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Autore: Becka74    29/01/2014    8 recensioni
Arriva la neve a Mystic Fall. Elena e Damon hanno rotto, e lei si e trasferita da Bonnie. Damon parte. Entrambi hanno il cuore in pezzi. Gli amici escogitano un piano per farli incontrare e poi...
leggete e vedrete
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un Natale da ricordare

Si alzò di buon ora e ancora nn si ricordava di essersi trasferita a casa di Bonnie dopo la rottura con Damon. Indossava il pigiama della prima volta che lui le disse ti amo, ma poi glielo aveva fatto dimenticare.

Era un modo per sentirlo vicino e non arrendersi a quello che lui aveva deciso: "lasciarla libera".

Andò in salotto e poi in cucina per farsi una tazza di caffè, mentre veniva su si affacciò alla finestra e vide che tutto davanti a lei era bianco, come coperto da una morbida e candida coperta di cachemire. Rimase ad ammirare la bellezza di quel paesaggio, in silenzio e sperava che la serenità della neve le facesse sentire meno la mancanza ma nn ci riusciva.

Si svegliò anche Bonnie e arrivò in cucina tutta assonnata.

"Elena è l'alba, cosa succede" disse sbadigliando Bonnie

Elena non la sentì nemmeno ed allora Bonnie capì e si avvicinò all'amica.

"Ehi" disse " Tutto bene? Ti manca vero? "

Elena la guardò e disse "Si da morire, Ancora nn ci credo. Dopo tutto quello che abbiamo passato, tutto questo tempo che lui..."

"Se ha deciso così ci sarà un motivo. Non so quale ma c'è un motivo. Sai noi nn siamo mai andate d'accordo. a volte non condivido i suoi modi. Ma di quello di cui sono sicura Elena e che ti ama, forse più della sua stessa vita".

Elena guardò la sua amica e le sorrise e la ringraziò

" Suvvia Elena é Natale questo vuol dire dolci, albero e shopping", ma appena ebbe finito la frase Bonnie si morse la lingua.

Elena tornò in camera apri l'armadio e tirò fuori un maglione pesante e un paio di jeans, poi sotto la doccia e via.

Quando tornò giù in salotto Bonnie aveva tirato fuori le decorazioni natalizie e sul tavolo c'era un rametto di vischio proprio come quello che poco l'anno prima aveva trovato alla casa sul lago. Era assieme a Damon ed anche in quell'occasione l'aveva lasciata libera.

Bonnie la guardò e disse "Devo uscire vieni come ?"

 

"No grazie preferisco rimanere qui a casa. ho bisogno di stare un po' da sola" rispose Elena sedendosi in poltrona ad ammirare la neve.

Avvolta nella coperta con la tazza di caffè e con il suo diario sulle gambe. Voleva provare a scrivere per vedere se le idee si mettevano in ordine, il cuore in tumulto rallentava e riusciva a pensare a come fare per far capire a Damon che adesso senza di lui, si sentiva persa, sola e triste.

Un ramo di un albero colpì la sua attenzione. Aveva smesso di nevicare ed il sole faceva risplendere la neve, che sembrava ancora più bella.

Di colpo e nemmeno lei se ne rese conto, si ritrovò a pensare alla gita al lago, assieme a Bonnie Jeremy al professor Creepy come lo chiamava Damon ed in particolare a quando lei e Bonnie e Jer addobbarono lo chalet per Natale sotto lo sguardo dolce di Damon.

Si ricordò di aver trovato un rametto di vischio e di essere corsa da lui per baciarlo e di come lui l'avesse respinta e poi il racconto del suo Natale, la sua festa preferita. Una festa che il maggiore dei Salvatore passava assieme a suo fratello, fino a quando non diventò un vampiro.

Elena ricordava tutto di quel momento, il tono della voce, lo sguardo ed il sorriso di Damon, ma anche la profonda amarezza per l'ultimo Natale felice con suo fratello.

