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Autore: Inu_Ran    29/01/2014    3 recensioni
Dieci, undici, dodici.
“Ran, perché piangi?” che domanda stupida che aveva fatto ma ogni volta sperava che il motivo fosse un brutto voto o una litigata con Sonoko, qualcosa che avrebbe risolto velocemente.
“Per l’unica persona che continua a farmi soffrire.” Rispose con un filo di voce la mora per continuare a piangere. Conan sbuffò, era inutile illudersi, non poteva scappare dalla realtà. Non era forse lui stesso a dire che la verità è una sola?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Comprensioni.
                                           
 Le azioni umane non vanno derise, compiante o detestate: vanno comprese.
Baruch Spinoza
 
Uno, due, tre.
Cristalline gocce salate s’infrangevano sulla sua candida pelle per poi cadere sul pavimento. Piangeva già da ore e non comprendeva dove trovava tutta quella forza per tirare fuori dagli occhi, così piccoli, tutte quelle lacrime. Proprio lei che in quel momento si sentiva sfinita, esausta ed esaurita da tutta quella situazione.

Quattro, cinque, sei.
Shinichi sospirò stanco di quelle bugie. Aveva appena finito di parlare, come faceva ormai da tempo, al telefono con Ran per inventare l’ennesima scusa giustificando la sua mancanza. La ragazza gli aveva urlato contro insulti ed era scoppiata a piangere. Shinichi sospirò di nuovo per poi indossare la sua maschera, quella di Conan Edogawa.

Sette, otto, nove.
Conan entrò senza bussare. Era diventata un’abitudine consolare la sua “sorellona” per gli errori commessi dal liceale. Era paradossale pensare che per quanto lui si sforzasse di essere presente, di tenerle compagnia ogni qualvolta lei ne avesse avuto bisogno, salvarla se era necessario e consolarla quando il dolore era così insopportabile da aver bisogno di aiuto, colui che riceveva i complimenti, lo stesso a cui voleva bene era Conan. Ormai Shinichi era quello da odiare, da incolpare per tutte le sofferenze. Shinichi e Conan. Conan e Shinichi. Un’unica persona e contemporaneamente due persone diverse.

Dieci, undici, dodici.
“Ran, perché piangi?” che domanda stupida che aveva fatto ma ogni volta sperava che il motivo fosse un brutto voto o una litigata con Sonoko, qualcosa che avrebbe risolto velocemente.
“Per l’unica persona che continua a farmi soffrire.” Rispose con un filo di voce la mora per poi continuare a piangere. Conan sbuffò, era inutile illudersi, non poteva scappare dalla realtà. Non era forse lui stesso a dire che la verità è una sola?
“Vedrai che prima o poi tornerà.” Cercò di consolarla per poi sedersi vicino a lei.

Tredici, quattordici, quindici.
Ran alzò il capo e smise di piangere fissandolo negli occhi. Erano uguali a quelli del detective liceale eppure nascondevano tristezza e malinconia a cui lei non diede troppo peso presa dal suo dolore.
“Dice sempre così ma poi sta lontano mesi. Dice di amarmi a Londra e poi non si fa sentire per giorni. Compare e poi svanisce. Non ci riesco. Non riesco più a fidarmi, a credere alle sue parole. Sono stanca di aspettare una  persona le cui promesse sono dei castelli di sabbia pronti a cadere non appena giunga il vento.” Disse mantenendo il contatto visivo con il “bambino”.
“Mi capisci?” Certo che la capiva ma lei capiva lui?

Sedici, diciassette, diciotto.
“Ran io… io so… sono…” Voleva dirle la verità, voleva porre fine a quel dolore. Ma non poteva. E non era solo per l’organizzazione, non avrebbe sopportato il suo sguardo pieno di odio, di rabbia, non avrebbe sopportato di essere giudicato perché nonostante tutto lei era felice di rivedere, quelle poche volte, Shinichi anche se dopo la sua scomparsa tornava a piangere e soffrire. Ma soprattutto non avrebbe sopportati di essere il suo carnefice.
“Io sono sicuro che tornerà e che ti vuole bene.” Per questo continuò la sua recita, indossando la maschera e sforzandosi di sorridere.

