Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: VenereLuna    26/01/2014    0 recensioni
Ho sempre confuso la felicità con il rapporto che avevo con te lo ammetto
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

VA TUTTO BENE

Capitolo 1

Ho incentrato la mia vita sulla ricerca della felicità: non quella scontata, illusoria e poco realistica che dura attimi e poi si allontana, ma quella vera che trovata resta con te per sempre, quella, che nonostante tutto fa nascere un sorriso anche dopo il pianto. Ho sempre confuso la felicità con il rapporto che avevo con te lo ammetto.

 

Mi capita ancora di perdermi per le vie affollate del centro, mi ostino ad andarci nel weekend esattamente come facevo allora quando ti aspettavo entusiasta vicino la solita gelateria guardando fremente il telefono per l'orario e ritoccandomi ancora un pò quelle labbra già abbastanza rosse. Ora invece mi limito semplicemente a trovare una panchina tranquilla a Villa Borghese portando con me qualche libro da leggere e un blocco da disegno. No, non è assolutamente deprimente ho solo scelto il luogo dove più mi piace rimurginare sui ricordi e mettere in chiaro quel caos infernale che mi ritrovo in testa, non tutti come te per farlo hanno bisogno di prendere un treno e sparire chissà dove lasciando solo un postit attaccato alla mia cassetta delle lettere. In fondo l'ho sempre saputo che eri un immaturo, testardo e opportunista, ancora mi chiedo perchè mi sono innamorata di te infatti.

Me ne tornai a casa dopo qualche ora rendendomi conto che avevo decisamente bisogno di qualcuno con cui dividere il mio appartamento; l'affitto era troppo alto per il misero stipendio che guadagnavo come segretaria e il frigo perennemente vuoto, inoltre per una malata mentale come me, reduce da sbornie e seguita da anni da un terapeuta, avevo assolutamente l'esigenza di trovare un coinquilino normale e per bene almeno per smettere di parlare da sola e per ricordarmi il mangime di quei dannati pesci rossi vinti a una fiera combattuta più volte se buttarli nel water o meno. Il giorno dopo affissi sulla bacheca dell'università l'annuncio e dopo aver seguito due ore di spiegazione sull'arte romantica, mi ritrovai casualmente seduta su un tavolino di un bar davanti un cappuccino prima di andare al lavoro, mentre sfogliavo noiosamente una rivista di gossip

- E' libero?

- Come scusi?!

- Mi chiedevo se fosse libero il posto...allora lo è?

- Oh si certo prego sono un pò tra le nuvole non ci fare caso!

- No scusami tu non ti avrei disturbata se solo ci fosse stato un tavolo non occupato dove prendermi in santa pace un caffè! Ma sai in fondo poteva andarmi peggio e sedermi vicino una vecchia o con una racchia invece tu non mi sembri appartenente a nessuna delle due categorie!

- Piacere Rose!

- Andrea! Rose?!

- Mia madre era una patita di Titanic e mi ha dato lo stesso nome della protagonista!

- Si certo il film di James Cameron giusto?

- Esatto proprio quello! Mi dispiace ma devo andare dovrei già essere in ufficio altrimenti questa volta non basterà la camicetta un pò più sbottonata per non farmi licenziare!

- Sei un tipo piuttosto esplicito vedo e sai perfettamente come gira il mondo notevole per una studentessa di storia dell'arte davvero! Il tuo libro sul romanticismo Rose! Quando ti rivedo?

- In giro credo!

Non mi aveva particolarmente colpito ma poteva essere stato un incontro divertente dovevo ancora decidere, forse avrei dovuto appuntargli il mio numero di telefono da qualche parte ma non lo avevo fatto e quante probabilità c'erano di rincontrarlo di nuovo?! Al liceo ero sempre sotto la sufficienza a matematica ma che la risposta fosse meno di zero la sapeva anche una come me che usava la calcolatrice per le tabelline, ma di fatto non mi interessava più di tanto, uscire con i ragazzi non era mai stata una priorità per me; semplicemente non ero fatta per le smancerie, ma con questo non voglio certo dire che sono una ragazza facile, anzi, sono piuttosto problematica e lunatica e riesco a malapena a badare a me stessa ecco perchè non ho mai comprato un cane o deciso di fare l'archittetto o il dottore, sono mestieri per gente sicura di se e con la testa sulle spalle e io devo ancora decidere cosa fare della mia vita. Però si, una volta ho creduto nell'amore, forse anche più di una e ho preso una batosta talmente grande che l'idea di sistemarmi sentimentalmente e portare a casa un ragazzo, come avevano fatto precedentemente le mie sorelle, mi faceva venire il voltastomaco motivo per cui le sentivo raramente e le incontravo solo ai pranzi di famiglia una domenica al mese. Dicono sempre di avere tanti problemi, ma sono gli stessi che ho anch'io con la differenza che loro hanno dei bambini e io un capo maniaco. La concezione di essere felici solo se vicino a un uomo l'avevo abbandonata da un pezzo perchè essere innamorate è un conto ma scegliere di essere cretine è un altro e io avevo chiuso un occhio anche tutte e due, troppe volte, per questo ho sentito la necessità di provare a costruire qualcosa di mio, ad essere indipendente e cavarmela da sola e qualcosa era venuto su a partire da un rapporto migliore con i miei che si è rafforzato perchè vedendoci poco di conseguenza si litiga di meno. Mio padre mi da lo stesso una mano: paga le tasse universitarie e ogni tanto mi carica qualche soldo sul conto bancario se i voti degli esami sono soddisfacenti. Vivere da soli è un beneficio, non devo dare spiegazioni a nessuno e riesco a nascondere orari indecenti e scappatelle, ma forse ero stufa di tutta questa libertà; da quando Nicolò se ne era andato il crollo dei miei punti fermi e di tutto ciò in cui credevo, mi aveva portato a una vita insensata priva di obiettivi, avevo esagerato con l'alcool e mi ero fatta mettere le mani addosso da persone che nemmeno se lo meritavano, ma nonostante tutto fingevo di stare bene e continuavo disperatamente a cercare di riempire quel vuoto che avevo da quando l'unica persona giusta che avevo conosciuto se ne era andata, ma ce l'avevo fatta, mi ero rialzata e ho promesso che una cosa simile non sarebbe mai più successa perchè la mia felicità non dipende da nessuno oltre che da me stessa.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: VenereLuna