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Autore: Ily18    11/06/2008    1 recensioni
La storia è ambientata in un Universo Parallelo, dove il loro incubo di avere a che fare con la Compagnia, è solo un brutto ricordo e niente più.
I due parlano con leggerezza di quello che è stato, e di quello che forse sarà.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Michael Scofield, Sara Tancredi | Coppie: Michael/Sara
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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A/N: Ciao a tutti! Ancora una volta, eccomi qui con una storia dedicata alla mia coppia preferita, Michael e Sara.
Bene, questa volta la storia è ambientata in un Universo Parallelo dove il loro incubo di avere a che fare con la Compagnia, è solo un brutto ricordo e niente più. E' una fic molto leggera, concentrata più che altro sulla loro relazione, piuttosto che sui ricordi... Beh, non so se mi sono spiegata bene... eheheh.
Comunque sia... Spero questo ipotetico AU piaccia a voi quanto piace a me!
Ultima cosa... so che vi ho abituato a storie lunghe (per non dire chilometriche), ma questa è molto più corta rispetto a tutte le altre storie che ho pubblicato.


“Allora, ti piace qui?” Le chiese, sedendosi nella sedia di fronte a lei, dall’altra parte del tavolino in legno.

Lei spostò lentamente lo sguardo dall’Oceano di fronte a lei, a lui. “A dire il vero no.” Rispose seria alzando un sopracciglio. “Lo adoro!” Sorrise aggiungendo velocemente, in tempo per cancellare l’espressione confusa che stava per farsi definitivamente spazio nel viso di Michael. La stessa espressione che Sara si era abituata a vedergli addosso ogni volta qualcosa lo preoccupava.

“Bene, sono contento di sentirtelo dire.” Sorrise. “Quindi sei pronta a lasciarti alle spalle tutta l’azione degli ultimi tre mesi ed iniziare a vivere una vita nuova, normale e noiosa?” Scherzò, con un sorrisetto furbo sulle labbra.

“A dire il vero credo che proprio che mi mancherà.” Disse tornando seria.

“Cosa?” Chiese sorpreso dalle parole appena uscite dalla sua bocca. “E cosa ti mancherà esattamente, attraversare le pene dell’inferno per salvare la vita a qualcuno?” Chiese curioso.

“Beh, ammetto che è una delle cose che mi è piaciuta di più.” Spiegò, scrollando le spalle come se stesse parlando della cosa più normale e scontata del mondo. “E poi, mettere a repentaglio la mia vita per quel ragazzo mi ha fatta davvero sentire viva.” Aggiunse, fissando nuovamente l’Oceano, di modo che potesse nascondere agli occhi di Michael il sorriso che aveva sulle labbra. “Sai di chi parlo, vero?” Le chiese retorica, girandosi nuovamente a guardarlo quando non senti nessun commento da parte sua. “Quel tipo alto, con i capelli cortissimi e scuri e quei bellissimi e profondi occhi blu… Mi chiedo dove sia ora…” Spiegò con occhi sognanti cercando di stuzzicarlo, prima di tornare a fissare nuovamente l’Oceano, e permettendo finalmente al suo sorriso di riempirle le labbra.

“Oh, quel tipo!” Esclamò Michael, stando al suo gioco. “Credo sia tornato a Chicago.“ Aggiunse sorridendo.

“Sul serio?” Chiese dispiaciuta, girandosi nuovamente a guardarlo. “Cavolo, è un vero peccato.” Disse fintamente seccata, dandosi uno schiaffetto sulla coscia. “Mi chiedo se Linc abbia il suo numero!” Si alzò improvvisamente, diretta verso la cucina dove pensava si trovasse Lincoln. Ma avrebbe dovuto saperlo oramai, Michael pensa e agisce velocemente quando vuole qualcosa, e questo era uno di quei casi. Questa volta quello che voleva, era lei.
Non appena gli passò a fianco, la aggrappò dolcemente per un braccio e la tirò a sé, costringendola a sedere sulle sue gambe.

“Potrei darti io quel numero.” Le sussurrò con un tono di voce profondo, i loro visi a qualche centimetro di distanza.

“Chissà perché, ma ho la sensazione che tu stia per ricattarmi.” Gli fece notare con un tono di voce sensuale, mentre poggiava gentilmente entrambe le mani sulle spalle di Michael.

“Beh, a dire il vero, sento un po’ di dolore proprio qui.” Disse toccandosi la spalla destra, dopo averne approfittato per sfiorare la mano di Sara che stava sulla sua spalla.

“Ah si? E quindi?” Chiese, pretendendo di non aver capito quello che le stava chiedendo.

“Beh, diciamo che un massaggio sarebbe molto utile per calmare il dolore, in più ti farebbe avere quel numero che volevi tanto.” Le spiegò, mentre sorrideva maliziosamente.

“Mi dispiace Michael, ma in questo momento non ho proprio intenzione di fare la dottoressa.” Disse cercando di sembrare imbronciata, ma tradendosi accarezzandogli gentilmente il viso. “Penso la tua spalla dovrà…”

“Che fine ha fatto la ragazza che voleva sempre aiutare gli altri?” Chiese serio interrompendola e diminuendo, quasi a zero, la già poca distanza tra i loro visi. “Quella stessa ragazza che ha passato gli ultimi tre mesi a scappare insieme a me…” Continuò, assaporando ogni centimetro di pelle del suo collo ad ogni parola che pronunciava.

“Oh, ti riferisci a quella ragazza! Penso sia tornata anche lei a Chicago.” Gli disse, allontanandosi leggermente da lui, cosicché potesse vedere il suo sorriso malizioso. Entrambi risero per la sua battuta, finché le risate sfumarono lentamente e si ritrovarono in silenzio, rapiti l’uno dallo sguardo dell’altro.

“Scofield, sbaglio o quello che vedo nei tuoi occhi è lussuria?” Gli chiese, sempre con quello strano sorriso malizioso che a Michael faceva girare la testa.

“Non so, tu che dici?” Le chiese, prima di catturare le sue labbra con le sue e lasciarsi andare ad un lungo e profondo bacio.

“Lussuria, senza ombra di dubbio!” Annuì sorridendo. “Sei veramente sicuro di essere pronto a lasciarti alle spalle tutto quello che è successo negli ultimi tre mesi?” Gli chiese, mentre Michael le metteva dolcemente qualche ciocca di capelli dietro le orecchie.

“Si.” Annuì arricciando il naso come piaceva tanto a lei. “Entrambi possiamo dire di aver vissuto per tre mesi all’Inferno.” Rispose, ricordando velocemente gli ultimi tre mesi passati a scappare dalla Compagnia, tutte le cose che avevano dovuto sacrificare per essere lì in quel momento e tutte le persone innocenti che avevano perso la vita. “Penso che entrambi meritiamo di scoprire, finalmente, come si sta in Paradiso.” Disse, affascinato dal più dolce e imbarazzato sorriso che le avesse mai visto fare. Le sorrise per la
milionesima volta quel giorno, prima di assaggiare nuovamente il sapore di fragola delle sue labbra.



A/N: Beh, a meno che non abbiate saltato tutta la storia solo per leggere le note che di solito metto alla fine della storia, mi fa pensare che abbiate letto la storia. Vi avevo detto che era una storia molto leggera, senza particolari argomenti pesanti. Solo loro due e le battutine che adoro scrivere e vorrei sentir pronunciare da loro.
Beh, come sempre ringrazio chi ha letto e chi ha deciso di farmi sapere cosa ne pensa di questa storia.
Alla prossima,
§Ily§
   
 
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