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Autore: xsmjle    24/01/2014    2 recensioni
Quando commetti degli errori, quando deludi ancora la gente che più ami, hai paura di perdere tutto. Ma chi ti ama sul serio, non ti lascerà mai. Loro mi urlarono "noi saremo per sempre con te Justin, non ti lasceremo mai, andrà tutto bene!", ed in quel momento capì che il mio sorriso dipendeva da loro.
[Ho scritto questa one-shot con tanta energia, avevo bisogno di esternare tutto questo dopo che Justin era stato arrestato. Ho tentato di mettermi nei suoi panni, ma forse io non so nulla.]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BE ALRIGHT.
Across the ocean, across the sea
Startin’ to forget the way you look at me now
Over the mountains, across the sky
Need to see your face and need to look in your eyes
Through the storm and, through the clouds
Bumps on the road and upside down now
I know it’s hard baby, to sleep at night
Don’t you worry.
 
Guardai dinanzi a me. Ero lì per fare una foto “segnaletica”, o almeno così credevo. Ero nervoso, non riuscivo a stare fermo un secondo, avevo paura. Era la prima volta che mi trovavo lì, ed in tutta onestà, non sapevo neanche come ci ero finito. Ero confuso e spaventato, desideravo accasciarmi a terra e piangere. Avevo sbagliato, ancora.
«Bieber, ora farai la foto. Sorridi, da bravo.» rise sarcasticamente l’agente di polizia, facendomi innervosire. Mi sentivo pieno di rabbia, ma allo stesso tempo ero troppo debole per fare qualsiasi cosa. Ma no, non potevo mostrarmi fragile. Non potevo.
Ho mentito per cinque mesi a questa parte e nessuno si è accorto di nulla, tutti credevano io stessi bene. Anche se volevo far credere esattamente ciò, è proprio questo che mi corrode dentro. I sensi di colpa mi stanno letteralmente corrodendo all’interno. Ho mentito, a tutti. Ho mentito alla mia famiglia, ho mentito alle mie Beliebers, ho mentito a tutti quelli che mi vogliono bene e che mi stanno accanto ogni giorno.
«Bieber» mi richiamò l’agente, riscuotendomi dal mio stato di trance mentre guardavo nel vuoto. Posai i miei occhi in quelli dell’uomo, che sembravano essere senza alcuna emozione «la foto.» continuò, mentre si preparava per scattare. No, Justin tu devi sorridere. Quella foto sarebbe sarebbe sicuramente finita al di fuori di quella caserma, ma non mi importava esattamente di questo, mi importava del fatto che le mie Beliebers l’avrebbero vista, e non avrei permesso loro di vedermi distrutto. So che se mi vedono male ci stanno male anche loro, ed io non volevo questo. Mai.
Presi forza, pensai a tutte le cose belle che loro hanno fatto per me, tutto l’amore che mi dimostrano ogni giorno. Sì, dovevo lottare.
Con gli occhi che mi pungevano sorrisi dinanzi all’obbiettivo, avevo gli occhi stracolmi di lacrime, ma un sorriso che avrebbe potuto spaccare le pietre.
Scattò la foto, e mi sentì sollevato per essere riuscito a sorridere. Mi fece voltare sia a destra e sia a sinistra e scattò altre foto.
«Ti è concessa una telefonata» mi informò l’uomo in divisa verde scuro, «vuoi telefonare qualcuno?».
Annuii a testa bassa. Dov’era finito mio padre, mia madre, Scooter? Dove sono finiti tutti?
Mi afferrò per un braccio e mi condusse verso una cabina telefonica, allentò la presa sul mio braccio e mi fece cenno di afferrare il telefono. Lo feci, con le mani tremanti e composi ormai quel numero che mi ero impresso a fuoco nella mente.
«Papà?» sussurrai, appena sentì la comunicazione aprirsi.
«Justin? Oh Dio figlio mio» disse lui, con voce tremante. Stava piangendo. «Come stai?».
«Male, papà.» mormorai.
«Non preoccuparti, stiamo facendo tutto il possibile per farti uscire da lì. Pagheremo la cauzione. Uscirai presto, Justin.» sentì dei singhiozzi, sia da parte sua che in sottofondo.
«Non è questo che mi preoccupa, papà» dissi ormai in lacrime, afferrando il telefono anche con la seconda mano, tenendolo stretto all’orecchio «loro ci sono? Esistono ancora.. le mie Beliebers?».
Avevo paura che mi avessero mollato, avevo paura che fossero svanite nel nulla per il mio ennesimo errore. Le ho deluse ancora.
«Aspetta, Justin.» disse mio padre, e sembrò stesse sorridendo. Perché mai avrebbe dovuto sorridere in una situazione simile? La mia era una domanda più che seria, ero in lacrime.
Sentì un brusio indistinto, ma poi le grida e le urla si fecero sempre più vicine, fin quando non riuscì a mettere a fuoco ciò che dicevano.
Erano loro. Le mie Beliebers. Stavano cantando Be Alright, per me. Non mi avevano lasciato, no.
«Le senti, Justin? Sono qui fuori da quando sono venute a conoscenza di tutto. Forse da dove stai tu non puoi sentirle e né vederle, ma loro sono qui. Per te.» disse mio padre, con una voce del tutto più vispa di prima.
Non ebbi la forza di parlare, continuai solo a singhiozzare ed a piangere. Ero così sollevato. Non vedevo l’ora di scusarmi con loro di tutto, loro sono ancora qui a sostenermi. Non mi hanno lasciato.
«Tempo scaduto, ora di chiudere cantante.» disse l’uomo accanto a me, di cui mi ero totalmente dimenticato.
«Papà, devo andare. Ti voglio bene.» sussurrai.
«Anche io te ne voglio figlio mio, presto sarai fuori da lì.» lo sentì dire, ma l’agente mi strappò di mano il telefono e lo rimise al suo posto, chiudendo la comunicazione.
Mi asciugai le lacrime con il dorso delle mani, e l’agente mi riportò nella cella, dove mi avevano già rinchiuso qualche ora prima.
 
