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Autore: delilahs    24/01/2014    1 recensioni
“Oh” risposi. Non avevo idea di cosa stesse parlando, ma non volevo fare la figura dello stupido “Così… tornerai a vivere al campo o…?”
“La faccenda è più complicata di così, Percy. Io.. ecco.. probabilmente dovrei dirti una cosa.”

Cosa sarebbe successo se Bianca e Nico fossero rimasti ancora per un po', e Annabeth avesse confessato a Percy il suo desiderio di unirsi alle cacciatrici?
Percabeth, La maledizione del Titano.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Grover Underwood, Percy Jackson, Talia Grace
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Westover Hall


“Oh” risposi. Non avevo idea di cosa stesse parlando, ma non volevo fare la figura dello stupido “Così… tornerai a vivere al campo o…?”
“La faccenda è più complicata di così, Percy. Io.. ecco.. probabilmente dovrei dirti una cosa.”*
 
Annabeth esitò, mentre Percy la guardava curioso. Era strano vedere una figlia di Atena senza parole.
“Cosa?” balbettò, improvvisamente nervoso. Il suo cervello lavorava frenetico, esplorando le parole della ragazza per trovarvi un significato. Una faccenda complicata? Non poteva essere più complicata di quella in cui si trovavano. Ok, una cosa per volta, Percy.
Non poteva essere per la sua totale ignoranza sui pericoli che si celavano a San Francisco. In quel caso, Annabeth avrebbe continuato a parlare. Scartò la prima ipotesi. Seconda ipotesi. Il campo. C’era qualcosa che non andava con il campo? Magari Chirone aveva montate degli altoparlanti che trasmettevano Dean Martin ventiquattro ore al giorno. Se l’ha fatto io mi trasferisco in fondo al lago, pensò allarmato Percy. Poi scosse la testa, ridendo per la sua stessa affermazione. Problemi con i suoi fratelli più piccoli? No, decise il ragazzo. Annabeth non scappava dalle responsabilità. Non lo faceva e basta. E che restava? Dei, sarebbe impazzito.
Tutto questo nel giro di mezzo secondo. Ah, l’iperattività. Annabeth era ancora di fronte a lui,e si stava mordendo il labbro. Distrattamente, Percy notò che erano fermi in mezzo alla pista, attirando sguardi esasperati da parte di Talia. Decise di non badargli.
“Non penso… che il campo sia più il posto giusto per me, ecco.” confessò la ragazza, facendosi più piccola. “Stavo pensando di unirmi ad un…. ehm, gruppo. Giusto per un po’”
Percy ebbe appena il tempo di pensare che non gli piaceva come Annabeth aveva pronunciato la parola gruppo, come se fosse una cosa più importante del suo stesso significato. E poi, niente. Un semplice blackout.

CERVELLO CHIAMA PERCY.

CERVELLO CHIAMA PERCY.

