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Autore: icered jellyfish    31/01/2014    2 recensioni
| Hiccup!centric |
Strinse le sue mani rabbiosamente attorno alla cinghia di cuoio che usava per reggersi durante i suoi voli e, attanagliato dalle familiari voci di disdegno che echeggiavano nella sua mente – dolorose come lame di affilati coltelli conficcati ripetutamente sulla sua schiena –, esplose in un urlo che spaccò il cielo assieme ad un tuono manifestatosi nello stesso istante su uno sfondo che ancora non aveva deciso di tornare a guardare.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Hiccup adorava volare con la pioggia







C A P I T O L O   U n i c o

Hiccup adorava volare con la pioggia







Con Berk le condizioni climatiche non erano mai clementi e nemmeno nei mesi più caldi le precipitazioni si dimostravano meno insistenti o accanite – ma qualunque fosse il tempo che avvolgeva quelle giornate, a lui non importava, non se ogni momento poteva essere utile a diventare una morale fuga dai fallimenti di cui veniva costantemente accusato.
Chiuse le palpebre, privandosi così dello scenario che, tra il suo popolo, solo lui in trecento anni era stato in grado di conquistare – perdendosi così nel buio di quella momentanea e ricercata ciecità, piuttosto che nello sconfinato cielo grigio e stracolmo di nubi che li minacciavano con il forte vento che soffiava su di loro, infilandosi dentro le sue maniche e scuotendone le pieghe della stoffa come fruste.
Rivolse il volto appena più in alto 
lo sguardo ancora serrato  e lasciò che l'insistente e fitta pioggia che lo sovrastava battesse sulla sua pelle, provocandogli una sensazione che poteva definire piuttosto simile al formicolio di quando gli si addormentava un piede o una gamba.
Strinse le sue mani rabbiosamente attorno alla cinghia di cuoio che usava per reggersi durante i suoi voli e, attanagliato dalle familiari voci di disdegno che echeggiavano nella sua mente
dolorose come lame di affilati coltelli conficcati ripetutamente sulla sua schiena , esplose in un urlo che spaccò il cielo assieme ad un tuono manifestatosi nello stesso istante su uno sfondo che ancora non aveva deciso di tornare a guardare.
Strizzò gli occhi più aspramente, digrignando d'istinto i denti come se di lì a poco sarebbe nuovamente
scoppiato in un grido rivolto a quei qualcuno che non lo avrebbero mai sentito.
Non lo sapeva nemmeno come facesse ad essere così tanto intrappolato in se stesso da non essere neppure capace di prendere in mano le redini della sua vita, da non sapere come o cosa fare per poter – finalmente – essere accettato da tutti come aveva sempre sperato in ogni anno trascorso nel vano tentativo di riuscirci ma, di fatto, la realtà ormai era quella e che gli piacesse o meno doveva imparare a bere con più accettazione quell'amara tisana fatta di dolori e spinose costrinzioni.
Riaprì infine gli occhi, costringendoli in un'espressione agguerrita e carica di quell'ardore che sarebbe stato capace di spezzare in due le ossa di chiunque ne fosse rimasto vittima. Le sue iridi erano foglie rigogliose e violentemente agitate da un'invisibile tempesta – quella che aveva dentro – e tra le sfumature di quei colori carichi di energia, c'erano la forza e il coraggio bruciante che si era convinto di non avere a furia di sentirselo ripetere.
«Ok bello, ora la proviamo», quasi urlando, per contrastare i rumori del temporale nel quale aveva deciso di avventurarsi – fregandosene che, con quel tempo, quella non fosse la giornata più indicata per uscire di casa 
–, diede una pacca di complicità sul collo di Sdentato.
Ingranò la marcia che avrebbe consentito alla protesi che lui stesso aveva costruito per il suo drago, di assumere l'inclinazione corretta e, togliendo i piedi dalle staffe, si mise con le ginocchia sul sellino, lasciando che l'adrenalina facesse infine nascere sulle sue labbra un rovente sorriso – ed era pronto, ora, per compiere quella che era l'acrobazia che più preferiva, che più preferivano.
Hiccup adorava volare con la pioggia, ed era arrivato a convincersi che quelle taglienti gocce d'acqua fossero capaci di lavargli di dosso ogni umiliazione subita, che fossero in grado di farlo sentire libero da ogni preoccupazione,
da ogni sfregio o sconfitta  anche se in fondo lo sapeva benissimo che quel senso di piena esistenza che provava nel librarsi in aria con Sdentato sotto quel pianto ininterrotto del cielo, poteva avvertirlo perché adesso, accanto, aveva lui.






F I N E




    » N O T E    A U T R I C E ;

E' veramente una cosa che ho scritto di getto in credo unnnnnn... Quarto d'ora, più o meno – mezz'ora comprese le note autrice, la rilettura ed eventuali correzioni e rimpolpi nel testo.
Non so che dire sinceramente, mi sono solo lasciata ispirare da Stick and Stones di
Jonsi – ed infatti ho inserito alcune frasi della canzone, personalmente rielaborate in modo che risultassero 'naturali'. Esiste un video stupendo su Dragon Trainer, realizzato proprio dalla DreamWorks sulle note di questa canzone. Il video è questoclickate per aprire, e vi consiglio vivamente di guardarlo perché, sul serio, incanta. °A°
Benissimo, saluto e data l'ora auguro buona notte a tutti quanti! Grazie, al solito, a coloro che hanno letto e grazie ancor più a chi vorrà lasciarmi un commento!
Piena d'ispirazione per una miriade di fanfiction, a questo punto posso concludere dicendo semplicemente, alla prossima!
Addio, e grazie per tutto il pesce! [ cit. Douglas Adams ]


© a u t u m n
   
 
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