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Autore: AnnabethJackson    24/01/2014    6 recensioni
[Percabeth]
Percy, Annabeth, Piper e Jason partono per un week-end di vacanza al mare. Si divertiranno, litigheranno e...
Dal testo:
"Il ragazzo seduto accanto a lui, moro di capelli, aveva appoggiato la testa sulla valigia lì accanto, e stava beatamente russando. A scatti, dalla bocca spalancata, uscivano dei suoni strozzati. Un rivolo di bava gli scorreva lungo il mento. Jason lo guardò facendo una smorfia.
-Annabeth, il tuo ragazzo fa proprio schifo mentre dorme.- disse non troppo a bassa voce in direzione della persona seduta davanti a lui.
La ragazza guardò nello specchietto retrovisore, scuotendo il capo subito dopo.
-Lo so. Molto spesso mi chiedo come faccia ad essere così disgustoso mentre dorme.-"
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Jason Grace, Percy Jackson, Piper McLean
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A come amore, P come Percabeth'
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Disclaimer:
'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Rick Riordan; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.


Premessa:
La storia è ambientata in un tempo indefinito dopo la fine della serie “Eroi dell'Olimpo”, nella speranza che zio Rick non uccida nessuno. E' legata alle altre mie OS Percabeth.




 

Il castello di sabbia






Chiuse il bagagliaio con un gesto secco. I muscoli delle braccia si tesero sotto alla maglietta a mezze maniche.
-Bene, possiamo partire.-
-Finalmente.-
-Dammi le chiavi.-
-Cert... Aspetta, cosa?-
-Dammi le chiavi dell'auto.-
-Mi dispiace dirtelo amico, ma guido io.-
-Sei serio? Perché io lo sono.-
-Sono serissimo. L'auto è mia quindi guido io.-
-La vita è mia quindi guido io.-
-Come ti...-
-BASTA! Visto che voi due non riuscite a decidere senza litigare, guiderò io!-
-Ma, Annabeth, tesoro...-
-Niente ma! Ora salite a bordo altrimenti vi lego al portapacchi con il guinzaglio della Signora O'Leary.-
-Okay tesoro.-
-Okay Annabeth.-




