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Autore: Dania    25/01/2014    0 recensioni
Ci sono date essenziali, date che cambiano il corso degli eventi, date che passano inosservate, date ricorrenti, date che portano gioia, date he portano tristezza, date che si vorrebbero dimenticare, date che tutti ricordano, date che vengono tenute al sicuro nel cuore di sole poche persone. [...] Dal suo punto di vista quella era la data più importante di tutte, ed erano ormai diversi anni che non poteva fare a meno di ignorarla.
(Ambientata nella nona stagione, in un possibile futuro non ben specificato rispetto l'ultimo episodio uscito (9x11))
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Titolo: I did my best
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester, Castiel, Sam Winchester
Rating: SAFE
Parole: 1906
Prompt: Threesome del COW-T #4  e il n°8 (Tre) della mia tabellina della Maritombola, entrambe di Maridichallenge
Genere: Slice of life, Generale, Slash (accennato), possibile OOC
Note: Il finale è un po' meh, perché a causa del sonno e del poco tempo non sono riuscita a rileggerla. (Cosa che forse farò appena avrò voglia tempo.) E c'è un motivo se normalmente non mi invitano alle feste di compleanno: io e i regali siamo su due rette parallele come anche io e i titoli.
Disclaimer: Non mi appartengono e non ci guadagno nulla.


Ci sono date essenziali, date che cambiano il corso degli eventi, date che passano inosservate, date ricorrenti, date che portano gioia, date he portano tristezza, date che si vorrebbero dimenticare, date che tutti ricordano, date che vengono tenute al sicuro nel cuore di sole poche persone. In qualche modo, se lo sentiva, quella data racchiudeva un po' tutte queste categorie. La concezione che se ne poteva avere cambiava in base attraverso quali occhi la si guardava. Dal suo punto di vista quella era la data più importante di tutte, ed erano ormai diversi anni che non poteva fare a meno di ignorarla.
« Sam, è oggi, vero? » Chiese in un sussurro. Non era veramente dubbioso, non sarebbe mai potuto esserlo, ma  non era sicuro che l'altro se ne ricordasse. Ecco, lui era una di quelle persone che certe date le dimenticava, non per cattiveria, semplicemente non ci voleva pensare, anche se sicuramente avevano un grande valore. Erano non più di una decina quelle che avevano un vero e proprio valore, ma si comportava come se quei quadratini sul calendario non significassero nulla, anzi, delle volte sembravano essere persino i giorni più tristi dell'anno.
« Mh? Oh, sì. Sì, è oggi. » Non era nemmeno stato necessario specificare a quale evento si riferisse, perché entrambi lo sapevano. Sam alzò su di lui lo sguardo, stanco, dopo aver passato la notte insonne a sfogliare e divorare i tanti libri impilati e ordinatamente caalogati che erano contenuti in quel bunker, no, non era più un semplice bunker, quella era la loro nuova casa.
« Non credi dovremmo fare qualcosa? » Non ne aveva mai avuto la possibilità, normalmente non faceva certe cose, e quell'anno non voleva proprio lasciarsi sfuggire queslla magnifica occasione.
« E cosa vorresti fare, Cass? » Rispose Sam, lentamente, massaggiando con la mano destra le palpebre chiuse, gli occhi stanchi per le troppe ore passate a leggere con una fioca luce artificiale. Non sembrava particolarmente entusiasta, forse perché non più avvezzo a certe ricorrenze.
« Non lo so, cosa si fa in queste occasioni? »  Inclinò il capo lateralmente, confuso, scrutando con gli occhi azzurri il ragazzo seduto.
« Beh, dipende da cosa vuoi fare. » In un qualche modo sembrava che la sola idea di quell'argomento gli prosciugasse tutte le forze.
« Organizzare la miglior festa di sempre, mi pare evidente. » E come poteva non esserlo? Se Castiel doveva organizzare qualcosa, lo faceva pensando in grande, come ogni altro incarico da lui svolto. Figurarsi se poi per Dean avrebbe fatto delle eccezioni.
« Ti direi di invitare tutti i suoi amici, ma temo siamo solo noi due, al momento, quelli disponibili. » Le sopracciglia dell'angelo si corrucciarono. « E poi dovresti occuparti delle decorazioni, dei festoni, della torta, di un regalo. Queste cose insomma. » L'angelo si ripeteva mentalmente la lista, muovendo impercettibilmente le labbra e tenendo accuratamente il conto delle cose da fare con le dita, in modo da non dimenticare nemmeno un dettaglio. « E se proprio vuoi organizzare questa festa, posso tenere occupato Dean per un paio d'ore con un caso che ho trovato qui vicino. » Gli occhi azzurri del ragazzo si illuminarono sentendo quelle parole. Sam gli stava affidando l'importante incarico di organizzare la festa interamente da solo e in più gli stava dando l'opportunità di prendere lui tutte le decisioni, poiché allontanando il festeggiato non sarebbe potuto essere raggiungibile nemmeno lui.