Pensava, rifletteva, si angustiava, ma nn riusciva a capire il perché di quella separazione. Prese il cellulare, sfogliò tutta la rubrica partendo consapevolmente dal fondo e quando arrivò a Damon non sapeva cosa fare. Aveva voglia di sentire la sua voce, la sua risata, ed i suoi ti amo, ma aveva paura.

Poi un rumore la riportò alla realtà. C'era qualcuno alla porta, vide un'ombra alla finestra e corse per vedere chi fosse.

Apri la porta, corse fuori ma nessuno. Stava per rientrare, ma qualcuno le passò alle spalle si girò di scatto ma nessuno. Corse in mezzo al giardino non curante di avere solo i calzettoni ai piedi si guardò intorno ma nulla. Decise di fare il giro della casa per vedere chi si divertiva a prenderla in giro ed in cuor suo sperava che ci fosse solo una persona. Finito il giro, non trovò anima viva, ma era sicura che ci fosse qualcuno. Delusa, rientrò in casa e tornò a sedersi sulla poltrona in compagnia del suo diario. Non aveva scritto una riga. La confusione era sempre li, come il senso di vuoto e di impotenza.

In realtà qualcuno c'era, ma era stato troppo attento a non farsi vedere. Il cuore di Elena aveva ragione Damon era lì. Provava le stesse cose, voleva vederla, parlarle, dirle che l'amava, che era uno stupido e da quando l'aveva lasciata nulla aveva più senso. Era talmente assorto ad ammirare Elena che non si accorse dell'arrivo di Bonnie.

“Ehi” gli fece Bonnie

“ Ciao streghetta” disse Damon

“ E' inutile che fai l'antipatico si vede lontano un miglio che soffri a starle lontano e lei uguale. Quindi che stai facendo?” lo incalzò Bonnie

“ Lunga storia” rispose Damon

“Fammi un riassunto, perché non posso vederla così triste” aggiunse Bonnie

“Vediamo, sono un vampiro” sorrise Damon

“ anche lei Damon ricordi?” rispose basita Bonnie

“ Ho fatto cose Terribili”

“ Si lo so Damon, c'ero. Ti ho anche voluto morto, ti ho combattuto, ma ho anche visto quante volte hai salvato Elena, me, Jeremy e tutti gli altri. Non condivido i tuoi metodi, ma ho visto quanto hai reso felice Elena, quanto ti sei dato daffare per tenerla al sicuro ed ora, molli?” domanda Bonnie

“Io nn mollo, ma ho fatto cose in passato, incontrato persone che potrebbero tornare e non voglio che lei ci vada di mezzo a causa mia” replicò Damon

“ Tutti abbiamo un passato, più o meno secolare caro mio. Ma con il se, il ma o il forse non s risolve nulla. Va là dentro e parlale, spiegale cosa succede. Sta pensando che sia colpa sua” ribadì Bonnie

“Forse un'altro giorno. Ti prego nn dirle che ero qua per favore. Avevo solo bisogno di vederla” disse Damon andando via.

Si girò un ultima volta e disse “ grazie, stalle vicina ne avrà bisogno” e poi sparì.

Passarono diversi giorni, ed Elena era sempre più triste, non usciva mai. Stava in casa o in poltrona ad ammirare la neve o a sedere sul davanzale della finestra assorta.

Bonnie le aveva provate tutte, adesso non sapeva cosa fare.

Aveva provato con il college, con le classiche cose da ragazze, pigiama party, unghie, capelli, e anche con Caroline, ma niente.

Era li, inerme, ferma. A volte sembra che non respirasse nemmeno. Mangiava pochissimo e beveva moltissimo whisky ma sopratutto bourbon

Dopo quel giorno Damon nn si era più visto, anzi Bonnie aveva sentito che era montato in macchina ed era partito, destinazione ignota.

“Elena, Elena, - urlò Bonnie dal salotto- io devo uscire, mi vedo con Jeremy al Grill vuoi venire?”

Nessuna risposta arrivò e Bonnie andò a vedere. Elena era a sedere sul davanzale della finestra con lo sguardo lontano migliaia di miglia.

La lasciò li e andò al Grill, Jer e gli altri la stavano aspettando.

