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Autore: Soloimperfezioni    02/02/2014    0 recensioni
Vittorio, 16 anni, dalla straordinaria bellezza ma con una spaventosa tristezza dentro. Circondato da troppe persone si è sempre sentito solo e mai al centro dell'attenzione fin quando, dopo due orribili episodi che cambieranno la sua vita incontra una persona che lo cambierà definitivamente..
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
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Ho bisogno di qualcuno accanto a me, non posso continuare così.. non posso proprio.., pensieri che in nanosecondi passavano e si ripetevano giorno e notte nella sua mente.. Vittorio trattenne le lacrime stringendo i denti  ed andò a prendersi una birra ghiacciata dal frigorifero-lavagna di casa, non compreso nella cucina componibile per via del colore nero con le scritte bianche della spesa del giorno dopo, che non faceva pandant con il resto dei mobili sul pesca,le birre  erano di suo padre ma lui non avrebbe mai creduto che suo figlio sfiorasse anche solo il pensiero di berne una..non lo aveva mai sopravvalutato, da sempre, e Vittorio lo sapeva bene..voleva essere come suo fratello Davide, da sempre dava piene soddisfazioni ai genitori, con una storia alle spalle che durava ormai dieci fottutissimi anni con una donna che nemmeno amava e altre cinquanta ragazze che cambiava quasi ogni notte. Lui e suo fratello non si somigliavano, nè di carattere ma nemmeno di fisico.. Vittorio era alto, troppo alto e magro, ma non tanto da sembrare uno stuzzicadenti. Davide invece sull'altezza si trovava nella norma, normalissimo anche di fisico e capelli castani, a differenza di quelli del fratello che erano quasi biondo cenere, con delle sfumature nel castano che andavano a perdersi ogni volta che se li scrollava di fronte. Di simile solo gli occhi, castani ma profondissimi, di un colore che sembrava incandescente e che da un momento all'altro stessero per colare via. 
A vittorio non gli erano mai piaciute le birre, anzi, non gli era mai piaciuto  l'alchool in generale ma pensava che così tutto si sarebbe migliorato, se avesse imitato tutti i ragazzi che bevevano e fumavan, forse avrebbe incontrato qualcuno che potesse migliorargli la vita..Tornò nella sua grande camera blu e si sdraiò sul divanetto di fronte alla scrivania, se si fosse messo sdraiato sul letto sarebbe finito per addormentarsi e suoi pensieri si sarebbero trasformati in sogni contorti e fastidiosi. Nonostante tutto rimase a pensare sempre al solo fottutissimo pensiero che fra poco sarebbe diventato diciassettenne e non aveva mai avuto una ragazza, è che si bloccava, era un timore che si avvicinava alla paura di venir rifiutato, non poteva non fregarsene... il problema era questo.. lui se ne rendeva e non se ne rendeva conto di piacere alle ragazze, il problema è che quel piacere fisico scompariva appena una gli si avvicinava.. Se avesse saputo che  anche loro avevano paura di lui forse qualcosa sarebbe cambiato, avrebbe potuto conquistare un briciolo di sicurezza mai avuta? Ad ogni modo tutte le ragazze del quartiere di Roma che frequentava credevano che i suoi freddi modi di fare erano quelli solo perchè era troppo sicuro di sè...e lui non se ne accorgeva nemmeno. 
Perchè la gente non capisce? 
Si alzò e decise di fare due o tre passi, era in un disperato momento dove schiarirsi le idee era l'unica cosa che avrebbe potuto migliorare tutto.. Prese la sua giacca di camoscio cachi e si rimise gli anfibi tanto amati ed uscì di casa, mentre camminava non pensava a nulla, camminava e basta senza una meta fino a quando non iniziò a chiedersi da quanto camminava..l'orologio l'aveva tolto quella stessa mattina, prima di farsi la doccia e l'iPhone era a casa, scarico dopo che l'aveva usato tutto il giorno nella mattinata, quando a scuola mancarono 4 professori e all'ultima ora aveva religione, materia odiatissima da 5 anni. Sapeva che era ancora nel suo quartiere, quartier'Europa perchè arrivo al parco tanto amato che andava ogni giorno con la sua migliore amica, Federica. La prima volta che la vide fu in metropolitana, un normalissimo giorno mentre stava andando a scuola. Non ci parlò ma quella ragazza non l'aveva mai vista anche se lo colpì molto, aveva un viso che emanava una luce e una serenità mai ricevuta, capì subito che sarebbe diventata sua amica e iniziò a informarsi su di lei con una determinazione mai vista.. dopo 3 giorni di ricerche tramite amici riusci a farsela presentare come incontro casuale e da lì diventarono un'unica cosa, erano 4 anni ormai. Federica aveva 15 anni e faceva il liceo classico, tutti pensavano che era una di quelle che cel'aveva d'oro e se la tirasse troppo, ma non capivano che era una ragazza di una sensibilità straordinaria e che in quei 4 anni aveva aiutato molto Vittorio, troppo. 
