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Autore: Feel Good Inc    28/01/2014    5 recensioni
{ Dragon Trainer / Frozen: il regno di ghiaccio / Hotel Transylvania / Le 5 Leggende / Lorax: il guardiano della foresta / Rapunzel: l'intreccio della torre / Ribelle - the brave / vari ed eventuali }
Lui non ha il tempo di spostarsi: il fulmine rosso gli è addosso, e così da vicino si direbbe che più che un fulmine è una ragazza. Scontro frontale, come previsto.
«Ahi! Levati dai piedi, quello scompartimento è
mio
Si è sentito invisibile per tanto di quel tempo che ritrovarsela tra le braccia non gli dà alcun fastidio, ma questo la ragazza-fulmine non deve saperlo.

~
«Uhm... Scusa, ma... I tuoi capelli...»
La ragazza sorride e di colpo è come se il sole, in tutta la sua luce, filtrasse dalle nuvole fitte oltre i finestrini del treno in corsa. Stringe una ciocca all’altezza della guancia, come un fiore. «Ti piacciono?»
Hiccup non osa andare oltre e si dà l’aria di chi ha sempre frequentato gente con capelli lunghi quindici metri.

{ AU: Hogwarts!verse; foursome: Jack/Hiccup/Merida/Rapunzel; hints Jack/Elsa, Jack/Mavis, Johnny/Mavis, Mavis/Rapunzel, Once-ler/Merida, Once-ler/Rapunzel, & whatever you like }
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Hoggy Warty Hogwarts'
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Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre ~

~ once upon another tale.

 

 

 

 

VII

Giorni dolci

{ Dentro alle Cioccorane ci sono delle figurine... sai, per fare collezione... ‘Streghe e maghi famosi’. }

 

 

 

 

 

 

# Cioccorane

 

Rapunzel è abbastanza sicura che sia l’ennesima cosa sbagliata che abbia fatto da quando ha messo piede a scuola per la prima volta – beh, più che altro dal pomeriggio in cui si è ritrovata in infermeria con Hiccup e Jack e Merida e ha avuto la netta impressione che non avrebbe desiderato altro che stare con loro per molto, molto tempo.

Forse non le sembrerebbe così inopportuno, se ci fossero soltanto loro quattro, se avessero almeno la giustificazione dell’essere «il solito gruppetto tiranneggiato dalla rossa e da quella specie di gabbiano pelle e ossa», come una volta li ha definiti molto poco simpaticamente la bibliotecaria. Forse Jack e Merida riuscirebbero a starsene persino più tranquilli, se il loro pubblico non si fosse esteso ad altri che non a lei e Hiccup. Forse, solo forse, la cosa non sarebbe degenerata se uno Once-ler sfaccendato non si fosse ritrovato a passare in biblioteca per puro caso, o se la ragazza dagli inquietanti denti a punta non si fosse alzata dal suo posticino in disparte a quel tavolo gremito di Serpeverde per venire a sedersi accanto a Jack con l’aria più naturale del mondo.

Hiccup deve pensarla esattamente come lei, perché ha in faccia un’espressione nella quale Rapunzel si rispecchia alla perfezione.

«Non eravamo qui per studiare?» fa notare, non per la prima volta, mentre Merida sfila tre figurine dal mucchio davanti a lui per sostituirle con altre due.

Jack alza gli occhi al cielo. «Voi due non imparerete mai a rilassarvi» sbuffa, includendo Rapunzel nell’accusa senza che lei abbia neppure aperto bocca – e facendola arrossire.

«Non è che non sappiamo ‘rilassarci’. È che dovevamo studiare» gli sibila, guardandosi rapidamente alle spalle nel timore costante che la bibliotecaria venga a cacciarli via a colpi di bacchetta da un momento all’altro. «Dopotutto è questo che si dovrebbe fare in biblioteca, Jack, o sbaglio?»

«Sì, sì, come vuoi, biondina.» Jack osserva le figurine che Merida ha scambiato con quelle di Hiccup, e intanto scarta la settima Cioccorana. «Tanto lo sappiamo che ti stai divertendo anche tu.»

