Angolo autrice
Una storia parallela, di cosa sarebbe potuto succedere se le cose fossero andate in un certo modo. Se Effie fosse stata salvata prima da Capitol City. Se Haymitch avesse potuto trascorrere con lei alcuni momenti nel distretto 13. Se...
Una storia narrata in prima persona, come omaggio ad un'autrice che ha detto tanto, con così poco. E che aspetta solo di evolversi. 
Buona lettura.

(POV Haymitch)
Finisco di tamponarmi la faccia, riuscendo finalmente a fermare il flusso di sangue che mi scorre dai graffi. Se devo essere sincero con me stesso, non mi aspettavo che quelle unghie sporche e mezze rosicchiate potessero fare tanti danni. No, se devo essere davvero sincero con me stesso ammetto che non ho nemmeno provato a fermarle. Katniss Everdeen e i suoi artigli da ghiandaia imitatrice bruciano quando le parole che mi sono state vomitate addosso. Perché sono stramaledettamente vere e ho continuato a dirmele da solo per tutto questo tempo.

Quella piccola ragazzina ingrata si rifiuta di capire. Dov’è Peeta? Dov’è Peeta! Continuava a urlare. Non lo so dove sia Peeta, dannazione! Non riesco a capire dove sono i pezzi di me stesso, figuriamoci quelli di qualcun altro. E’ stato catturato, ecco dov’è. Ed è tutta colpa di Haymitch Abernathy ovviamente.
Fisso la mia immagine stanca ed emaciata che si riflette nello specchio. Si, è colpa mia, mi dico. Non sono stato in grado di salvare nessuno. E una fitta di dolore che non centra niente con le ferite in faccia richiama prepotentemente la mia attenzione.
- Cosa credi dolcezza? Sono stato tradito anch’io - dico al me stesso del vetro. Ripenso allo sgomento del giovane Odair e mi sembra quasi di capirlo, perché non è l’unico a cui devono qualcosa. Avevamo un accordo, Plutarch Heavensbee e io: e lui non l’ha rispettato. Sono stato trascinato in tutta questa faccenda con la promessa di un domani migliore e la garanzia che i miei interessi sarebbero stati protetti. Della prima clausola non ho mai saputo cosa farmene, ma sulla seconda ero stato piuttosto chiaro: se vuoi me allora prendi tutto il pacchetto; il mentore, la ghiandaia, il ragazzo innamorato e l’accompagnatrice. Una squadra. Non mi sembrava complicato da capire, ma tirando le somme evidentemente mi sbagliavo.
Smetto di guardare il mio riflesso perché sinceramente sto cominciando a farmi orrore. Ci ho sempre visto un relitto, è vero, ma prima di tutto questo mi era rimasta ancora la capacità di saldare i debiti con qualcuno. Non subito, certo. Più alla fine che altro. Ma adesso mi sembra che sia proprio la resa dei conti e ciò che ho è una ghiandaia senza il suo ragazzo del pane, un innamorato prigioniero e un mentore senza escort. No, non ho pagato i debiti neanche a me stesso.   

Sento gli sbalzi dell’hovercraft che fanno tremare lievemente le pareti, segnale che stiamo per atterrare nel distretto 13 e che il mio tempo per auto commiserarmi è terminato. Ciò che devo fare ora è mettermi in faccia un’aria risoluta e muovere il culo negli interessi di questa rivoluzione. Mi presenterò alla presidentessa Alma Coin con i segni delle unghie stampati sul volto e con i pochi brandelli di dignità che riuscirò a recuperare.
Ripensandoci però quello che ho bisogno di fare prima di tutto è scolarmi un bicchiere di quel buon liquore del bar. Probabilmente ci annegherò i famosi residui di coscienza. Alma Coin non saprebbe che farsene dopo tutto.