« Sarebbe perfetto. » Concluse, pregustando già il dolce sapore della soddisfazione, nel vedere Dean illuminarsi davanti a quella sorpresa.

Sam aveva parlato di un caso di un paio d'ore, quindi era meglio sbrigarsi. Era subito volato nel negozio più vicino alla ricerca dei così detti ''festoni''. Aveva trovato, invece, delle candeline, dei piatti di carta, cappellini a punta e trombette. Sembravano particolarmente colorati e allegri ( e l'allegria in quella loro piccola famigliola – poteva chiamarla in quel modo? – era proprio necessaria ) ed era sicuro di averli già visi da qualche parte, probabilmente in televisione o in uno di quei momenti in cui dall'alto del Paradiso osservava le piccole vite degli esseri umani, ed era sicuro che non potessero mancare ad un compleanno con i fiocchi. Fece poi un salto in una pasticceria, dove si fece impacchettare la migliore crostata di mele esposta nella vetrinetta. Oh, quella Dean l'avrebbe adorata, e non poteva certamente dimenticarla!
Tornato a casa, con ciò che era estremamente necessario, doveva organizzare la stanza. E capire cosa diamine fossero dei festoni. Osservava il cellulare con aria frustrata, sapendo di non poter chiamare Sam e chiedere spiegazioni. Aveva provato a cercare nei libri che lo circondavano, ma sembrava che gli Uomini di Lettere non fossero interessati a questi ''festoni'', ma che catalogassero solo oggetti dai poteri sovrannaturali, incantesimi ed ogni tipo di demone e mostro esistente.
Alla fine cercò di ricordare tutte le informazioni raccolte sugli umani in quegli anni, anche ciò che aveva visto in quel breve periodo in cui pure lui era stato uno di loro. Piccoli pezzi di ricordi sembravano riaffiorargli alla mente e credette di riuscire a capire cose fosse ciò che lui stava cercando. In ogni festa che ricordava c'erano sempre delle decorazioni appese per le stanze, una in particolare recitava sempre ''Buon Compleanno''.


Era stato particolarmente felice si alzarsi quella mattina con la buona notizia di un nuovo caso. Era stato ancora più felice quando Sam gli aveva solo comunicato il luogo dove dovevano andare e il genere di mostro che avrebbero dovuto cacciare – sembrava si trattasse di una semplice possessione di un demone di bassa categoria –, senza far riferimento ad altro. Era stato felice anche di non aver incrociato Castiel prima di uscire, perché quel giorno era per lui particolarmente brutto e non avrebbe voluto mostrare questa sua faccia agli occhi cristallini ed attenti dell'angelo.
Si era vestito ed era uscito in fretta dal bunker, contento di poter correre, anche se per poco, con la sua Piccola.
La caccia non era stata particolarmente complicata. Il demone si era nascosto malamente, aveva lasciato scie di morti in tutta la piccola cittadina e in molti sospettavano che la serial killer che aveva commesso quegli omicidi, fosse una donna che viveva isolata da tutto e tutti. Non si erano nemmeno dovuti impegnare troppo per trovarla. Era barricata in casa sua, una catapecchia cadente e con gli infissi ciondolanti. Era bastato spargere del sale fuori le finestre e le porte, quella di ingresso e quella sul retro, poi erano entrati sfondando la porta, qualche colpo di fucile e avevano messo il demone fuori gioco. A seguire c'era stata la solita tiritera: il sigillo sul pavimento, il mostro legato ad una sedia, acqua santa ed una bibbia a portata di mano. Sembrava, però, che non ci fossero notizie interessanti da Radio Inferno, quindi si erano dovuti liberare del ragazzaccio dagli occhi neri. La donna purtroppo era già morta e dunque non avevano potuto far niente per lei.
Un po' gli era dispiaciuto che fosse finito tutto così presto. L'adrenalina, i combattimenti, la caccia, erano sensazioni che in quel caso erano sate completamente assenti e lui sentiva il bisogno di sfogarsi. Non davanti a Sammy, però. Il suo fratellino, d'altro canto, sembrava non avere nessuna intenzione di allontanarsi da lui. Sembrava quasi lo stesse pedinando. Ogni tanto controllava il cellulare, con aria preoccupata, e sempre più spesso guardava l'ora sul suo orologio da polso.