Rapunzel cerca disperatamente un libro nel quale tuffare la faccia – e così non dare troppo a vedere quanto lui abbia ragione: non lo ammetterà mai, mai, mai – ma il loro tavolo è ormai talmente sommerso di cartine di dolciumi che ogni residuo di intenzione iniziale è sparito da un bel pezzo.

«Punzie?... Sbaglio o hai tre Merlino?»

Rapunzel alza gli occhi un po’ sconcertata sul sorriso puntuto di Mavis, che si sporge verso di lei e guarda affascinata il suo mucchietto di figurine. Non l’ha mai chiamata ‘Punzie’ prima. Ora che ci pensa non si sono mai neanche parlate prima. È davvero strano – ricorda che i cattivi nelle storie della mamma avevano sempre i denti a punta, eppure Mavis sembra così simpatica...

«Oh... Davvero?» farfuglia, osservando le figurine a sua volta. In realtà sa benissimo di avere tre Merlino. Solo che non ha nessuna intenzione di darla vinta a Jack e Merida.

«Io non sono mai riuscita a trovarne nemmeno uno» la invidia Mavis in tono sognante.

«Cavolo, allora non dev’essere da molto che collezioni Cioccorane» ridacchia Merida, sopra la testa china di Jack che le separa.

«Mio padre è sempre stato un po’ contrario a tutto quanto riguarda il mondo magico» ammette Mavis, tornando a sedersi composta alla destra di Jack; Rapunzel si concentra su di lei e si accorge che tutti stanno facendo lo stesso. Del resto, la natura di Mavis è di quelle che continuano a incuriosire anche una volta sfatati i pregiudizi. «Diceva sempre che non importava il fatto che i maghi, a differenza dei Babbani, sapessero di noi – restavamo comunque degli emarginati. Mi ci è voluta un’eternità per convincerlo a lasciarmi frequentare Hogwarts. Non era solo una questione di... di prendere provvedimenti per seguire le lezioni all’aperto, sapete, alla luce del sole... Sospetto che pensasse che già durante lo Smistamento si sarebbero levati i forconi.»

«Capisco come ti sia sentita» borbotta Once-ler a voce bassissima. Rapunzel lo sbircia e si chiede cosa voglia dire – Once-ler non parla mai della sua famiglia.

Mavis si scuote di colpo, come tornando al presente. «Così, beh, questa è in pratica la mia prima sessione di scambio di figurine di Cioccorane» ride, con quei suoi denti inquietanti ma inspiegabilmente graziosi.

Rapunzel pesca dal mucchio un Merlino e glielo posa direttamente in palmo di mano. «Allora devi assolutamente ampliare la collezione, no?»

Dicono che i vampiri non hanno più sangue nelle vene, ed è per questo che i più di loro bevono quello umano per sostenersi. Eppure il modo in cui il viso di Mavis s’illumina suggerisce cose completamente diverse sul suo conto.

«Ehi, uhm... Johnny, giusto?»

Le dita di Mavis sussultano sotto le sue, e Rapunzel si volta a guardare Hiccup, che in effetti già da un po’ era tutto preso nella contemplazione di un tavolo a un paio di file di distanza. Seguendo il suo sguardo individua il ragazzo dalla zazzera rossa che è stato il suo avversario nella primissima partita di Quidditch di Corvonero.

Il tipo, seduto ai margini di un gruppetto di Tassorosso alle prese con i libroni di Storia della Magia, sobbalza e assume un’espressione colpevole. «I-io?»

«Sì, tu.» Hiccup gli fa un cenno verso il posto vuoto alla sua destra, di fronte a Merida. «Vieni a sederti con noi?»

Johnny avvampa; con quello sguardo perplesso sembra proprio un pesce rosso. Poi, a sorpresa, si alza e raccoglie la sua roba.

Rapunzel fissa Hiccup, che si guarda intorno consapevole che tutti lo stanno fissando.

