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Autore: Symphoniies    01/02/2014    2 recensioni
5x12 'The devil inside'
Mi sono immaginata quello che Elena stava provando e pensando quando scappa dalla Cripta dove Nadia e la Viaggiatrice stanno facendo un'incantesimo per permettere a Katherine di prendere definitivamente il controllo del suo corpo.
La one - shot va da quel momento al momento in cui Kat lascia Damon e se ne va.
Spero vi piaccia.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elena iniziò a correre.
A correre molto veloce.
Non sapeva per quanto tempo fosse rimasta cosciente perciò doveva fare in fretta.
Una volta inoltratasi nel bosco si fermò.
Si guardò intorno.
Nadia non l’aveva seguita quindi, probabilmente, era ancora fuori gioco il che voleva dire che aveva qualche minuto di vantaggio.
Con mani tremanti prese il cellulare.
Doveva avvertire qualcuno.
Doveva avvertire i suoi amici di quello che Katherine e Nadia avevano architettato, metterli in guardia.
Premette un tasto per accendere il cellulare, ma quando lo fece comparì sullo schermo la richiesta di inserire il pin.
“Che cosa?!”
Katherine, pensò con rabbia.
Iniziò a digitare dei numeri.
Forse la sua data di nascita.
O forse quella di Stefan o di Damon.
“No. No, no, no! Stai scherzando!” esclamò, quando nessuno dei codici inseriti sembrasse funzionare.
Riprovò di nuovo, questa volta digitando numeri a caso.
Cazzo!
Chiuse gli occhi e prese un bel respiro profondo.
Si doveva calmare.
Si doveva calmare e tutto sarebbe andato bene.
Tutto si sarebbe risolto.
Quando si sentì abbastanza stabile, riaprì gli occhi.
Okey, doveva solo trovare un altro modo per avvisare gli altri.
Pensa, Elena. Pensa!
Si guardò di nuovo intorno.
La casa di Tyler - ora anche di Matt - non era molto distante.
Forse se si fosse messa a correre l’avrebbe raggiunta entro pochi minuti.
Ma il suo corpo aveva preceduto la sua mente e, senza essersene resa conto, stava già correndo in direzione della musica.
Poi eccola.
Ecco una fitta che le colpì in pieno le tempie.
La ragazza si portò una mano sulla fronte.
Era come se qualcuno le stesse infilando un chiudo nella testa.
Barcollò.
Un ricordo non suo si fece strada nella sua mente.
Katherine il giorno in cui Nadia fu partorita.
Quello era un chiaro segno che non le rimaneva molto tempo.
“No, no, no!” esclamò, riprendendo a correre.
Poi ecco un’ altra fitta. E con essa, un altro ricordo.
 
“Katerina, vorrei presentarle Lord Niklaus”
“Mi chiami Klaus”
 
Questa volta la fitta fu così forte da farle mancare il respiro.
Barcollò ancora.
No, non avrebbe permesso a Katherine di vincere.
Non questa volta.
Un’altra fitta.
Un altro ricordo.
 
“Forza. Baciami, Damon, o uccidimi”
 
Elena si mise una mano sulla fronte e poi si piegò leggermente in avanti, “Katherine, esci dalla mia testa!” minacciò.
 
“Ti amerò per sempre”
“O almeno per un tempo molto lungo”
 
“No!” urlò, la ragazza, cercando di opporsi.
 
“Uno tra voi l’ho ingannato”
 
“No, no!”
Elena si rimise in posizione eretta, strinse i denti e riprese a correre.
Un’altra fitta che portò con sé un altro ricordo.
Il ricordo di Katherine che infilzava Stefan con un pezzo di ferro.
La giovane si poggiò ad un albero, per sorreggersi, ma non si fermò.
Si mise una mano sulla fronte - aveva la testa che le doleva fortemente - ma continuò a muoversi.
Un altro ricordo.
Katherine che mordeva Stefan al collo, mentre erano rinchiusi nella cripta.
Con questo ricordo, Elena si dovette fermare per il troppo dolore.
Chiuse gli occhi e li riaprì di colpo, stringendosi forte la testa fra le mani.
Poi urlò.
Gli occhi velati di lacrime.
Un’altri ricordo.
La morte di Jeremy.
Riprese a correre, tenendosi sempre una mano sulla fronte.
Non che le desse sollievo.
Era solo un gesto spontaneo.
Come se toccarsi la fronte le permettesse di non mollare.
Di continuare a stare nel suo corpo.
Un’altra fitta.
Lei stessa, qualche mese prima, che ficcava la cura nella  bocca di Katherine.
Si piegò, ma continuò a correre.
Un piede davanti all’altro.
Destro.
Sinistro.
Destro.
Sinistro.
Mancava poco.
Davvero poco.
Ora riusciva a vedere le luci della casa.
Si fermò all’altra dell’enorme giardino della proprietà e prese una boccata d’aria che le riempì i polmoni e le fece pizzicare il naso.
Anche se aveva agli occhi velati di lacrime, vide Damon.
“Damon!” urlò, per poi mettersi a correre.
Un ultimo sforzo, Elena! Un ultimo sforzo!, si fece forza.
Damon la vide e a sua volta e si mise a correre nella sua direzione.
Quando furono abbastanza vicini, la giovane rallentò e poi, letteralmente, si buttò fra le sue braccia.
Le sue forti e confortevoli braccia, che l’avevano stretta a se in più di un’occasione.
In quelle braccia che lei considerava la sua casa.
Sì.
La sua casa.
Damon era la sua casa.
E lei lo amava.
Lo amava così tanto!
“Damon, grazie a Dio!” esclamò, sollevata.
Chiuse gli occhi e deglutì, come se si fosse svegliata da un brutto sogno.
“Che succede?” le chiese, massaggiandole la schiena e stringendola a sé.
Improvvisamente la ragazza si sentì leggera.
Fu colpita da un capogiro e poi, all’improvviso, tutto buio.
Elena non seppe dire per quanto tempo avesse dormito.
Secondi.
Minuti.
Ore.
Anni.
Ma quando si svegliò, si sentì leggermente stordita.
Con gli occhi socchiusi si guardò intorno.
Il buoi aleggiava intorno a lei.
Ma dove si trovava?
E perché era tutto buio?
Con difficoltà si mise in piedi.
Poi sentì una voce.
La sua voce.
DAMON.
“Allora sai quanto io abbia rovinato tutto” disse il vampiro.
Cosa?
Cosa stava dicendo?
 
