Metto un abbondante dose di eyeliner, mascara e ombretto nero sugli occhi, voglio la sua attenzione su di me, il suo sguardo gelido puntato nella mia direzione. Indosso un paio si shorts per far vedere le due piccole triadi che ho fatto tatuare ai lati delle caviglie, la mia maglietta con la scritta "This Is War" e mi guardo allo specchio, non sembro io, con la faccia dipinta come un teschio e i capelli blu fatti tingere il giorno prima, sembro una ribelle e selvaggia, ed è proprio quello che voglio essere. "Adele muoviti, Luisa ti sta aspettando!". Scendo di corsa le scale, nell' ingresso trovo mia madre con la bocca spalancata per il mio aspetto ma ho 18 anni e lei lo sa quindi volta la testa dall' altra parte sol dopo avermi baciato sulla fronte e augurato buon divertimento.
Esco fuori casa e vedo Luisa accanto alla sua macchina, le corro incontro e ci abbracciamo, adoro come mi stringe a se come se fossi la cosa più importante al mondo, mi brovoca un brivido lungo la schiena e una sensazione di appartenenza che nessuno mi aveva fatto mai provare prima, forse perchè la amo, ma non sono mai riuscita a rivelarglielo eppure tra noi non ci dovevano essere segreti, ricordo ancora il giorno quando le dissi che ero bisex e lei senza battere ciglio mi disse:" Non preoccuparti, siamo in due..". Saliamo in macchina, il viaggio sarà lungo quindi mettiamo il nostro Cd preferito, A Beautiful Lie. Dopo quattro lunghe ore siamo finalmente arrivate al PalaOlimpico di Torino, sono le tre di pomeriggio quindi decidiamo di andare in giro. 
Ovunque vedo ragazze e ragazzi con striscioni, magliette, tatuaggi che rappresentano i Thirty Seconds To Mars, la band che ci unisce, che ci fa essere una famiglia e che ci ha salvato la vita. Una ragazza con i capelli color arcobaleno mi chiede di fare una foto insieme, accetto imbarazzata ma sono contenta che qualcuno abbia notato il mio capolavoro. 
In poco tempo sono gia le otto ed è tempo di metterci in fila per entrare, prendo la mano umida di Luisa e la trascino verso i cancelli, ci mettiamo in fila e pochi minuti dopo il controllore strappa il biglietto giallo, non ci credo, non ci posso credere, tra poche ore vedrò la mia vita davanti, tremo, ho paura, paura che tutto questo possa finire, ma non finirà perchè lo custodirò nella mia memoria. Luisa mi abbraccia, no, troppe emozioni travolgenti in poco tempo, non lo posso sopportare, mi si annebbia la vista, Luisa si accorge della mia debolezza e mi lascia andare, ok sto meglio.
Seguiamo un gruppetto di ragazzi di cui uno è tappezzato di tatuaggi tra cui scorgo la scritta  "Provehito in altum" e ci troviamo addossate al palco, a circa due metri da dove si esibiranno i nostri idoli.
Non devo piangere o mi si rovinerà il trucco.

-Spero che il primo capitolo vi piaccia, recensite e fatemi sapere cosa ne pensate! ;)