota, dolce come sempre. Si avvicinò a lui quel poco che bastava da permettergli di accerchiargli il collo con le sue braccia, coinvolgendolo in un abbraccio pieno di calore e amore.

 

Rimasero molto a lungo abbracciati finché Clary non si dovette staccarsi da lui anche se con qualche esitazione, prima di ritrasformarsi nell'aspetto della schiava. Non voleva che venissero scoperti. Si abbassò per prendere il vassoio, e solo in quel momento di rese con che Loki le stava tenendo stretta la mano, non provava dolore ma sapeva che se Loki era forte con prima a quest'ora l'avrebbe strattonata tra le sue braccia. Gli scattò un sorriso pieno di tristezza nel notare l'espressione di Loki: addolorata, piena di tristezza e spavento. Anche lui non voleva che se ne andasse ma era passato troppo tempo e non potevano rischiare.

Gli accarezzò per l'ennesima volta la gote tracciando poi con il pollice i buchi che aveva sopra e sotto le labbra e, provocandogli così, un gemito di dolore.
Non trattenne una lacrima, era così fragile i quel momento come una piuma che, al solo piegamento leggero delle dita si poteva spezzare.

Si avvicinò ancora di più a Loki sfiorandogli le labbra con le proprie, in un lieve tocco così da non peggiorare il dolore. Per un piccolo istante sentì Loki rispondere e questo gli causò un alto versamento di lacrime.

“Tornerò, te lo prometto. Appena mi sarà possibile” era un sussurro lieve, ma abbastanza udibile in mezzo a quel silenzio di tomba. Lo vide sorridere e, con questo piccolo gesto, Clary sorrise a sua volta dandogli un ultimo bacio sulle labbra, poi sulla fronte, e se ne andò. Ma sarebbe ritornata presto, molto presto.

 

Già stava contando i secondi da quando Clary se ne era andata sotto forma della schiava di quel pomeriggio, e la guardia gli aveva rimesso la museruola.
Sapendo Clary lì, ad Asgard, più vicino di quanto lui pensava poco fa ormai il dolore era quasi del tutto sparito dei chiodi conficcati nella pelle, ormai non sentiva solo che un leggero pizzico, al suo posto ora c'erano le labbra di Clary.

 

 

 

 

 








Note dell'autrice:

 

ok...mi scuso mille volte per il ritardo...ma ormai penso che vi siete abituati ;) ahhahaha

no dai apparte scherzi mi dispiace davvero...e poi devo dire che mezza colpa è anche di questo cavolo di internet, sono dovuta stare una settimana senza internet!! un incubo assurdo...l'unico oggetto dove poter contare era il mio fedele cellulare.

Allora, che ne pensate? Troppo noioso? Prevedibile? Bhe..se avete qualcosa di dirmi – se sbaglio tutto o se sto andando abbastanza bene – fatemelo sapere!!! <3

ci terrei molto a trovare in questa ff qualche recensione...ora non voglio lamentarmi ma non penso che chiedo la luna, anche se negativa mi fa piacere almeno so che ne pensate...se vi intriga ancora di piu, se iniziate a perdere interesse, se è troppo sentimentale, troppo lungo -per i capitoli intendo – insomma mi va bene qualsiasi cosa!! hahah

allora non so che dirvi sul prossimo capitolo....già è un miracolo che ho pubblicato questo oggi xk pensavo di renderlo ancora un po' più lunghino, poi ci ho ripensato e quindi niente, ecco qui.

Spero che vi sia piaciuto e, ribadisco, fatemi sapere...please!!!! *occhi da cucciolo*
allora alla prossima!!

 

se qualcuno vuole contattarmi via facebook eccovi il io link:

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BACI!!!!!! <3 <3

 

  
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