Pigna,
pizzicotto, manicotto, tigre ~
~ once upon another tale.
VII
Giorni
dolci
{ Dentro alle Cioccorane
ci sono delle figurine... sai, per fare collezione... ‘Streghe e maghi
famosi’. }
# Cioccorane
Rapunzel è abbastanza sicura che sia
l’ennesima cosa sbagliata che abbia fatto da quando ha messo piede a
scuola per la prima volta – beh, più che altro dal pomeriggio in
cui si è ritrovata in infermeria con Hiccup e
Jack e Merida e ha avuto la netta impressione che non
avrebbe desiderato altro che stare con loro per molto, molto tempo.
Forse non le sembrerebbe così
inopportuno, se ci fossero soltanto loro quattro, se avessero almeno la
giustificazione dell’essere «il solito gruppetto tiranneggiato
dalla rossa e da quella specie di gabbiano pelle e ossa», come una volta
li ha definiti molto poco simpaticamente la bibliotecaria. Forse Jack e Merida riuscirebbero a starsene persino più tranquilli, se il loro pubblico non si
fosse esteso ad altri che non a lei e Hiccup. Forse,
solo forse, la cosa non sarebbe
degenerata se uno Once-ler sfaccendato non si fosse
ritrovato a passare in biblioteca per puro caso, o se la ragazza dagli
inquietanti denti a punta non si fosse alzata dal suo posticino in disparte a
quel tavolo gremito di Serpeverde per venire a
sedersi accanto a Jack con l’aria più naturale del mondo.
Hiccup deve pensarla
esattamente come lei, perché ha in faccia un’espressione nella
quale Rapunzel si rispecchia alla perfezione.
«Non eravamo qui per studiare?» fa
notare, non per la prima volta, mentre Merida sfila
tre figurine dal mucchio davanti a lui per sostituirle con altre due.
Jack alza gli occhi al cielo. «Voi due non
imparerete mai a rilassarvi» sbuffa, includendo Rapunzel
nell’accusa senza che lei abbia neppure aperto bocca – e facendola
arrossire.
«Non è che non sappiamo
‘rilassarci’. È che dovevamo studiare» gli sibila, guardandosi rapidamente alle spalle nel
timore costante che la bibliotecaria venga a cacciarli via a colpi di bacchetta
da un momento all’altro. «Dopotutto è questo che si dovrebbe
fare in biblioteca, Jack, o
sbaglio?»
«Sì, sì, come vuoi,
biondina.» Jack osserva le figurine che Merida
ha scambiato con quelle di Hiccup, e intanto scarta
la settima Cioccorana. «Tanto lo sappiamo che
ti stai divertendo anche tu.»
Rapunzel cerca disperatamente un
libro nel quale tuffare la faccia – e così non dare troppo a
vedere quanto lui abbia ragione: non lo ammetterà mai, mai, mai –
ma il loro tavolo è ormai talmente sommerso di cartine di dolciumi che
ogni residuo di intenzione iniziale è sparito da un bel pezzo.
«Punzie?...
Sbaglio o hai tre Merlino?»
Rapunzel alza gli occhi un
po’ sconcertata sul sorriso puntuto di Mavis, che si sporge verso di lei
e guarda affascinata il suo mucchietto di figurine. Non l’ha mai chiamata
‘Punzie’ prima. Ora che ci pensa non si
sono mai neanche parlate prima.
È davvero strano – ricorda che i cattivi nelle storie della mamma
avevano sempre i denti a punta,
eppure Mavis sembra così simpatica...
«Oh... Davvero?» farfuglia,
osservando le figurine a sua volta. In realtà sa benissimo di avere tre
Merlino. Solo che non ha nessuna
intenzione di darla vinta a Jack e Merida.
«Io non sono mai riuscita a trovarne
nemmeno uno» la invidia Mavis in tono sognante.
«Cavolo, allora non dev’essere da
molto che collezioni Cioccorane» ridacchia Merida, sopra la testa china di Jack che le separa.
«Mio padre è sempre stato un
po’ contrario a tutto quanto riguarda il mondo magico» ammette
Mavis, tornando a sedersi composta alla destra di Jack; Rapunzel
si concentra su di lei e si accorge che tutti stanno facendo lo stesso. Del
resto, la natura di Mavis è di quelle che continuano a incuriosire anche
una volta sfatati i pregiudizi. «Diceva sempre che non importava il fatto
che i maghi, a differenza dei Babbani, sapessero di
noi – restavamo comunque degli emarginati. Mi ci è voluta
un’eternità per convincerlo a lasciarmi frequentare Hogwarts. Non era solo una questione di... di prendere
provvedimenti per seguire le lezioni all’aperto, sapete, alla luce del
sole... Sospetto che pensasse che già durante lo Smistamento si
sarebbero levati i forconi.»
