Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: DoctorFez1988    25/01/2014    3 recensioni
La mia prima storia "Fanfiction", dedicata al film di Frozen - Il Regno di ghiaccio. In questa storia, una specie di seguito del film, le due sorelle e i loro incredibili amici saranno protagonisti di un'avventura ancora più incredibile della prima. Spero che la trama possa piacere a tanti.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Odio la Febbre” si disse Anna, mentre si rigirava sconsolata tra le coperte del suo letto, con i capelli rossicci che sembravano un arruffato nido per gabbiani. Anna era a letto nella sua stanza da quasi una settimana, a causa di una tremenda febbre che faticava a passare, anche se era visibilmente calata ormai. Anna detestava la febbre, perché la costringeva a rimanere a letto, non poteva uscire fuori dalla sua stanza, ne tanto meno dal palazzo. La febbre gli impediva di chiacchierare con la gente di Arendelle, giocare con i bambini nel campo giochi di ghiaccio, viaggiare per il regno e dintorni. Proprio non poteva sopportare la febbre. L’unica cosa che dava consolazione ad Anna in quella situazione era che sue sorella Elsa, Olaf e Kristoff gli facevano visita ogni giorno da quando gli era scoppiata la malattia, riuscendo sempre a strapparli qualche risata. Le tende della sua camera coprivano le finestre, ma si capiva subito che in quella mattina c’era il sole, per via della luce che filtrava attraverso il tessuto. Ciò faceva immusonire ancora di più Anna, visto che era costretta a rimanere a letto per colpa del suo malanno. Non sopportava proprio l’idea di rimanere a letto proprio mentre fuori splendeva una bellissima giornata. Ciò la rendeva sempre più nervosa e sconsolata di minuto in minuto, come una pentola a pressione, continuando a rigirarsi tra le coperte del suo letto.
 
“Uffa! Non c’è la faccio più!” esplose ad un certo punto, quando ormai aveva superato il limite della sopportazione e prese uno dei cuscini del suo letto, per poi lanciarlo contro la porta della sua stanza. Proprio in quell'istante, quella porta si aprì e sulla soglia apparve la Regina Elsa. Il cuscino lanciato da Anna centrò in pieno proprio la faccia di Elsa e ci fu un esplosione di piume. Appena Anna vide cosa era accaduto, si rintanò spaventata sotto le coperte, sperando che sua sorella non se la fosse presa troppo per quella cuscinata.
 
“Fa che non s’arrabbi! Fa che non s’arrabbi! Fa che non s’arrabbi!” ripeteva Anna rannicchiata sotto le coperte con un tono di voce impercettibile. Da sotto le coperte, Anna percepì i passi di sua sorella che si avvicinavano sempre di più al suo letto e temette il peggio. Aveva paura che, per lo scherzetto del cuscino volante, Elsa si sarebbe arrabbiata tantissimo. Anna sentì che ormai Elsa era vicinissima al letto e si preparò al peggio. Si aspettava che Elsa iniziasse a sgridarla, di rimproverarla per il suo comportamento poco principesco. Invece solo silenzio.
L’unica cosa che Anna sentì, era che Elsa si era seduta sul bordo del letto. Passo un minuto di silenzio ed Elsa non aveva ancora aperto bocca. Sotto le coperte, Anna stava quasi impazzendo per quel tormentante silenzio e decise infine di affondare il rimprovero di sua sorella faccia a faccia, piuttosto che continuare ad aspettare fino a diventare pazza. Allora Anna emerse dalle coperte con gli occhi. Appena Anna si sentì pronta ad affrontare il severo sguardo di Elsa, aprì gli occhi di colpo. Anna si sarebbe aspettata qualsiasi cosa, tranne quello che vide in quel momento con i suoi occhi. Seduta accanto ad Anna, sul bordo del letto, Elsa indossava il suo favoloso abito, che sembrava intessuto nel ghiaccio blu, ormai diventato il suo look personale. Elsa guardava sua sorella con tenerezza e compressione, con i suoi occhi azzurri, regali come il ghiaccio, affettuosi come quelli di un angelo. Anna notò poi che alcune piume, fuoriuscite dal cuscino che aveva lanciato, si erano posate sulla lunga treccia biondo platino di Elsa. Anna non poté fare almeno si sorridere divertita per quelle piume tra i capelli di sua sorella, anche se cercò inutilmente di trattenersi. Elsa lo notò e, invece di irritarsi, sorrise anche lei.
 
