“John?”

Paul si avvicinò lentamente al compagno, in piedi davanti la finestra della camera. Lo sguardo fisso sul paesaggio, il corpo totalmente nudo avvolto nelle lenzuola, tirate via dal letto per allontanare il freddo mattutino. Il più piccolo, appena sveglio, abbagliato dalla candida luce proveniente da quel cielo bianco, cercò di guardare fuori. Sorrise dolcemente. La neve aveva coperto ogni cosa sulla loro cittadina, che ora aveva assunto un aspetto più delicato, più dolce, più familiare. E John era rimasto lì, incantato, mentre i piccoli fiocchi continuavano a danzare nell’aria e a posarsi sul vetro che lo separava da quello spettacolo.
Paul lo raggiunse sorridendo, abbracciandolo da dietro e poggiando il mento sulla sua spalla. Lo guardò, avvicinandosi al suo collo e baciandolo teneramente. Un brivido percorse la schiena di John, risvegliandolo da quel sogno ad occhi aperti. Si voltò verso di lui, con lo sguardo illuminato.

“Buongiorno.”

Paul sorrise ancora, mordendosi timidamente il labbro.

“Buongiorno, Johnny.”

John mosse il viso, arrivando a toccare il naso di Paul con il proprio e facendolo ridere dolcemente. Una risata pura, sincera, una di quelle risate cristalline che John adorava.

“Non volevo svegliarti. È che amo la neve.”
“Non l’hai fatto, John.”

Il più grande lo guardò confuso. Certo che l’aveva svegliato. Paul si era alzato giusto qualche minuto dopo di lui. Evidentemente si era accorto che lui non era più sotto le coperte.
John si girò con tutto il corpo, trovandosi faccia a faccia con lui.

“Sì, ti sei svegliato per colpa mia.”
“No.”

Paul guardò le sue labbra, sorridendo.

“Non ti sembra un sogno, John? Non ti sembra di dormire ancora?”

Il ragazzo continuò a fissarlo, senza aggiungere nulla, ma piegando leggermente le labbra in un sorriso.

“La neve, questa camera, la calma. Io e te.”

Paul sfiorò i suoi fianchi con le mani, guardandolo negli occhi nel pronunciare quelle parole. John alzò leggermente le braccia, per poterlo stringere a sé, lasciando cadere a terra il lenzuolo che lo teneva coperto.

“È perfetto così, John. Stiamo vivendo un sogno.”

Sì, lo era. John lo sapeva. Cosa mai era stato perfetto nella sua vita? Nulla. C’erano stati solo guai, solo sofferenze. Ed era in quell’oscurità perenne che Paul era arrivato, in silenzio, senza dire nulla, ma solo prendendolo per mano e portandolo verso la luce.

“È perfetto, Paul.”

Si guardarono ancora negli occhi, stavolta seriamente. Si avvicinarono in silenzio l’uno all’altro, con il cuore che aveva accelerato i battiti e le mani desiderose di incontrarsi. Chiusero gli occhi solo quando sentirono le loro labbra unirsi in un bacio casto, pieno d’amore. Un bacio che riusciva a trasmettere molto di più delle parole.
E quando i due si distaccarono, Paul aprì leggermente gli occhi, come per indagare dentro di lui.

“Perché ti piace la neve, John?”

Il più grande rise tra sé e sé, abbassando lo sguardo. Passò delicatamente le dita sul braccio dell’altro, risalendo sul suo petto e giungendo infine sul suo viso.

“Perché è candida. E mi ricorda la tua pelle.”

(500 parole)




Momento di dolcezza nei giorni pre-esame :D

Ciao a tutti! Tornata con una nuova flash molto fluff, ispirata dalla nevicata che c'è stata qualche giorno fa nella mia bellissima L'Aquila :) E come sempre, dal mio compagno, il sogno più che bello che io abbia mai fatto e dal quale non vorrò svegliarmi mai.

Grazie a tutti quelli che leggeranno :) A presto!

Peace&Love,

ringostarrismybeatle