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Autore: Kano_chan    02/02/2014    6 recensioni
Dal Prologo:
"Sto aspettando e non so quanto ci vorrà, ma mentre aspetto vorrei raccontarvi la mia storia.
E’ una storia senza pretese perché racconta del mio viaggio in compagnia di 15 amici, delle mie origini, del mio amore, delle mie battaglie, del mio terrore e della mia gioia, delle mie ferite e delle mie vittorie: della mia vita insomma.
E se sulle prime vi potrà sembrare straordinaria in realtà per me è stata normalissima.
Ma vorrei lo stesso narrarvela.
Questa è la storia della Figlia della Montagna."
~~~~~
Dall'Epilogo:
Fine
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Legolas, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1
PARTE I
Capitolo 1


Era notte inoltrata quando giunsi alla Contea, non ero mai stata in quel luogo a sud dell’Ered Luin, ma arrivarci non fu complicato.
Stavo camminando lungo la strada principale che costeggiava le grandi colline.
Nell’aria, c’era un vento leggero che profumava di erba e di campi coltivati; da quello, potei intendere che l’impiego principale di questi “Hobbit” fosse l’agricoltura.
Non c’era infatti, quel caratteristico odore pungente di ferro e di fuoco, che alimentava le fornaci delle fucine in cui ero cresciuta; l’aria sembrava incredibilmente… aria.
Su ogni versante delle colline, poi, si aprivano delle piccole porte perfettamente rotonde, ciascuna preceduta da un giardino ben curato;
per il momento però, nessuna di esse risultava essere quella da me cercata.
Mentre proseguivo e osservavo l’ennesimo uscio, vidi alla finestra della stessa casa, una figura che mi osservava; ma questa, non appena mi fermai per guardare meglio, sparì, quasi non ci fosse mai stata.

Sorrisi divertita; di sicuro gli Hobbit non erano un popolo temerario, curioso sì, ma non temerario.
Finalmente, alla casa successiva, vidi ciò che stavo cercando; su di una porta verde smeraldo, notai incisa una runa che risplendeva leggermente alla luce della luna.
Incamminandomi verso di essa, sorrisi, pregustando già la scena che si sarebbe svolta di lì a poco.

Aprii il cancelletto in legno, che delimitava un piccolo giardino arredato da una panca, e mi avvicinai alla porta; stavo giusto per bussare, quando questa si aprì da sola, spalancandosi su un lungo corridoio, caldamente illuminato dalla luce di alcune candele.
Il viso che mi accolse era molto anziano; di una grande saggezza e dolcezza assieme.
Gandalf, chinatosi in modo da non battere la testa contro il basso soffitto dell’abitazione, mi sorrise a metà tra il divertito e l’esasperato.

-    Entra mia cara, gli altri sono tutti di là intenti a discutere - esordì invitandomi - perdonami se abbiamo già iniziato, ma in tutta onestà non ti aspettavamo.- aggiunse subito dopo, spostandosi in modo che potessi entrare.

Io varcai l’uscio, sorridendo divertita, e sfilandomi i morbidi guanti di pelle dalle mani.

-    Lo so bene che non ero attesa Mithrandir* – commentai, seguendolo lungo il corridoio, mentre dall’ultima stanza in fondo, si sentiva un gran vociare.

Lo stregone mi rivolse un'occhiata curiosa da sopra la spalla, inarcando le folte sopracciglia; occhiata, alla quale io risposi con uno smagliante e innocente sorriso.
Vidi Gandalf scuotere divertito la testa, prima di fermarsi sull'uscio di una lunga camera.

-    Amici miei, scusate l’attesa, ma è arrivato un ospite inatteso... - disse, precedendomi e occultandomi dietro di lui con la sua alta figura. 
-    Gandalf, giorni celesti!! Ancora!? Non bastavano tredici nani??- esclamò una voce esasperata.

Mentre la risata profonda dello stregone riempiva l’aria, io entrai in quella che scoprii essere una perfetta e accogliente cucina.

-    Mi dispiace mastro Hobbit per la mia intrusione; spero di non disturbare troppo - dicendo questo, avanzai, abbassando il cappuccio del mantello color pervinca che avevo addosso, e fissando il padrone di casa e tutta la schiera di nani seduti attorno alla tavola.

