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Autore: ringostarrismybeatle    31/01/2014    2 recensioni
“Ho qualcosa da dirti. E potrebbe farti male.”
Sentì Paul tremare sotto la sua stretta, ma non riuscì a lasciar andare la presa. La rabbia che stava provando in quel momento era troppa.
“Se ti troverò a parlare con quel ragazzo di nuovo, ti lascerò, Paul.”
Genere: Angst, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paul si alzò svogliatamente dal letto, appena sentì qualcuno bussare alla porta. Spense la tv, avviandosi verso l’ingresso e stropicciandosi gli occhi. Erano solo le nove di mattina, non voleva vedere nessuno, soprattutto dopo la sbronza delle sera precedente.

“John!”

Ma lui sì. Sorrise ampiamente nel vederlo, diventando raggiante da un momento all’altro. Aveva sempre voglia di vedere John. Di stare con John, di parlare con John. Semplicemente, aveva sempre voglia di John.

“Fammi entrare.”

Il suo sguardo, però, non sembrava trasmettere lo stesso. Paul rimase a guardarlo per qualche istante, ma poi si scansò, lasciandolo passare. Chiuse la porta delicatamente, voltandosi di nuovo con un sorriso verso di lui. Ma quel suo sorriso durò ben poco.
Appena i loro occhi si incontrarono, John alzò la mano e lo colpì potentemente sul viso con uno schiaffo, lasciandolo girato verso la sua destra. Tremante, sconvolto. La pelle sembrava andare a fuoco, lì dove la mano di John aveva lasciato il segno. Proprio lì, dove quelle dita erano solite lasciare carezze delicate, dove Paul adorava sentire le labbra del compagno che si posavano con dolcezza per dargli la buonanotte. Proprio lì, dove ora stava lentamente scivolando una lacrima.
Rimasero in silenzio per un po’, mentre il respiro affannato di John sembrava non rallentare mai.

“Guardami.”

Ma il più piccolo non obbedì. Mantenne la testa voltata da una parte, senza dire nulla a quel ragazzo che, ora più che mai, sembrava sovrastarlo.

“Paul, cazzo. Guardami.”

Il ragazzo fece cenno di no con il capo, lasciandosi sfuggire un singhiozzo rumoroso. Fu in quel momento che John lo afferrò violentemente per il collo della maglietta nera che indossava, sbattendolo al muro accanto alla porta e costringendolo a guardarlo negli occhi.

“Ho qualcosa da dirti. E potrebbe farti male.”

Sentì Paul tremare sotto la sua stretta, ma non riuscì a lasciar andare la presa. La rabbia che stava provando in quel momento era troppa.

“Se ti troverò a parlare con quel ragazzo di nuovo, ti lascerò, Paul.”

Gli occhi del compagno, ancora pieni di lacrime, si aprirono il più possibile. Ma di cosa stava parlando?

“Sai benissimo di chi parlo. Di George.”
“Che cosa?”
“Non fingere. Ogni volta che sei ubriaco, finisci per comportarti come un idiota con lui. Ma adesso basta. La prossima volta ti pianterò in asso, Paul. Perché te l’ho già detto prima. Non puoi farlo.”

Due lacrime ripresero a scendere sulle guance di Paul, mentre la presa del compagno si faceva più forte sulla sua maglia. I ricordi della sera precedente erano chiari nella mente di John. Fin troppo chiari.

“È la seconda volta che ti ho trovato a parlargli. Sai cosa intendo. Parlargli in quel modo. Penso che sia un peccato, Paul, ma credo che ti lascerò. Non puoi farlo.”
“John..”
“No. Ascoltami. Se vuoi..”

Le parole gli morirono in gola, vedendo lo sguardo che il compagno aveva assunto. Sembrava così indifeso, così spaventato tra le sue braccia. Sentiva quelle lacrime scendere lentamente fino a raggiungere le sue mani che con violenza lo stavano trattenendo sul muro freddo. Solo per gelosia. Solo per non perderlo. Solo perché non voleva dimostrare quanto in realtà quelle immagini lo stessero divorando dall’interno.
Si avvicinò con il proprio corpo, sentendo Paul sussultare leggermente di paura. Non voleva spaventarlo, non voleva farlo soffrire. Voleva solo tenerlo per sé.