«Che c’è?» si schermisce, accennando a Mavis. «La scruta da quando si è seduta con noi, tanto vale che lo faccia da vicino...»

Merida scoppia a ridere fortissimo. Jack scrolla le spalle e ruba una Cioccorana intera dalle mani di Once-ler, che protesta oltraggiato. Rapunzel nota il sorrisetto di Mavis, quando Johnny raggiunge la panca e si lascia cadere al fianco di Hiccup, e decide che, tutto sommato, non le importerebbe nulla se la bibliotecaria piombasse su di loro investendoli con l’ennesima strigliata.

Beh, quasi nulla.

 

 

 

# Gelatine TuttiGusti+1

 

«Ma che noia

Ci è voluto un po’, ma alla fine – e Hiccup prova una certa soddisfazione, che è sempre più difficile reprimere e non far affiorare in forma di ghigno – Rapunzel l’ha avuta vinta. Dopo una serie di compiti non esattamente brillanti, e un richiamo chiaro e tondo da parte del più esigente insegnante di Pozioni, Jack e Merida hanno chinato mogi i volti sulla pila di ripassi incompiuti e Rapunzel li ha spremuti ben bene, costringendoli in biblioteca e confiscando tutte le figurine di Cioccorane fino a nuovo ordine. Ogni tanto Merida li sorprende mentre si scambiano mezzi sorrisi e li apostrofa come «sadici secchioni Corvonero guastafeste», ma per il resto, l’unico interludio che Rapunzel concede a lei e a Jack è quello di lamentarsi a gran voce – cosa che nessuno dei due manca di fare, ovvio.

Per fortuna o per sfortuna, dipende dai punti di vista, Once-ler e Mavis – che pure non rientrano nel Progetto Recupero Totale – sono sempre bendisposti a sottoporsi allo stesso trattamento, portandosi dietro una scia di buonumore con conseguente incremento di piccole pause. Qualche volta è un aggiornamento sul tira e molla silenzioso tra Mavis e Johnny, altre volte un banale «che noia» condiviso.

«Smettila di lamentarti, Jack» è la prima reazione di oggi di Rapunzel, «siamo qui da meno di un quarto d’ora e tutto ciò che hai fatto è stato scrivere la traccia del tuo tema di Incantesimi.»

«Che bisogno ho di scrivere un tema, se so fare così?» Jack ruota con il busto sulla panca e punta la bacchetta verso il tavolo dove siede il solito gruppetto di Corvonero studiosi. «Locomotor mortis.» Un tonfo sonoro annuncia che Gambedipesce, preda prediletta dell’Incantesimo della Pastoia, è crollato a terra. «Visto? A che mi serve scrivere un tema se so mettere in pratica la...?»

Rapunzel non lo sta neanche a sentire: è schizzata in piedi con una specie di squittio e già corre verso Gambedipesce con la controfattura pronta in punta di bacchetta – non è permesso usare la magia in biblioteca, Jack lo sa benissimo, ma è evidente che non potrebbe mai fare a meno di metterla in agitazione.

«Bene! L’ora dei dolci» annuncia infatti a tutti gli altri, e in perfetta sincronia lui e Merida tirano fuori dalle tasche un mucchio considerevole di Gelatine TuttiGusti+1: il veto sulle Cioccorane non deve esser stato un incentivo sufficiente a smettere di fare merenda in biblioteca.

Le gelatine cominciano a fare il giro del tavolo e Hiccup esita a lungo, combattuto tra l’alzarsi per dare almeno un sostegno morale a Rapunzel – e a Gambedipesce – e l’addentare senza pensarci il confetto color dell’oro che Merida gli agita sotto il naso... Di cosa potrà mai sapere? Ananas? Crema pasticcera?

«Non che sia particolarmente divertente» fa Mavis, dopo qualche attimo di scrupolosa masticazione; «almeno con le Cioccorane ci si possono scambiare le figurine...»

