La bambina alzò lo sguardo dal suo libro di fisica quantistica, fissando le porte del TARDIS - oltre le quali il telefono squillava a vuoto.

Un nuovo trillo, e Syria si alzò, guardandosi intorno: nessuna traccia del padre.

Gettò allora una rapida occhiata allo scanner, notando come erano ancora sulla Terra, a qualche chilometro da Londra.

Dopo aver riportato Clara a casa - solo un'ora prima - suo padre aveva infatti deciso di parcheggiare il TARDIS lungo quella stradina deserta e quasi per nulla frequentata, senza darle tuttavia una reale motivazione per quell'insolita sosta, se non che i molti secoli passati a difesa di Natale gli avevano insegnato ad apprezzare lo scorrere lento e normale del tempo.

inizialmente Syria era rimasta stupita da una simile affermazione, ma era stato solo per un istante.

Suo padre si era comunque rigenerato – sebbene gli fosse stato concesso ancora una volta di mantenere il vecchio viso - ed era quindi normale, credeva, che qualche aspetto del suo avesse avuto un cambiamento, seppur minimo.

Non aveva forse iniziato ad indossare una fede d'oro a doppia fascia con una pietra verde in onore del suo matrimonio con sua madre? Non insisteva per assistere, in tutti i luoghi che visitavano, almeno ad un sorgere del sole - anche se questo lo rendeva per qualche motivo stranamente molto malinconico e taciturno? 

Il telefono squillò nuovamente, e Syria si riscosse - decidendo infine di rispondere lei stessa.

«Ce ne hai messo di tempo, vecchio mio! Sono i primi sintomi dei tuoi 2100 anni, oppure eri di nuovo impegnato con River?» esclamò l'allegra voce di Jack Harkness all'altro capo del filo.

Syria rise.

«La mamma non è qui, mi spiace» disse.

«Ehilà, Baby Dottoressa! Ti spiacerebbe dire a tuo padre che c'è una questione di cui dovrei parlargli? Sempre che non sia diventato uno di quei vecchietti nostalgici che sostano perennemente sulle panchine dei parchi...» replicò Jack, divertito.

«Di che si tratta?» domandò Syria, ignorando completamente la richiesta dell'uomo.

Aveva sempre voluto imitare il padre, e quello di conoscere sin da subito quale fosse problematica in una situazione le sembrava essere un ottimo punto di partenza.

«Oh, solo una piccola proposta che vorrei fargli» replicò l'uomo all'altro capo del filo.

La bambina stava per ribattere che avrebbe potuto benissimo riferire lei quella proposta al padre, quando proprio quest’ultimo le arrivò alle spalle, prendendole la cornetta di mano.

«Cos’ho sempre detto a proposito di questo telefono, Syria?» chiese.

«Che devi assolutamente rimetterlo sulla consolle» tentò la bambina.

Il Dottore sospirò, non riuscendo completamente a nascondere un sorrisetto divertito.

«Certo. Ma che cosa a proposito di chi deve rispondere?» suggerì.

Syria si guardò i piedi.

«Hai detto che solo tu puoi farlo. Ma ho aspettato, e non ti ho visto!» si giustificò.

«Ero nella sala motori. Ci vuole un po’ di tempo ad arrivare».

Syria s’imbronciò.

«Jack non ha voluto dirmi niente» borbottò.

«Vuol dire che almeno per una volta ha fatto qualcosa di buono» rispose il Dottore.

Dal telefono si udì l’uomo protestare.

Il Dottore posò la cornetta all’orecchio.

«Che è successo, Jack?» chiese, ascoltando poi attentamente. «D’accordo. Avverto River e saremo lì in un lampo. Puoi inviare la data e le coordinate al TARDIS? Grazie. Come? No, Jack. Non può venire solo River!».

Rimise al suo posto la cornetta, andando poi ad accendere i motori.

«Syria, potresti avvisare tua madre di raggiungerci qui sul TARDIS? Usando il Manipolatore del Vortice dovrebbe riuscirci piuttosto in fretta».

«Lo faccio solo se posso venire anche io con voi» ribatté la bambina, decisa.

«Non stiamo andando a giocare, Syria. E’ pericoloso, e tu sei ancora troppo piccola» le rispose l'uomo, senza alzare gli occhi dai comandi.

Syria si erse in tutta la sua altezza.

«Ho già nove anni!» esclamò, fiera.

Il Dottore le lanciò un’occhiata divertita.

«Oh, così tanti?» la prese in giro.

Syria s’imbronciò nuovamente.

«Allora rigenero anche io. In un corpo più vecchio!» buttò lì.

L’uomo si bloccò, fissandola.

«Decideresti di rigenerare per questo? Sul serio?!» chiese, scioccato.

«Tu l’hai fatto! Ti sei rigenerato!» si difese la bambina.

Il Dottore scosse il capo.

«L’avrei volentieri evitato» mormorò piano, vedendo Syria sgranare gli occhi. «Non prenderla come una cosa negativa, tesoro. Sono contento di essere ancora vivo, e di aver potuto tornare da voi. L’avere un nuovo ciclo di rigenerazioni è una cosa stupenda, certo. Ma rigenerare è fisicamente doloroso, forse persino il dolore più straziante che possa esistere... Rinasci, certo; ma non prima di essere a tutti gli effetti morto. E di sicuro non è ciò che io e tua madre ci auguriamo per te, Syria».