Erano seduti tutti al solito tavolo, quello vicino al biliardo. Il solito tavolo che li aveva visti in tutte le crisi precedenti, ma questa volta era diverso nessuno minacciava nessuno, il mondo nn stava per finire e non c'era nessuna apocalisse vampirica in avvicinamento.

L'atmosfera era diversa, mancava qualcosa. Mancavano Damon e Elena, i loro battibecchi, i loro sguardi, la loro intraprendenza.

“ Dobbiamo fare qualcosa” disse Bonnie

“Non l'ho mai vista così”

“Nemmeno quando sono morti i nostri genitori si era distaccata così. Sono preoccupato” continuò Jeremy

“ Vi devo dire una cosa” intervenne Stefan . “Damon se ne è andato”

“Lo sappiamo” risposero gli altri

“No non capite. Ha portato via tutte le sue cose. La sua camera è vuota” sottolineò Stefan

“ Eh no se facciamo il gioco a chi è più triste non ne usciamo” disse Caroline

“Dobbiamo trovare un modo per far tornare Damon e far uscire Elena da casa e farli incontrare” continuò Caroline

Ci fu un momento di silenzio tutti guardarono Caroline. La vampira bionda non era mai stata contenta di Damon ed Elena insieme, anzi era assolutamente contraria e quindi quella frase sconcertò tutti.

“ Si lo so lo so” disse ridendo Caroline

“non sono una loro fan ma nn posso vedere Elena così. Quindi a lavoro” esortò Miss Mystic Falls.

L'incontro durò un paio di ore, ma di idee buone nemmeno l'ombra, il gruppo di amici si salutarono con la promessa di ritrovarsi domani con un piano.

Bonnie tornò da Elena, Jeremy insieme a Stefan al pensionato, Matt restò al Grill e Caroline andò a trovare sua madre.

Quando Bonnie tornò a casa Elena stava sulla poltrona leggendo un libro o qualcosa di simile. La salutò ed andò a prepararsi la cena. Poi si mise a sedere accanto all'amica e si accorse che non era un libro ma il diario di Elena. Ma c'era qualcosa di diverso dal solito diario. Era il diario che aveva iniziato quando era diventata vampiro. In quel libro di pelle marrone, c'era scritto tutto quello che provava, la prima volta che aveva ucciso, Damon che le aveva salvato ancora la vita, Damon che come sempre si era fatto da parte per lasciarla suo fratello, Damon, Damon e sempre Damon.

Ogni singolo momento che lei aveva condiviso con il maggiore dei Salvatore. Tutto il bello e tutto il brutto della loro storia, del loro cammino insieme, fino a quando Elena si era resa conto che ormai lo amava, non poteva fare a meno di lei.

Bonnie fini di cenare e mandò un sms a Jeremy, “Dobbiamo fare presto va sempre peggio”.

Nel mentre a casa Salvatore Stefan e Jeremy stavano cercando qualcosa per riportare Damon indietro. Non c'erano cattivi, non c'era pericoli, non serviva uno stratega.

Andarono a letto e le luci nelle case di Mystic Falls si spensero.

La mattina successiva un gran trambusto animava casa Salvatore. Caroline era sul piede di guerra aveva partorita un'idea. Rifare gli interni di casa Salvatore, svecchiarla, renderla più luminosa e meno retrò.

Chiamò tutti i componenti della banda ed il summit si tenne nel grande salotto dei Salvatore.

All'inizio ci fu un po' di perplessità da parte degli altri, ma poi visto che a nessuno era venuto un'idea migliore, la proposta di Caroline fu approvata.

