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Autore: _AppleJack_    03/02/2014    2 recensioni
Distretto 12.
17 anni dopo la fine della rivolta.
Capitol City ieri, Capitol City oggi, Capitol City domani.
Nuovi personaggi, nuova storia, ma soprattutto: Nuovi Hunger Games.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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CAPITOLO VENTI





 
Sono passate ormai circa due settimane da quando io e Kelan siamo arrivati nel distretto quattro. Nick ci tiene nascosti, portandoci tutti i giorni quello di cui abbiamo bisogno. Ogni tanto arriva anche Annie a salutarmi e a tenermi compagnia mentre suo figlio alternava scuola lavoro. Mi racconta spesso un po’ di aneddoti sul suo passato, sul suo distretto e molte volte si perde con lo sguardo verso il mare, ad osservare il tramonto, ricordando le innumerevoli volte che l’ha guardato tra le braccia del suo amato Finnick. Io e Kelan abbiamo finalmente iniziato a conoscerci meglio. Nonostante ne abbiamo passate di tutte da quando ci siamo incontrati, ci siamo resi conto che non sappiamo praticamente nulla dell’altro. Abbiamo scoperto che, pur essendo gemelli, non abbiamo praticamente nessun aspetto caratteriale in comune. Io sono molto riservata, orgogliosa e chiusa. Mentre lui ha un sacco di amici nel suo distretto, non gli piace la solitudine e a volte è anche abbastanza logorroico. Mi racconta delle sue avventure amorose, alcune anche molto brevi. Ogni tanto prova a estorcermi qualche domanda su Nick. Ma la verità è che non so nemmeno io cosa provo per lui. E specialmente, non posso permettermi il lusso di avere un ragazzo in questo periodo. Nick cerca di ricevere più informazioni possibili su quello che sta succedendo al di fuori del distretto quattro. Chiama i suoi amici e con discrezione fa domande in generale. Quello che fin’ora ha scoperto è che in molti distretti la gente inizia a parlare, a ricordare come si stava prima e a farsi domande. Lo si capisce da come si lamenta la gente ricca e di città dall’arrivo di più pacificatori. Anche qui sono aumentati. Fanno controlli repentini sul perimetro. Ci stanno ancora cercando, ovviamente. È pomeriggio inoltrato quando vedo comparire da dietro uno scoglio una Katniss per niente fresca e riposata. Appena mi vede mi corre in contro e mi abbraccia, dicendomi di averla fatta stare in pena. “ Hai la minima idea di quello che mi hai fatto passare. Non solo a me, ma a tutti! I pacificatori hanno quasi distrutto il distretto per trovarvi. Si sono spinti persino nella foresta. Ho immaginato subito che saresti venuta qua, ma dovevo lasciar passare un po’ di tempo altrimenti avrei destato molti sospetti!” Mi urla contro. La lascio sfogare, immagino quello che hanno passato lei e suo marito, considerando la paura che hanno dei pacificatori. Gli fanno tornare in mente brutti ricordi. Appena si calma ci sediamo e lascio che sia Kelan a raccontare quello che è successo. Dal motivo della nostra fuga al perché siamo arrivati qui. “ Lui come sta?” chiedo alla fine io. Katniss capisce subito a chi mi riferisco io. “ Non bene. L’ho fatto ragionare dicendogli che non era vero quello che gli aveva detto vostro padre, che May è morta e che ha sbagliato a reagire così con te. Che ti ha venduta a Capitol City. E più precisamente all’uomo che vi ha fatto tutto questo.” Io annuisco piano. “ Però devi capirlo Gio. Ne è uscito distrutto dopo che ha scoperto della morte di sua figlia. E quando ti ha visto, ha sperato di poter darti il padre che la sua May non ha mai ricevuto. Ha sofferto davvero tanto nella sua vita. Quando gli hanno  dato anche un briciolo di speranza di poter riavere indietro una delle persone che più ha amato è impazzito, non ha più ragionato. Non voleva farlo veramente. Ma l’amore molto spesso non ci fa ragionare con la mente, ma con il cuore. Ed è stato fregato.” Lo capisco e lo perdono per questo. Ma non posso perdonargli il fatto di avermi tenuta nascosta la verità per così