Come previsto, le reazioni non si fecero attendere, e prima che l’Hobbit potesse aprire bocca, ben tre persone diverse, nello stesso identico momento, esclamarono (sebbene con tono diverso) la stessa frase.

-    Harerin! Che diamine ci fai qui??-

Ad avermi posto la domanda, furono rispettivamente:
Thorin Scudodiquercia, il quale, aveva un’espressione così furente, da farmi momentaneamente pentire di essere lì in quel preciso istante;
Fili, nipote di Thorin, visibilmente scioccato; e Kíli, suo fratello di cinque anni più giovane, che non si capiva bene se fosse felice, o arrabbiato quanto lo zio.

-    Vi ho raggiunti mi sembra ovvio!- risposi con noncuranza - Balin ti prego, aiuta Bofur, pare che stia soffocando- aggiunsi subito dopo.

Il nano in questione, difatti, stava tossendo convulsamente, dopo che il fumo gli era andato di traverso alla mia apparizione.

-    Harerin non cambiare discorso! Cosa ci fai tu qui?-

Tornai a guardare Thorin.

-    Mi avete lasciata a casa da sola!!- esclamai piccata.
-    Ti ho lasciata alle cure di Dís!- replicò lui.
-    Ve ne siete andati senza neppure avvertirmi!-
-    Perché dovevi restare sui monti Azzurri, e se ci avessi visti non lo avresti mai fatto!- esclamò furente Thorin, battendo il pugno sul tavolo; il boccale di birra che stava bevendo, cadde sul fianco, spargendo il suo liquido su tutta la superficie di noce. Sentii il padrone di casa emettere un basso lamento.
-    Ma a quanto pare non è servito - aggiunse poi, con disappunto, il nano.

-    Non è giusto e tu lo sai bene! Per quale motivo mi avete voluto escludere?- chiesi ai presenti con sguardo accusatorio.
-    Perché è pericoloso-

Mi voltai verso il giovane principe castano che aveva parlato, e scossi la testa.

-    Per fortuna… pensavo mi dicessi che ero troppo giovane Kee - dissi fissando esasperata lui e suo fratello; il quale sembrava essere d’accordo con il minore – per quale motivo allora, mi hai addestrata alle armi, se poi quando ho l’occasione di mettere in pratica ciò che ho imparato, mi lasci in disparte?- mi rivolsi nuovamente a Thorin, con le mani sui fianchi.

Lui chiuse gli occhi, passando su di essi l’indice e il pollice con fare stanco. 

-    Thorin ormai la ragazza è qui; inutile cacciarla, sarebbe capace di venirci dietro fino nelle Terre Selvagge.- disse Dwalin, nascondendo una nota divertita al suo amico.

Ne seguì un momento di silenzio, mentre tutti aspettavamo che Thorin si pronunciasse.

-    E sia!- assentì alla fine, rassegnato e con un sospiro - Gandalf prosegui per piacere.- tornò a rivolgersi infine allo stregone.

Io feci un sorriso fugace e ringrazia l’Hobbit, che nel frattempo, era andato a recuperare un’ulteriore sedia, per farmi accomodare vicino a Bofur.

-    La ringrazio signor…- esordii, rendendomi conto solo in quel momento, di non sapere il nome di chi mi stava ospitando.
-    Baggins! Bilbo Baggins milady- mi venne lui in soccorso, facendo un leggero inchino e nello stesso tempo, gettando un’ennesima occhiata disperata alla sua cucina invasa.
-    Bilbo, Hererin figlia di Harael al tuo servizio - mi presentai.
-    Già, lo immaginavo...- disse sconsolato; dopodiché si voltò, porgendo a Gandalf una lampada schermata di rosso.

Lo stregone intanto, aveva tirato fuori una grossa pergamena, la quale, una volta aperta, si rivelò essere una mappa.

-    Questa – disse indicandola – fu fatta da Thror, tuo nonno Thorin – spiegò, mentre i nani si protendevano per vedere meglio.
-    Non mi sembra che ci sarà di molto aiuto- commentò il re osservandola scettico – Mi ricordo perfettamente la posizione della montagna e di ciò che ci sta attorno; così come la strada per arrivarci - aggiunse.
-    Anche il drago segnato in rosso… ho come la sensazione, che riusciremmo a trovarlo anche da soli- ridacchiò Fili, il quale, ricevette un’occhiata non proprio amichevole da parte di Gandalf.