Una vecchia Fiat 600 giallo canarino procedeva lungo l'autostrada, verso l'Oceano.
Non era un'auto grande, anzi poteva a malapena contenere quattro persone e i rispettivi bagagli.
Il guidatore e il passeggero alla sua destra stavo abbastanza comodi, con i finestrini abbassati e l'aria che sferzava loro in faccia. Ma le due persone che erano sedute dietro non potevano dirsi altrettanto contente. Esse erano schiacciate tra il corpo di uno e la valagia di un'altro.
Il ragazzo biondo, quello seduto dietro al guidatore, sbuffò, portando indietro i capelli che gli cadevano sulla faccia. Con una mano si asciugò il sudore che gli imperlava la fronte, mentre con l'altra si sventolava l'orlo della maglietta avanti e indietro cercando di creare una sorta di aria fresca.
Il ragazzo seduto accanto a lui, moro di capelli, aveva appoggiato la testa sulla valigia lì accanto, e stava beatamente russando. A scatti, dalla bocca spalancata, uscivano dei suoni strozzati. Un rivolo di bava gli scorreva lungo il mento. Jason lo guardò facendo una smorfia.
-Annabeth, il tuo ragazzo fa proprio schifo mentre dorme.- disse non troppo a bassa voce in direzione della persona seduta davanti a lui.
La ragazza guardò nello specchietto retrovisore, scuotendo il capo subito dopo.
-Lo so. Molto spesso mi chiedo come faccia ad essere così disgustoso mentre dorme. Di solito le persone sono più graziose quando riposano. Prendi per esempio Piper. In questo momento è più bella del solito. Il che è impossibile visto che è figlia di Afrodite. Ma abbiamo qui la prova che invece è possibilissimo.- disse gesticolando in direzione della ragazza seduta accanto a lei.
Jason si sporse in avanti e guardò la sua ragazza. Era appoggiata al finestrino con una mano piegata sotto alla testa per stare più comoda. La sua bocca rosa era leggermente aperta, ma a differenza di Percy, sulla sua faccia non c'era nessun segno di materia organica. E sopratutto non russava. Anzi, sembrava non respirare proprio, ma l'alzarsi e l'abbassarsi del petto suggeriva che la fanciulla stesse dormendo tranquillamente.
Era bellissima. Dopo anni, Jason si stupiva ancora del fatto che quella ragazza avesse scelto lui.
Erano in viaggio da un paio di ore, ma subito dopo essere usciti da New York e aver preso l'autostrada, Percy aveva appoggiato la testa sulla valigia e si era messo a russare in pochissimi secondi. Un record insomma. Piper aveva resistito per un po', ma poi il caldo torrido e l'atmosfera tranquilla avevano avuto la meglio ed anche lei era scivolta nel mondo dei sogni, lentamente.
Era una delle tante giornate estive, e faceva molto caldo. Il solle era alto nel cielo, e le nuvole erano completamente assenti.
I quattro semidei avevano deciso di prendere una vacanza dal Campo, approfittando del fatto che Percy aveva una casa vuota a Montauk. Quale vacanza migliore di un week-end tra mare, sole e amici? Fatti i bagagli erano partiti con la piccola macchina di Percy. Jason si era opposto, proponendo di usare la sua auto che era un po' piu grande e decisamente più nuova, ma il figlio di Poseidone aveva così tanto insistito che Jason, anche se a malincuore, aveva accettanto.
L'auto sobbaldò al ritmo della strada fattasi tutta ad un tratto irregolare. Per quanto Annabeth si impegnasse, quelle buche erano inevitabili anche per un automobilista professionista. La ragazza, da perfetto architetto quale era, pensò che servivano proprio dei lavori di manuntenzione. Per fortuna quelle irregolarità ricoprivano solo un centinaio di metri, ma furono abbastanza per far svegliare Piper.
-Che succede?- chiese con la voce impastata dal sonno. Stiracchiò le braccia, sbadigliando elegantemente. Riusciva a essere bella anche mentre sbadigliava.
Annabeth le sorrise brevemente per tornare subito con gli occhi sulla strada.
-Niente di grave. Solo qualche buca qua e là. Dormito bene?-
-Ehi, Pipes. Ben svegliata!- disse Jason sporgendosi in avanti. Lei si voltò e gli sorrise, baciandolo sulla guancia. Annabeth, che li stava spiando dallo specchietto retrovisore, pensò che fossero dolcissimi, ma poi il suo sguardò scivolò su Percy che continuava a dormire sbavando, e tutta quella dorcezza si trasformò in disgusto. Scosse il capo.
-Allora dove siamo?- chiese Piper dopo essere tornata a sedere compostamente.
-Dovrebbe mancare poco, credo.- le rispose Annabeth. L'unico che sapeva con esattezza dove si trovasse la casa era Percy. -Jason, fammi un favore. Potresti svegliare gentilmente Percy?- disse calcando sulla penultima parola.
Lui ghignò. -Certo.-
Si chinò sul ragazzo arrivando a pochi centimentri dalla sua faccia, poi gli assestò un poderoso pugno sul braccio. Il povero malcapitato spalancò di scatto gli occhi e, trovandosi davanti il viso dell'altro, si spaventò e cercò di indietreggere per quanto il sedile ritretto glielo permettesse.
-Ma sei scemo?- gridò portandosi teatralmente una mano al cuore. -Potevo morire di infarto.-
-Da quando il salvatore dell'Olimpo si spaventa?- lo derise il figlio di Giove alzando un sopracciglio.
-Basta voi due! Jason ti avevo detto di svegliarlo gentilmente e, Percy, per favore potresti dirmi dove devo andare?- disse Annabeth con autorità.
Quelli smisero subito di gridare e prestando attenzione alla ragazza, come due cagnolini ligi al dovere.
Piper, che era rimasta zitta, guardò Annabeth con ammirazione. Malgrado non avesse il potere della voce ammaliatrice la sua amica era capace di fare obbedire chiunque con un solo sguardo. Proprio come una degna figlia di Afrodite. Forse era meglio che non dicesse quest'ultima parte...
Percy si sporse dal sedile per guardare meglio fuori, poi diede delle indicazioni alla sua ragazza.
-Manca poco.- aggiunse.
Un paio di minuti dopo Jason sbuffò, passandosi nuovamente la mano tra i capelli.
-Hai mai pensato di comprare una nuova auto, Jackson?- si lamentò. -Magari una con i finestrini mobili anche dietro? Con dell'aria consizionata? E con più spazio?-
Percy fece una faccia indignata.
-Ehi, non insultare la mia auto! Ha dei sentimenti!- disse abbracciando il poggiatesta reclinabile dietro di sé.
Jason ghingò. -Dei sentimenti? Neanche Leo dice tali sciocchezze.-
Percy aprì la bocca per ribattere ma venne sbalzato improvvisamene di lato, finendo per sbattere la testa sul finestrino. Imprecò in greco.
Annabeth sorrise soddisfatta. -Siamo arrivati.- annunciò parcheggiando vicino alla casa.
I quattro ragazzi scesero dalla macchina -qualcuno imprecando contro di essa- e, recuperati i bagagli, salirono i tre gradini che li separavano dalla porta d'ingresso.
Era una casa discreta, fatta di legno, con le persiane azzurre che richiamavano il colore del mare. Per l'appunto era stanziata proprio sul margine della spiaggia. L'interno era sobrio, composto da una piccola cucina, un bagno, due stanze da letto e uno spazio giorno.
-Wow! C'è pure la televisione!- esclamò sarcastico Jason mentre osservava la casa.
-Molto divertente.- borbottò Percy lanciandogli un'occhiataccia. -Allora, com'è la disposizione delle stanze?- chiese alla sua ragazza.
Annabeth lo guardò sbalordita, mentre Jason scoppiava a ridere.
-Stai scherzando vero?- chiese la figlia di Atena. -A volte mi chiedo se lasci che il cervello soggiorni tranquillamnte nella tua testa senza fargli pagare l'affitto, Testa d'Alghe.- detto ciò portò la sua valigia in una delle due stanze.
-Che ho detto di male?- chiese Percy guardando Jason che rideva ancora e Piper che gli sorrideva comprensiva.
-Lascia perdere, Percy.- disse Piper dandogli una pacca sulla spalla. Lui scosse la testa confuso, poi si accinse a raggiungere Annabeth.
Mezzoggiorno era passato da un pezzo e Piper sapeva per esperienza che se i ragazzi non avessero mangiato qualcosa si sarebbero lamentati per tutto il pomeriggio. Grazie agli Dei aveva pensato a comprare dei panini e delle focacce farcite prima di partire.
Presero posto intorno al tavolo della cucina.
Jason stava masticando tranquillamente il suo panino quando il suo volto si illuminò colto da un'idea improvvisa. Ingoiò il boccone poi puntò il dito indice cotro Percy che stava ingurgitando la sua focaccia alla velocità della luce.
-Al ritorno guido io. Non ho intenzione di sciogliermi ancora in quel catorcio di metallo.- borbottò.
Percy, preso alla sprovvista, quasi si strozzò. Tossì un paio di volte mentre nessuno -Annabeth compresa- correva in suo aiuto, poi puntò i suoi occhi verdi sul ragazzo biondo con il volto paonazzo.
-Te lo scordi, Grace! Ripeto, l'auto è mia e decido io chi guida.-
Annabeth, che stava osservando la scena visibilmente annoiata, disse: -Scusate se vi interrompo.- ed entrambi si zittirono all'istante. -Avete mai pensato che esistono altri modi per decidere?-
I due ragazzi si guardarono evidentemente confusi.
-Per esempio facendo una competizione?-
-Tesoro sei un genio!-
-Annabeth sei un genio!- dissero contemporaneamente. -Oggi pomeriggio, spiaggia, battaglia. Ognuno può usare i propri poteri come vuole. Nessuna regola. Perde chi si arrende o lascia il campo di battaglia per primo.- disse Jason scandendo bene le parole.
-Affare fatto.- concordò Percy battendogli il pungo.
Piper e Annabeth si guardarono per qualche istante poi scossero il capo, sorridendo per l'assurdità con cui ragionavano i loro rispettivi fidanzati.
Finito il pranzo -Percy aveva ingurgitato tre panini e una focaccia mentre Jason si era formato solo a un panino e due focacce affermando di non aver fame-, presero salviette, ombrelloni e tutti ciò che Annabeth aveva messo in lista -per non dimenticare niente, aveva detto lei- e corsero in spiaggia.
Le ragazze stesero i loro teli ad un paio di metri dalle riva e si stesero a prendere il sole. Percy e Jason, invece, spogliarono in fretta e furia la maglietta e si allontanarono di qualche mentro sotto suggerimento -minaccia- di Annabeth.
Forse per l'iperattività o forse perché doveva per forza pensare a qualcosa -da brava figlia di Atena quale era-, la ragazza si mise a cincischiare con le mani poco dopo essersi sdraiata.
Raccolse un po' di sabbia qua e un po' là, e cominciò a modellarla.
In poco tempo quei granelli gialli cominciarono a prendere forma sotto le mani esperte della ragazza.
Piper era sdraiata a pancia in sotto, con la testa rivolta nella direzione di Annabeth ma indossava gli occhiali da sole e aveva chiuso gli occhi, riuscendo quasi ad addormentarsi di nuovo.
Quando, per sbaglio, dei piccoli granelli di sabbia le arrivarono in faccia, sobbalzò e si mise a sedere lentamente. Quello che si trovò davanti agli occhi la sorprese tanto che la mascella quasi toccava a terra.
Una enorme castello di sabbia delle dimensioni di un comodino sorgeva imponente davanti a lei. Era perfetto, ogni particolare scolpito alla perfezione. C'era persino un ponte levatoio con il fossato. Piper non aveva mai visto una cosa così bella. Mai.
-Annabeth ma... ma come hai fatto?- balbettò.
La figlia di Atena girava intorno alla scultura borbottando tra sé e sé qualcosa. La guardò sorpresa, come se si fosse dimenticata che c'era anche lei.
-Oh, Piper... è solo una piccola cosuccia. Un piccolo passatempo quando non sai cosa fare.- si giustificò come se fosse una cosa che faceva tutti i giorni.
Piper pensò che quell'opera perfetta fosse degna di essere incorniciata. Insomma era fatta di sabbia.