Sospirò.

«So che per te e River – qui sulla Terra – non sono trascorse che poche settimane, ma… La rigenerazione, per me, è arrivata dopo 900 anni in cui combattevo ogni giorno contro nemici disposti a tutto pur di impedirmi di far tornare il nostro popolo. Ho perso persone a cui mi ero a mio modo affezionato, ho subito ferite straordinariamente debilitanti... Se vuoi la verità, al punto in cui mi trovavo, ero quasi contento di poter finalmente 'riposare' un po’» ammise.

La fissò, sorridendole con l’intento di risollevarle il morale.

«In più, anche rigenerando avresti comunque nove anni, Syria».

La bambina lo fissò, risoluta. Aveva compreso perfettamente le ragioni del padre, ma non per questo era disposta a rinunciare a una possibile avventura al fianco suo e della madre.

«Non ti parlerò più. E dirò alla mamma che hai buttato il suo libro preferito in una supernova!» lo minacciò.

Il Dottore ridacchiò.

«Uguale a River in tutto e per tutto, eh?» mormorò affettuoso, prima di allargare le braccia con fare sconfitto. «Fai pure. Dì a River dell’incidente occorso al suo libro. Cosa mai potrà fare, che non abbia già fatto?».

Syria gli diede le spalle, offesa.

Rimase in quella posizione per diversi minuti, lanciando di tanto in tanto uno sguardo di sottecchi al padre. Ma vedendo che il suo comportamento non portava a nulla tornò a voltarsi.

«Ma io mi annoio! Voglio venire con voi e divertirmi anche io! Per favore…» piagnucolò, pestando i piedi a terra e fissando il padre con i grandi occhi chiari pieni di lacrime.

L’uomo scosse il capo.

«No, no e ancora assolutamente no».

*

«Credevo avessi detto 'no'» ghignò River, quando il Dottore le disse che Syria li avrebbe seguiti in quello che sarebbe stato il suo primo 'intervento di soccorso' vero e proprio.

«Oh, stai zitta» borbottò l’uomo di rimando.

Ma a dispetto del tono non era davvero infastidito dal comportamento della figlia; era anzi orgoglioso della testardaggine - e dello spirito ribelle - mostrato dalla bambina.

«Sei sicuro che a Syria non servano altri abiti, magari un po’ più pesanti? In fondo stiamo pur sempre per andare sui ghiacci perenni di Dubhe» chiese River, studiando con aria critica gli abiti tra le braccia del marito.

«Sicurissimo» tagliò corto il Dottore, prendendo da un angolo dell’immenso guardaroba un cappello di lana. «Ecco. Questo è l’ultimo tocco».

«Ah, no! Niente oscenità sulla testa di mia figlia, Dolcezza» esclamò River, strappandogli il copricapo dalle mani e lanciandolo nuovamente nel mucchio di abiti.

Il Dottore sbuffò.

«Hai già pensato a come procedere? La presenza di Syria impone una maggiore attenzione e un sicuro 'metodo d’azione'...» chiese.

«Non sai di cosa si tratta?» domandò River, seria.

«Non di preciso. Jack mi ha solo detto che ci sono alcuni Sontaran coinvolti».

River si fece pensierosa.

«Rimanere in un unico gruppo rischierebbe di dare nell'occhio... Proporrei una divisione: che ne dici di rispolverare il vecchio 'maschi contro femmine'? Tu e Jack in una squadra, io e Syria nell’altra» propose.

Il Dottore annuì.

«D'accordo. Cercate solo di non mettermi nei guai. Non  volontariamente, almeno. So che trovi questo genere di situazioni divertenti, ma...».

La donna gli stampò un bacio sulla guancia, ammiccando.

«Tranquillo, finiremo nei guai in modo assolutamente casuale» gli assicurò.

Il Gallifreyano scosse il capo, rassegnato.

«Meglio tornare nella sala di controllo. Ormai dovremmo essere arrivati».

Okay, ho alcune cosa da dire riguardo a questa fanfiction :)
Prima di tutto spero mi perdoniate il fatto di non aver "cambiato Dottore", benché questa storia si collochi dopo lo speciale natalizio. Ci tengo comunque a precisare che la mia scelta è dettata dal non aver ancora visto appieno Capaldi in azione (e quindi sarebbe stato impossibile, per me, rendere il suo Dottore più IC possibile), e sì, anche da un attaccamento morboso all'Undicesimo U.U.
In secondo luogo, diverse cose a cui accennerò in questa storia derivano dal libro "Tales of Trenzalore" (come i 900 anni trascorsi dal Dottore in difesa del pianeta, o come il fatto che abbia perso una gamba a causa di un Angelo Piangente).
E ultimo, ma non meno importante, vorrei dedicare questa fanfiction a Nic01, che mi ha pregato di scrivere altre storie con Siria :D
Come sempre, le recensioni (qualsiasi sia la loro natura) sono sempre ben accette ^^.
Grazie♥