tanti anni. “ Come mai sei venuta qua Kat?” chiedo dopo un po’, rendendomi conto che non ci ha ancora detto il motivo della sua visita. “ Oh giusto! Tre giorni fa ho visto un capitolino davanti a casa vostra. Continuava a guardare dentro e non capivo chi stesse cercando. Dopo un po’ ha iniziato ad andare in giro per il villaggio, come se aspettasse di vederti saltar fuori da un momento all’altro. Così ho preso un coltello e, non finta calma, sono uscita e gli ho chiesto chi stesse cercando.” Sorrido al pensiero di immaginarmela ‘ finta calma’ che esce da casa sua armata di coltello per andare ad aggredire un capitolino. Questo pensiero mi fa venire in mente che c’è solo una persona che farebbe tanta strada per venire nel mio distretto. “ Che  tipo era?” ci riflette un attimo. “ In effetti non era tanto vecchio, avrà avuto qualche anno più di te, ben allenato e in forma. Ho capito che non era del distretto solo perché era tutto tenuto bene, pulito, profumato e vestito bene. Anche se non dava nell’occhio, nemmeno la gente di città da noi si veste così. Comunque, gli ho chiesto chi fosse e lui si è presentato come un certo Dennis, Doffin.. oh non mi ricordo. E mi ha detto che ti stava cercando.” “ Kat, per caso si chiamava Douglas?” lei schiocca le dita nella mia direzione urlando un “ Oh si proprio lui! Comunque gli ho detto che non aveva idea di dove fossi, che tutta Capitol City stava cercando sia te che tuo fratello. All’inizio temevo fosse una spia infatti sono stata molto discreta e riservata. Ma appena gliel’ho detto si è preoccupato da morire e negli occhi aveva una nota di terrore puro. Mi ha pregato di darti una lettera appena ti avrei rivista e mi ha fatto giurare di non dire a nessuno che era venuto da noi e mi aveva parlato. Ho capito che doveva essere qualcosa di molto importante, così l’ho aperta per vedere se dentro ci fosse un micro cip o altro e quando sono stata sicura che fosse tutto ok sono venuta qua.” Tira fuori una busta tutta piegata e sporca dalla sua giacca di pelle e me la passa. Io con le mani tremanti la apro e mi allontano un po’ per poterla leggere in pace:

Cara Giolsidea,
speravo di trovarti in qualche modo nel tuo distretto, ma se stai leggendo questa lettera vuol dire che non ci sono riuscito. Quando ho visto che moltii pacificatori si stavano mobilitando per venire giù al dodici mi sono preoccupato e ho fatto qualche ricerca su di te e su tuo fratello. Parlando con il capo stratega sono riuscito a farmi dire varie cose e a trovare dei fascicoli dove venivano riportate tutte le sedute che hanno fatto a vostra madre, una certa May, e dopo la vostra nascita a voi. Ho scoperto cose terribili e anche la ragione del perché voi siete così forti e resistenti. Ho anche origliato una conversazione tra vostro padre, il capo stratega, e il presidente. Stanno progettando di trovarvi e finire quello che hanno iniziato. Sono molto arrabbiati della vostra fuga, hanno paura che qualcuno possa scoprire quello che vi hanno fatto. Persino la gente di Capitol City ne sarebbe sconvolta. È inumano che degli uomini torturino una povera donna incinta e subito dopo dei neonati, questo solo per poter creare delle armi e andare oltre la scienza.  Ho provato a mettermi in contatto con te più volte, ma quando ho scoperto che non vi avevano trovato, ho supposto che aveste già scoperto tutto e che foste riusciti a mettervi in salvo. Io ora non so dove sei, ma spero che tu sia al sicuro e ben nascosta. Sono tutti nervosi qui a Capitol. A partire dal presidente. Pare che i distretti abbiano iniziato a farsi sentire e a opporre resistenza. È spaventato da una possibile ribellione. Adesso appena tornerò a casa farò altre ricerche. Vorrei riuscire a vederti per raccontarti tutto per bene, dato che in questa lettera sono stato molto veloce e sintetico. Ti lascio il mio numero di telefono, se riesci a chiamarmi, ovunque tu sia, dimmi qualsiasi cosa riesca a collegarti al posto in cui ti trovi.
Spero di vederti presto, Douglas.


