Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Jelena_my life    25/01/2014    1 recensioni
Justin Bieber:uno dei giocatori della scuola.
Aubrey Haynes:la nuova ragazza.
"Non ho mai pensato mi avresti fatto del male.Penso allora che tutto quello che abbiamo avuto fosse falso.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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Appena le lenzuola mi vennero strappate di dosso, sentì una brezza fredda azzarezzarmi le gambe nude. Aprì i miei occhi lentamente per farli abituare alla forte luce che proveniva dalla finestra e vidi mia sorella davanti a me con le braccia incrociate. Sbottai cercando di riprendermi il lenzuolo dalla sua mano, missione che fallí. < È ora di andare a scuola. Il tuo primo giorno, ricordi? > Annui, abbassandomi la connottiera sotto il sedere. Mi sentivo un po' in imbarazzo con solo una cannottiera e in biancheria intima davanti a mia sorella. Se ne accorse e parló < forse dovresti insossare dei pantaloni per dormire > la fissai e scossi la testa. < È scomodo > farfugliai aspettando che se ne andasse. Sembró notare che non ero dell'umore di parlare e sospiró prima di uscire e chiudere la porta. Mi passai la mano nei capelli e mi alzai per andare al bagno mentre spingevo alcune scatole lungo il cammino. Mia mamma si era trasferita e noi con lei, tutto questo per il suo lavoro. Era davvero un grande cambiamento passare dalla California al Canada. Io ero fuori di me, ho dovuto lasciare i miei amici, gran parte della mia famiglia, tutto quello che mi era famigliare e il mio ragazzo, o dovrei dire ex ragazzo oramai. Presi il mio spazzolino e ci spremetti sopra il dentifricio iniziandomi a lavare i denti. Dopo aver sputato tutto e essermi sciacquata la bocca mi guardai allo specchio spaventandomi alla vista della mia immagine riflessa. I miei occhi erano rossi e gonfi, a causa di tutti i pianti e delle preghiere fatte affinché tornassimo in California. Il cuore mi si strinse al pensiero di casa. La California è e sarà sempre casa mia, dopotutto é dove sono cresciuta. Uscí dal bagno e mi sedetti alla mia specchiera dove iniziai a truccarmi leggermente, solo un po' di mascara, correttore e ombretto. Velocemente mi stirai i capelli e misi un lipgloss per rendere le labbra più rosse. Aprí l'armadio e iniziai a frugare in cerca di qualcosa di decente da mettere il primo giorno di scuola. Fortunatamente ci siamo trasferire d'estate quindi avrei iniziato il primo anno nello stesso periodo degli altri. Decisi di mettermi un vestito carino ma anche comodo e mi piazzai davanti allo specchio a guardare la mia immagine. < Aubrey datti una mossa >. Urlò mia sorella. Buttai gli occhi al cielo e corsi per le scale raggiungendo mia sorella in cucina che stava mangiando una mela affianco a mia mamma, < non posso solo studiare a casa? > chiesi per la milionesima volta da quando ci eravamo trasferite. < Tesoro starai bene. Rimani vicino a Julie cosí vi potrete coprire le spalle > io e Julie ridemmo per la scelta delle parole che nostra mamma aveva usato. < Preferirei bere varicchina piuttosto che farmi vedere a parlare con lei >. Appena le parole le uscirono di bocca, la mia si spalancò, < pensi di essere migliore di me solo perchè sei piú grande; ma notizia del giorno: non lo sei. Sei solo una stupid... > la mano di mia madre mi volò sopra la bocca per impedirmi di dire altro. < Aubrey Mary Haynes chiedi subito scusa a tua sorella > mi ordinò. La mia bocca si spalancò e la mia mano si posò sul mio fianco mentre l'altra la usai per puntare il dito a mia sorella. < È lei che ha iniziato! > mia sorella mia guardò di sortecchi e rise sarcasticamente. Il suo viso era ricoperto di fastidio. < È lei che ha iniziato > ripetè le mie parole. Aprí la mia bocca per urlarle contro ma mia mamma si mise tra di noi, la sua testa che girava da una parte all'altra per guardarci entrambe. < Adesso basta! Sono stufa di tutte le vostre stupide litigate... Ora andate a scuola altrimenti farete tardi > il mio viso si ammorbidí davanti alle parole di mia mamma, a lei non è mai piaciuto quando io e July litigavamo perché neanche due mesi prima eravamo legatissime, ma dopo tutto lo stress del trasloco iniziammo a litigare per qualsiasi cosa. Io e July ci guardammo prima di diriderci in garage. < Scusa > dicemmo allo stesso tempo, causandoci un sorriso. Sorrisi mettendomi una ciocca dietro l'orecchio. < Dobbiamo smetterla di comportarci come delle bratz > disse Julie, guardandosi le unghie perfette. < Per mamma > aggiunse guardando la porta del garage, probabilmente perchè voleva uscire da questa situazione. Annuí e mi guardai i piedi. < È meglio se andiamo a scuola >dissi prenendo il tasto del cellulare notando cosí che avevamo solo 20 minuti per non arrivare in ritardo il primo giorno di suola > Aprí la porta del passeggero, ci gettai la borsa e salí al posto del guidatore, aspettando che partisse prima Julie per seguirla e andare a scuola. Accesi la radio e partí Disturbia di Rihanna, cosí iniziai a cantare a squarcia gola, dopo un pò arrivai a scuola e parcheggiai vicino alle porte. Presi un grosso respiro prima di scendere dalla macchina e incamminarmi, attirai anche l'attenzione di alcune ragazze vicine che mi squadrarono dalla testa ai piedi, esaminandomi. Alcune di loro mi sorrisero, mentre altre mi lanciarono sguardi di morte, io ricambiai entrambe. Julie non la vidi, quindi sfortunatamente dovetti camminare nella scuola da sola. Mi guardai intorno cercando la segreteria per prendere l'orario delle lezioni e la combinazione dell'armadietto ma proprio non riuscivo a trovarla; mentre ancora camminavo chiusi gli occhi un secondo per riordinare i miei pensieri, ma appena li riaprí sbattei contro qualcuno stando quasi per cadere all'indietro. Fortunatamente la persona in cui mi ero imbattuta aveva avvolto un braccio intorno alla mia vita impedendomi cosí di cadere. Guardai in alto, con le labbra leggermente aperte, di fronte a me c'era il ragazzo piú bello che avessi mai visto. I suoi occhi erano marroni, quasi color caramello, i suoi capelli erano rasati alla base e lunghi sopra. Mi rimise sù sogghignando. < Cammini sempre a occhi chiusi? > disse sherzando, lasciando i miei fianchi. < Scusa, in realtà io stavo solo cercando la segreteria > indicò una porta che era davanti a noi < grazie > borbottai, non riuscendo a staccare gli occhi dai suoi. Si leccò le labbra e mi guardò dall'alto verso il basso, < non ti preoccupare,mi puoi venire addosso quando vuoi. Avró piú possibilitá di toccarti > mi fece l'occhiolino e imporvvisamente tutto l'interesse per lui sparí. Sperai che non tutti i ragazzi fossero come lui. < Sei disgustoso > senza dire nient altro lo sorpassai e entrai nell'ufficio. Una volta preso l'orario delle lezioni, trovai il mio armadietto e ci misi dentro i libri richiudendolo. Ok, dovevo andare nella classe 210, matematica.
  
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