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Autore: _believerauhl_    01/02/2014    1 recensioni
Quel caso, poteva essere il caso decisivo per la mia promozione.
Quella ragazza, così giovane, così bella, così innocente, morta in quella pozza di sangue.
Ma chi? Chi poteva essere stato?
Chiunque poteva essere stato, ma un particolare, mi fece completare il mio puzzle...
Genere: Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Selena Gomez, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina, stavo ancora beatamente dormendo sul mio letto, quando quella maledetta sveglia suonò, così, anche se di malavoglia, mi alzai, mi preparai e andai a prendere il mio collega, Gas, per iniziare una nuova e noiosa giornata di lavoro.
Mi chiamo Shon, Shon Spancer, anche se il cognome non è importante. Ero un detective in prova nella polizia di Los Angeles.
 
Quando arrivai, vidi il mio capo che mi aspettava sulla soglia della porta.
“Spancer, di nuovo in ritardo questa mattina?” mi chiese lei con un tono abbastanza arrabiato.
“Si, mi scusi capo…ho avuto un contrattempo” Risposi io fulminando con gli occhi il mio amico Gas.
“Sta attento, perché a causa dei tuoi ritardi, questa potrebbe essere l’ultima volta che metti piede qua dentro”
 
Senza dire una parola, entrai, e iniziammo a discutere del nuovo caso che ci avevano affidato.
“Ragazza di 19 anni, morta alla biblioteca dell’università di Los Angeles” disse il mio capo leggendo il fascicolo che era poggiato sulla sua scrivania.
“Bene, non c’è tempo da perdere, andiamo.”  Quella mattina ero preso dall’euforia. Perché questo caso, poteva essere l’ultimo che risolvevo da detective in prova.
 
**
 
Una volta arrivati, ci trovammo davanti agli occhi una bella ragazza, stesa per terra, grondante di sangue.
“4 coltellate, sarà morta verso le 4 del pomeriggio.” Disse il dottore. “Non c’è nessun segno di combattimento, quindi è stata colta di sorpresa, e non ha avuto il tempo di difendersi.” Continuò lui.
Dentro la biblioteca, notai subito che c’erano 3 libri accanto alla ragazza, e 6 computer accesi.
“Come si chiamava?”chiesi io curioso.
“Si chiamava Faith.” Mi rispose una signora abbastanza anziana, che doveva essere la bibliotecaria.
“Salve signora, dobbiamo farle alcune domande.”
“Si accomodi pure.” Entrai in uno stanzino con la signora e iniziai tranquillamente il mio interrogatorio.
La bibliotecaria sembrava abbastanza tranquilla, anche se c’era stato un omicidio nella sua biblioteca.
“Dove si trovava lei ieri pomeriggio?” chiesi io.
“Ero qui, come al solito, che controllavo chi entrava e usciva dalla porta, e sistemavo alcuni ordini ormai vecchi.”
“C’erano altre persone in biblioteca a quell’ora oltre lei e la nostra vittima?”
“Tutti i dati di che è uscito ed entrato in biblioteca, sono nel computer, ma non troverà alcun nome, ci sono solo codici, per la sicurezza degli studenti. Ogni codice corrisponde ad uno studente, e per capire chi si trovava qui, ha solo bisogno del libro contenente i nomi che corrispondono ai codici, che si trova chiuso in cassaforte.” L’euforia si stava impossessando di me, non vedevo l’ora di ispezionare quel computer, la cosa si faceva molto interessante.
“Bene signora, intanto analizzeremo il computer.” Una volta usciti da quello stanzino, mandai la bibliotecaria a prendere quel libro dei codici di cui tanto aveva parlato.
 
Iniziai a prendere i numeri scritti al computer.
“462…436…582…128, diciamo che la biblioteca non è un posto molto frequentato…comunque questi sono i codici dei ragazzi che si trovavano qui ieri.”
Nello stesso momento in cui finì la mia frase, entrò la bibliotecaria, con un libro non molto grande tra le mani. Me lo consegnò e io iniziai a risolvere “quell’identikit” che mi aveva confuso un po’ le idee. Gli studenti presenti erano:Grace Wilson,  Carter Maison,Michael Clifford e Calum Hood.
 
