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Autore: Kingdommarco    31/01/2014    0 recensioni
Sembrano mesi che in Australia un’epidemia sconosciuta sta decimando la popolazione, ormai agli sgoccioli. Il governo sembra non voler far trapelare altri dettagli, ma pare i tre quarti della popolazione siano destinati all’infezione e conseguente probabile morte.
Buona lettura.
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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NAPOLI, 20 km.

La vettura sorpassò una Fiat Panda grigia, si rimise in carreggiata. Gli pneumatici sfrecciavano silenti sull’asfalto scuro, le linee gialle dell’autostrada che, in movimento, da tratteggiate sembrano integre. Un dosso, relativo sobbalzo, poi di nuovo lanciati a centodieci all’ora sulla semideserta Napoli-Bari. Sembrava quasi paradossale, che ad una velocità simile non avessero quanto meno la nausea, ma forse era perché la velocità non l’avevano neppure realizzata, dall’interno dell’abitacolo, lui con lo sguardo fisso alla corsia dal parabrezza, lei scrutando dal finestrino gli alberi che scorrevano, come se tutta la flora partenopea stesse evadendo dalla città verso la Puglia. E osservavano, gli sguardi persi, come fosse uno schermo, la realtà attorno a quel misero abitacolo, in cui al momento esistevano loro due, e basta. Ed erano soli, ma non si sentivano soli, percepivano la realtà come eterea. In quel momento l’automobile era il loro mondo, paradossale come non ci facessero neppure caso. Ma a loro stava bene così, e, almeno allora, andava tutto bene.

Un altro dosso, sobbalzo. Nadia sbuffò, con un braccio schiacciò svogliata il pulsante, e il vetro prese a calare. Assieme all’aria gelida di metà gennaio, la vettura fu pervasa da un terribile odore di marcio, e la donna non esitò a richiudere il finestrino e ad accendere l’aria condizionata, sperando di alleviare il fetore. Non funzionò.
Annoiata, afferrò la copia di Sorrisi e Canzoni del giorno dal cruscotto, la aprì e se la posò sulle gambe. Lesse un articolo d’attualità.

“Australia: l’epidemia persiste.
Sembrano mesi che in Australia un’epidemia sconosciuta sta decimando la popolazione, ormai agli sgoccioli. Il governo sembra non voler far trapelare altri dettagli, ma pare i tre quarti della popolazione siano destinati all’infezione e conseguente probabile morte. I medici sono al lavoro sulla ricerca di una cura, ma sembra non ci siano speranze; i sintomi sembrano essere abbassamento dei riflessi e riduzione delle capacità psico-motorie, perdita delle capacità lessicali ed eccessiva aggressività verso altri esseri umani. Tutti gli aggiornamenti sul nostro canale radio o sulla televisione regionale, che…”


Inquietata, Nadia voltò pagina, senza terminare la lettura.

“Tracce della malattia anche in Africa.
Sembra che un volo dall’Australia abbia trasportato una decina di infetti nel Sud del continente africano, e che la malattia abbia affetto altre cinquecento persone, destinate probabilmente alla morte. I medici del posto, attivisti e missionari stanno cercando di contenere la cosa, l’esercito e il governo minacciano lo sterminio degli infetti, ma gli USA si impongono: no al genocidio. Il mondo rischia di trovarsi coinvolto in una nuova guerra, oltre ad una delle peggiori pestilenze della storia umana, da quando…”


La giovane deglutì. Di nuovo senza concludere, volse lo sguardo alla pagina seguente.

 “Il Papa si esprime: Chiesa vicina ai malati.
Il Santo Pontefice, dalla sede Vaticana in Roma, ha espresso la vicinanza di tutta la comunità cristiana agli infetti e ai malati, e ha promesso fondi pontifici da stanziare per la ricerca di una cura. Si dichiara subito tassativamente contrario alle minacce di violenza da parte del governo Sud Africano, ma impotente di fronte alla volontà umana, se non di sperare che il Signore gli consenta di ritrovare il senno di procedere con cautela e affrontare questa situazione pacificamente.”


Richiuse la rivista, di scatto, e la gettò contro il parabrezza. Affannava, seriamente inquietata: se ci si era messo il Papa di mezzo, era davvero importante. Ma che cos’è, in realtà?

“Ehi, che succede?” Alex staccò un secondo lo sguardo dalla strada, rivolto al viso della moglie, poi di nuovo alla via. Era visibilmente spaventata.
“La malattia, quella storia dell’Australia. Sono tre giorni che… insomma, adesso anche in Africa, ci si è messo il Papa… non sanno cos’altro fare, i media.” Le labbra colorate d’un rossastro innaturale si muovevano piano, componendo parole confuse, suoni tronchi. Era visibilmente agitata, ma cercava di nasconderlo sotto un mare di sfacciataggine, prettamente femminile.
“Certo non ne parlano perché non c’è nulla di meglio, insomma, è importante… Pensa a quelli che ci stanno rimettendo il culo.” Staccò una mano dal volante e scostò una ciocca di capelli cinerei che gli pendeva davanti alla lente destra delle Rayban nere, poi la riportò al volante. Il resto dei capelli gli cascava sulle spalle, mossi da una brezza stranamente inesistente, e stava attento a tenere le ciocche fuori dal colletto della camicia rossa, piegato alla perfezione.
“Ma stanno in Australia, Africa o dove stanno loro. Cosa ce ne fotte, a noi?” Nadia si stava irritando, evidentemente di proposito.
“Insomma, dimostra un po’ di apertura mentale, non sarai mica razzista?”
“No, ma me ne fotte poco.” Tirò fuori dalla borsetta il pacchetto delle Marlboro ancora intonso, ne estrasse una e lo rifece scivolare dentro. Con la sigaretta fra le labbra, prese con un braccio un vecchio accendino di plastica trasparente dal cruscotto, con l’altro calò il finestrino. Accese, una grossa aspirata, e ricominciò. “Insomma… forse mi inquieta pure, ‘sta storia.”
“Su questo non posso darti torto, cara.” Alex superò il cartello che annunciava 10 km dallo svincolo autostradale per Napoli senza degnarlo d’uno sguardo, evidentemente pensieroso. Pur non riguardandoli direttamente, era lapalissiano che la questione dell’epidemia dava non poche rogne ad entrambi. La moglie tornò a portarsi la Marlboro alla bocca, soffiò il fumo dal finestrino. Per fortuna quel viaggio era quasi finito.
 