«Capisco come ti sia sentita»
borbotta Once-ler a voce bassissima. Rapunzel lo sbircia e si chiede cosa voglia dire –
Once-ler non parla mai della sua famiglia.
Mavis si scuote di colpo, come tornando al
presente. «Così, beh, questa è in pratica la mia prima
sessione di scambio di figurine di Cioccorane»
ride, con quei suoi denti inquietanti ma inspiegabilmente graziosi.
Rapunzel pesca dal mucchio un
Merlino e glielo posa direttamente in palmo di mano. «Allora devi
assolutamente ampliare la collezione, no?»
Dicono che i vampiri non hanno più sangue
nelle vene, ed è per questo che i più di loro bevono quello umano
per sostenersi. Eppure il modo in cui il viso di Mavis s’illumina
suggerisce cose completamente diverse sul suo conto.
«Ehi, uhm... Johnny, giusto?»
Le dita di Mavis sussultano sotto le sue, e Rapunzel si volta a guardare Hiccup,
che in effetti già da un po’ era tutto preso nella contemplazione
di un tavolo a un paio di file di distanza. Seguendo il suo sguardo individua
il ragazzo dalla zazzera rossa che è stato il suo avversario nella
primissima partita di Quidditch di Corvonero.
Il tipo, seduto ai margini di un gruppetto di Tassorosso alle prese con i libroni di Storia della Magia,
sobbalza e assume un’espressione colpevole. «I-io?»
«Sì, tu.» Hiccup
gli fa un cenno verso il posto vuoto alla sua destra, di fronte a Merida. «Vieni a sederti con noi?»
Johnny avvampa; con quello sguardo perplesso
sembra proprio un pesce rosso. Poi, a sorpresa, si alza e raccoglie la sua
roba.
Rapunzel fissa Hiccup, che si guarda intorno consapevole che tutti lo stanno fissando.
«Che c’è?» si
schermisce, accennando a Mavis. «La scruta da quando si è seduta
con noi, tanto vale che lo faccia da vicino...»
Merida scoppia a ridere
fortissimo. Jack scrolla le spalle e ruba una Cioccorana
intera dalle mani di Once-ler, che protesta
oltraggiato. Rapunzel nota il sorrisetto di Mavis,
quando Johnny raggiunge la panca e si lascia cadere al fianco di Hiccup, e decide che, tutto sommato, non le importerebbe
nulla se la bibliotecaria piombasse su di loro investendoli con
l’ennesima strigliata.
Beh, quasi
nulla.
# Gelatine TuttiGusti+1
«Ma
che noia.»
Ci è voluto un po’, ma alla fine
– e Hiccup prova una certa soddisfazione, che
è sempre più difficile reprimere e non far affiorare in forma di ghigno
– Rapunzel l’ha avuta vinta. Dopo una
serie di compiti non esattamente brillanti, e un richiamo chiaro e tondo da
parte del più esigente insegnante di Pozioni, Jack e Merida
hanno chinato mogi i volti sulla pila di ripassi incompiuti e Rapunzel li ha spremuti ben bene, costringendoli in
biblioteca e confiscando tutte le figurine di Cioccorane
fino a nuovo ordine. Ogni tanto Merida li sorprende
mentre si scambiano mezzi sorrisi e li apostrofa come «sadici secchioni Corvonero guastafeste», ma per il resto,
l’unico interludio che Rapunzel concede a lei e
a Jack è quello di lamentarsi a gran voce – cosa che nessuno dei
due manca di fare, ovvio.
Per fortuna o per sfortuna, dipende dai punti di
vista, Once-ler e Mavis – che pure non
rientrano nel Progetto Recupero Totale – sono sempre bendisposti a
sottoporsi allo stesso trattamento, portandosi dietro una scia di buonumore con
conseguente incremento di piccole pause. Qualche volta è un
aggiornamento sul tira e molla silenzioso tra Mavis e Johnny, altre volte un
banale «che noia» condiviso.
«Smettila di lamentarti, Jack»
è la prima reazione di oggi di Rapunzel,
«siamo qui da meno di un quarto d’ora e tutto ciò che hai
fatto è stato scrivere la traccia del tuo tema di Incantesimi.»
«Che bisogno ho di scrivere un tema, se so
fare così?» Jack ruota con il busto sulla panca e punta la
bacchetta verso il tavolo dove siede il solito gruppetto di Corvonero
studiosi. «Locomotor mortis.»
Un tonfo sonoro annuncia che Gambedipesce, preda
prediletta dell’Incantesimo della Pastoia, è crollato a terra.
«Visto? A che mi serve scrivere un tema se so mettere in pratica
la...?»
