Buonasera,
fandom. Non mi faccio vedere da un po', eh?
Spero che qualcuno si ricordi ancora di me... e anche delle mie
fanfiction, anzi, soprattutto di quelle. Perché spero di
esservi entrata nel cuore con le mie storie, più che come un
semplice nickname.
Scusatemi per l'immenso ritardo (che si protrae ancora)
nell'aggiornamento della mia long e la sparizione dal mondo di EFP, ma
tra il lavoro, lo studio, gli esami di varia natura e la vita sociale
che lentamente mi sto facendo avevo bisogno di una pausa.
Torno dopo un
mese esatto, e lo faccio con una fic scritta esattamente 365 giorni fa
che però all'epoca non ho potuto pubblicare per mancanza di
tempo.
Come sicuramente saprete, il 31 Gennaio è il compleanno di
Tetsuya Kuroko. Quindi, quale giorno migliore di questo per pubblicare
una flashfic KagaKuro dedicata a questo evento?
Il titolo è abbastanza casuale e la fic è piena
di fluff, nulla di nuovo da parte mia insomma XD
Per chi si sta chiedendo della long: aggiornerò, lo
prometto, appena potrò scrivere nuovamente in pace. Ho un
paio di problemi familiari in questo periodo che non mi consentono di
avere la testa sufficientemente sgombra da pensieri negativi per
scrivere come si deve, e infatti sto semplicemente pubblicando una fic
che era stata scritta e revisionata già diverso tempo prima.
Buona lettura!
► Kuroko No Basket © Tadatoshi Fujimaki
Heartbeat of kindness.
Da quando, la
settimana prima, aveva
scoperto la data di nascita di Kuroko e constatato quanto fosse
orribilmente
vicina non si era dato pace e aveva fatto davvero di tutto per cercare
di
capire quale potesse essere il regalo perfetto. Neanche sapeva
perché si stava
dannando tanto, a dirla tutta, ma sentiva di doverlo fare.
Certo, almeno
questo era quello che
voleva: la realtà era che il 31 Gennaio era arrivato, fin
troppo velocemente
per lui, e nella sua testa vi era il vuoto assoluto.
Se solo fosse
semplice come fare un
canestro, non avrebbe tutti
questi problemi e
sarebbe già con un pacchetto in mano, pensava.
E fu proprio questo
pensiero che gli
fece avere l'idea di cui aveva bisogno, che gli attraversò
la testa con la
velocità e la potenza di una scarica elettrica.
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Tetsuya era bravo a
osservare le
persone, davvero, eppure Kagami si stava rivelando un soggetto
difficile in
quei giorni. Solitamente con uno sguardo capiva cosa gli passava per la
testa,
ma stavolta ciò che lo affliggeva sembrava un pensiero
imperscrutabile persino
per lui.
Però,
qualunque cosa fosse, sembrava
qualcosa di serio.
Per questo si
sorprese di trovarselo
davanti, affannato, mentre gli porgeva una busta. Chissà
quanto aveva corso
se era affaticato nonostante l'allenamento pesante a cui si sottoponeva,
pensava l'azzurro.
«Buon
compleanno, Kuroko.»
Disse con un
sorriso che gli
incurvava le labbra, passandosi il polsino della camicia della divisa
scolastica sulla fronte.
Kuroko
afferrò quindi la busta per
esaminarne il contenuto, sorprendendosi non poco quando vi
trovò un pallone da
basket avvolto da un nastro che formava quello che doveva essere un
fiocco. Passato
in una lavatrice con la centrifuga, probabilmente.
Tolse delicatamente
il nastro e
osservò meglio il pallone, che era dall’insolita
colorazione nera e rossa e
presentava delle incisioni squadrate a dividerlo in spicchi e non i
tradizionali solchi tondeggianti. Era un pallone particolare, di marca,
ma
soprattutto era uno di quelli dalla superficie particolarmente
resistente, per
poter giocare all’esterno.
«Visto
che l’estate scorsa hai
consumato diversi palloni giocando all’aria aperta, ho
pensato che uno
specifico potesse durarti un po’ di
più…»
Spiegò,
a un Tetsuya che continuava a
rigirarsi la particolare palla tra le mani con attenzione,
analizzandola.
«Ti
ringrazio per il pensiero
gentile.»
Si era limitato ad
una frase che
certamente non lasciava trasparire quanto in realtà fosse
stupito e felice di
quel gesto, quanto gli fosse in realtà grato per essersi
ricordato di quel
giorno.
Il suo stupore
trovò modo di
manifestarsi solo dopo qualche secondo, quando ad un impacciato
“Di nulla” del
rosso era seguito un imbarazzato bacio sulla fronte, che fece arrossire
tanto
il destinatario quanto il mittente.
E poi un forte
batticuore, che derivava
da qualcosa di
molto più
grande della gioia
di ricevere
un regalo e che lo fece
sorridere sinceramente.