27/01/2014
5 recensioniMi scuso in anticipo per questa schifezza! Non era in mio volere scriverla.
Ma perché capitano tutte a me?
Era una tipica giornata estiva al Campo Mezzosangue. Il sole splendeva alto nel cielo e i suoi raggi illuminavano tutto attorno a sé. Le acque del lago erano calme e il drago che sorvegliava il Vello d'Oro dormiva beatamente ai piedi del pino. I ragazzi del campo erano impegnati nelle varie attività giornaliere; c'era chi si esercitava con l'arco -casa di Apollo-, chi scalava la parete rocciosa e rimaneva bruciato dalla lava -casa di Ermes-, chi combatteva con la spada -casa di Ares-, e chi era libero di farsi una camminata in compagnia della propria ragazza -casa di Poseidone-.
Percy e Annabeth camminavano lungo il sentiero che portava alla spiaggia, vicini. Malgrado risuonassero i rumori dei ragazzi che faticavano, loro vivevano nel loro mondo, fatto di Annabeth per Percy e Percy per Annabeth.
La ragazza procedeva con il capo chinato e le mani dietro alla schiena, immersa nei propri pensieri; il ragazzo invece osservava il cielo con le braccia dietro alla testa pregando il padre che non combinasse uno dei suoi soliti disasatri. Dopo che per sbaglio aveva fatto cadere una candela dando fuoco alla tovaglia e interrompendo bruscamente la cenetta romantica che aveva preparato una settimana prima, non pensava ad altro che a rimediare in qualche modo.
All'improvviso Percy venne spinto leggermente di lato, colpito da un'improvvisa forza al fianco destro.
-Ma che?- Si voltò confuso verso Annabeth che continuava tranquillamente a camminare, con un sorrisetto sul volto.
Le si affiancò cominciando a fischiettare la melodia di “I disastri della Percabeth”, serie tv in onda il Mercoledì di ogni settimana. Afrodite ne era la regista e questo le dava il permesso di andare in giro per il campo ogni giorno indossando un basco e dei pantaloni a palloncino marroni, seguita dalla sua troupe composta da tre arpie, fan sfegatate della coppia. I due non avevano un minuto di pace.
Dopo una decina di passi, Percy colpì leggermente Annabeth con il fianco, facendola sussultare dalla sorpresa. L'angolo destro della sua bocca si alzò ma continuò a tenere gli occhi fissi davanti a sé.
Un minuto dopo i due avevano quasi raggiunto la spiaggia. Sul loro viso persisteva un sorriso sghembo. All'improvviso entrambi ebbero l'idea di spingersi con il fianco, scontrando le due forze.
Annabeth perse l'equilibrio e si aggrappò alla maglia arancione di Percy, facendolo cadere rovinosamente a terra assieme a lei.
Si trovarono in una posizione compromettente. Percy era sdraiato sulla schiena con la visuale oscurata da due grandi occhi grigi. Annabeth, invece, era spalmata sul ragazzo, entrambe le gambe ai lati del suo busto e il naso a pochi millimetri da quello di Percy.
La situazione era carica di tensione. Entrambi scoppiarono a ridere, forte. Non riuscivano a smettere ma nessuno sapeva perché. Quando finalmente si calmarono, i loro visi erano ancora a poca distanza l'uno dall'altro. E ci volle veramente poco perché le labbra morbide della ragazza si appoggiassero su quelle di Percy.
Ciò che accadde dopo... beh i due vennero interrotti da un frusciare di foglie.
Dall'albero lì vicino, quattro figure uscirono allo scoperto.
-E su questo meraviglioso bacio termina la puntata di questa settimana, cari Percabeth's Fan! La vostra Afrodite vi saluta perché deve andare a scambiare le nuove digital Percabeth's cards con Ade -che tra parentesi possiede la rarissima carta “Il primo bacio” di cui esistono solo tre copie.- Alla prossima settimana cooon... “I disastri della Percabeth”!- e poi partì la musichetta che stava fischiettando prima Percy.
Ma perché capitano tutte a me?
.:My Corner:.
Non posso essere così stupida da averla pubblicata... eppure lo sono! Seriamente non so da dove venga e sinceramente non voglio nenanche saperlo. Mi scuso infinitamente se vi ha fatto vomitare/andare di diarrea. Infinite scuse, non era veramente mia intenzione!E' uno sclero del Lunedì sera perché la vita fa schifo e i libri sono il mondo migliore che esista.
A presto con qualcosa di più serio (come dire che io scriverò mai qualcosa di serio tzè!).
Annie