“Vedo che, anche con la febbre, riesci sempre ad essere testarda e a combinarne di tutti i colori.” disse elsa con una voce piena di gentilezza, serenità e un pizzico di sarcasmo, che solo una sorella maggiore sapeva avere e continuo:
 
“Questo mi fa molto piacere, perché significa che stai cominciato finalmente a guarire completamente.” Anna avrebbe dovuto capirlo e si pentì di aver pensato che Elsa fosse rimasta la persona riservata, fredda, solitaria e severa prima dell’Incoronazione. Ora, dopo che Anna era riuscita a riavvicinare i rapporti con sua sorella, Elsa aveva ormai riscoperto sentimenti come gioia, gentilezza, passione e amore. Se prima l’animo della regina era duro e gelido come il ghiaccio, ora era soffice e candito come la neve.
 
“Be, quelle piume di donano molto. Potresti lanciare una nuova moda ad Arendelle.” esclamò Anna sorridendo. Entrambe le sorelle scoppiarono in una gioiosa risata, come se fossero tornate bambine. Poi Anna si fece un poco più seria e disse rivolta a sua sorella con i suoi dolci occhi azzurri:
 
“Elsa. Tu, Kristoff e Olaf vi siete presi cura di me e aveva fatto persino i salti mortali per farmi ridere, nonostante questa dannata febbre. Vi prego di perdonarmi se vi ho fatto passare tutte queste noie e inoltre…” prima che Anna potesse continuare la frase, Elsa gli mise dolcemente l’indice davanti alla bocca per zittirla.
 
“Non dirlo neanche per scherzo, sorellina!” inizio a dire Elsa con tono di voce che ricordava quello di una madre affettuosa.
 
“Noi siamo semplicemente preoccupati per te, questo perché ti vogliamo bene. Non aspettiamo altro che tu torni ad essere la solita allegra e adorabile pazza combina guai.” Per quelle dolci parole, Anna sorrise commossa e abbracciò forte sua sorella.
 
“Sei la miglior sorella maggiore che si possa desiderare!” Elsa ricambiò con altrettanto affetto l’abbraccio di Anna, accarezzando teneramente i suoi arruffati capelli color rame.
 
“Pensa che anche i bambini del regno sentono la tua mancanza.” esclamò Elsa ad un certo punto, dopo che le due sorelle scioglievano il loro affettuoso abbraccio. Anna abbasso lo sguardo, con l’aria di chi si sentiva un po’ in colpa.
 
“Lo immagino, poveri piccoli. Giuro che, quando sarò guarita, farò una vagonata di coccole ad ognuno di loro e gli regalerò pure una grossa fetta di torna al cioccolato a testa!” le due sorelle scoppiarono nuovamente in allegra risata e già Elsa pensava ai poveri cuochi del castello che avrebbero dovuto preparare le innumerevoli torte al cioccolato per accontentare tutti i bambini del regno.
 
“Comunque sia, giusto stamattina, alcuni di quei bimbi si sono presentati a palazzo e hanno consegnato per me e per te un simpatico dono...” nel momento stesso in cui Elsa pronunciava la parola dono, gli occhi di Anna s’illuminarono ad ella esplose di eccitante curiosità.
 