“L'idea l'abbiamo, ma adesso come faccio a far tornare tuo fratello Stefan? “ chiese Matt

“Potrei chiamarlo dirgli che voglio rifare casa e che ho invitato un vecchio amico e che ho bisogno di lui. Gli dirò che Elena è tornata al college che saremo solo noi” spiegò Stefan

“Non penso che in questo momento a Damon interessi qualcosa dei mobili o della casa” ribatté Bonnie. “L'amico deve essere qualcuno a cui lui tiene” Aggiunse

“Rick è morto, Rose pure” aggiunse Jeremy

“Stefan, che dici? Chi può essere tanto importante per farlo tornare?” incalzò Caroline

“ Non vi preoccupate ci penso io a Damon è mio fratello, lo conosco e so come fare” rassicurò Stefan

“Piuttosto come facciamo a far uscire Elena di casa e farle venire qui?” chiese Bonnie

“ Ci pensiamo io ed Bonnie” disse Caroline

“Matt e Jeremy procuratevi dei teli bianchi in modo da coprire tutti i mobili, poi nuova tappezzeria che dici di un blu invece di questo rosso scuro Stefan? E le pareti bianche?” Aggiunse

“ Oddio, un cambio radicale, possiamo fare qualcosa di meno drastico, tipo tende marroni e pareti di un giallo tenue? “ controbatté Stefan

“Aggiudicato” rispose Caroline

Allora banda a lavoro ognuno sa deve fare. Iniziamo, Stefan chiama Damon e digli che fra due giorni deve essere qui.

Stefan prese il telefono e chiamò il fratello. Il telefono squillò a lungo e poi una voce disse

“ Che c'è”

“Ciao fratello, ho bisogno che tu torni a casa?”

“Seriamente Stefan, che vuoi non sono in vena?” disse scocciato Damon cercando di tagliare corto

“Damon devi tornare a casa, ho bisogno del tuo aiuto” prosegui Stefan

“oddio che hai combinato? Quale pericolo mortale sta per abbattersi sulla ridente città di Mystic Falls”

“Non per telefono viene qui e lo vedrai. Fra due giorni ti aspetto a casa Ciao”.

“Stefan, Stefan, aspe.....” non fece a tempo di finire la frase che Stefan aveva già attaccato.

Tutti lo guardarono sbigottiti.

“ che c'è?” disse Stefan sentendosi osservato.

“ E il caro amico che fine ha fatto?” disse Caroline

“ Sei stato criptico Stefan” aggiunse Matt

“Vedrete, tornerà anche prima conosco mio fratello” disse Stefan

Adesso shopping e voi ragazze preparate Elena per il grande giorno. Si salutarono e tutti si diressero verso le proprie abitazioni.

Bonnie appena arrivò a casa raccontò la cosa ad Elena, ma la reazione fu minima.

“ Dai Elena ci sarà da divertirsi, fare le designer” disse Bonnie

“ Si ma a casa Salvatore Bonnie, non capisci?” alzò la voce Elena

“ Se ti preoccupi di Damon lui non ci sarà tranquilla, me lo ha giurato Stefan” la rassicurò Bonnie “ E poi devi uscire e svagarti un po'. Facciamo così viene con me e Caroline, se poi dopo una mezz'oretta nn riesci a stare puoi andare via. Ma devi venire, tutti anno voglia di vederti Elena” aggiunse Bonnie

“Ok ho capito, vedremo” chiuse il discorso Elena.

Il piano era in atto. Il giorno arrivò e tutti erano pronti a svolgere la missione assegnata. Il primo ad arrivare al pensionato fu Matt che assieme a Stefan e Jeremy iniziò a organizzare i lavori in attesa delle ragazze che arrivarono con un certo ritardo.

Elena nn voleva andare, era troppo doloroso rientrare dove tutto era iniziato e finito. Aveva paura di nn reggere, di cedere alle sue emozioni ai suoi ricordi, ma lo aveva promesso a Bonnie e quindi si alzò bevve un bicchiere di bourbon, doccia e poi giù in salotto, dove nel frattempo era arrivata anche Caroline con il timing dei lavori.

Le tre ragazze si diressero verso la casa dei Salvatore.