Si fece chiedere l'ora. Erano le 9:00 di sera, poteva camminare tutta la notte o tornare a casa, ma decise di gran lunga la prima opzione anche se non aveva idea di cosa fare. Federica era uscita con Marco, il suo ragazzo, una merda di ragazzo che non le dava l'amore che si meritava, Federica era solo il suo straccio, la sua comitiva era uscita per una pizzata a cui invitarono anche lui, ma ovviamente deviò l'invito, non voleva stare con nessuno in quel periodo. 
 Si avventurò nel Parco Centrale e si avvicinò al laghetto, il parco era stranamente vuoto e c'erano solo 3 spacciatori che ormai avevano fatto di quel parco il loro 'negozio benefico'. Decise di andare da loro e comprare una stecca, non gli avrebbe fatto male e i soldi di certo non gli mancavano. - Quanto ne costa una? - i 3 spacciatori si guardavano con l'aria di chi stesse per ridergli in faccia ma accennarono solo un ghigno schifato. -Quanti anni dovresti avere? 14 o 15? - Vittorio si mostrò scocciato, anche se non sapeva come reagire e cosa dire - 17 a novembre, ma penso che siate abituati anche a chi di più piccolo-. - Sono 7 euro, comunque - Vittorio aprì il portafoglio e gli diede 10 euro senza pensare ai 3 euro di resto, prese il sacchetto  bianco e se ne andò ma si girò subito dopo uno dei tre lo chiamò. - Hai bisogno di un accendino? - lo guardò divertito - Vittorio si avvicinò senza accennare parola, si mise la canna tra le labbra e si fece accendere, coprendo l'accendino per far alzare la fiamma, era fine ottobre, certo ma il vento era comunque abbastanza forte.  Se ne andò via senza guardarli in faccia e appena li perse d'occhio spense la stecca e la buttò nel primo angolo che trovò. 
Decise di tornare a casa, sua madre si sarebbe disperata come sempre e suo padre l'avrebbe fatta preoccupare ancora di più elencandole alcune delle possibili fini che lui avrebbe potuto fare di notte. 
Girò le chiavi nella serratura color oro e appena entrò scoprì che erano le 22:39, era prestissimo e avrebbe potuto dire che era andato da un amico, ma quando tornò non trovò nessuno. 
-Mamma? Papà? Dio, dove cazzo siete?- niente, iniziò a vagare per casa ma non trovandoli andò in camera sua e si addormentò, pensando che erano dai De Luca. 
Alle 3 di notte sentì bussare alla porta di casa ripetutamente e anche in modo convulso e agitato, si alzò e con tutta la seccatura che provava in quel momento si sbrigò. 
Davanti gli si presentarono due ipotetici carabinieri dalle loro divise nere e rosse che gli chiesero prontamente, -Sei tu Vittorio Bonanni?- 
Il ragazzo annuì solamente e il secondo rispose,
-Dovresti venire con noi, perfavore, si tratta di tuo padre.- 




-Salve a tutti, non praticamente sono sempre stata una lettrice su EFP da 2 anni fin quando non ho iniziato a scoprire un innato senso per la scrittura, mi piace scrivere più di ogni altra cosa e nulla.. oltre che con gli amici volevo condividere anche con altri questa mia passione.. spero solamente che l'inizio di un altro giorno vi piaccia e nulla.. è la mia prima storia e sono in un certo senso contenta! ahaha..
Alla prossima, ellblue -

  
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