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Autore: Francine    28/01/2014    7 recensioni
Quando era soltanto un ragazzino di dieci anni, quello era il momento della giornata che preferiva, perché Aiolos usciva dal retro della Nona Casa per godersi lo spettacolo di Venere che brillava in cielo, un ouzo tra le mani. A volte era da solo, a volte con Saga, più spesso con Aiolia. Il Sagittario sorrideva, facendogli cenno di raggiungerlo a metà strada. E quando Shura scendeva, c’era sempre una bottiglia anche per lui.
Terza classificata al contest Je vis dans un monde des mensonges et d’intrigues… indetto da Lucetta Streghetta.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Capricorn Shura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quando piovono le stelle'
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Nick dell’autore: Francine
Nick sul sito: Francine
Prompt: #10 “Scelte”
Personaggi: Capricorn Shura
Rating: Giallo
Genere:  Introspettivo
Avvertimenti: Nessuno
Coppie: Nessuna
Note dell’autore:  Quelle serie le trovate in fondo alla storia.
Terza classificata al contest Je vis dans un monde des mensonges et d’intrigues… indetto da Lucetta_Streghetta.
 



Quando sorge Venere
 



Mentre il sole cammina sulle tegole del cielo, indeciso se sedersi ad ammirare il panorama oppure tirare dritto fino al tramonto, Shura si affaccia dalla Decima Casa.
Quando era soltanto un ragazzino di dieci anni, quello era il momento della giornata che preferiva, perché Aiolos usciva dal retro della Nona Casa per godersi lo spettacolo di Venere che brillava in cielo, un ouzo tra le mani. A volte era da solo, a volte con Saga, più spesso con Aiolia. Il Sagittario sorrideva, facendogli cenno di raggiungerlo a metà strada. E quando Shura scendeva, c’era sempre una bottiglia anche per lui.
«Non credo che il Sommo Shion approverebbe. Sarà il nostro segreto», gli diceva Aiolos strizzandogli l’occhio. Un segreto. Un tacito patto che aveva il sapore delle cose da grandi, delle cose da uomini. Il giovane Capricorno non avrebbe saputo, né potuto, chiedere di meglio, nonostante non amasse il sapore dolciastro dell’anice.
Ma adesso che il Sagittario è polvere nel vento, il ricordo amaro di un brutto sogno al risveglio, quando  il viola e l’azzurro si tendono la mano sfumando in un'unica riga di colore all’orizzonte, quello è il momento in cui Shura esce sul piazzale davanti alla Decima Casa con una bottiglia d’ouzo tra le mani e ripensa con una punta di rammarico e dolore all’amico scomparso. All’amico caduto. All’amico che ha ucciso con le sue stesse mani.

Excalibur sa essere un fardello molto pesante, perché i doni degli dei non sono fatti per le spalle dei mortali. Anche se questi indossano vestigia dorate e scindono il legame tra gli atomi con un solo, singolo gesto.
«Eppure, se Athena ti ha fatto dono della Sacra Spada, significa che tu puoi sopportare questo fardello. Anche a costo di dover giustiziare un amico», gli ha ripetuto più volte il Sacerdote. E Shura ha scelto di credere che sia così, che il Sommo Shion abbia ragione. Perché dentro di sé sa che è più facile convincersi di percorrere un binario prestabilito tracciato dalle Morai al momento della nascita, un piccolo sbuffo d’inchiostro che si inscrive in un disegno più ampio, che avere il coraggio di prendere sulle spalle la responsabilità delle proprie azioni e deviare dalla rotta già impostata.
«C’è sempre una ragione in quello che accade. Un motivo. Ma se non li trovi, non fanno ancora per te.»
Shura sa che Javier non concorderebbe con la politica del Sommo Shion, ma il suo maestro è sui Pirenei, lontano dalla visione della Nona Casa che sembra tingersi di sangue, quando il sole arde quasi come se volesse portarsi dietro il mondo, in un incendio capace di bruciare il cielo stesso.
«Aiolos ha scelto la sua strada. Nel bene, come nel male», gli ha ripetuto il Sacerdote, quello stesso pomeriggio. E Shura sa che dovrebbe fare altrettanto. Forse così sarebbe più facile convivere con Aiolia ed il suo rancore muto?

E sia.

Inspira l’aria della sera.
Pizzica nel naso – o sono le lacrime che si impigliano tra le ciglia? – ma è fresca, pulita, pura. Alza lo sguardo al cielo, che si va ammantando di un tenue lillà, mentre Venere sorge e l’ombra, cupa, scende sui monti alle spalle di Atene.
«Lascialo andare, Shura. Lascia andare Aiolos. La sua vita è stata una menzogna. Entra nella verità», gli ha consigliato il Sacerdote, e Shura obbedisce. Rilascia i ricordi del compagno espirando tutta l’aria che ha nei polmoni. Venere che buca il cielo, le chiacchiere serali, la voce di Aiolos, la sua tenia rossa, il timbro un po’ nasale e il ritmo cantilenante del Sagittario, quello pigolante del Leone e quello calmo e pacato di Saga, il sapore dell’anice dell’ouzo, la bottiglia fresca tra le dita.
Quando riapre gli occhi, una lacrima solca la sua guancia, l’ultima che piange per l’amico scomparso. L’asciuga con il dorso della mano, abbassa la testa, lancia la bottiglia nel vuoto e rientra nella Decima Casa, mentre alla Tredicesima, Saga dei Gemelli sorride soddisfatto osservando Venere brillare in cielo, un bicchiere di vino rosso sangue tra le dita.
 


Note:
L’ouzo è una bevanda leggermente alcolica al sapore di anice, molto popolare in Grecia.

La tenia non è il parassita intestinale, bensì la fascia rossa che Aiolos porta sulla fronte e che, nell’antichità, caratterizzava gli atleti e gli eroi benedetti degli dei. Questa la devo ad avalon9.

Nel mio universo, il maestro di Shura si chiama Javier. Ed è un tipetto da prendere con le molle.
 
   
 
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