“Davvero? Un dono? Adoro i regali! Cos’é? Cos’é?” Esclamò Anna a gran voce, quasi urlando. Elsa volse un attimo il suo sguardo verso la porta della stanza e batté un leggero colpo di mani. Due servitori allora entrarono nella stanza, trasportando un baule di legno di media grandezza. I due servitori depositarono poi il baule proprio accanto al letto di Anna., dalla parte dove sedeva Elsa.
 
“Grazie. Ora potete andare.” disse Elsa con tono regale e gentile, chinando un poco la testa. I due servitori fecero una riverenza alla regina e a sua sorella. Poi uscirono dalla stanza, chiudendo la porta alle loro spalle.
 
“In questo baule, I bambini del regno hanno messo il loro dono. Credimi Anna, ti piacerà.” Anna non vedeva l’ora di scoprire il dono di quei adorabili bimbi. Quando Elsa aprì il baule, il sorriso di Anna ancora più grande quando ne vide il contenuto. Dentro al baule ci saranno stato qualche centinaio di fogli, su cui i bambini avevano fatto dei bellissimi disegni, il cui soggetti erano più o meno gli stessi: Anna, sua sorella Elsa, Kristoff, Sven e, naturalmente, Olaf.
 
“Dai, non ci posso credere!” gridò euforica Anna. Elsa, sorridendo, raccolse dal baule una ventina di quei fogli, iniziando a guardarne i disegni assieme a sua sorella. I disegni fatti dai bambini di Arendelle erano semplici, quando meravigliosi.
 
“Guarda questo Elsa!” esclamò Anna allegramente, mostrando a sua sorella il disegno di loro due che facevano il girotondo, assieme a tanti bambini, tutti intorno al sole.
 
“È bellissimo!” replicò Elsa sorridendo. Poi le due sorelle presero a guardare un altro foglio. Il disegno mostrava Kristoff, Elsa, Anna e Olaf in groppa alla renna Sven.
 
“Questo è veramente adorabile.” esclamo Elsa. In un altro disegno, c’era il povero Olaf che inseguiva Sven, visto che teneva in bocca il naso/carota del pupazzo di neve.
 
“Questo, invece, è decisamente spassoso!” disse Anna, scoppiando a ridere assieme ad Elsa. Quando però Anna passò al successivo disegno, diventò rossa dall’imbarazzo e nascose il foglio dietro la schiena.
 
“Anna, ma che fai?” esclamò Elsa sorpresa, guardando sua sorella con sospetto.
 
“Niente! Assolutamente Niente” rispose Anna, diventando persino più rossa dei suoi cappelli. Elsa guardò sua sorella con un sopraciglio alzato e, quando intuì che Anna non la raccontava giusta, tese una mano verso di lei.
 
“Fammelo vedere, per favore, non costringermi a far valere la mia autorità di regina, anche se siamo sorelle.” il tono autorevole nella voce di Elsa fece capire ad Anna che sarebbe stato inutile tentare di averla vinta con sua sorella in una situazione come questa, così gli consegno l’imbarazzante disegno. Elsa guardò quel disegno e sorrise. Il disegno in questione rappresentava Anna e Kristoff, che celebravano le loro nozze assieme ad Elsa, Olaf, Sven e a tutto il regno.
 
“Scusa, ma perché t’imbarazza questo disegno?” Domandò Elsa.
 
“Nel regno, ormai, lo sanno tutti che tu e Kristoff state insieme!” Anna sembro ora più depressa che imbarazzata.
 
“Il fatto è, Elsa, che a volte ho la sensazione che lo sappiano tutti, tranne Kristoff.” Elsa guardò con tenerezza la sua sorellina e provò a consolarla.
 
