28/01/2014
7 recensioniGeneri: Fluff; Slice of life.
n/A: Yay, prima fic su Noragami -ovviamente una Yato/Yukine perché io li adoro (otp♥). Questo è un missing-moment ambientato dopo il capitolo 11 del manga... Su internet purtroppo ci sono pochi capitoli... Devo iniziare a collezionarlo ;u; Tra anime e manga non so quale mi dia più feels- che bello- Amo Yato, davvero tanto. E Yukine non è carino e coccoloso come sembra (?)
.:I can feel your heartbeat:.
Yukine ha paura del buio.
Non lo ha mai detto a nessuno, ma Yato lo sa: con Yukine non c’è mai il bisogno di chiedere, perché ogni emozione e sentimento fluisce da una parte all’altra con estrema facilità, come un'osmosi continua ed inarrestabile ed involontaria. L’una per l’altra, le loro anime non hanno difese, ma solo confini labili, permeabili. Yato non sa precisamente il motivo per cui Yukine sia tanto spaventato dal buio. L’unica cosa di cui è certo è che questa paura esiste e che si è intensificata dopo la punizione –d’un tratto, Yukine ha scoperto che l’oscurità più pericolosa non è quella che lo circonda, ma si nasconde invece dentro di lui, sussurrando velenosa come un nido di vespe, e sebbene non sia più così debole da cedervi, non è nemmeno tanto forte da non temerla.
Anche in quel momento, Yato lo sa, Yukine ha paura. Ha gli occhi chiusi con così tanta forza che il fatto che non stia davvero dormendo sarebbe già di per sé evidente; poi si aggiunge il battito del cuore, troppo veloce per un morto, figurarsi per un dormiente. Yato lo ignora per un po’, ma quel suono sbilanciato, totalmente fuori ritmo, impedisce anche a lui di riposare; perciò sospira, rassegnato, e lascia scivolare un braccio verso il basso.
Le sue dita riconoscono il paille della sciarpa verde che Hiyori ha prestato a Yukine, quindi risalgono fino ad affondare nei capelli crespi ed ispidi del ragazzo. Lo sente sussultare, percepisce il suo respiro accelerare un momento per poi tornare subito regolare, avverte la sua indecisione. Poi, un borbottio: «Ehi, sei sveglio?»
Yato non trattiene una risatina. «Ovvio. Non hai idea del rumore che sta facendo il tuo cuore, lo sento anche io, lo sento dappertutto--»
Non riesce a dire altro, perché d’un tratto non sente più l’appoggio sotto la schiena e quando poi sbatte a terra sulla fredda pietra del tempio gli si mozza il fiato per il dolore. Per poco non si morde la lingua. Yukine, dopo averlo tirato giù da lì, torna a far finta di dormire con quello che sembra compiacimento. Yato protesta per qualche minuto, ma si ferma quando sente i capelli del ragazzino sfregargli contro il fianco e lo vede raggomitolato contro di lui. Il suo battito è ancora più rumoroso di prima, ma Yato sa con certezza che non è paura.
«Sai che con questo suono assordante è impossibile dormire, vero?» dice e ride un po’, Yukine affonda il viso nella sciarpa e brontola.
Non lo ha mai detto a nessuno, ma Yato lo sa: con Yukine non c’è mai il bisogno di chiedere, perché ogni emozione e sentimento fluisce da una parte all’altra con estrema facilità, come un'osmosi continua ed inarrestabile ed involontaria. L’una per l’altra, le loro anime non hanno difese, ma solo confini labili, permeabili. Yato non sa precisamente il motivo per cui Yukine sia tanto spaventato dal buio. L’unica cosa di cui è certo è che questa paura esiste e che si è intensificata dopo la punizione –d’un tratto, Yukine ha scoperto che l’oscurità più pericolosa non è quella che lo circonda, ma si nasconde invece dentro di lui, sussurrando velenosa come un nido di vespe, e sebbene non sia più così debole da cedervi, non è nemmeno tanto forte da non temerla.
Anche in quel momento, Yato lo sa, Yukine ha paura. Ha gli occhi chiusi con così tanta forza che il fatto che non stia davvero dormendo sarebbe già di per sé evidente; poi si aggiunge il battito del cuore, troppo veloce per un morto, figurarsi per un dormiente. Yato lo ignora per un po’, ma quel suono sbilanciato, totalmente fuori ritmo, impedisce anche a lui di riposare; perciò sospira, rassegnato, e lascia scivolare un braccio verso il basso.
Le sue dita riconoscono il paille della sciarpa verde che Hiyori ha prestato a Yukine, quindi risalgono fino ad affondare nei capelli crespi ed ispidi del ragazzo. Lo sente sussultare, percepisce il suo respiro accelerare un momento per poi tornare subito regolare, avverte la sua indecisione. Poi, un borbottio: «Ehi, sei sveglio?»
Yato non trattiene una risatina. «Ovvio. Non hai idea del rumore che sta facendo il tuo cuore, lo sento anche io, lo sento dappertutto--»
Non riesce a dire altro, perché d’un tratto non sente più l’appoggio sotto la schiena e quando poi sbatte a terra sulla fredda pietra del tempio gli si mozza il fiato per il dolore. Per poco non si morde la lingua. Yukine, dopo averlo tirato giù da lì, torna a far finta di dormire con quello che sembra compiacimento. Yato protesta per qualche minuto, ma si ferma quando sente i capelli del ragazzino sfregargli contro il fianco e lo vede raggomitolato contro di lui. Il suo battito è ancora più rumoroso di prima, ma Yato sa con certezza che non è paura.
«Sai che con questo suono assordante è impossibile dormire, vero?» dice e ride un po’, Yukine affonda il viso nella sciarpa e brontola.