Elena indugiò prima di entrare, ma poi ce la fece. La prima cosa che vide fu l'immenso salotto e su ebbe un dea-vu, della prima volta che era entrata in quella casa, del corvo, di quel ragazzo con lo sguardo penetrante e amante dei doppi sensi. Tutti gli episodi accaduti la riportavano a quella stanza a quel caminetto ed in tutti c'era sempre stato Damon, ma adesso no. Vedeva facce amiche, la sua famiglia ma non le bastava. Allora corse su per le scale, lungo il corridoio fino a quella porta. Si fermò, la guardò. Avvicinò la mano come per aprirla mai si tirò indietro. Passarono 2 o 3 secondi prese coraggio e aprì la porta. Entrò e se la chiuse dietro.
Le lacrime iniziarono a scendere copiosamente. Si ricordò tutto, la prima volta che era entrata in quella stanza, la prima volta che aveva dormito in quel letto e la bellezza di osservare Damon dormire. Le chiacchierate, le confidenze, i baci, le carezze e poi tutto l'amore che si erano scambiati. Tutto era come allora, ma anche lì Damon nn c'era. Cercò qualcosa di suo, non un vestito, una maglietta, una camicia, non c'era niente. L'unica cosa che era rimasta era l'ultimo libro che Damon le aveva letto “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen. Lo prese e lo strinse come se volesse riprovare quelle sensazioni di quel pomeriggio.

Scese giù in salone. Ci fu un momento di silenzio e poi Jeremy disse “ Ehi tutto ok, ti va di aiutarci?”

“Si Jer, che devo fare?” rispose Elena sforzandosi di sorridere

“Prendi quei teli ed inizia a coprire tutti i mobili. Dopo inizia a togliere i tappetti e anche le tende se ce la fai” disse Jeremy

“Ok Jer mi metto all'opera” rispose Elena. Sperava che buttandosi nel lavoro, nella fatica fisica quel dolore, quella sensazione di soffocamento si sarebbe alleviata. Elena non si risparmiò e si concentrò talmente che non si accorse che tutti gli altri a poco a poco se ne andarono lasciandola da sola. Prima coprì tutti i mobili, l'ultimo fu il mobile del bar dove c'era il bourbon, poi iniziò a togliere i tappeti, cercando di piegarli in modo che non si sciupassero. Finito con i tappetti, passò alle tende, prese la scala e salì sopra e iniziò con quella che dava sul porticato per passare poi al resto. Per finire tutto ci mise all'incirca 3 ore. Si sentiva esausta, e quando ebbe finito proprio tutto si girò e s accorse di essere sola. Chiamò Jeremy prima, poi Matt e Bonnie, ma nessuno rispondeva. Prese il cellulare e chiamò Bonnie.

“Ehi dove siete finiti tutti “ disse Elena

“Ah si scusa Elena siamo dovuti venire a prendere, la tinta che Matt si era dimenticato e Stefan e Jeremy le scatole per mettere tutti gli oggetti del salotto. Mi dispiace ci siamo dimenticati di avvertiti. Rimarremo fuori per circa due o tre ore. Ma se hai bisogno mi faccio accompagnare da Matt?” spiegò Bonnie

“No fate pure, ho finito ma vedo se c'è da fare altro. Ci vediamo dopo” salutò Elena.

Aveva finito davvero tutto, non c'era da fare niente e decise di andare in cucina a farsi un caffè. Entrò e un'altra ventata di ricordi la invase. Rivide Damon con il grembiule che rigovernava le stoviglie, o che le prepara il caffè o la cena a Jeremy. Risentì le loro risate quando Lei bruciò la prima torta che aveva provato a fare. Si sbrigò a fare il caffè è uscì. Tornò e si mise a sedere nella grande poltrona di fronte al caminetto, e tirò fuori dalla borsa il libro che aveva trovato su in camera di Damon. Lo aprì e iniziò a leggere. Ogni pagina le ricordava, uno sguardo, la voce di Damon.

“Una lettura terapeutica” pensò Elena “ sembrava che quel libro le sollevasse il cuore.”

Ad un certo punto il grande portone si aprì e qualcuno entrò, Elena nn si alzò a guardare pensava fossero gli altri rientrati dallo shopping. Continuò a leggere si stava rilassando, finalmente la tensione si stava allentando, la storia di Elisabeth e Mr Darcy le era sempre piaciuta e in qualche modo nella loro storia vedeva qualcosa di lei e Damon.