Conclusa la missione, il fratello minore insistette per fermarsi a comprare del cibo in un particolare supermercato che non era sul tragitto verso casa. Non avendo, però, fretta di tornare dove anche Castiel, presumibilmente, si trovava, Dean lo accontentò e lo accompagno a fare rifornimento di viveri ( e delle sue amate riviste ). Passare quel giorno con Sam non gli dispiaceva. Lui lo conosceva, profondamente, intimamente, e quindi in sua presenza non doveva nascondere l'odio per sé stesso che in quel giorno particolare saliva più forte che mai.
Alla fine, senza premere troppo sull'accelleratore, tornarono al bunker degli Uomini di Lettere.
Aveva uno strano prurito sulla nuca e la sensazione che ci fosse qualcosa di strano. Continuava a lanciare occhiate al fratello, cercando di capire se fosse solo il suo stomaco a mandargli strani messaggi o se anche l'altro percepisse qualcosa di anomalo, ma il minore sembrava piuttosto tranquillo – se si escludevano le sopracciglia pericolosamente aggrottate.
Dentro sembrava tutto troppo silenzioso. Scese le scale con cautela, guardandosi intorno circospetto, ma appena gli sembrò di vedere qualcosa di particolare, si ritrovò qualcosa di colorato e rumoroso che gli solleticava il naso. Fece un salto indietro, sulla difensiva, le mani che già scendevano verso la pistola, la impugnavano e la sollevavano all'altezza degli occhi, solo per inquadrare... Castiel.
Castiel con un cappellino a punta e una trombetta in bocca, che non smetteva di far suonare.
« Buon compleanno, Dean! » Gli trillò quasi in un orecchio mentre lo abbracciava. Stretto in quella morsa, il cacciatore riuscì solo a lanciare un'occhiata assasina al fratello, che sicuramente era implicato in quella farsa. Non gliela avrebbe perdonata, non facilmente almeno. Se la stava legando al dito, moltro stretta, e stava cercando di farglielo capire con tutti i peggiori sguardi che era in grado di fare. Il gigante, invece, non faceva altro che sorridere, contento.
Castiel lo prese per mano e lo condusse nella sala dove loro tre erano soliti riunirsi e passare le giornate. Nel muro difronte era stato appeso.. un lenzuolo?, sopra il quale erano state scritte con uno spray – uno di quelli che usavano per i sigilli? – un tremolante ''Buon Compleanno, Dean'' . Sul lungo tavolo invece erano stati sistemati tre piatti e tre bicchieri di carta, dai coloro sgargianti, due cappellini, eccentrici come quello indossato da Castiel, e altre due trombette.
« Spero che tu non voglia che indossiamo quelle cos— » Non riuscì nemmeno a finire di parlare che il labbro tremulo di Cass gli fece prendere quello stupido cappello e metterselo in testa, non senza sbuffi e occhiatacce. Sorrise solo quando si rese conto di quanto buffi erano gli altri due conciati in quel modo.
« Ho preso anche la torta! » Esclamò l'angelo, tutto sorridente, verso Dean e Sam, prima di sparire in cucina, solo per tornare qualche minuto dopo con le mani vuote e l'aria mogia. « Ecco, io... Io credo di– di aver dimenticato la crostata di mele in pasticceria.  »
Perché non era bastato che tutti – le uniche due persone con cui aveva rapporti, in realtà  – avevano cercato di rendere quella giornata memorabile. Non era bastato che disobbedissero al suo volere ed organizzassero una festa. Non era bastata quella farsa, no. Si erano pure dimenticati l'unica cosa che a lui poteva veramente interessare: la crostata. Sfprofondò nella sedia sulla quale si era da poco seduto, deluso. Da quanto tempo era che i suoi denti non affondavano in una dolce e burrosa fetta di crostata alle mele? Troppo.
« Oh! Però ho il regalo. » Disse, annuendo in direzione di Sam, come se lui dovesse sapere. Scrutò attentamente il fratello, con silenziose promesse di morte, ma questi alzò le spalle, all'oscuro di tutto come lui.
« Non guardare me! Io gli ho solo detto cosa doveva preparare per una normale festa di compleanno. » Gli bisbigliò di rimando, sorridendo amorevole.
Castiel ricomparve dalla cucina, dove era nuovamente sparito, con le mani dietro la schiena ed un grande sorriso sul volto.
« Ecco! » Disse, mentre gli poggiava davanti un panino al burro d'arachidi e gelatina e gli posava un caldo bacio all'angolo della bocca. « Ancora buon compleanno, Dean! »
   
 
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