Feci chiamare da Gas quei quattro ragazzi, e una volta arrivati, iniziai ad interrogarli.
Grace Wilson, la numero 462, aveva un alibi, che era stato pure confermato. Così come Michael Clifford, 582, e Calum Hood il numero 128.
L’unica che destava sospetto era Carter Maison la numero 436, quando entrò nella “sala interrogatori” una serie di scene mi ritornarono in mente: Le 4 coltellate e i 3 libri vicino al corpo di Faith, e i 6 computer accesi. Che lo aveva fatto per lasciare una traccia? Che si era pentita per quello che probabilmente aveva fatto, e quindi voleva scontare la sua enorme pena, facendosi scoprire e andando in prigione? 
 
“Signorina Maison, come mai si trovava in biblioteca ieri pomeriggio?”
“I-I-I-Io dovevo fare…mh…u-u-una ricerca per il compito che abbiamo fatto…oggi…” singhiozzò lei.
“Può confermarlo qualcuno? O almeno, qualcuno l’ha vista fare questa ricerca?”
“Mi sono chiusa in una stanza più silenziosa delle altre…avevo bisogno di concentrazione.” Continuò lei.
“Quindi la bibliotecaria l’ha vista entrare, ma nessuno l’ha vista studiare?”
“Si…mmh…esatto.”
“Può uscire signorina Maison, può bastare così.” Uscì dalla “sala interrogatori”  e vidi la signorina Maison che cercava di svignarsela.
 
“Si fermi! Quelle finte lacrime non le serviranno più a niente signorina Maison.” Le urlai io.
Lei si voltò terrorizzata, così io continuai “Può spiegare a tutti i presenti il perché? Perché ha ucciso Faith?”
“Cosa? Perché avrei dovuto farlo? Faith era la mia migliore amica, le volevo un mondo di bene!”
“Il perché io non lo so, me lo deve spiegare lei.” Dissi io con un tono abbastanza calmo.
“Io non so di che cosa lei stia parlando…e comunque anche se fosse non può provarlo…”  mi rinfacciò lei.
“Al contrario di quello che dice, io posso provarlo, infatti tutte le prove che ho, mi collegano sempre a lei. Faith è stata colpita con 4 coltellate, e vicino a lei c’erano 3 libri e 6 computer accesi. Se si ci fa caso, 436 è il suo codice bibliotecario, in compenso, nessuno l’ha vista studiare ieri, quindi vuol dire che lei poteva essere in qualsiasi posto, compreso ad uccidere Faith.” Spiegai io.
“Va bene, confesso…ero gelosa di lei, lei era più bella di me, più intelligente di me e più popolare di me, io venivo considerata l’amica sfigata di Faith…nessuno sapeva il mio nome, tranne quelle poche persone che avevano compassione per “la sfigata di turno”. Mi sono tenuta per me tutto questo, era arrivato il momento di finila, e così l’ho fatta fuori! Era la mia migliore amica, le volevo bene, ma questa cosa mi uccideva ogni giorno sempre di più…” lei finalmente confessò e Gas le ripeteva i suoi diritti.
“Carter, ha il diritto di rimanere in silenzio, qualunque cosa dirà potrò essere usata contro di lei in tribunale…”
 
 
**
 
Qualche giorno dopo, finalmente venni assunto come detective alla polizia di Los Angeles, e Carter, venne condannata a 30 anni di galera.
 
 
HIII guyss, vi piace questa one shot? L’ho presentata come compito di antologia a scuola, secondo voi, quanto prenderò? Scrivetemi cosa ne pensate, se fa schifo, se vi piace un sacco, critiche anche pesanti, fate voi, però mi raccomando RECENSITE.



 
  
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