«Tu hai un problema di fissazione, amica vampira» replica Jack amabile, la bocca piena di succo di gelatina blu.

«No, invece ha ragione» sbuffa Merida, cacciandosi quasi controvoglia tra i denti il dolcetto che Hiccup ha esitato fin troppo ad accettare. «Dovremmo trovare un senso anche allo scambio di gelatine. Tipo, io ti do una gelatina, tu mi racconti un tuo segreto... Una cosa così...»

«Se volete ve lo dico io, un segreto.»

Hiccup sussulta. Per un secondo e mezzo è sicurissimo che la voce che gli è appena risuonata alle spalle appartenga a Rapunzel – ora comincia a sentirsi in colpa per non esserle corso subito dietro in soccorso di Gambedipesce: e se lei pensasse che abbia agito in tacito accordo con Jack? – ma, quando si volta, scopre che la nuova arrivata è una ragazzina Tassorosso del primo anno, con i capelli castano-rossicci raccolti in due trecce. Hiccup ricorda vagamente di averla vista allo Smistamento lo scorso settembre, ma non ha ulteriori indizi su chi sia.

«E tu che ci fai qui?» l’accoglie invece Once-ler, che certo la conosce meglio.

La ragazzina si rivolge direttamente a lui e gonfia le guance. In effetti, considera Hiccup, somiglia un pochino a Rapunzel.

«Mi avevi promesso di insegnarmi a suonare la chitarra. E poi sei sparito.»

«Non ti ho promesso un bel niente» sospira Once-ler con l’aria di un perseguitato, appena prima che Jack gli dia di gomito.

«E bravo Oncie, a quanto pare ti sei trovato una fan...»

«È in momenti come questi che vorrei essere a Serpeverde» sospira ancora Once-ler, schiaffandosi sugli occhi il primo libro che gli capita – giusto quello che aveva in mano Hiccup. «Almeno lì la gente si fa gli affaracci suoi.»

«E non sono un Serpeverde, io?» continua a pungolarlo Jack, tra le risate di Mavis e Merida.

«Tu sei improponibile.» Anche senza riemergere dal libro, Once-ler riesce a puntargli con precisione l’indice nello sterno. «Con te il Cappello Parlante è andato in confusione, e ti ha messo nella Casa che ti avrebbe fatto più concessioni. Così avresti potuto andartene in giro a fare lo spaccone senza macchiare la reputazione di Grifondoro, o a fare il saccente senza far vergognare i Corvonero, o...»

«Oh. È un’interpretazione interessante» commenta Jack, mordicchiando un’altra gelatina e fingendosi pensoso. «E io che credevo di essere un cattivo ragazzo... Mi hai aperto un mondo, Oncie

«Insomma, volete sentirlo il mio segreto o no?»

Hiccup sussulta di nuovo, ricordandosi di colpo della presenza della ragazzina – presenza che, è evidente, lei ci tiene a ricordare a tutti loro. Difatti approfitta del silenzio che si è creato per fare il giro del tavolo e prendersi in tutta tranquillità una delle gelatine di Merida. Hiccup aspetta una protesta che non arriva: Merida osserva la ragazzina con rispettosa simpatia.

«Allora, il mio segreto è questo...» La nuova arrivata si atteggia in un’aura di gravità. «La mia sorellona è una Veela. Perciò, chi lo sa?, forse anch’io sono un po’ Veela. Ecco qua. Meravigliatevi, adesso.»

«Non fatelo» bisbiglia Once-ler a un volume udibilissimo. «Fa così perché vuole disperatamente trovarsi un fidanzato.»

Le ragazze scoppiano di nuovo a ridere mentre la primina Tassorosso fa per mollargli un pugno, ma Jack le trattiene gentilmente il polso mostrando interesse, e lei lo guarda e arrossisce.

«Una Veela, eh? E in che Casa è? Strano che non l’abbiamo notata tutti!»

Questa volta Merida e Mavis si scambiano un’occhiata un po’ freddina, una di quelle che Hiccup ha imparato a riconoscere talvolta anche in qualche occasionale scambio tra Rapunzel e Audrey, e che pressappoco si traduce così: Maschi.