Stavo fissando il soffitto con insistenza, come se fosse interessante, cosa che in quel momento era perché non c’era nient’altro da guardare, tranne la cella in cui ero stato rinchiuso. Quant’erano passati? Dieci minuti? Venti? O forse un’ora. Non lo sapevo, sapevo solo che mi sembrava un’eternità.
Avevo riflettuto, ero stato un idiota ed un irresponsabile. Ubriacarmi bevendo tutta quella merda, per poi correre con la macchina. Sono stato un vero cretino.
Sentì dei passi provenire dal corridoio, e mi girai appena scorgendo un’agente in divisa verde, negro e ben piazzato.
«Bieber, esci.» disse e persi un battito. Avevano pagato la cauzione.
Mi alzai frettolosamente e lo raggiunsi, il quale aprì la cella e mi fece mettere i miei vestiti, giacché mi avevano fatto indossare una ‘divisa’ arancione.
Mi condusse verso l’uscita, dove vidi subito mio padre. Gli corsi subito incontro e lo abbracciai, scoppiandogli a piangere sulle spalle, mentre lui mi accarezza la schiena e mi sussurrava parole per farmi calmare.
«Va tutto bene, Justin. Va tutto bene. E’ tutto finito. Ora torniamo a casa.»
Aprì gli occhi, ancora abbracciato a mio padre, e sbirciai fuori dal vetro oscurato. Eccole. Le mie Beliebers sono là fuori.
Mi staccai dall’abbraccio di mio padre e ci sorridemmo.
«Sono lì che aspettano di vederti, Justin. Non farle aspettare ancora, asciugati quelle lacrime ed esci, fatti vedere. Hanno bisogno di sapere che tu stai bene.»
Annuii alle parole di mio padre e mi asciugai le lacrime con le punte delle maniche della felpa.
Insieme a Jeremy mi incamminai verso l’uscita, e quando fummo fuori un boato e delle urla raggiunsero i miei timpani.
In quel momento non potevo essere più felice, davvero.
«Cause everything’s gonna be alright, ai-ai-ai-aight, be alright, ai-ai-ai-aight, through the sorrow, and the fights, don’t you worry, cause everything’s gonna be alright,ai-ai-ai-aight, be alright,ai-ai-ai-aight..» iniziarono a cantare per me, più forte di quando mio padre mi fece sentire tramite il cellulare.
Dio, come ho potuto pensare che mi avrebbero lasciato?
Per fortuna gli occhiali da sole coprivano i miei occhi, non potevano vedere le mie occhiaie e le mie lacrime.
Mi avvicinai al cancello fatto di fil di ferro intrecciato, mi appoggiai su di esso e le guardai piangere e cantare, sorrisi a loro ed urlarono “noi saremo per sempre con te Justin, non ti lasceremo mai, andrà tutto bene!”.
Il mio sorriso dipendeva da loro. Appena sarei tornato a casa mi sarei scusato con loro, sono stato fin troppo un coglione.
Io amo tutte le mie Beliebers.
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Tutto questo è uscito fuori dal fatto che Justin, ieri, era stato arrestato.
Ci sono stata malissimo, e stamattina, mentre ero a scuola, ho iniziato a scrivere su un foglio tutto questo.
Ho tentato di mettermi nei suoi panni, più che tentato ho immaginato ciò che ipoteticamente poteva essere successo lì dentro.
Ma questo è solo frutto della mia fantasia, in realtà mi piacerebbe davvero capire ciò che ha passato.
Col cuore, sono vicina al mio idolo. Lo sono sempre stata.
Lo siamo sempre state, noi Beliebers.
Justin ci ama, non smettete mai di crederci.
Sono molto triste.. lo so, sono preoccupata per lui.
Non mi allungo troppo, perché se inizio a parlare di ciò che è successo lo spazio autrice finisce per essere più lungo della one-shot.

L'unica cosa che vi chiedo è quella di recensire e di dirmi cosa ne pensate. Anche se recensite per dirmi che è una cacata ancestrale, io sono felice e contenta così.
Grazie per aver letto, much love.

 
  
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