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Autore: pandafordinner    26/01/2014    1 recensioni
"Hai 18 anni e non hai ancora avuto l'occasione di goderti la vita. Tra due anni entrerai nel periodo più complesso e, tu sei ancora ferma. Ferma nel tuo mondo aspettando un qualcosa che possa dare una svolta. Ricordati Jenny, che niente e nessuno ti aiuterà. Devi iniziare da sola, ora. Tra degli anni avrai una famiglia, dei figli...".
"Non avrò dei figli, Jhonny".
"Ma avrai delle responsabilità sulle tue spalle. Jenny, la tua vita da oggi si stravolgerà e io sarò quell'uragano che butterà giù le tue barriere".
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prologo
There was truth, there was consequence, against you.
A weak defense, then there's me.
I'm 17, and looking for a fight.
All my life, I was nevere there just a ghost, running scared.
Here our dreams are made, the one.
(Thirty Seconds To Mars - City Of Angels)
 
Parigi.
Città dell'amore, della moda e di Jenny Parker.
Si capirà già dal nome che non era certamente nata in quel luogo. Infatti era nata a Londra, ma da una madre francese che aveva sposato venti anni prima un affascinante inglese. Si era trasferita in Francia quando aveva compiuto quindici anni dato che la madre aveva avuto una specie di capriccio.
Ovviamente il mondo di Jenny si era stravolto. Non capita a tutti di dover traslocare da un giorno all'altro, ma in particolar modo di trasferirsi in un paese completamente diverso dal proprio.
Non era stato difficile per il cambio di lingua dato che lei qualche insegnamento lo aveva ricevuto dalla madre durante le sue lezioni pomeridiane a Londra. Il cambiamento difficile, inizialmente, era stato dovuto al fatto che Jenny fosse davvero la classica tipa inglese riservata e seria e, ambientarsi allo stile di vita che c'era in Francia, con gente che di serio non aveva nulla, non era stato semplice.
Per non parlare del modo di vestire. C'era voluto un bel po' di tempo per convincere la ragazza ad indossare un basco. Sembrava che in quel posto fossero davvero tutti ossessionati con quella specie di copricapo. Lei, al contrario, voleva rimanere fedele a quelli che erano i suoi bellissimi berretti di lana.
E il cibo? Solo in quel posto poteva essere considerato piatto prelibato l'escargot. Nulla in contrario, ognuno ha i suoi gusti, ma per una ragazza inglese abituata ad altri generi di piatti come il pesce con le patatine, delle lumache erano decisamente inaccettabili. Ovviamente il fatto che non mangiasse alcun tipo di animale, escluso il pesce, andava ancor di più a suo sfavor e, perciò, non aveva neanche provato a farsi piacere quel piatto tipicamente francese.
Col tempo, però, ci si abitua a tutto. Ed anche Jenny si era abituata alla sua nuova vita. Non del tutto, ma in gran parte.
Erano quasi tre anni che viveva a Parigi.
Viveva al terzo piano di una palazzina in periferia. Lì conosceva tutti. A partire dall'anziana signora del piano inferiore al suo, che sembrava la odiasse a causa della musica ad alto volume che ascoltava ogni pomeriggio, fino alla ragazza del quinto piano che frequentava la sua stessa classe nella lezione di Biologia. Sapeva anche il nome del cane della moglie dell'avvocato del primo piano. Non che fosse una pettegola di prima categoria, ma in quella strana città era maleducazione non salutare l'animale domestico, qualunque esso fosse stato.
Condivideva la casa con sua madre, suo padre e quella specie di bambina che le era capitata come sorella.
Maddison era un metro e quaranta di pura cattiveria. Aveva da poco compiuto sette anni ed era già così perfida. Si era guadagnata l'intera fiducia dei loro genitori solo perchè riferiva ogni minimo movimento che la sorella maggiore facesse. Come, per esempio, quando Jenny prendeva voti negativi a scuola. Lei riusciva a scoprirlo e riferiva tutto alla madre, la più severa tra i genitori, facendo scattare la punizione di una settimana o mese, a seconda dell'importanza della materia e della fortuna che, in quel momento, girava a favore della ragazza.