“Anna, sono sicura che Kristoff ti ami e che anche tu lo sappia, solo che è un rude montanaro e credo faccia fatica a esternare i suoi sentimenti. Devi solo dargli un po’ di tempo.” Poi aggiunse, sorridendo sarcasticamente:
 
“E se poi Kristoff non si decide a farlo, posso sempre minacciarlo di trasformarlo in una statua di ghiaccio e metterlo in giardino!” le due sorelle risero come bambine. Poi, facendosi un po’ seria, Elsa disse:
 
“In realtà, forse sei tu che dovresti affrontare la timidezza di Kristoff, gettare un po’ di legna sul fuoco del vostro rapporto…”
 
“Senti chi parla, proprio tu che sei la Regina delle Nevi!” Esclamò Anna, ridendo ironicamente. Elsa guardò sua sorella con uno sguardo falsamente offeso.
 
“Ehi, ma come ti permetti, piccola birbante?” replicò ridendo Elsa, falsamente irritata, punzecchiando con l’indice la punta del nasino di Anna. Entrambe le sorella non potevano evitare di ridere insieme come due bambine. Per Anna era come un magnifico sogno questo momento di gioia e tenerezza con sua sorella, dopo anni di silenzio tra loro due. Se poi quel momento era davvero un sogno, Anna desiderava non svegliarsi mai. Poi le due sorelle tornarono a guardare i bellissimi disegni fatti dai bambini.
 
“Guarda Elsa, questo è assolutamente bellissimo!” esclamò ad un certo punto Anna, guardando con meravigliosa sorpresa il disegno che teneva in mano in quel momento e lo mostrò a sua sorella. Quando Elsa posò il suo sguardo su quel disegno, pensò per un attimo che stesse ammirando l’opera di un abile pittore. In quel disegno era raffigurata Elsa a figura intera, mentre evocava magicamente dalle sue mani tantissime farfalle fatte di neve e ghiaccio, che volavano graziosamente intorno a lei, come se danzassero. Quello che però aveva lasciato a bocca aperta le due sorelle era che il disegno sembrava essere fatto per mano di un bravissimo artista. Le forme e i lineamenti di Elsa, i colori, le sfumature e la prospettiva erano perfette in ogni senso. Fu allora che Elsa notò quella che doveva essere la firma dell’autore di quel piccolo capolavoro, scritto in basso a destra del foglio, con una calligrafia semplice e graziosa allo stesso tempo. Astrid. Elsa non poteva non ricordarsi di quella bimba. Una bimba di sei anni, i cui lunghi capelli riccioluti avevano quasi lo stesso colore di quelli di Elsa, un carattere che sprizzava simpatia e gentilezza da tutti i pori, il viso che ricordava tanto quello di Anna. Astrid aveva una grande stima nei confronti della regina, quasi come se la vedesse come una specie di madre. Negli ultimi tempi Elsa aveva insegnato ad Astrid a pattinare, che era diventata bravissima in poco tempo. Elsa e Astrid, assieme a tutti gli altri bimbi, avevano passato dei bellissimi momenti nel parco giochi di ghiaccio. Anna, vedendo come Elsa guardava con dolcezza il disegno di Astrid, glie lo allungò.
 
“Credo che Astrid avrebbe voluto che questo lo tenessi tu.” Elsa prese delicatamente l’opera della piccola Astrid, come se fosse un tesoro fatto di gioielli.
 
“Sai Anna, a volte quella bambina, Astrid, mi riporta alla mente quando io e te avevamo più o meno la sua stessa età.” fu allora che qualcuno bussò alla porta della stanza.
 
“Avanti!” risposero in coro le due sorelle. La porta si aprì ed entrò uno dei ministri del regno. Dopo un piccolo inchino, il ministro tossì e disse con solennità:
 
“Mi scusi sua altezza, ma volevo giusta avvertirla che tra qualche minuto giungerà a palazzo l’ambasciatore per discutere di quell'accordo.” Elsa guardò sua sorella, sperando che lei non se la prendesse se doveva interrompere il loro momento idilliaco e intimo tra sorelle.
 
