Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: Gracedanger    26/01/2014    0 recensioni
“Giulia, porti qui gli anelli per favore?”
Sorrisi. Era già la terza volta che ricontrollava che tutto fosse pronto e al proprio posto.
“E questo cos’è?” disse indicando il cerchio tatuato sul palmo della mia mano.
“Il pezzo mancante.” Sussurrai tra me e me con un mezzo sorriso mentre miliardi di ricordi si azzuffavano nella mia mente.
“Cosa?”
“E’ il pezzo mancante. E’ un tatuaggio che ho fatto un paio di anni fa.”
Alice fece un paio di rapidi calcoli per poi giungere alla mia stessa conclusione.
“Che significa?” chiese, fingendo di non sapere dov’ero e con chi ero due anni fa.
“E’ per ricordare che a ciascuno di noi manca qualcosa. Qualcosa che ci completa. E sta a noi cercarlo ovunque esso sia.”
“E dov’è il tuo pezzo mancante?” mi interruppe.
Abbassai lo sguardo.
“E’ sull’altare.”
Alice mi sorrise da dietro il velo bianco, aveva il sorriso di chi aveva capito. Di chi sapeva come sarebbe andato a finire tutto.
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Questa storia è il seguito di "Livin' the dream, baby"
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giulia uscì dalla doccia. Il bagno era una nuvola enorme di vapore. I capelli neri gocciolavano sul pavimento.
Sollevò i piedi nudi in mezzapunta e con la mano passò sopra lo specchio appannato riuscendo a creare uno spazio per riflettere la sua immagine.
Specchiarsi le piaceva particolarmente. Non per vero e proprio narcisismo o troppa autostima, al contrario le piaceva guardarsi nello specchio e immaginarsi diversa, le piaceva spogliarsi per quei pochi minuti di tutta la sua insicurezza, ed essere un’altra, lasciar spaziare la mente verso piacevoli facezie, di tanto in tanto.
Provò a immaginarsi con un velo bianco sul viso di porcellana. Un vestito bianco con il corpetto di seta che si apriva in una larga gonna che non terminava più. S’immaginò un altare colmo di fiori bianchi, e il volto di Joseph lontano, quasi sfocato.
All’improvviso cominciò a sentire il vestito troppo stretto, soffocante. Cercò di distrarre la mente da quel pensiero cercò di uscire dal vestito, ma il respiro le si bloccò.
Giulia spalancò la porta e corse fuori dal bagno.
Entrò nella camera da letto e si sedette sul grande tappeto che era davanti al letto, a gambe incrociate e riprese fiato, prendendo respiri profondi.
Forse pensare e rimuginare sul suo matrimonio non era la cosa giusta da fare in quel momento.

 
You can't stop the world
You can't do it all alone
It's too heavy for,
you to carry on on your own
 
 
“Non avevi detto, una festicciola?” Giulia agguantò l’orecchio di Joe al volo e lo portò vicino alla sua bocca mentre il ragazzo emise un gemito di dolore soffocato.
“Beh, si all’inizio era una festicciola, poi Nick ha chiamato i suoi amici, i vecchi colleghi dei Jonas Brothers e così via e il numero si è alzato da venti a centoventi.” Rispose lui.
Si tenevano stretti l’uno all’altra, come se stessero cercando di farsi scudo con i propri corpi dagli invitati “a sorpresa” della loro festa di fidanzamento.
“Ci sono anche i tuoi genitori.” Bisbigliò lei atterrita. Joe si voltò come per dire “E allora?”
“Lo sai che li adoro, ma tua madre spesso mi mette a disagio.”
“Come?”
“Si, mi lancia certe occhiate da brivido..”
“In che sens.. Oh, padre John!” disse Joe guardando Giulia mortificato. “Padre chi?” ripetè lei allarmata.
Un alto uomo con la barba bianca e un largo sorriso si avvicinava ai due fidanzati, accompagnato da Paul e Denise, i genitori di Joe.

“Oh Joe guarda, i tuoi genitori hanno chiamato Dio in persona per celebrare il nostro matrimonio.” sussurrò Giulia, facendo scoppiare il povero Joe nella più fragorosa delle risate quando i tre erano solo a pochi metri di distanza.

Appena Padre John, Paul e Denise arrivarono davanti a loro, quest’ultima lanciò a Joe un’occhiataccia per via del modo poco educato in cui era scoppiato a ridere alla vista del loro amico.