Nel mentre, pochi metri più in là, era in atto una vera e propria battaglia. Percy Jackson era entrato in mare, mentre Jason era fermo sulla riva.
Il primo, che aveva evocato un piccolo mulinello d'acqua intorno a sé, ansimava pesantemente ma sorrideva come un pazzo.
Il secondo, i cui capelli si muovevano al ritmo di un vento impetuoso, aveva un graffio lungo la guancia ed era bagnato fradicio.
Ma entrambi resistevano. E non avevano intenzione di cedere.
-Allora, Jackson, ti arrendi?- gridò Jason dalla riva.
Il ghigno dell'altro si apliò. -Neanche morto, Grace! Voglio vederti supplicare pietà. Ma sopratutto voglio guidare io.- esclamò. -Ricordati che se nel mio territorio.- aggiunse indicando l'acqua a riva.
Jason abbassò lo sguardo e Percy, approfittando della sua distrazione, ordinò all'acqua di tirare a sé l'avversario, facendolo cadere.
Colto di sorpresa, Jason si dimenò spruzzando acqua intorno a sé. Quando finalmente tornò in superficie, Percy stava raccogliendo le forze per creare una grande onda che lo avrebbe sbalzato via. L'unica cosa che il ragazzo poteva fare era opporsi con un'altrettanta forza. Concentrandosi, creò un grande tornado d'aria e lo spinse contro l'avversario.
Le due forze si incontrarono a metà strada ma, malgrado fossero potentissime, nessuna sembrava voler cedere.
-Eddai, Percy. Lo sappiamo tutti che sei una frana nella guida.- ansimò il figlio di Giove cercando di mantenere la concentrazione.
-Io sarò una frana nella guida ma tu dimentichi ancora di essere nel mio territorio.- detto ciò, con un fulmineo movimento della mano destra fece perdere l'equilibrio a Jason e l'onda, che aveva raggiunto i 5 metri d'altezza, si infrase su tutta la spiaggia. Comprese Annabeth e Piper. E il castello.
La figlia di Atena si girò nella sua direzione, bagnata come un tenero pulcino. Ma che di tenero non aveva proprio nulla.
Piper, comprendendo la gravità della situazione, non potè far altro che mimare a Percy la fuga. Grazie agli Dei il ragazzo sembrò capire.
-PERCY! IO TI UCCIDO!- urlò Annabeth cominciando a rincorrere il povero malcapitato.




