01/02/2014
1 recensioniLip
L'autobus frena bruscamente, e Lip viene strappato dal torpore del suo sonno.
L'orologio scassato che ha al polso segna le 09.13.
«Cazzo» borbotta Lip.
Si guarda intorno. Il sole è già alto, ed illumina strade ed edifici che non riconosce, gli sono totalmente estranei.
Sembra passata un'eternità da quando ha lasciato la sua casa, ma in realtà si tratta solo di quindici ore.
Quindici ore di viaggio per arrivare dalla South Side di Chicago fino a Cambridge, Massachusetts.
Quindici ore fa, lui era ancora insieme alla sua famiglia sgangherata, i Gallagher.
Insieme ai suoi cinque fratelli, Fiona, Ian, Liam, Debbie e Carl.
Insieme a quell'ubriacone di suo padre, Frank Gallagher.
Insieme ai suoi vicini, Kevin e Veronica, che sono quasi una seconda famiglia per lui.
E poi c'era lei, Mandy Milkovich.
La sua ex ragazza. O meglio, la sua psicopatica ex ragazza.
Lip non l'aveva mai veramente amata. Nonostante tutto, però, doveva ringraziarla: era stata lei a mandare la domanda di ammissione al MIT. Grazie a lei, Lip è riuscito ad ottenere una borsa di studio.
Lip non sa ancora dire se è stata la scelta giusta o meno. Si sente spaesato.
Si guarda intorno e tutto ciò che vede sono orde di ragazzi vestiti di tutto punto, ogni angolo del campus è pieno di polo dai colori pastello.
Lui, con i suoi jeans a dir poco vissutie le sue magliette con loghi di improbabili band del panorama underground di Chicago, si sentiva incredibilmente a disagio.
Vaffanculo.
Cosa ci faceva uno così in un luogo del cazzo come quello, pieno di fighetti figli di papà?
Si vedeva lontano un miglio che quelle persone non avevano mai avuto un cazzo di problema in vita loro.
Nessuno di quelli lì poteva neanche lontanamente immaginare cosa significava lottare per andare avanti, fare doppi, tripli turni per portare a casa abbastanza soldi da poter sfamare sei bocche (sette, se contiamo le sporadiche apparizioni di Frank in casa Gallagher).
No, per loro la vita era così dannatamente facile.
A gente del genere bastava schioccare le dita.
Snap!
Una casa grande, spaziosa, arredata di tutto punto.
Snap!
Il golf club, le piscine, le feste.
Snap!
Vestiti, libri, auto, frigoriferi sempre pieni.
Snap! Snap! Snap!
Lip non li conosceva, ma già li odiava.
Lui avrebbe dovuto sgomitare per farsi strada nel mondo, mentre a loro probabilmente sarebbero bastate un paio di telefonate.
Snap! Snap! Snap!
Si siede su una panchina libera a pochi di metri di distanza dalla fermata dell'autobus e, con gesti lenti ma precisi, estrae una sigaretta dal pacchetto che tiene nella tasca sinistra della giacca.
Non ha nemmeno il tempo di cacciarsela in bocca che subito viene richiamato da una vocetta fastidiosa alle sue spalle.
«SCUSA! Spero proprio tu non abbia intenzione di fumare quella sigaretta per poi buttare in terra il mozzicone.»
Sospirando, Lip si gira.
Si trova davanti una ragazza magrolina, dai lunghi capelli neri, che indossa un abito blu molto elegante, impreziosito dal filo di perle che indossa al collo.
Le labbra di Lip si increspano, fino a formare un ghigno.
«Vaffanculo, fighetta del cazzo»
La ragazza apre la bocca, basita, ma non emette alcun suono.
Fa un passo indietro, incerta, poi decide di girarsi e di tornare rapidamente dalla sua comitiva di stronzi impomatati, poco più in là.
Lip sorride tra sé.
Mai rompere il cazzo ad un Gallagher.