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Autore: SunlitDays    29/01/2014    2 recensioni
Korra non lo sa, ma è sempre stata abitudine dell’Avatar nascondersi in luoghi sopraelevati e isolati; contemplare il mondo dall’alto, uno spirito guida che fa da guardia alle persone che ha promesso di proteggere.
O, semplicemente, una ragazza innamorata che sfugge al dolore.
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asami, Bolin, Korra, Mako
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: I Have Learned To Say Goodbye
Prompt: Mako/Korra, my world has changed and so have I. I have learned to choose and I have learned to say goodbye (Pocahontas II)
Rating: Verde
Ship: Korra/Bolin!FRIENDship, Mako/Korra, Mako/Asami
Avvertimenti: spoiler per il book 2 di Korra
Conteggio parole: 740
NdA: dedicata alla regina delle Makorra (kuma_cla) che me l’ha promptata. Soffriamo insieme la fine della nostra ship, sista.
Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto perché questa fic è davvero ignobile, ma mi sono resa conto di non riuscire a scrivere delle buone Makorra. Ma, beh, almeno ci ho provato, no?


Korra non lo sa, ma è sempre stata abitudine dell’Avatar nascondersi in luoghi sopraelevati e isolati; contemplare il mondo dall’alto, uno spirito guida che fa da guardia alle persone che ha promesso di proteggere.
O, semplicemente, una ragazza innamorata che sfugge al dolore.
Ed è qui che la trova Bolin, in cima al Tempio dell’Aria costruito dall’Avatar Aang, e dove anche quest’ultimo, una vita fa, soleva nascondersi quando il peso delle responsabilità si facevano troppo gravoso da sopportare.
Korra lo vede dall’alto, mentre comanda alla terra di alzarsi e portarlo su in cima. Ha un sorriso gioviale in volto e appena la raggiunge lancia un grido di vittoria, le braccia alzate verso un pubblico invisibile, come se avesse vinto una partita di pro-bending.
“Che bello poter usare le mie favolose abilità di dominatore della terra. A Republic City mi avrebbero come minimo arrestato per distruzione di suolo pubblico,” dice, mentre le si siede accanto.
Korra ride. “Non credo che Tenzin ne sarà molto contento. Ma non ti arresterà, tranquillo. Al massimo ti butta giù dal tempio.”
“Credo che rischierò,” le risponde, stendendosi con le braccia incrociate dietro la testa e rischiando di scivolare di sotto.
Lei lo afferra giusto in tempo. “A meno che non ti ammazzi da solo.”
Scoppiano entrambi a ridere ed è così bello passare del tempo con un amico, rilassati, senza nemici da combattere.
Le risate si spengono pian piano. Korra sposta il peso sui gomiti, la testa all’indietro e gli occhi socchiusi per proteggersi dal sole. Sente lo sguardo di Bolin su di sé, ma decide di attendere che sia lui a parlare.
Dopo un po’, lui prende un respiro profondo prima di chiederle: “Tutto bene?” Una domanda di circostanza così semplice, eppure il tono di voce è serio e profondo, e Korra decide di pensare bene alla risposta da dare.
“Andrà tutto bene.” Decide che è il meglio che possa fare.
Lui si agita a disagio. “Mi dispiace per quello che è successo. Per la faccenda del collegamento con gli altri Avatar… anche se non ho ancora ben capito come funziona. E… per Mako. Mi dispiace se si è comportato come uno scemo.”
Lei scuote la testa. “Mako non ha fatto lo scemo. Sì, insomma, non è stato bello che mi abbia mentito, ma so che l’ha fatto con tutte le buone intenzioni.”
“Sono contento che tu la veda in questo modo,” dice lui, agitando una gamba che penzolava nel vuoto. “Credevo che come minimo gli avresti dato un cazzotto per quel bacio.”
“Bacio?” chiede lei, un sopracciglio alzato, ma lui non sembra sentirla.
“Cioè… io gliel’ho detto. Gli ho detto: Mako, che caspita fai? Korra è via da neanche una settimana e tu già te la spassi con Asami? E—”
“Asami?” urla Korra, mettendosi seduta. “Bacio? Cosa…?”
Bolin ha uno sguardo mortificato. “Oops!”
La rabbia le sale dallo stomaco alla gola, veloce e cocente, ha il viso in fiamme, le mani gelide, e sente un bisogno improvviso di sputare tutta la furia che le ribolle in corpo. Fa’ l’unica cosa che le sembra sensata in quel momento: si getta giù dal Tempio. Le sue gambe allenate trovano ogni protuberanza su cui rimbalzare e l’aria si addensa per rallentarle la caduta. Poi tocca terra e comincia a correre, il terreno che annerisce con ogni suo passo, il fuoco che si sprigiona da mani e piedi.
Trova Mako seduto sulla piccola collina su cui lei e Tenzin sono soliti meditare. Apre la bocca per urlare, sbraitare, imprecare, o forse solo per vomitare, ma si blocca quando vede che Asami è con lui.
Sono seduti vicini, le spalle che si sfiorano, parlano e ridono, e sembrano così felici e in sintonia.
La rabbia svanisce all’improvviso e, forse, se in quel momento fosse stata in camera sua si sarebbe concessa di cadere in ginocchio e singhiozzare, ma non lo fa, osserva.
Oltre Mako e Asami, c’è la splendida vista di Republic City, i suoi blocchi di cemento disparati, le luci colorate e il mare che splende sotto il sole del pomeriggio.
Sembra immobile eppure viva, e mentre i mignoli di Mako e Asami s’intrecciano, una nave suona la tromba per annunciare il suo arrivo.
Korra si volta di scatto e con passo lento e misurato si allontana da quella vista felice e serena.
Il mondo è cambiato, Mako è cambiato, tutto è cambiato. È arrivato il momento che anche lei cambi e impari a lasciare andare.
“Addio, Mako.”

 
   
 
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