La scuola che frequentava Jenny era praticamente al centro della città, per questo ogni mattina, bisognava che lei facesse una corsa per arrivare puntuale. A farle compagnia nel breve tratto in metro c'era la sua vicina di casa, la ragazza del quinto piano.
Giselle Roux era esattamente l'opposto di Jenny. Capelli neri e ondulati, occhi nocciola, fisico praticamente perfetto e statura media. La classica francese dai modi raffinati, fissata con la moda, brava a scuola e, praticamente, figlia perfetta per qualsiasi genitore, tranne per i suoi ovviamente.
Non che Jenny sapesse i problemi che affligevano la sua amica, ma talvolta le capitava di sentire i continui battibecchi che si scatenava tra i genitori e Giselle a causa delle urla, nonostante i due piani di distanza.
Nella metro era consuetudine incontrare un'altra ragazza. Bionda, riccia, occhi verdi, un metro e qualche centimetro di altezza. Odette Lacroix. Non era il prototipo di bellezza, ma anche questo dipendeva dai gusti personali. Sta di fatto che nessune delle due ragazze la sopportasse, in particolar modo Giselle. Le dava sui nervi quando le stava sempre dietro come se fosse il suo cagnolino, non le dava un attimo di tregua ed era estremamente convinta di essere sua amica.
Nessuno sapeva quanto la ragazza l'avrebbe voluta mandare al diavolo. Colpa di quella stramaletta parentela, di cui non le era chiaro ancora qualche dettaglio, che la obbligava ad essere gentile e coccolosa, neanche fosse uno di quei peluche in offerta a San Valentino.
Ovviamente in quello strano posto, oltre a fare brutti incontri, se ne facevano anche di belli.
Erich Muller. Quello si poteva di certo definire un bell'incontro ogni mattina. Jenny era praticamente cotta di lui, ma non lo sapeva nessuno. Talmente cotta che non le importava passare sei ore tremende e pesanti in quel carcere chiamato comunemente scuola, se sapeva che ogni mattina lo avrebbe trovato, come sempre, in uno dei tanti posti seduto a chiacchierare con la sua migliore amica e qualche altro conoscente.
A scuola, Jenny, studiava dieci materie, tra cui, in particolar modo le tre lingue staniere, che con aggiunto il francese, lingua madre della Francia, diventavano quattro. L'italiano era quella che avrebbe voluto venisse abolita talmente era difficile da imparare per colpa di quella grammatica complicata e senza senso.
Era affascinata dalla letteratura. Andava pazza per i grandi scrittori inglesi e irlandesi: Shakespeare e Wilde erano i suoi preferiti. Amava allo stesso modo la poesia francese. Prevert era il poeta che studiava con più entusiasmo.
Dopo scuola pranzava nel bar di fronte alla sua scuola e poi, correva a lavorare nella pasticceria dei nonni materni come cassiera.
Vita monotona e poco interessante la sua. Un po' come quella di tutti gli adolescenti. Non aveva mai osato infrangere le regole, non si era mai voluta godere la sua vita da giovane fino in fondo.
Eppure sperava che qualcosa, o meglio, qualcuno, in un modo o nell'altro, le facesse incominciare ad apprezzare quella bella cosa che è la gioventù, ormai quasi giunta al termine.
Un giorno questo qualcuno sarebbe arrivato. Lei sperava solo che succedesse prima del compimento dei suoi diciannove anni, che avrebbe segnato la fine dell'adolescenza e l'inizio della maturità.



Salve a tutti!
Premetto che è la prima volta che mi cimento nella sezione "Storie romantiche" e
spero davvero che questa storia piaccia. Probabilmente è la prima storia che scrivo
con interesse, dato che è ispirata a cose realmente successe e i personaggi non sono inventati del tutto.
Ho grandi aspettattive, infatti se avrà "successo", vorrei farlo diventare un romanzo (forse sono troppa ambiziosa).
In ogni caso datemi un vostro parere.
Al prossimo aggiornamento.
Francesca.
  
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