“Cosa stai dicendo Damon?” chiese, ma dalla sua bocca non uscì nulla.
Cioè, lei aveva parlato, ma il ragazzo sembrava non averla sentita.
 
“Ho fatto un casino, Elena” continuò il maggiore dei Salvatore.
 
“Un casino? Damon, ma cosa stai dicendo?”
 
“Me ne sono andato perché ero convinto che ti avrei rovinata” disse lui.
 
“No, Damon, no. Ti prego, non abbiamo tempo. Io..”
 
“Non è questo il punto, Damon” disse.
Ma non era stata lei a parlare.
Qualcuno aveva parlato al suo posto.
Oddio, no!
Katherine!
“No. Lo so. Ascoltami e basta…ascoltami!”
 
“No, Damon, ascoltami tu! Non starla a sentire! E’ Katherine che parla, non io!” urlò, invano.
 
“Tu sei letteralmente la persona migliore che abbia mai conosciuto e pensare che io possa cambiarti da troppo credito a me e non abbastanza a te. Tu sei la miglior influenza che io possa avere. Ho bisogno di te. Tu sei il bene ed io ho bisogno di un po' di bene nella mia vita. Perchè, senza di esso, c'è troppa oscurità”
 
“Damon” sussurrò, con gli occhi pieni di lacrime.
Damon.
Il suo uomo.
Lui…lui le stava dicendo quelle cose magnifiche.
“Damon” disse, mentre le lacrime iniziarono a rigarle il viso. “Damon, ti prego, non dire nulla! Mi senti? Non dire nulla! Sono nel corpo di Katherine!” scosse la testa, “Cioè, sono nel mio corpo, ma a comandarlo è Katherine!”
 
“Mi stai facendo troppa pressione” disse Katherine, girandosi.
“Lo so, Elena”
“No, no. Ora tocca a me” disse la ragazza, tornando a fissarlo.
“Sì, va bene” acconsentì lui.
“Mi piace che io ti renda una persona migliore”
 
“Stai zitta, stronza!”
 
“Mi piace che io ti rende felice, ma...io non voglio che tu viva solamente per me. Non voglio preoccuparmi di cosa succederà ogni volta che discuteremo, o ci lasceremo di nuovo o con chi te la prenderai”
“Di cosa…di cosa stai parlando?”
“So quello che hai fatto a Katherine, Damon. Lei era debole e stava morendo eppure tu l’hai torturata”
“Cosa c’entra Katherine?
“Non c’entra niente. Riguarda solo te…riguarda te. Riguarda la persona che io non posso cambiare. Riguarda la persona che sei veramente. Quella persona aveva ragione  a lasciarmi andare”
 
“No, no, no!” disse Elena, lasciandosi cadere a terra, “No, Damon! Non ascoltarla. Ti prego…non ascoltarla”
 
“Mi dispiace, Damon, ma è finita. Noi abbiamo chiuso”
 
Ed eccolo li.
Quello sguardo.
Lo sguardo del Damon ferito.
Katherine stava facendo un bel primo piano sul suo viso e questo non fece altro che aumentare il dolore di Elena e con esso le sue lacrime.
Il vampiro scosse la testa, come se non volesse credere a quello che stava sentendo.
Katherine si allontanò.
No, no!
Elena sbattè le palpebre.
Il dolore stava lasciando spazio alla rabbia.
No, Katherine l’avrebbe pagata.
Non sapeva come, ma sarebbe uscita di li e gliel’avrebbe fatta pagare.
Gliel’avrebbe fatta pagare per quello le che aveva fatto.
Per quello che aveva fatto a Damon.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autore:
Salve a tutti!
Se avete visto la puntata allora sapete benissimo cosa è successo.
Niente, volevo solo dire che l’ho buttata giù in circa quindici minuti e spero vi piaccia.
Per quanto riguarda Elena ancora intrappolata nel suo corpo me la sono inventata come cosa.
Non si sa dove sia ora Elena, visto che non c’è stato dato nessun indizio.
Se sei arrivato fin qua giù, grazie mille!

 
 
 
 
 
 
   
 
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