31/01/2014
1 recensioniUna freschissima “What If?” scritta di getto appena finita la puntata.
Credo infatti che, si supporti o non Delena, chiunque abbia visto al puntata si sia chiesto cosa sarebbe successo se la magia dei Viaggiatori avesse avuto effetto qualche minuto dopo (diciamo che da Delena fino al midollo ho praticamente imprecato, ma Katerina is a survivor, isn’t she!?!).
Detto ciò, un piccolo avviso per i lettori: sicuramente leggendo riconoscerete le parole usate nella puntata, ma talvolta, giusto per rendere il tutto un po’ più letterario, mi sono permessa di cambiare le parole usate dai nostri amati (dopo tutto è un WI, no!?!). Detto ciò, godetevi questo piccolo guazzabuglio e ditemi cosa ne pensate!
PS: è la prima volta che sperimento la scrittura in prima persona, spero sia la scelta giusta!
BETTER PERSON
No… No! NO!: nessuno mi poteva sentire, ma forse le urla erano per spronarmi, spronarmi a non mollare. Avevo stordito Mia e colpito Nadia, ma non sapevo per quanto le avrei messe fuori gioco. Mi potevano restare solo pochi secondi, pochi minuti, o forse sarebbe potuto andare tutto bene. Il mio destino, la mia vita: tutto mi era ignoto, e questo mi struggeva.
Continuavo a pensare Lotta Elena, LOTTA!: non dovevo, non potevo mollare, perché se l’avessi fatto mi sarei persa per sempre. Immagini della vita di Katherine mi apparivano nella mente come se le avessi vissute in prima persona NO! Non l’avrai vinta Katherine, non questa volta!
Continuavo a correre il più veloce possibile, cercando di scacciare dalla mente i pensieri di Katherine, cercando di non farmi abbattere dalla sua presenza sempre più dirompente.
Quando vidi in lontananza le luci che addobbavano la casa di Tyler accelerai, sia per paura sia perché sapevo che lì ci sarebbe stato Lui. Correvo a più non posso, senza fermarmi, senza prendere fiato, quando finalmente lo vidi: anche lui era affannato, probabilmente mi stava cercando.
DAMON! Appena i nostri sguardi si incrociarono corremmo l’uno verso l’altro e ci abbracciammo. Finalmente, tra le sue braccia, mi sentivo a casa, al sicuro.
Damon, grazie al cielo gli sussurrai all’orecchio. Che c’è? Mi chiese lui, in un misto tra preoccupazione e tenerezza.
Non riuscivo a trovare le parole per rispondergli, riuscii solo a scoppiare in lacrime. Quel giorno erano successe troppe cose, e troppe cose ancora erano rimaste in sospeso tra noi.
Va tutto bene, disse lui, accarezzandomi il viso. Elena... ehi, Ehi.
Cercai di riprendermi. Io, Katherine… Lei… E’ entrata dentro di me Damon, non so quanto tempo ho ancora. Perciò dobbiamo parlare, adesso dissi, tra un singhiozzo e l’altro.
La sua reazione fu quella che mi aspettavo. Quella puttana psicopatica!
Damon, lasciala perdere, concentrati su di noi… Potrebbe non esserci più l’occasione di… iniziai, ma lui m’interruppe. Mi strinse il viso in una stretta sicura ma dolce; eravamo a pochi centimetri l’uno dall’altra, i suoi meravigliosi occhi fissi sui miei: eravamo solo noi due in mezzo ad una marea di gente.
Io… Io so di aver rovinato tutto, so di aver fatto un casino, ma me ne sono andato perché ero convinto che ti avrei solo potuto rovinare. Tu... tu sei la miglior persona che io abbia mai conosciuto, Elena Girlbert. Nessuno mi aveva mai fatto lo stesso effetto. Tu sei la migliore influenza di tutta la mia esistenza. Ho bisogno di te. Ho bisogno di te perché tu sei il bene, e io nella mia vita ho bisogno del bene. Ho bisogno di te perché nella mia vita altrimenti ci sarebbe solo oscurità. Ho bisogno di te perché sei tu che mi fai andare avanti, che mi dai la gioia di vivere ogni giorno. Ho bisogno di te perché ti amo.
Probabilmente se in quel momento non avessi avuto le braccia attorno a lui avrei tremato. Mi aveva colpita nel profondo, come solo lui sapeva fare. Lo amavo, eccome se lo amavo. Lo guardai, sorridendo.
Mi piace renderti felice, mi piace renderti una persona migliore, ma vorrei che capissi una cosa: io semplicemente tiro fuori il lato buono di te, che esiste a prescindere. Devi solo imparare a tirarlo fuori anche senza di me. Io credo in te Damon: ti conosco, so come sei. Devi solo farti conoscere dagli altri. Decisi di prendere l’iniziativa, forse spinta dalla consapevolezza che mancavano solo pochi instanti. Ti amo, Damon Salvatore. Il destino non conta niente, perché io ti amo. Ti amo, ti amo, ti amo. D’istinto gli presi il viso tra le mani, guardai per l’ultima volta i suoi occhi e lo baciai delicatamente, chiudendo gli occhi.
Riapro gli occhi: attorno a me ci sono solo buoio e un’infinita oscurità.
Sono morta? Non lo so.
Sono ancora dentro al mio corpo? Non lo so.
Potrò mai tornare indietro? Non lo so.
In mezzo all’ignoto c’è però qualcosa di certo: nonostante Katherine abbia preso il sopravvento io non ho perso. Non ho perso perché sono riuscita a parlare con lui, che nonostante tutto, ritroverò sempre e comunque. Perché lui mi ha cambiata: mi ha insegnato a non mollare, a lottare quando necessario anche se non sembrano esserci speranze... mi ha reso una persona migliore.
E io lotterò per lui, lotterò per me, lotterò per noi.