«Oh, lei non frequenta Hogwarts» risponde a Jack la ragazzina, e all’improvviso si rattrista. «È... complicato.»

Cade un altro breve silenzio, stavolta interrotto da quella che è indiscutibilmente la voce di Rapunzel – una voce, al momento, piuttosto contrariata.

«State mangiando?!»

Hiccup scatta in piedi e scavalca la panca in un sol movimento. «Ho c-cercato di fermarli!»

«No, non è vero» lo smentisce Merida.

«State zitti tutti.» Rapunzel si staglia davanti a loro con severità, le narici dilatate, la treccia in disordine, la bacchetta usata per disimpastoiare Gambedipesce ancora sguainata e più che mai minacciosa. «La biblioteca è un posto in cui si studia. E io non voglio che nessuno di voi venga rimandato in nessuna materia. È chiaro? Fate sparire quelle cose! All’istante

Hiccup osserva Jack, Merida, Once-ler e Mavis pasticciare un po’ imbarazzati con le gelatine, e non può non chiedersi se Rapunzel sappia di aver appena imbastito una confusione tale da sovrastare un banchetto. L’arrivo della bibliotecaria è previsto tra cinque, quattro, tre...

«Io devo andare» si sente la vocina della ragazza di Tassorosso, appena prima che lei si allontani strisciando oltre Rapunzel, che la guarda allontanarsi con le sopracciglia alzate.

«Ehi, Anna!» la richiama Once-ler. «Tienimi la chitarra pronta, va bene?»

Hiccup ha appena il tempo di vedere il sorriso di Anna prima che la tempesta si scateni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Questo capitolo è così stupido e inutile che è quasi il mio preferito. X’D

Allora, volevo tantissimo dedicare qualche prompt ai dolci, che sono l’ennesimo aspetto del mondo potteriano che adoro – e sono abbastanza sicura di non essere sola *^* – ma non avevo grande ispirazione per roba come gli zuccotti di zucca o i Topoghiacci, che sono quelli che più vorrei provare; così mi sono soffermata sui due articoli universalmente noti, e muovendo dallo scambio di figurine e gelatine ne ho approfittato per lasciar filtrare un pochino delle family!issues di Mavis e Once-ler, proprio per dimostrarvi che se li accosto così volentieri ai Big Four è perché riscontro anche nelle loro storie alcuni dei punti salienti delle vicende che potrebbero legare quei quattro: Mavis ha una storia molto simile a quella di Rapunzel, condita oltretutto dell’inner!angst dell’essere vampiro, e Oncie nel suo film si lascia alle spalle una famiglia che non vede assolutamente nulla in lui, un po’ come succede a Hiccup prima di Sdentato. (Ah, sì, Once-ler che si porta a Hogwarts la chitarra è canon, ok? Ok.)

Al tempo stesso, ebbene sì, compare Anna. E Anna compare perché, pur se stando alla mia scaletta ci vorranno ancora circa sei capitoli all’entrata in scena di Elsa, non potevo aspettare così tanto prima di toccare anche solo di sfuggita l’universo di Frozen. Spero di averla resa abbastanza in character come undicenne giocherellona. (E a proposito di Elsa, del suo essere Veela e del non frequentare Hogwarts... Ho accennato a qualcuno delle mie intenzioni su come muoverla in questa fic, ma mi piacerebbe fare una sorpresa a chi ancora non se l’aspetta. Sshh, no spoiler, va bene? :3)

Per finire, ho paura di aver dato di Rapunzel un’idea troppo secchiona. Ahimè, il mio intento era di renderla più che altro molto preoccupata sulle sorti del rendimento scolastico di Jack e Merida – non volevo hermionizzarla, e se questa è l’impressione che invece ne avete ricavato, linciatemi pure. *si prostra*

La citazione iniziale è di Ron, yay! Ovviamente da La Pietra Filosofale.

Aya ~

   
 
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