Don’t stress for nothing
Let me take you away
From all the madness
Just give me today
Cause you’re all I want
You’re all I need
Right here, right now
 

“Bene allora, è stato un piacere conoscerla Padre John, e godetevi la festa.” Dissero i due ragazzi con un grande sorriso e poi in modo cauto si allontanarono e si fermarono dietro una colonna.
“Ho capito l’occhiataccia che dicevi!” disse Joe.
“Visto?”
Si fermò un secondo e accarezzò i capelli scuri della ragazza.
“Non ti ho detto una cosa, sei veramente splendida stasera.”
Le guance di Giulia si accesero.
Sorrise e gli diede un leggero e fugace bacio lontano da occhi indiscreti.
“Quel tizio assomigliava proprio a Dio.” disse lei.
Entrambi esplosero in una grossa risata che allontanò tutta la tensione.
“Si era proprio lui.”
 
Don’t think about the world
Stop blaming yourself, I know you do
Don’t think about the world
Just me and you, tonight

 

“Allora Padre John, le faccio fare una visita della casa a cominciare dalla camera da letto di mio figlio e della sua futura consorte.”
Appena queste parole arrivarono alle orecchie di Joe e Giulia si precipitarono all’unisono nella sala e trovarono Kevin, Greg, Paris e Danielle che ridevano di gusto nel vedere le loro facce.
“Divertenti.” Sbuffò Joe.
“Dai Joseph, era uno scherzo, papà voleva rifilare padre John anche a me e Danielle.” Disse Kevin alzando il calice di champagne verso un Joe esausto.
Greg chiamò John e entrambi presero Joe sotto le braccia e lo trascinarono via, per quattro chiacchiere da uomini.
Intanto Giulia corse dalle ragazze.
“Stanca?” disse Paris mettendo un bicchiere di champagne tra le mani di Giulia.
“Da morire. Per ora abbiamo superato i genitori di Joe, ed è già una gran vittoria.” Disse abbracciando Paris.
“Danielle, ma sei meravigliosa.” Si rivolse alla ragazza dalla pelle marroncina e un meraviglioso vestito panna che presto sarebbe diventata madre.
“Hai saltato completamente e fastidiosamente sobria.” Disse Danielle indicando il bicchiere di vetro pieno di acqua minerale che aveva tra le sottili mani. “Ma felice.”
“Facciamo un brindisi.” Disse Paris.
“A Giulia, e alle sue damigelle che non ancora scelto, ma che saremo noi, altrimenti le renderemo il matrimonio un inferno. Salute!” Scherzò Paris.
Giulia rise di gusto. Danielle e Paris erano le sue migliori amiche a New York ed erano delle persone fantastiche, sarebbero state certamente loro le sue damigelle. Un pensiero attraversò la mente di Giulia e nei suoi occhi balenò una sfumatura di tristezza.

 
 
Una mano toccò la sua spalla.
“Ti prego, fa che non sia Denise.” pensò Giulia prima di voltarsi.
La ragazza aveva un lungo vestito nero che le lasciava scoperta la schiena e i lunghi capelli biondi le cadevano sul petto.
Gli occhi vispi e verdi di Alice squadravano Giulia sorpresi e l'esile biondina sfoderò il suo sorriso più dolce e più emozionato nel rivedere la sua migliore amica.
“Oddio, la mia mangiabaguette!” urlò Giulia saltandole al collo e stringendola con tutta la forza che poteva.
“Un uccellino mi ha detto che nella grande mela serve una damigella d’onore.”
“Perfetto, quindi hai portato François per farmi da damigella d’onore?”
Risero come solo quando erano insieme facevano.
L’intera sala si voltò a guardarle, ma alle due non importava.
 
 I don’t wonder why
It’s just the way it’s gotta be
I love that you care
Not know that you scared
It’s just us in this moment

 
Kevin si voltò di scatto verso Joe, che aveva la bocca serrata e il bicchiere ancora sulle labbra.
“Dovremmo..” disse.
“…avvisarlo?” continuò il fratello “Non so. Ho paura di come potrebbe reagire.”
“Io credo che non la prenderebbe così male. Non si vedono ne si sentono da due anni.”
“Appunto.” Disse Joe ingoiando il drink tutto d’un fiato e corse in un’altra stanza, per telefonare a suo fratello minore con le migliori intenzioni che ovviamente non avrebbero trattenuto il tornado di emozioni che si stava per scatenare all’interno di Nick alla notizia dell’arrivo di Alice in città.
  
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