Rapunzel non lo sta neanche a
sentire: è schizzata in piedi con una specie di squittio e già
corre verso Gambedipesce con la controfattura
pronta in punta di bacchetta – non è permesso usare la magia in
biblioteca, Jack lo sa benissimo, ma è evidente che non potrebbe mai
fare a meno di metterla in agitazione.
«Bene! L’ora dei dolci»
annuncia infatti a tutti gli altri, e in perfetta sincronia lui e Merida tirano fuori dalle tasche un mucchio considerevole
di Gelatine TuttiGusti+1: il veto sulle Cioccorane
non deve esser stato un incentivo sufficiente a smettere di fare merenda in
biblioteca.
Le gelatine cominciano a fare il giro del tavolo
e Hiccup esita a lungo, combattuto tra
l’alzarsi per dare almeno un sostegno morale a Rapunzel
– e a Gambedipesce – e l’addentare
senza pensarci il confetto color dell’oro che Merida
gli agita sotto il naso... Di cosa potrà mai sapere? Ananas? Crema
pasticcera?
«Non che sia particolarmente
divertente» fa Mavis, dopo qualche attimo di scrupolosa masticazione;
«almeno con le Cioccorane ci si possono
scambiare le figurine...»
«Tu hai un problema di fissazione, amica
vampira» replica Jack amabile, la bocca piena di succo di gelatina blu.
«No, invece ha ragione» sbuffa Merida, cacciandosi quasi controvoglia tra i denti il
dolcetto che Hiccup ha esitato fin troppo ad
accettare. «Dovremmo trovare un senso
anche allo scambio di gelatine. Tipo, io ti do una gelatina, tu mi racconti un
tuo segreto... Una cosa così...»
«Se volete ve lo dico io, un
segreto.»
Hiccup sussulta. Per un
secondo e mezzo è sicurissimo che la voce che gli è appena
risuonata alle spalle appartenga a Rapunzel –
ora comincia a sentirsi in colpa per non esserle corso subito dietro in
soccorso di Gambedipesce: e se lei pensasse che abbia
agito in tacito accordo con Jack? – ma, quando si volta, scopre che la
nuova arrivata è una ragazzina Tassorosso del
primo anno, con i capelli castano-rossicci raccolti in due trecce. Hiccup ricorda vagamente di averla vista allo Smistamento
lo scorso settembre, ma non ha ulteriori indizi su chi sia.
«E tu che ci fai qui?»
l’accoglie invece Once-ler, che certo la
conosce meglio.
La ragazzina si rivolge direttamente a lui e
gonfia le guance. In effetti, considera Hiccup,
somiglia un pochino a Rapunzel.
«Mi avevi promesso di insegnarmi a suonare
la chitarra. E poi sei sparito.»
«Non ti ho promesso un bel niente»
sospira Once-ler con l’aria di un perseguitato,
appena prima che Jack gli dia di gomito.
«E bravo Oncie,
a quanto pare ti sei trovato una fan...»
«È in momenti come questi che
vorrei essere a Serpeverde» sospira ancora
Once-ler, schiaffandosi sugli occhi il primo libro
che gli capita – giusto quello che aveva in mano Hiccup.
«Almeno lì la gente si fa gli affaracci suoi.»
«E non sono un Serpeverde,
io?» continua a pungolarlo Jack, tra le risate di Mavis e Merida.
«Tu
sei improponibile.» Anche senza
riemergere dal libro, Once-ler riesce a puntargli con
precisione l’indice nello sterno. «Con te il Cappello Parlante
è andato in confusione, e ti ha messo nella Casa che ti avrebbe fatto
più concessioni. Così avresti potuto andartene in giro a fare lo
spaccone senza macchiare la reputazione di Grifondoro,
o a fare il saccente senza far vergognare i Corvonero,
o...»
«Oh.
È un’interpretazione interessante» commenta Jack,
mordicchiando un’altra gelatina e fingendosi pensoso. «E io che
credevo di essere un cattivo ragazzo... Mi hai aperto un mondo, Oncie.»
«Insomma, volete sentirlo il mio segreto o
no?»
Hiccup sussulta di nuovo,
ricordandosi di colpo della presenza della ragazzina – presenza che,
è evidente, lei ci tiene a
ricordare a tutti loro. Difatti approfitta del silenzio che si è creato
per fare il giro del tavolo e prendersi in tutta tranquillità una delle
gelatine di Merida. Hiccup
aspetta una protesta che non arriva: Merida osserva
la ragazzina con rispettosa simpatia.
«Allora, il mio segreto è
questo...» La nuova arrivata si atteggia in un’aura di
gravità. «La mia sorellona è una Veela. Perciò, chi lo sa?,
forse anch’io sono un po’ Veela. Ecco
qua. Meravigliatevi, adesso.»
