Xylophone
Quando qui tutto sembrava dovere finire
Ti sei ritrovata ad un passo dal cielo
E a due passi dal mare
A sognare le stelle e a vederle volare. Volare.
E quando qui tutto sembrava volere finire
Ci siamo trovati a due passi dal mare
E ad un'ora dal cielo, volevo
Spiegartelo intero ma non ce l'ho fatta per tempo.
Qui dentro. Qui dentro si scoppia dal freddo.
Qui, dentro al mio corpo si muore ogni giorno.
Ritorno ogni volta a pensarti e quegli occhi
Mi strappano a morsi i miei organi interni.
Mi fermi. Sorridi. Mi tremano i polsi.
Mi parli. Ma come pretendi che faccia,
Con queste due gambe di vetro e le braccia
Che cadono, a starmene sveglio?
Svengo dentro. Mi godo l'esterno:
Vedo che muovi le labbra: è fermo il tempo,
Vedo che esplodi in due occhi di Luna,
Vedo te e credo già d'essere in coma.
E quando saremo più eterni che vivi,
E i bivi saranno alla fine esauriti,
Vivremo ma senza che questo sia un peso,
Faremo capriole su Phobos e Deimos.
L'arte si estende gridante dal nulla,
M'illudono e cullano i prati d'Olanda,
Le vedo morire nel mare le strade,
Mi svegliano e fremono le onde d'estate.
Vivo, respiro, xilofoni in fila
Alle poste richiedono note più basse,
Mi faccio da loro passare davanti,
Che i miei di problemi son lievi e son altri.
Balli, canti, vivi la vita,
Bevi, mangi, ridi e non piangi mai.
Come fai? Come fai? Come diavolo fai?
Vieni dai, vieni dai, che ti ascolterò. Forse.
E quando sarà tutto quanto tornato al suo posto,
E riavremo arancione il tramonto,
Sarà il tempo adatto a parlarci per bene
Di stelle, aspettarle una ad una, per sempre.
Avremo davanti una notte di miti
Divini, mi guarderai come disceso
Dagli astri, mi masticherai con le ciglia
Le guance e al mattino sapremo che farcene.
M'illudono e cullano i prati d'Olanda,
Le vedo morire nel mare le strade,
Mi svegliano e fremono le onde d'estate.
Vivo, respiro, xilofoni in fila
Alle poste richiedono note più basse,
Mi faccio da loro passare davanti,
Che i miei di problemi son lievi e son altri.
Balli, canti, vivi la vita,
Bevi, mangi, ridi e non piangi mai.
Come fai? Come fai? Come diavolo fai?
Vieni dai, vieni dai, che ti ascolterò. Forse.
E quando sarà tutto quanto tornato al suo posto,
E riavremo arancione il tramonto,
Sarà il tempo adatto a parlarci per bene
Di stelle, aspettarle una ad una, per sempre.
Avremo davanti una notte di miti
Divini, mi guarderai come disceso
Dagli astri, mi masticherai con le ciglia
Le guance e al mattino sapremo che farcene.