Comparve lo svincolo per Napoli, con il cartello verde che indicava frecce per un bel po’ di quartieri; Alex leggeva sempre solo quelle per Fuorigrotta e per il Centro Direzionale, trascurando le altre e i centinaia di simboli e cartelli al lato della strada ad una corsia, affluente della Napoli-Bari come il Ticino lo era del Po. Nessuno di loro c’era mai stato, al nord, a vedere il Po. O Milano. O il Lago di Garda, o magari Venezia. Avevano girato il mondo, spingendosi fino in Giappone ed in Ontario, ma non al nord Italia. Vuoto da colmare, pensò. Peccato che non avrebbe mai più potuto farlo.

L’auto procedeva ancora spedita, tra i dossi del tratto d’immissione nella tangenziale. Sobbalzi regolari alterati da sporadiche buche, i suoni delle gomme tra i dossi a comporre come una lenta litania, melodia sciupata da quelle note stonate. E dall’ultima, la peggiore.
Alex calò lo sguardo verso la rivista che stava leggendo prima Nadia: in copertina figurava una nota giornalista, fotografata di soppiatto in qualche bar in giro per l’Italia. Levò la testa alla strada. Era troppo tardi.

Un uomo era venuto fuori da un’interruzione del guard rail, si era piazzato davanti alla vettura in corsa, sguardo assente, posa sciancata. La macchina vi impatto in pieno torace, donandogli un biglietto di sola andata (fortunatamente) per l’altro lato della strada, in un volo di cinque metri. Nadia urlò, rivolse uno sguardo angosciato e furioso al marito per poi fiondarsi in strada. L’uomo fece altrettanto. Corsero verso l’infortunato, che si era già rimesso in piedi. Anomalo, ma sicuramente possibile. Era messo male: aveva una forte emorragia allo stomaco, i vestiti dalla vita in giù totalmente impregnati di sangue, il volto pallidissimo e gli occhi abbastanza rossi. Non dormiva da mesi, o forse dormiva ancora. (e l’avrebbe fatto per sempre.)

“Signore, mi scusi… Cristo, non l’avevo vista, cazzo… tutto bene?” Alex era mortificato, sarebbe sprofondato dalla vergogna, se solo l’asfalto fosse stato liquido non newtoniano… L’uomo non commentò, prese ad avanzare, claudicante, per i pochi metri che li separavano. Alex potrebbe giurare di averlo sentito gemere e mugugnare, ma non ne era certo. Intervenne Nadia: “Scusaci, davvero.” L’uomo voltò la testa verso la giovane, prese ad avanzare verso di lei. Stavolta ne erano certi, emise un verso cupo, quasi inumano. Iniziavano ad aver paura. L’uomo afferrò Nadia per entrambi i polsi. Spalancò la bocca, l’alito era a dir poco pestilenziale. La donna urlò, Alex doveva fare qualcosa. “Stà indietro!” Urlò alla moglie, e caricò. Tirò un calcio nel fianco dell’uomo, che mollò la presa e stramazzò al suolo. Nadia prese a lacrimare, Alex la abbracciò. Ripresi dal momento di paura, volsero lo sguardo all’uomo. Era di nuovo in piedi, di nuovo gemente e claudicante, di nuovo verso la stessa vittima. Alex sapeva che c’era una sola cosa da fare, e corse all’abitacolo dell’automobile per afferrare il crick di ferro. Era di quelli appuntiti. Non avrebbe mai voluto, ma doveva. Tornò dalla moglie, nuovamente agguantata dall’essere, irrigidita dalla paura. Caricò il colpo e gli trafisse la spalla. Sentì un rumore, forse aveva perforato la clavicola. Niente, non si mosse di lì. Un nuovo colpo, stavolta allo stomaco. Ancora niente, l’uomo non accennava a calmarsi. Un nuovo colpo all’altezza del petto, da dietro. Ancora niente, ma il cuore era stato trafitto di sicuro. Il sangue colava a fiotti. Non poteva, ma doveva farlo. Teneva Nadia saldamente. Mosse la testa verso di lei, come per morderla. Doveva ucciderlo. Un solo colpo alla nuca, verso l’alto. Lo sconosciuto mollò la presa, si accasciò in terra, gli occhi vitrei spalancati, zuppo di sangue. Nadia si calmò immediatamente, osservando a tratti il morto, a tratti il marito; quest’ultimo si chinò sul cadavere, estraendogli il portafogli dalla tasca. Si chiamava Carol Montedoro. Non aveva patente né soldi. Toccò la pelle, era fredda, gelida. Un’idea malsana gli balenò per la mente. Gli controllò il polso.

 

Rabbrividì, sedette a terra, lasciandosi sfuggire un gemito.

Era morto da almeno tre ore.

   
 
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