Dopo quelli che sembrarono anni, Jason riemerse dal mare, sputando e tossendo acqua. Arrivò ansimante a riva e raggiunse Piper che guardava Percy scappare da Annabeth.
-Ah, ecco dov'eri.- commentò quando si accorse del proprio ragazzo accanto a sé.
-Allora...- ansimò Jason. -Ho vinto?-
Piper lo guardò, alzando un sopracciglio.
-Si, hai vinto.- sussurrò.
-EVVIVA! Ah-Ah! Alla faccia tua Jackson! Guido io!- urlò riprendendosi all'improvviso. -Io ho vinto e tu hai perso! Beccati questa! Sei un...-
-Jason smettila altrimenti stasera non facciamo sesso.-
Lui si bloccò all'improvviso, serio.
-Okai.-








Spazio Ross:
'Giorno eroi. Come promesso sono tornata con un'altra OS Percabettosa... ma anche Jasperosa (?).
Che ne pensate? Lo so non ha senso ma, ormai, dovreste averlo capito che tutto quello che scrivo non ne ha. Fateci l'abitudine.
La vena artistica è tornata e non se ne andrà tanto facilmente.
Fatemi sapere se vi è piaciuta, se ci sono errori oppure se mi dovrei ritirare dal mondo di efp perché faccio schifo a scrivere (è un modo implicito per dire che accetto molto volenieri le recensioni negative).
Alla prossima,
Ross<3

 
  
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