Too Late.

— Cato! — urlai — Cato! —
Era inutile continuare ad urlare. Thresh mi aveva fatto troppo male. Lì a pochi minuti sarei morta. Ma continuai a chiamarlo, sperando che arrivasse e che gli sponsor mi mandassero una medicina. Mi stavo illudendo, non sarebbe successo. A Capitol City piacciono i bagni di sangue. 
— Clove! — sentii la sua voce finalmente – Clove, sto arrivando! —
Era troppo lontano. Ormai ero morta.

Finita la scuola cominciai a camminare velocemente verso casa, quando un ragazzo con i capelli biondi mi fermò.
— Credo che tu abbia perso questa — mi disse porgendomi la sciarpa che mi era caduta senza che me ne accorgessi.
— Oh grazie — sussurrai timidamente. Doveva essere più grande di me. Avevo solo 15 anni, lui ne avrà avuti più o meno 17. 
— Piacere, sono Cato — disse porgendomi la mano.
La afferrai imbarazzata e risposi: — Sono Clove.
— Pronta per la mietitura, Clove? Io mi offrirò volontario — continuò con tono superiore.
— Anche io ci stavo pensando — inventai al momento — Ma ho tutta la notte per pensarci.
— Bè ci vediamo domani alla mietitura allora. Ciao, Clove. — si voltò e proseguì per la sua strada.
— Ciao, Cato. —

— Clove, arrivo! — sentii le sue urla.
La sua voce tremava e sprigiona a paura. Solo uno sarebbe sopravvissuto. Bene, meglio che io muoia. Non avrei immaginato la mia vita senza Cato se fossi tornata a casa.
— Cato — cercai di urlare con un filo di voce.
Vidi Cato arrivare dalla foresta e venire verso di me. Si avvicinò e si accucciò al mio fianco.
— Resta con me, Clove — mi prese una mano — Ti prego. —
— Vinci per me, per noi — gli sorrisi. 
— La mia vita non avrebbe senso senza di te — sussurrò mentre una lacrima cominciò a scendergli dall'occhio destro.
— Non piangere, non mostrarti debole — lo guardai e gli asciugai la lacrima con il bordo della mia giacca.
— Io credo di amarti, Clove —


Ero rannicchiata sul mio letto di Capitol City. Era la sera prima dei Giochi e avevo rifiutato la cena. Probabilmente mi ero dimostrata debole agli occhi di Brutus ed Enobaria, ma non mi importava. Non volevo mangiare, non volevo parlare, non volevo dormire.
Qualcuno bussò alla porta. Forse June, la nostra accompagnatrice di Capitol City.
— Non ho fame! — gridai alla porta.
— Bè, io non ho nulla da mangiare — 
Non era June, ma Cato. Mi rivolse uno dei suoi bellissimi sorrisi e si sedette di fianco a me.
— So come ti senti — cominciò.
Non risposi, continuai a fissare la grande finestra della stanza.
— Senti, Clove, io non torno a casa senza di te. —
Mi voltai e lo guardai con disapprovazione.
— Non guardarmi così — fece lui — Sei diventata molto importante. Mi dispiace aver passato del tempo con te per solo due settimane.
— Ne abbiamo altre due ora. — mi decisi a parlare.
— Non credo che nell'arena possa fare quello che voglio davvero. —
— E cosa vorresti fare davvero? —
Non feci in tempo di finire la domanda che mi ritrovai le labbra di Cato attaccate alle mie.
Erano calde. Sapevano di Cato.
Decisi di ricambiare il bacio e mi avvicinai di più a lui stringendolo a me.
— Puoi restare con me questa notte? — gli chiesi.
— Ci sarò sempre per te. —

— Aspetta, Clove. — si corresse — Io non credo di amarti. Io ti amo.
— Ti amo anch'io, Cato. —
Stavo per andarmene.
Cato appoggiò le sue labbra sulle mie per dirmi addio. Mi strinse a sé e poi il cannone sparò.

Cato si rialzò. Recuperò alcune armi e si diresse verso il bosco, deciso a uccidere Thresh. Deciso a vendicare la sua Clove.






Angolo autrice :)
Ciao a tutti! Questa è la mia prima fan fiction su Hunger Games dopo averne divorato i libri.
Verso la fine del primo libro c'è Clove che chiama Cato e, sinceramente, secondo me tra i due c'era qualcosa.
Quindi li shippo troppo hahaha Clato forever, spero siano sposati in paradiso askdoj *-*
Okay, dopo i miei scleri per la Clato vi saluto :)
Spero vi sia piaciuta ♥