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Autore: LittleEevee    25/01/2014    1 recensioni
Flavia è una ragazza di 15 anni che all'improvviso, una notte, vede un misterioso luccichio provenire dal suo specchio. Scopre che in realtà lo specchio nasconde un portale, e si ritrova sena accorgersene, nella dimensione di Hetalia. Al suo risveglio si ritrova su un prato circondato da tulipani, ed un misterioso ragazzo le si avvicina. E' Olanda/Netherlands che si avvicina a lei e le chiede cosa ci faccia là.
La ragazza non troverà una risposta abbastanza precisa, ma vivrà diverse vicende a contatto con il ragazzo, la sua sorellina Belgio e gli altri membri della "Tomato gang".
Flavia riuscirà infine a tornare alla sua realtà? Oppure deciderà di rimanere per sempre in quella dimensione?
Una storia con suspense e vicende tra di esse collegate che avranno pure flashback sulla vita di Flavia.
Che dire... se volete sapere come finirà seguite la storia.
Genere: Commedia, Fantasy, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Belgio, Paesi Bassi, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era notte fonda, ma Flavia venne svegliata da un bagliore. Una luce sconosciuta e chiara splendeva nella sua stanza. Il cellulare, il computer... ogni oggetto elettronico era spento. Allora cos'era quel bagliore? Si alzò in piedi, camminando a tentoni nella poca luce che c'era. Si avvicinò allo specchio della sua camera; il bagliore proveniva da esso. Rapida accese la luce della camera, pensando che il bagliore fosse in realtà il riflessi di qualche lucina esterna. Sbagliato. La stanza era ora illuminata, ma sullo specchio rimaneva un luccichio celeste, che si muoveva rapidamente per vari punti dello specchio.
“Mamma!” avrebbe voluto gridare poiché in preda allo spavento, ma chissà... forse era solo un sogno. Sarebbe davvero valsa la pena di svegliare tutti? No, non era il caso.


Con fare titubante lei si avvicinò con piccoli passi allo specchio, osservando sempre più quel bagliore. E se lo avesse toccato? Chissà cosa sarebbe accaduto. Era incerta sul da farsi.
Non sarebbe tornata a dormire, proprio no. Quella luce l'aveva incuriosita, ma soprattutto le induceva paura. Come se qualcosa di negativo fosse in quel momento collegato allo specchio.
“Lo tocco? O non lo tocco?” si domandò più e più volte.
Erano passati già dieci minuti. Lei deglutì per il nervoso. Fece un respiro profondo, poi ne fece un altro. Il cuore le batteva rapido, in preda all'ansia, ma si era decisa: avrebbe provato a toccare lo specchio.
Flavia era dinnanzi allo specchio. Ora la lucina non era l'unica cosa riflessa sullo specchio. No, no.
Ora riflesso sullo specchio c'era pure il suo volto.
Una ragazza dalla carnagione chiara e gli occhi marroni, sulla tonalità dell'occhio di tigre. Capelli castano chiaro, corti a caschetto; ricci e spettinati.
Lo specchio rifletteva una quindicenne che tra pochi secondi avrebbe commesso chissà quale stupidaggine.
Flavia respirò profondamente, poi lentamente appoggiò l'indice destro sul vetro dello specchio.
Il luccichio sparì per un secondo, poco dopo tornò aumentando di lucentezza. La lampadina che illuminava la stanza esplose, facendo ricadere su di lei una pioggia di piccoli cristalli di vetro che brillavano al buio al riflesso di quel bagliore celestino.


Tutto qui? No, la storia non era ancora terminata. Anzi, non era nemmeno cominciata!
Il bagliore si estese a tutta la stanza, quello che poteva essere un semplice luccichio era un portale collegato al suo specchio, che ora la stava trascinando al suo interno.
-Aiuto!- gridò, ma inutilmente. In casa tutti dormivano, eccetto lei.
Entrò nello specchio, l'inizio di quel portale. Lo sfondo attorno a sé era un alternarsi di colori: lilla, celeste, blu, rosa... quasi le venne mal di testa.
Esausta svenne, mentre una luce la circondò. Si risvegliò solamente poche ore dopo.


Flavia riprese i sensi, sperò che tutto ciò fosse stato un sogno... ma purtroppo non fu così.
Si ritrovò su un bellissimo prato, circondata da alcuni tulipani bianchi, bagnati dalle gocce di rugiada.
D'un tratto le si avvicinò un uomo, o meglio un ragazzo, poiché egli non sembrava avere più di venticinque anni.
Il ragazzo era alto e magro, dalla corporatura leggermente muscolosa. Gli abiti erano strani, le sembravano quasi nordici. Ciò che più la attirò di quei buffi vestiti fu la sciarpa che il giovane indossava. Era lunghissima, e le due estremità quasi toccavano terra; non sapeva di che tessuto fosse fatta, ma era un alternarsi di celeste e bianco.
Il viso di lui era splendido, quasi angelico. Aveva gli occhi verde brillante ed i capelli biondo scuro, pettinati in una maestosa cresta. Il suo sguardo però era serio.


- Chi sei? Cosa ci fai qua? - le chiese con tono schivo e sospettoso, probabilmente la credeva uno stato invasore. Quel suo modo di fare le fece venire i brividi, ma non fu per questo che non rispose. Semplicemente non aveva ancora focalizzato cosa fosse successo, dove si trovasse e perché si fosse trovata lì. Quel ragazzo avrebbe dovuto pazientare, oppure chiedere qualcosa di più semplice.
Per esempio chiederle il nome.
 

  
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