«Non fatelo» bisbiglia Once-ler a un volume udibilissimo. «Fa così
perché vuole disperatamente trovarsi un fidanzato.»
Le ragazze scoppiano di nuovo a ridere mentre la
primina Tassorosso fa per mollargli un pugno, ma Jack
le trattiene gentilmente il polso mostrando interesse, e lei lo guarda e
arrossisce.
«Una Veela, eh?
E in che Casa è? Strano che non l’abbiamo notata tutti!»
Questa volta Merida e
Mavis si scambiano un’occhiata un po’ freddina, una di quelle che Hiccup ha imparato a riconoscere talvolta anche in qualche
occasionale scambio tra Rapunzel e Audrey, e che
pressappoco si traduce così: Maschi.
«Oh, lei non frequenta Hogwarts»
risponde a Jack la ragazzina, e all’improvviso si rattrista.
«È... complicato.»
Cade un altro breve silenzio, stavolta
interrotto da quella che è indiscutibilmente
la voce di Rapunzel – una voce, al momento,
piuttosto contrariata.
«State mangiando?!»
Hiccup scatta in piedi e
scavalca la panca in un sol movimento. «Ho c-cercato di fermarli!»
«No, non è vero» lo smentisce
Merida.
«State zitti tutti.» Rapunzel si staglia davanti a loro con severità, le
narici dilatate, la treccia in disordine, la bacchetta usata per disimpastoiare Gambedipesce
ancora sguainata e più che mai minacciosa. «La biblioteca è
un posto in cui si studia. E io non
voglio che nessuno di voi venga
rimandato in nessuna materia.
È chiaro? Fate sparire quelle
cose! All’istante!»
Hiccup osserva Jack, Merida, Once-ler e Mavis
pasticciare un po’ imbarazzati con le gelatine, e non può non
chiedersi se Rapunzel sappia di aver appena imbastito
una confusione tale da sovrastare un banchetto. L’arrivo della
bibliotecaria è previsto tra cinque, quattro, tre...
«Io devo andare» si sente la vocina
della ragazza di Tassorosso, appena prima che lei si
allontani strisciando oltre Rapunzel, che la guarda
allontanarsi con le sopracciglia alzate.
«Ehi, Anna!» la richiama Once-ler. «Tienimi la chitarra pronta, va bene?»
Hiccup ha appena il tempo di
vedere il sorriso di Anna prima che la tempesta si scateni.
Spazio dell’autrice
Questo
capitolo è così stupido e inutile che è quasi il mio
preferito. X’D
Allora,
volevo tantissimo dedicare qualche prompt ai dolci, che sono l’ennesimo aspetto
del mondo potteriano che adoro – e sono
abbastanza sicura di non essere sola *^* – ma non avevo grande
ispirazione per roba come gli zuccotti di zucca o i Topoghiacci,
che sono quelli che più vorrei provare; così mi sono soffermata
sui due articoli universalmente noti, e muovendo dallo scambio di figurine e
gelatine ne ho approfittato per lasciar filtrare un pochino delle family!issues di Mavis e Once-ler,
proprio per dimostrarvi che se li accosto così volentieri ai Big Four è perché riscontro anche nelle loro
storie alcuni dei punti salienti delle vicende che potrebbero legare quei
quattro: Mavis ha una storia molto simile a quella di Rapunzel,
condita oltretutto dell’inner!angst dell’essere
vampiro, e Oncie nel suo film si lascia alle spalle
una famiglia che non vede assolutamente nulla in lui, un po’ come succede
a Hiccup prima di Sdentato. (Ah, sì, Once-ler che si porta a Hogwarts la
chitarra è canon, ok? Ok.)
Al tempo
stesso, ebbene sì, compare
Anna. E Anna compare perché, pur se stando alla mia scaletta ci vorranno
ancora circa sei capitoli all’entrata in scena di Elsa, non potevo
aspettare così tanto prima di toccare anche solo di sfuggita l’universo
di Frozen.
Spero di averla resa abbastanza in character come
undicenne giocherellona. (E a proposito di Elsa, del suo essere Veela e del non frequentare Hogwarts...
Ho accennato a qualcuno delle mie intenzioni su come muoverla in questa fic, ma mi piacerebbe fare una sorpresa a chi ancora non se
l’aspetta. Sshh, no spoiler, va bene? :3)
Per
finire, ho paura di aver dato di Rapunzel un’idea
troppo secchiona. Ahimè, il mio intento era di renderla più che
altro molto preoccupata sulle sorti del rendimento scolastico di Jack e Merida – non volevo hermionizzarla,
e se questa è l’impressione che invece ne avete ricavato,
linciatemi pure. *si prostra*
La
citazione iniziale è di Ron, yay! Ovviamente da La
Pietra Filosofale.
Aya ~