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Autore: Marie Claire    24/01/2014    2 recensioni
Alla fine, quella è l’unica consolazione che richiede e che può ricevere.
Con tutta l’amarezza che c’è nel mondo, un dolce, anche uno solo, riesce ad alleviarla.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il bambino digitò le ultime lettere sul computer, premendo invio.
–Ben fatto, L.
L’uomo anziano sorrise delicatamente, increspando il volto benevolo di piccole rughe. L lo guardò impassibile da sotto la zazzera di capelli neri.
–Come al solito.
Il tono con cui lo disse- diverso da quello di un marmocchio di neanche undici anni, troppo monocorde e disinteressato-sottintendeva un muto rimprovero al vecchio, il quale si limitò a sorridere ancora a mò di scuse.
–Scusami, non intendevo certo dire che non ci saresti riuscito.
–Lo so.-Rispose con cortesia, ritornando al computer.
Roger si avviò verso la porta, girandosi un’ultima volta verso di lui.
–L’ispettore Smith ne sarà molto contento. Ah,una cosa …
–Sì?-Chiese, pur sapendo già di cosa si trattasse.
–Oggi abbiamo fissato una partita di tennis tra i ragazzi dell’istituto. Pensavo-il suo volto assunse un’aria speranzosa-che magari potesse interessarti.
L si trattenne dal sospirare.
Roger non si smentiva mai. A differenza di Watari-che accettava qualunque cosa facesse senza fiatare-il vice-direttore della Wammy’s House era molto più testardo nell’insistere perché socializzasse e si aprisse al mondo.
Roger teneva molto di più di Watari alla socializzazione degli orfani, era molto più affettuoso, molto più … Umano, sotto certi aspetti.
Uno dei motivi per cui a L piaceva e non piaceva nello stesso tempo.
–Ti ringrazio davvero tanto, ma penso che rimarrò qui.-Si sistemò meglio sulla sedia, per rimarcare la sua decisione.
–Come vuoi.-Si arrese il vecchio mettendo una mano sulla maniglia dopo un lungo silenzio.-Immagino tu abbia da fare.
–Esatto.
–Buon lavoro, allora. Desideri qualcosa?
Il bambino stava per ribattere che non aveva bisogno di niente, ma si fermò a riflettere.
–Magari … Una cheesecake.
–Verrò a portartela subito.
Finalmente richiuse la porta dietro le sue spalle.
L rilesse con calma il caso. Una donna era stata trovata impiccata al lampadario di casa sua. Niente indizi supplementari. Era stato etichettato come suicidio, ma la polizia-e anche lui-ritenevano che si trattasse di un omicidio premeditato.
All’improvviso si allontanò e si mise a girare con lo sgabello su sé stesso.
Omicidi, rapine, rapimenti, furti. Non passava un singolo giorno senza che gli esseri umani non provassero a distruggersi gli uni con gli altri. Senza che il computer della sua stanzetta buia si illuminasse di richieste d’aiuto.
Amavano e eliminavano il partner o gli stessi famigliari.
Odiavano e uccidevano in preda a raptus di follia o per puro piacere sadico.
Invidiavano e portavano via l’oggetto del desiderio.
Quello era il mondo che lui avrebbe dovuto preservare. Un mondo oscuro e crudele, rischiarato da una luce falsa incapace di rischiararlo.
gli altri orfani portavano sulle loro spalle il suo stesso compito, ma per ora toccava solo a lui addossarselo.
Non era geloso di quel fragile privilegio. Era più intelligente di loro, e sapeva che conoscere lo stato delle cose prima gli avrebbe risparmiato una futile speranza di integrarsi nella società un domani.
Erano dei geni, e dovevano preoccuparsi di fatti al di sopra della portata di chiunque altro. fine della storia.
Eppure, quella sensazione di amaro sulla lingua rimaneva.
–Ecco, ho portato il dolce.
Sussultò impercettibilmente e sentì appena il tintinnio del piatto sul tavolo e il chiudersi della porta.
Prese il cucchiaio e mangiò avidamente un pezzo di cheesecake.
Ecco, l’amaro stava sparendo. Riprese a lavorare, più tranquillo.
 
 
Un uomo spara a una parata e si dilegua. Cinque feriti, tra cui due morti.
Sgranocchia sovrappensiero una caramella dura alla fragola.
 
Una donna ne impicca un’altra a un chiodo sul muro. Era l’amante del marito.
Lecca il gelato al pistacchio e Watari gliene dà un’altra pallina.
 
Un bambino uccide il padre con un fucile. L’oggetto era il suo regalo di compleanno.
Rompe un quadrato del cioccolato e lo ingoia.
 
Una rissa tra gang rivali si conclude con l’eliminazione di tutti i membri. Si sospetta un coinvolgimento della polizia.
Mangia un pasticcino alla crema.
 
Un ladro entra in banca e ruba un milione di yen in contanti. Per errore viene ucciso da uno dei banchieri, che aveva una pistola sotto mano.
Prende col dito della crema pasticcera.
 
Alla fine, quella è l’unica consolazione che richiede e che può ricevere.
Con tutta l’amarezza che c’è nel mondo, un dolce, anche uno solo, riesce ad alleviarla.
  
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