Il figlio di Poseidone la guardò allucinato, la bocca che si muoveva a scatti. Era caduta la linea. Finalmente riuscì a chiudere la bocca, lasciando andare improvvisamente le mani di Annabeth.  La ragazza si ritirò, sorpresa e ferita, mentre Percy prendeva un luuungo respiro.
Scosse la testa.
“No.” disse semplicemente.
La ragazza sbuffò infastidita, ritraendosi di scatto. “Non è una tua decisione, Percy.”
“NO.” ripeté con più enfasi il ragazzo, afferrandole i polsi. Sembrava suggestionato. Alcuni ragazzi si girarono verso di lui, ridacchiando.
“Percy, smettila. Ci farai scoprire.” balbettò Annabeth, improvvisamente arrossita.
“Oh, vediamo. E se non mi importasse?” chiese lui, trascinando la ragazza dietro una colonna, accompagnato da uno sguardo micidiale di Talia, che però non si azzardò a lasciare soli i due giovani mezzosangue.
Il ragazzo incrociò le braccia al petto.
“Quindi?” chiese, visibilmente infastidito.
“Quindi cosa, Testa d’Alghe? E’ una mia decisione, e tu non centri un cazzo.” rispose lei a tono, iniziando ad arrabbiarsi. Perché Percy si comportava così?
“Prima di tutto, non chiamarmi così.” sputò il figlio di Poseidone, glaciale. La temperatura si abbassò improvvisamente di dieci gradi. “E poi, come puoi farlo? Talia si è appena svegliata, e tu la lasci così? Per unirti ad un ‘gruppo’? I tuoi fratelli hanno bisogno di te. Chirone ha bisogno di te. Il campo ha bisogno di te. Luke.” pronunciare l’ultima parola fu come ingoiare acido liquido, ma continuò imperterrito. “Io. A noi non pensi?”
“Percy, io… non ne ho bisogno. Ve la caverete.” rispose Annabeth, cercando una risposta tagliente. Accidenti, il ragazzino davanti a lei aveva ragione.
“Smettila, dei. Smettila di atteggiarti da adulta, come se fossi una vera guerriera. La vuoi sapere una cosa? Non lo sei.” disse lui, ora veramente guidato dal terrore e dalla rabbia.
“Senti chi parla.” rispose lei, consapevole di star camminando su una brutta, brutta, strada.
“Ma ti prego, Annabeth. Hai quattordici anni. Sei una ragazzina.”
“Una ragazzina che ha affrontato orde di mostri!” replicò lei stizzita, incredula che Percy le parlasse proprio di questo.
E con chi li hai affrontati? EH? Te lo sei dimenticata o sei solo più cieca di quanto sembri?”
Annabeth non rispose, rossa di vergogna, mentre Percy prendeva fiato. All’improvviso, il ragazzo sembrò accorgersi di tutte le cose che gli erano uscite violentemente dalla bocca, e abbassò lo sguardo, ancora furente.
“Al tartaro.” borbottò il figlio di Poseidone, prendendo la mano di Annabeth. Lei sussultò, accorgendosi di quanto fossero fredde le loro mani. Esitò un attimo, ma Percy la trascinò di nuovo in sala, dove per un attimo ebbe l’impressione che Talia li stesse per fulminare. Il ragazzo non lasciava trasparire nessuna emozione, e per qualche ragione, questo la fece infuriare. Maledizione, Testa d’Alghe! Ti odio.
Ricominciarono a ballare, ma cercavano di tenersi quanto più distanti possibile. Annabeth era triste, ma cercava di non darlo a vedere. Perché si è arrabbiato così tanto? Pensò, incuriosita e delusa.
Si girò per osservare i due ragazzini, ma si sorprese. Erano semplicemente scomparsi. Cercò di avvertire Grover e Talia, inutilmente. I due sembravano essere stati inghiottiti dalla folla. Si girò verso Percy, per avvertirlo. Per chiamarlo. O forse per dargli uno schiaffo.  Qualunque cosa volesse fare, però non la portò mai a termine.
La prima cosa a cui Annabeth pensò, quando Percy posò le labbra sulle sue, era che il ragazzo sembrava più alto. Poi, pensare divenne una parola grossa. Il cervello della ragazza finì in pappa. Non c’era nessuno intorno a loro, né la musica o i ragazzi che si strozzavano con i festoni. C’era solo Percy. E le sue braccia.
La stava abbracciando.
Ok, calma. Calma, calma, calma. Mi ha appena baciata, e allora? Come allora? E’ solo un tuo amico! E’ il mio migliore amico, puntualizzò la ragazza confusa.  Nel tempo che impiegò a pensare queste cose, sentì le guance andare a fuoco, e le braccia paralizzarsi.
Percy si separò, un sorriso soddisfatto sul volto, come se fosse riuscito a vincere una gara importante.
Ho appena baciato Annabeth, pensò, imbambolandosi come uno scemo.
“Andiamo. Dobbiamo trovare quei due.” continuò burbero, come se non fosse successo niente. La sua mano scese quasi casualmente su quella di Annabeth, e la strinse. Arrossirono, ma nessuno dei due mollò la presa per primo. E’ un buon inizio, pensò Percy.

E prima che chiunque di noi potesse reagire, la manticora, con Annabeth ancora in groppa, balzò oltre la scogliera e piombò nell’oscurità - Annabeth! - urlai. Feci per correrle dietro, ma i nostri nemici non avevano ancora finito con noi.*

La figlia di Atena lo guardò un’ultima volta, prima di sprofondare nelle tenebre. Il corpo della manticora si dibatteva inerme, ma lei non riuscì a saltare. I suoi occhi erano argento liquido, terrorizzati dall’altezza e infiammati dall’adrenalina. Mimò qualcosa con le labbra, la morte che si diffondeva nei suoi occhi. Percy non riuscì a capire esattamente cosa dicesse, ma la prese per buona.
Ti ritroverò, fosse l’ultima cosa che faccio. Lo giuro sullo Stige.

 




Note dell'Autrice:
Le citazioni (*) non sono mie ma provengono dal libro "La maledizione del titano", Rick Riordan.
Probabilmente i personaggi sono leggermente OOC, ed è indubbiamente un missing moment che mi ha impegnato molto.
In effetti, prima del quarto libro, dove tutti sappiamo avviene il fatidico bacio, Annabeth e Percy  sono considerati bambini.
Anche da me, ed è difficle vederli in modo diverso. In ogni caso, un anno di differenza non fa mondo, quindi l'ho presa com'è venuta.
E che altro.. ah si, se avete critiche riguardo il comportamento di Percy, signori, sono ben accette. 
E' parecchio OOC, sicuramente, ma Percy quando si arrabbia proprio tanto è così.
Detto questo, buonanotte, mesdames et messieurs.
 

 
   
 
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