Diciannove, venti, ventuno.
“Se lui mi volesse bene sarebbe qui adesso. Perché non capisce quanto io stia soffrendo?” Shinichi girò di scatto la testa fissando una mattonella poiché un improvvisa rabbia s’impossesso di lui ed essa non era un sentimento che lo si poteva identificare con un bambino dell’elementari, era come se per un momento avesse smesso di fingere tornando il ragazzo diciassettenne . Tutti lo giudicavano, gli facevano pesare le sue scelte, gli ricordavano il dolore che stava facendo patire a Ran. Anche quest’ultima era sempre pronta a ricordaglielo. Ma ognuno di loro non si era mai fermato un attimo a riflettere che anche lui era un uomo, che anche lui soffriva. Lui doveva capire gli altri, ma gli altri avevano mai veramente capito lui? Non sapevano come si sentiva vedendo che  ogni giorno, ogni ora e ogni minuto Conan soffocava la vita di Shinichi e che prima o poi quest’ultimo sarebbe scomparso. Loro non sapevano quanto dura potesse essere mentire alla persona amata, non poterla consolare ma essere costretto a vederla piangere. Loro non comprendevano cosa significasse non esistere, essere il fantasma di sé stesso.
“Io lo odio.” Sussurrò Ran. Neanche lei capiva.


Ventidue, ventitre, trenta, quaranta o forse cinquanta, ormai aveva perso il conto di quante volte il dolore l’avesse trafitto. Ed ogni frase, ogni azione, ogni bugia, era una nuova ferita che si univa alle altre  ed era paragonabile a mille aghi che laceravano il suo cuore. 
Contarle sarebbe stato impossibile, era meglio dimenticarle ed aspettare che con il tempo scomparissero. Ma era così stanco che alle volte gli sarebbe piaciuto uscire allo scoperto, rivelando al mondo intero chi lui veramente fosse, prendere in braccio Ran,  baciarla ed avere una vita felice con lei. Ed invece si trovava seduto sul letto, con gli occhi che fissavano un punto del pavimento, mentre le orecchie ascoltavano la ragazza lamentarsi. La rabbia andò via e con lei anche Shinichi. Era ora di tornare a fingere. Conan alzò lo sguardo per poi sorriderle.
“Adesso basta piangere. Vestiti, sistemati che con una bella giornata come questa andiamo a prendere un gelato. Non voglio sentire scuse. Ti prego, fallo per me.” La pregò ”Te lo pago io.” La karateka rise a quell’ultima frase. Si asciugò la faccia con dei fazzolettini ed abbracciò il suo fratellino. Conan si cullò tra le sue braccia ,poiché in quel momento voleva che il calore del suo corpo riuscisse a riscaldare il suo cuore freddo e lacerato, mentre Ran trovo del sollievo nelle braccia di colui che la capiva.
“Grazie, grazie e altre mille volte grazie.” Come sempre Conan aveva risolto la situazione. Come sempre Conan era quello buono.
“Grazie per esserci, fratellino.” Un altro ago. Ma non era il tempo di compiangersi, era il tempo di fingere…
“Prego.”
…Ed in quello ormai era diventato un vero esperto. E un giorno forse specchiandosi non avrebbe visto l’ombra di Shinichi nei suoi occhi ma avrebbe riconosciuto nello specchio solo la faccia di Conan. E forse , solo allora, il dolore sarebbe stato un ricordo lontano.
 

Angolo dell’autrice:
Se volete potete pure tirarmi dei pomodori in faccia. Prima di tutto mi presento sono Inu_Ran ed è la prima volta che scrivo in questo fandom. Da poco mi sono messa a leggere alcune storie che ci sono nel fandom e mi sono accorta che in quasi tutte le attenzioni sono sempre rivolte a Ran ed al dolore che prova. Sia chiaro che io non odio questo personaggio anzi trovo che i due siano una coppia fantastica, però ho voluto mettere in mostra i sentimenti del detective che sembra impassibile ma che in realtà soffre. Quando prova della rabbia non è una rabbia che spinge un uomo ad uccidere, ma delusione verso quelle persone che non si sono mai fermate a chiedere: come stai? Stai soffrendo?. Ovviamente è un sentimento che provano tutti gli uomini e lui come tale lo prova. Il sentimento non dura molto perché il suo amore per Ran è forte. Alla fine io penso che se lui fosse veramente Conan non proverebbe dolore perché a parer mio Conan e Shinichi sono due persone diverse ma allo stesso tempo uguali ( lo so, sono pazza XD).Ora non so da dove sia uscita questa storia ma ho voluto fare una prova e scrivere su questo fandom. Ci tengo a ringraziare tutti voi che avete letto e che siete arrivati fino la fine, ringrazio chi  la metterà tra le preferite, seguite o ricordate e grazie anche a chi recensirà. Un bacio a tutti voi, buona serata ^.^ 
  
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