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Autore: Cam17    31/01/2014    4 recensioni
Una storia in STILE COPIONE. Il tema della vicenda riguarda uno dei peggiori difetti di molte persone: lo sparlare degli altri.
[Quinto posto nel contest "Stile copione" di Gaea]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giardiniere straccione di Villa Montieri

 

Personaggi:

Maria Rea

Sofia Mustaccio

Giuseppe Scarpini

 

 

Scena 1

Maria Rea e Sofia Mustaccio sono due donne vicine di casa. Vivono a Tallera, paesino del sud Italia. La loro professione di casalinghe le porta spesso e volentieri a stare a spettegolare sugli altri. A casa di Sofia, le due sono sedute a tavola, posta al centro della scena. E’ giorno. Sulla tavola c’è un vaso con delle viole. Il forno ed il frigo sono sulla destra. A sinistra c’è la porta d’ingresso.

 

Maria: Dunque sei sicura di quello che dici?

Sofia:   Sicurissima. Te l’ho detto: il figlio del signor Luigi Scarpini, Giuseppe, ora fa il giardiniere a casa Montieri!

Maria: Impossibile! Una famiglia di così nobile stirpe!

Sofia:   Beh, cosa ti aspettavi? Fin da piccolo era un tipo strambo, pieno di idee assurde… pensa che erano anni che non lo vedevo da queste parti. Secondo me ha sperperato tutto il suo patrimonio in viaggi e donne di facili costumi.

Maria: Sai come sono i giovani d’oggi. Pensano solamente ad un cosa. Povero suo padre. Se lo vedesse ora… si mangerebbe le mani dalla rabbia.

Sofia:   Pensa che è diventato così povero, che non ha nemmeno fatto il funerale alla madre.

Maria:  (Mettendosi le mani in volto) dici sul serio?

Sofia:   Certo! Due mesi fa vidi il manifesto, ma non ci fu nessun funerale!

Maria: Che cosa vergognosa!

Sofia:   Ora, senza madre e senza padre, figlio unico, è costretto ad alzarsi tutti i giorni, alle sei del mattino, per curare il giardino di Villa Montieri.

Maria: la Villa di Vincenzo Montieri? Ma… non era morto il povero vecchio?

Sofia:   Si, ma credo che l’abbia ottenuta qualche suo erede, sennò non ho proprio idea del perché la stia sistemando.

Maria: Ma qualche settimana fa tu dicesti che la Villa fu ristrutturata da una ditta. Adesso c’è lui che fa il giardiniere?

Sofia:   E per forza. Ma hai visto quelle piante? Così poco curate… posso comprendere che il nuovo proprietario le voglia far sistemare. Certo non credevo che il giardiniere fosse Giuseppe Scarpini, ma dopo essermi fermata un po’ ad osservare, non ho più avuto dubbi. Era proprio lui!

Ogni giorno, in questa settimana, sono passata apposta davanti Villa Montieri per vedere cosa facesse. Se vedessi come si è ridotto… barbuto e vestito di stracci. Che brutta fine.

Maria: E mi avverti solo ora?

Sofia:   Volevo essere sicura che fosse lui.

Maria: Cavoli, sarei proprio curiosa di sapere cosa gli è successo.

Sofia:   Dovremmo chiederglielo. Tentar non nuoce. Quello lì non è mai stato un tipo sveglio. Vedrai che qualcosa riusciremo a saperlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scena 2

Maria e Sofia raggiungono Villa Montieri per fare due chiacchiere col giovane Giuseppe Scarpini. Oltre il cancello c’è un piccolo viale ancora in costruzione. Il giovane sta annaffiando una pianta poco lontana dalla porta d’ingresso. In particolar modo il cancello è sulla sinistra degli spettatori, mentre la porta d'ingresso si trova a destra.

Le due, molto lentamente, si avvicinano al cancello della Villa, attirando l’attenzione di Giuseppe.

 

Sofia:         Hei lei!

Giuseppe: (si asciuga il sudore della fronte con un fazzoletto) Chi siete?

Entrambe: Delle vecchie conoscenze!

Giuseppe: (sbuffando, si avvia verso di loro)

Sofia:          Giuseppe, ma che piacere rivederla!

Giuseppe:  Ah, signora Sofia, signora Maria.

Maria:        Stavamo passando per caso, quando ti abbiamo visto. Ma che ci fai qui, ragazzo?

Giuseppe:  (leggermente confuso) Io… annaffio le piante, non si vede?

Sofia:          Beh si, ma ci stavamo chiedendo… come è possibile che tu sia finito a fare il giardiniere?

Giuseppe:  (si gratta la testa) Come?

Maria:         Si… insomma lei prima era un imprenditore, ora è un giardiniere. Finire a curare la casa degli altri non è certo una bella cosa, vista la sua precedente posizione.

Giuseppe:   Ma questa è casa mia!

Entrambe:  Sua??

Giuseppe:   Si, l’ho appena comprata io, dopo la morte del signor Montieri. La utilizzerò per le vacanze estive. No, ma veramente credevate che io fossi diventato un giardiniere?

Maria:         (Sistemandosi la voce) Beh si, visto e considerato che i ricchi non hanno il tempo di pensare a queste cose. E poi… quella barba… e quegli stracci che ha addosso…

Giuseppe:   (irato) Ma come si permette? Il giardinaggio è un mio grandissimo passatempo. La barba lunga mi piace, quindi me la faccio crescere quanto mi pare e piace. E poi usi un po’ di intelligenza: mi metto a curare le piante in smoking adesso??

Sofia:           Ma come si permette di usare questi toni??

Giuseppe:   No, come vi permettete voi di giudicare le mie scelte! Faccio quel che mi pare e piace! Non mi vedete da anni e la cosa migliore che sapete fare è giudicare i miei cambiamenti!

Sofia:           Ma si vergogni! Lei, che ha persino risparmiato sui soldi del funerale di sua madre!

Giuseppe:   Mia madre l’ho seppellita a Miterva, il paesino qui vicino, dove abito adesso. Era suo desiderio essere seppellita nel suo paese natale. Signora Sofia, invece di leggere solo nome, cognome ed età del morto, aspettando affacciata dalla finestra che passi il carro funebre, perché non legge tutte le righe del manifesto?? Avete cinquant’anni ciascuna e l’unica cosa che sapete fare è parlare male degli altri! Ma pensate voi ai vostri stracci, che vestite così, con tanto di bandane e facce rugose, sembrate due befane!

Maria:       Lei è uno scostumato!

Giuseppe: E voi siete delle pettegole! Via da casa mia!

Entrambe: (indignate, vanno via)

Giuseppe: (Si pulisce di nuovo la fronte sudata e poi guarda il pubblico) Nella vita troviamo sempre persone che amano farsi i fatti nostri. ( si avvicina alla pianta) Quelle lì, per puro intrattenimento, hanno avuto la brillante idea di sparlare di me, credendomi uno straccione che non poteva nemmeno permettere il funerale alla madre. (riprende ad annaffiare la pianta) Non possiamo impedire che la gente pensi e parli male di noi, ma almeno diamoci la soddisfazione di toglierci qualche sassolino dalla scarpa, quando ci si presentano di fronte con le loro idiozie. Non credo, miei signori, che ci sia miglior soddisfazione.

 

   
 
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