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Autore: Atomo    28/01/2014    1 recensioni
"A 16 anni, Lee Taemin credeva che, una volta scoperta la sua sessualità gli amici che conosceva fin dall’ asilo non lo avrebbero di certo abbandonato per una simile sciocchezza.
Non è andata esattamente come sperava.
Crede che in fondo, l'importante sia essere se stessi e sentirsi accettati dalle persone che ama. Al momento, non prova ne l'una nel l'altra cosa. Vuole solo stare bene."
Mi chiamo Atomo e, questa storia, nata come shot sarà di tre capitoli. La dedico a Kuronikuru, che ha spettato fin troppo (la prossima, giuro è sugli EXO ) Ci tengo a precisare, parlerò di bullismo; è un tema con il quale ho avuto problemi e, abbastanza personale.
Spero possa piacer a voi, almeno quanto piace a me.
2Min/ Leo
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Minho, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hey-yo! Mi chiamo Atomo, mi piacciono le Xiuhan e questa storia è ispirata a “Still Into you” dei Paramore, allegria  ^_^  il capitolo è relativamente molto più corto rispetto agli altri due, promesso…
                                                
 
 
 

                                            
                                           Into You

 


A 16 anni, Lee Taemin credeva che, una volta scoperta la sua sessualità  gli amici che conosceva fin dall’asilo non lo avrebbero di certo abbandonato per una simile sciocchezza. Non è andata esattamente come sperava e, a poco a poco, il vuoto attorno a lui ha preso una forma concreta, poi  un nome:  whang- dda.
Whang- dda è un termine piuttosto comune, che indica il completo isolamento di uno dal sistema collettivo. Nessuno gli rivolge la parola da circa otto mesi, che sono sembrati  durare, se possibile, decenni.
Il silenzio si è evoluto in percosse e, dopo qualche pestaggio maldestro i suoi compagni si sono fatti più cauti. Hanno capito dove incastrarlo per essere sicuri di non essere scoperti  e hanno smesso di colpirlo in faccia per evitare domande scomode.
Mentre un calcio particolarmente forte arriva al suo stomaco, Taemin crolla a terra con il fiato mozzato.   Il gruppo di ragazzi gli si accanisce contro, riempiendolo di pugni.
   Si fermano  solo per un paio d’istanti, quando si accorgono di due studentesse del primo anno che li stanno osservando; loro fanno finta di nulla e riprendono  a camminare. Whang-dda, si legge nitidamente  in quegli occhi freddi.
Taemin si rannicchia su se stesso come un verme e singhiozza.
 
 

Il costoso psicologo annuisce ancora una volta alle lamentele ingrigite di sua madre, intenta ad asciugarsi le lacrime ormai secche dalle guance. Sono passati mesi da quando Taemin ha fatto coming out con i suoi, ma loro sembrano non riuscire proprio a digerire la cosa.
Insistono per mandarlo dallo strizzacervelli e gli proibiscono ogni contatto con il mondo esterno che non sia la scuola. Pure suo fratello Taesuk ha reagito male, accartocciando la faccia in un’espressione disgustata.
Taemin si pizzica il labbro inferiore, ancora fresco di piercing e liscia distrattamente le pieghe del maglione nero.  Il suo abbigliamento, i suoi gusti, stona tutto un po’ con i lineamenti facciali ancora infantili e il suo carattere ingenuo, ma pensa di essere arrivato ad una sorta di equilibrio dei sensi, se così si può chiamare: Yin dentro, Yang  fuori.
Ancora  preso dalle proprie elucubrazioni allunga distrattamente una mano, ornata da svariati anelli gotici, per prendere il tubetto che gli tende lo psicologo.
“Nulla di serio. “ spiega  “ Solo per calmarti un po’ e far stare tranquilli i tuoi genitori. Per il tuo..ehm…. problema….. lavoreremo assieme, seduta dopo seduta.”
Le scritte sull’etichetta del flacone sono quasi illeggibili, ma a dire il vero, importa poco e niente; Taemin non prenderà nessuna medicina per il suo presunto “problema”.   Sa che i suoi genitori stanno cercando di  agire per il meglio, ma è sicuro di non essere malato e di non aver bisogno di psicofarmaci.
E’ il mondo a doversi curare, se pretende di sapere cosa sia meglio per lui.
Non è giusto, non lo è affatto, ma un lancinante senso di impotenza gli intorpidisce braccia e gambe, senza permettergli di ribellarsi a pregiudizi insensati.
 


“Schifosissimo finocchio!”
Lo colpisce alle spalle, come un secchio d’acqua gelida un martedì mattina. I suoi compagni ridono e schiamazzano, indicano il colore purpureo che dilaga sulle sue guance pallide.  Allunga il passo, quasi corre, facendo finta di non sentire il suono dell’umiliazione.
Ma quella non è nulla, se paragonata al senso di disgusto che prova quando si guarda allo specchio. Non serve a nulla fingere di stare bene.
 

Le cose migliorano verso la fine di Maggio, quando i suoi genitori  decidono che ormai sia quasi guarito. A dire il vero è bastato comprare un paio di playboy e nasconderli in bella vista sotto il letto. Taemin riprende a fare danza e, poco più in là trova lavoro in un bar.
Non ne ha veramente bisogno,  infatti lavora gratis per la maggior parte del tempo, però, il contatto con persone senza pregiudizi lo mette a proprio agio. Solo quando il suo turno finisce il suo umore crolla.
In realtà è un bar per gay, anche se spesso ricevono gruppi di ragazze che non vogliono essere disturbate. Tutti, li dentro lo trattano con gentilezza, gli sorridono e sembrano felici di poter far anche solo due chiacchiere.
Il suo cliente preferito si chiama Jung  TaeKwon e passa di li quasi tutti i pomeriggi. Ordina del succo fresco, alla pesca o se è in vena una spremuta, che sorseggia con calma mentre scrive al computer. Le sue dita pallide sono estremamente veloci, ticchettano regolari sulla tastiera e Taemin ha fantasticato più volte su come dev’essere sentirle sul proprio corpo.
TaeKwon sorride raramente, a stento parla, ma i suoi occhi si illuminano spesso con un guizzo divertito, o lampeggiano ironici. E’ capitato più volte che, dopo il lavoro si siano incontrati all’uscita e abbiano iniziato a camminare assieme. Dopo un quarto d’ora circa il più grande va dritto, mentre Taemin  deve girare a sinistra.
Si sono conosciuti così , molto piano per via della riservatezza di TaeKwon e dei suoi lunghi silenzi,  abbondantemente riempiti dal  discorrere allegro di Taemin.
 


Il mondo è marcio dentro, dice qualcuno. Però lui non è ancora disposto a vederla in questo modo. Deve pur esserci qualcosa di meraviglioso che lo aspetta li fuori.
 
  
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