Si appoggiò il libro sulle labbra e tirò un lungo sospiro, chiuse gli occhi per un secondo e poi sentì quella voce che conosceva, che amava.

Damon era tornato. Non sapeva se essere felice o aver paura o essere arrabbiata.

“Stef dove sei? Su fratello vieni fuori? Che succede? Dove sei finito? Mi sto innervosendo” disse Damon andando in su e giù per il corridoio.

Elena nn sapeva cosa fare. Si doveva alzare? doveva affrontarlo? O era meglio cercare si uscire senza farsi vedere? Chiudere lì come aveva fatto lui?

A queste domande non sapeva come rispondere, non sapeva che fare.

“Calma Elena, calma, rifletti potrebbe essere l'occasione per chiarire, per capire, per cercare di ….”

Aveva 3000 cosa da dirgli ma tutti iniziavano con “io ti amo, senza di te la vita non funziona, io non funziono”.

Ma era ancora troppo forte il dolore della separazione che decise di provare a svicolare dalla porta finestra del salotto. Uno, due e tre, “ Adesso o mai più” pensò Elena. Con la super velocità cerco di arrivare alla porta finestra, ma purtroppo nel correre urtò un vaso che cadde e si ruppe.

“Chi c'è ? Stefan ?” disse Damon

Si guardò indietro e corse via, mentre Damon entrava nel Salone.

“Ehi Fermati, chi sei?” urlò Damon vedendo quest'ombra che si allontana va furtiva.

Era in giardino, si nascose dietro il grande albero. Aveva il cuore in gola, era intrappola dal giardino nn si usciva. Non sapeva cosa fare. Paura, rabbia, ma allo stesso tempo era felice, speranzosa.

“ Sei intrappola chiunque tu sia. Vieni fuori” disse Damon

“Non mi fare venire a prenderti sarà peggio te lo assicuro” continuò il maggiore dei Salvatore.

“non è un bel periodo, anzi non vi va proprio di giocare a nascondino” continuava a parlare Damon mentre si avvicinava al nascondiglio di Elena.

Uscì, indossava una tuta bianca da lavoro enorme e un berretto che le nascondeva il viso ed i capelli.

“Ah eccoti” disse il vampiro

“Chi sei?” incalzò Damon

“Ti conosco?”

“Fammi vedere il tuo viso”

Elena si girò e diede le spalle a Damon. Non l'aveva riconosciuta, la tuta era stata una buona idea. Poteva sempre farcela decise di provare a scappare, ma Damon fu più veloce di lei e l'afferrò per un braccio e con la stessa velocità riusci a toglierle il capello.

I lunghi capelli castani di Elena scesero bellissimi e Damon per un momento rimase senza fiato. Elena aveva gli occhi gonfi e le lacrime non sarebbero tardate.

“Elena, tu! “ disse Damon sbalordito

Si guardarono ed il mondo sparì. Un attimo eterno. Finalmente Damon l'aveva di nuovo vicina ed Elena sentiva di nuovo le mani di Damon toccarla.

Poi ritornarono sulla terra e Damon la lasciò.

“Cosa ci fai qui? E per di più vestita da operaio tutto fare? “ disse con il suo tono sarcastico Damon

“ Sto aiutando Stefan e Jeremy a rinnovare l'arredamento della casa. Credimi... “ disse Elena ma poi si fermò in silenzio.

Tutto quello che voleva dirgli adesso nn aveva più senso, non ricordava più quello che doveva dire.

“Cosa? Dimmi, in cosa devo credere Elena?” le disse in tono dolce.

Quel tono sembrò accarezzarla e le diede coraggio,

“In me, in me solo in me. Anzi no in Noi. Ti prego” sussurrò Elena

Damon la guardò, ma non sapeva cosa dire. Averla lasciata era stata la cosa più difficile che aveva mai fatto, una decisione che lo aveva lacerato.

“ Tu sei la mia vita Elena. Ma io ho un passato ho fatto cose terribili, ho ucciso persone. E prima o poi qualcuno verrà per farmela pagare e io....” Damon si girò non poteva continuare sentiva le parole morire in gola e sentiva l'arrivo delle lacrime.