“Vai pure Elsa, non preoccuparti per me. Potremo finire di vedere questi disegni più tardi, va bene?” la compressiva risposta di Anna rincuoravano l’animo di sua sorella, che la baciò teneramente sulla fronte, come augurio di buona guarigione.
 
“Guarisci presto Anna, che ti stiamo tutti aspettando.” esclamò Elsa alzandosi dal bordo del letto. "Allora a dopo..." Ricambiò Anna con un sorrisetto quasi infantile. La regina si stava dirigendo verso la porta, quando sua sorella la colse di sorpresa con una domanda:
 
“Aspetta! Sai per caso dov’è Kristoff in questo momento?” Elsa, voltandosi, gli rispose:
 
“Ho visto Kristoff stamattina che stava per uscire dal castello assieme a Sven. Sembra che sia stato convocato d’urgenza dai Troll per una questione importante, ma mi ha detto di dirti che sarebbe venuto a trovarti entro stasera.” la risposa di Elsa regalava un sorriso di speranza ad Anna. Quella sera avrebbe affrontato il rude tagliatore di ghiaccio e avrebbe vinto i dubbi sulla loro relazione. Dopo aver salutato sua sorella, Anna tornò a guardare i disegni fatti dai suoi piccoli ammiratori, quando sentì la voce di Elsa che gli diceva:
 
“Ah, un ultima cosa Anna!” Anna si voltò sorridente verso Elsa e… gli arrivò una cuscinata in piena faccia e ci fu una nuova esplosione di piume. Quando il cuscino si staccò dalla faccia di Anna, i suoi capelli rossi arruffati erano invasi dalle bianche piume. Sul viso di Anna, si vedevano distintamente la sorpresa e lo sgomento di quando era appena successo.
 
“Chi la fa, l’aspetti, sorellina!” disse Elsa, sorridendo ironicamente e facendo un occhiolino a sua sorella.
 
“Naturalmente, questa resterà tra noi, vero ministro?” disse poi Elsa, rivolgendo all'anziano ministro uno sguardo regale e severo.
 
“Naturalmente, mia regina…” rispose il ministri, intimorito da quei occhi bellissimi e glaciali che solo Elsa sapeva avere. Poco alla volta, sul viso di Anna apparve un sorriso e la ragazza iniziò a sganasciarsi dalle risate, rigirandosi per il letto, non per depressione, ma per gioia. Per Elsa, le risate della sua amata sorella erano come un balsamo per le sue orecchie, visti gli impegni reali che avrebbe dovuto svolgere per oggi. Elsa usci dalla stanza e chiuse la porta, poi si rivolse al ministro.
 
“Può chiedere, per favore, ad uno dei servitori di portare questo disegno nella mia stanza? È molto importante per me.” Elsa consegno il disegno di Astrid al ministro, che fece un piccolo inchino.
 
“Sarà fatto, vostra altezza.” Allora Elsa si diresse verso la sala delle udienze, dove avrebbe incontrato l’ambasciatore per discutere l’accordo di alleanza tra i loro regni. Le gioiose risate di Anna continuavano a risuonare per i corridori vicino alla sua stanza per ancora qualche minuto, facendo sorridere Elsa. Decisamente Anna stava guarendo da quella tremenda febbre. Quando Anna finì di ridere, solo perché non aveva più fiato, era distesa sul suo letto, circondata da piume e disegni. Anna Iniziò persino a pensare che forse non era del tutto brutto aver preso questa febbre. Fu allora però che gli venne in mente uno strano pensiero, un fatto che fino a quel momento non si era resa conto. Per quando si sforzasse di ricordare, Anna non riusciva a trovare nei suoi ricordi altre volte in cui aveva preso la febbre fino a quel momento, e ciò era veramente strano. La prossima volta che vedeva la sua governante, Grace, gli doveva chiedere se aveva mai preso la febbre prima di questa, che aveva ormai iniziato poco alla volta ad affievolirsi.
  
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