“Ti prego, ascoltami, se vuoi restare mio.”

Passò delicatamente la mano su quella guancia arrossata dallo schiaffo di qualche minuto prima. Vide Paul chiudere di scatto gli occhi, sotto il dolore di quel tocco.

“Non posso salvare i miei sentimenti, Paul. Darò di matto, così.”

Scese con le mani sui suoi fianchi delicatamente, accorgendosi di quanto quel corpo così piccolo stesse tremando, schiacciato contro la parete pur di non entrare a contatto con quello di John.
Il più grande alzò lo sguardo, fissando i propri occhi in quelli di Paul. Ora erano perfettamente verdi. John lo sapeva. Quando Paul piangeva, quegli occhi si schiarivano incredibilmente, abbandonando quelle tracce più scure che li caratterizzavano sempre e tingendosi totalmente di quel colore chiaro che lo faceva morire dentro, ogni volta che lo notava.
Risalì lentamente con una mano, finalmente calmo e consapevole di ciò che stava facendo. Giunse sul collo del compagno, iniziando ad accarezzarlo e a spostare quelle ciocche di capelli ribelli che scendevano su di esso.

“Non puoi farlo, Paul. Non puoi.”
“Non ho mai voluto farti del male, John..”

Quella voce soffocata, quegli occhi lucidi, quelle labbra terrorizzate.

“Neanch’io.”

Lo guardò dolcemente, cercando di rassicurarlo con i propri occhi sicuri. Paul cercò di regolarizzare il proprio respiro, ma non riuscì a trattenersi. Si gettò fra le braccia di John, stringendolo forte e piangendo sul suo petto. Era ancora spaventato da quel comportamento. Semplicemente, era ancora spaventato da John. Perché per quanto John potesse amarlo, lui sapeva che il suo carattere comprendeva questi momenti. E non avrebbe mai potuto cambiarlo.

“Scusami, Paul.”

John lo strinse più forte a sé, accarezzando con una mano la sua schiena e baciandolo amorevolmente sul collo. Immerse il naso nei suoi capelli, respirando un po’ di quel profumo che lo faceva sentire al sicuro.

“Non piangere. Ti prego.”

Paul singhiozzò rumorosamente per un’ultima volta, prima di respirare a fondo e di tranquillizzarsi tra le sue braccia. Ma non si allontanò da lui. Restò lì, nel calore del corpo del compagno, avvicinandosi qualche secondo dopo al suo orecchio.

“Io ti amo.”

John restò serio, voltandosi leggermente ed accarezzando la guancia di Paul con le proprie labbra. Posò un piccolo bacio su di essa, chiudendo gli occhi e mordendo leggermente l’orecchio del più piccolo.

“Non voglio perderti.”
“Non c’è nessun altro, John. Ci sei solo tu.”

John spostò ancora il proprio viso, fino a trovarsi davanti agli occhi di Paul. Lo guardò a lungo, senza mai dire nulla. Perché quello era l’effetto che quegli occhi avevano su di lui. Lo devastavano. E l’unica cosa che riuscì a fare fu raggiungere le labbra del più piccolo e catturarle in un bacio, tenendolo stretto a sé. Perché quando aveva paura, solo un suo bacio riusciva a calmarlo e a fargli trasmettere tutto ciò che provava. E non c’era niente di meglio che lasciarsi andare davanti a Paul.




Eccomi, sono tornata :D Quando sono sotto esame purtroppo non ho molto tempo per scrivere, ma spero che questa OS vi piaccia :)

E' una delle ispirazioni che vengono direttamente quando si ascolta una canzone, ma questa volta è stata leggermente mescolata al link condiviso dalla pagina Two of Us, con le parole di Cynthia, che ricorda il momento in cui John la colpì in viso dopo averla vista ballare con Stu. Una cosa tira l'altra, e al suo posto ho ovviamente visto il povero, piccolo Paul :D

Grazie a chi continua a leggere e recensire le mie storie :) E grazie alla mia ispirazione costante, Lui :)

Peace&Love,

ringostarrismybeatle
  
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