-    Mithrandir cos’è quella runa vicino al fianco orientale della montagna?- domandai io, indicando il punto sulla carta con il dito indice.
-    Oh siano ringraziati i Valar! Una giovane con spirito di osservazione!- esclamò lo stregone portando le braccia in alto.
-    Ehi!- protestarono Kíli e Fili.
-    Quella runa, assieme a quelle scritte a lato della mappa, indica un’entrata segreta; un passaggio che conduce alle sale inferiori- spiegò soddisfatto Gandalf.
-    Ma sarà rimasta segreta?- domandò Balin – il drago potrebbe averla scoperta- fece notare.

Sorrisi al nano e al suo acume, Balin, invero, mi era molto caro.
Come Thorin era stato mio mentore nel combattimento, così Balin lo era stato nella cultura dei libri e della storia antica.
Persa nei miei ricordi, intanto, non mi ero accorta che Gandalf aveva ripreso a parlare.


-    È troppo piccola – stava dicendo – inoltre, da quanto dice la mappa stessa, è stata sigillata in modo da apparire in tutto e per tutto parte del fianco della montagna; com’è di uso nella tradizione nanica- spiegò.
-    Gandalf da ciò che stai dicendo, c’è una buona possibilità di riuscire ad entrare senza essere visti dal drago; dico bene?- chiese Kíli con gli occhi che brillavano all'idea.
-    Sì, direi di sì- assentì il mago, bevendo un sorso di vino scuro dal suo bicchiere.
-    E allora cosa stiamo aspettando??- esclamò Kili, battendo una manata sul tavolo.
-    Calmati figliolo; anche trovassimo la porta, come facciamo ad entrarvi?- domandò Dwalin.

A quella obiezione, lo sguardo entusiasta di Kíli si affievolì.

-    Giusta osservazione, e a proposito di modi per entrare, ho da darti questa Thorin -

Detto questo, lo stregone porse al nano una grande chiave di metallo brunito; vidi Thorin prenderla con grande sorpresa.

-    Dove l’hai presa?- chiese, puntando il suo sguardo azzurro dalla chiave a Gandalf.
-    Me la diede tuo padre, assieme alla mappa, l’ultima volta che lo vidi… Gli fu data da tuo nonno Thror, prima che morisse a Moria. Tuo padre, da ciò che ho capito, in seguito se ne andò a tentare la sorte con la mappa; ed ebbe un gran numero di avventure del tipo più spiacevole, ma non arrivò mai vicino alla Montagna- rispose il mago con tristezza.
-    Dove lo hai visto?- esclamò allora Thorin, che da molto tempo aveva perso le tracce del padre.
-    Beh... Come fosse arrivato lì non lo so, ma lo trovai prigioniero del Negromante. Cercai di salvarlo, ma era troppo tardi. Inebetito e brancolante, si era ormai dimenticato quasi di tutto, tranne che della mappa e della chiave – spiegò il grigio.

Vidi Thorin rimirare, con un velo di tristezza negli occhi, la chiave.

-    Custodiscila con cura.- lo ammonì allora Gandalf.

Thorin annuì, facendola poi scomparire all’interno della sua veste.

-    Emh Gandalf.. capisco il piano per entrare ad Erebor ma… per quale motivo avresti scelto il Signor Baggins?-

Gli sguardi di tutti, si spostarono da Bofur, che aveva posto la questione, a Bilbo, che a disagio, fece qualche passo indietro, per poi riscuotersi d’un colpo e fissare sbalordito Gandalf.

Spazio Autrice:

Per prima cosa, ringrazio chi è arrivato fin qui, perchè vuol dire che il prologo ha svolto alla perfezione la sua funzione!

La storia vera e propria è cominciata, il capitolo è breve, lo so, ma ho dovuto spezzarlo in due altrimenti sarebbe risultato eccessivo.
La mia intenzione, sarà quella di seguire il filone della trama cinematografica, accompagnandola e modificandola con parti tratte dal libro di Tolkien e ovviamente, parti aggiunte da me.

Spero con tutto il cuore che Harerin vi piaccia, si è creata nella mia mente a poco a poco, e spero di renderla al meglio; ma come si dice "ogni guaglione è bello a mamma sua", per cui potrò saperlo solo tramite voi.

Tak khaz meliku suz yenetu,

Marta




  
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