“Tu cosa?”

Silenzio, lei cercò di avvicinarsi a lui e prenderle la mano, ma lui fece uno scatto repentino e si allontanò nuovamente. Se l'avesse sfiorata non l'avrebbe più lasciata andare.

“Tu cosa Damon” ripeté Elena

“Io ti voglio al sicuro, felice assieme alla tua famiglia e tuo fratello ai tuoi amici. Stare con me è pericoloso, non sopporterei vederti di nuovo in una cella, torturata per una cosa che ho fatto quasi 100 anni fa” aggiunse Damon

“Allora è solo per questo, ancora la solita storia che tu non mi meriti, che sei un mostro, una brutta persona, un assassino, ancora. Non so più come dirtelo. Io ti ho conosciuto nel periodo in cui volevi uccidere tutti, nel periodo in cui avevi perso la testa per Kathrine, ma poi ci sei sempre stato per me sia nei momenti belli e brutti”

“Elena ho ucciso tuo fratello ricordi. Devi smettere di giustificarmi”urlò Damon

“ Si è vero l'hai ucciso, ma poi ha fatto di tutto per riportarmelo. E quando sono diventata un vampiro, senza di te nn ce l'avrei mai fatta, sarei morta, non sarei qui. Io sono la tua vita, ma non capisci che tu sei la mia. Senza di te non funziona niente. Io non funziono” disse Elena con le lacrime agli occhi.

Damon si girò e non ce la fece. Andò da lei e la abbraccio. Un abbraccio profondo, intenso. Sembrava che le volesse dire, ti ho amato, ti amo e ti amerò in eterno.

“Mi sei mancato Damon. Non riuscivo a respirare. Ti prego credimi supereremo tutto insieme. Lo abbiamo sempre fatto. Ti prego credimi, ne sono sicura. Ti fidi di me?

Damon la guardò, quella domanda!

Quel punto interrogativo, quella sequenza di parole aveva un significato speciale per loro.

“ Si” disse e poi la baciò.

Entrambi si abbandonarono l'uno nelle braccia dell'altro, come se da quel momento dipendesse la loro stessa vita. Rimasero abbracciati molto tempo. Tutto intorno bianco. La neve splendeva sotto il sole. L'atmosfera era magica, in tutto quel tempo non si erano accorti che era iniziato a nevicare e poi era smesso. Poi la prese per mano, le cinse la vita e si incamminarono verso il salotto. Si misero sul divano e a Damon cadde l'occhio sul libro. La guardò e lei arrossì.

“Questo?” le fece

“L'ho trovato in camera tua?” fece Elena

“Nostra vorrai dire” ribatté Damon

Elena si buttò addosso a lui e per la forza dell'abbraccio caddero in terra. Damon si alzò e la prese in braccio, si stesero sul divano insieme, l'uno sull'altro, mentre nel caminetto scoppiettava il fuoco.

“Adoro stare così- disse Elena. Mi sento al sicuro, protetta, amata. Mi sento completa. Ti prego nn lo fare più. Non mi abbandonare più”.

“ Te lo giuro, non ti lascerò più”rispose Damon

Parlarono, risero, si strinsero e si baciarono. Elena gli raccontò tutto quello che era successo da quando si erano separati, di come Bonnie era stata fantastica, di come tutti di erano preoccupati per lei e di quanto le era mancato. Le erano mancate le risate, le carezze, tutto di lui le era mancato.

Si girò Elena e guardò Damon negli occhi e gli disse: “Adesso mi prenderò cura di te. Questa è la mia scelta. Tu sei la mia vita”.

Lo baciò ancora, parlarono ancora e questa volta fu Damon a dirle tutto quello che aveva fatto, posti , città visitate. Ma ad ogni posto o località aggiungeva la frase, “ma senza di te non era la stessa cosa” .

Andò avanti per molto tempo, ed alla fine entrambi si addormentarono, consapevoli che adesso non erano più soli.

 

  
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