Torno di corsa da Kelan e Katniss, che sono stati raggiunti anche da Nick, e gli sintetizzo brevemente quello che sta succedendo fuori da qui. Ormai è passata circa una settimana da quando Douglas è tornato a casa sua. Chiedo a Nick di chiamarlo e di fargli capire che sono qui nel distretto quattro. Ho bisogno di capire se abbiamo veramente un’altra possibilità di rivolta, per riprenderci la nostra vita. O se sono solo voci che girano. Da allora, i giorni passano molto lentamente. Non faccio altro che pensare a una possibile rivolta, e a cosa potrei fare. Dopo circa cinque giorni vedo arrivare Nick che mi informa dell’arrivato Douglas, ma che verrà stanotte, per non farsi vedere dai Pacificatori, i quali sono diventati ancora più severi rispetto a prima sul rispetto delle regole e del copri fuoco. Io e Nick decidiamo di andare a fare una passeggiata verso sera, per schiarirci le idee e riuscire a ricavare un po’ di tempo da soli, dato che da quando sono arrivata non ci siamo mai riusciti. Non parliamo per un bel po’. È questo il bello della nostra amicizia. Entrambi sappiamo tutto dell’altro, quello che pensa e prova. E per questo non facciamo domande. So bene che lui è preoccupato quanto me. Ha paura per sua madre. Non reggerebbe a un’altra guerra e a altre perdite. Ha paura per quello che potrebbe succedermi. Ha paura per quello che succederà in generale. Nick ha circa due anni più di me. Ha finito di andare a scuola ma vuole approfondire i suoi studi in biologia marina. Per questo continua ad andare a scuola dove prende lezioni private da un uomo sulla sessantina che gli insegna quello che può, è sempre stato molto interessato alla vita marina. Fin da quando era piccolo. Adora nuotare e stare  sulla spiaggia cullato dal rumore delle onde. È come me per il bosco. Non mi sognerei mai di andare a vivere lontano dal mio amato habitat naturale. E lo stesso vale per lui con il suo. Molto spesso Annie mi dice che suo padre sarebbe più che fiero di lui. E che andrebbe in giro a vantarsi di avere un figlio bello e forte come lui. Rispetto molto Annie come donna. È  forte, anche se a volte entra nel suo mondo e si perde in ricordi e pensieri tutti suoi. Ma è comprensibile. Ha perso la persona che aveva più a cuore. Ma nonostante tutto si è fatta forza ed ha allevato un figlio con un cuore d’oro. Proprio come il suo Finnick. Camminiamo per un bel po’. Entrambi non vogliamo tornare indietro. Sappiamo benissimo quello che ci aspetta. Ma purtroppo siamo costretti a farlo. Quando arriviamo nella piccola baia ben nascosta, vedo Kelan parlare con un Douglas molto preoccupato. Appena mi vede mi viene in contro e mi abbraccia. Noto nello sguardo di Nick una nota di.. Rabbia.. Credo. E anche perplessità. Si starà chiedendo come faccio ad essere così amica di un Capitolino. Ma quello che non sa è che lui non è come gli altri. Lui odia essere ciò che è e fare ciò che fa. Brevemente faccio un riassunto di quello che ho scoperto quando sono tornata a casa e come ho fatto ad arrivare qua. Spiego anche a Nick, sempre più confuso, che lui è stato il mio allenatore e mi ha aiutato molto a Capitol City e durante gli Hunger Games. Dopo lo scambio di racconti Douglas ci informa di aver fatto varie ricerche, dopo aver scoperto che il nostro DNA era stato mischiato a quello dei lupi. Di aver tenuto sotto stretto controllo quello che succedeva nei vari distretti. Ma la cosa che più mi sconvolge è l’ultima scoperta che Douglas ha fatto, andando in giro per la Capitale. “ Ho parlato con varie persone, mie amiche e anche non. Quello che è venuto fuori è che molta gente di Capitol City ha iniziato a chiedersi se sia veramente necessario uccidere e trattare così la gente dei distretti.” I miei occhi rischiano di uscire dalle orbite da quanto li apro. Sono convinta di non aver sentito bene. Nonostante tutto il mio stupore ascolto molto attentamente quello che Douglas continua a dire. “ Sono preoccupati. Sembrano aver iniziato ad aprire gli occhi. Non capiscono perché il governo si comporti così con loro, cioè, con voi. Sembrano aver capito che il vostro tenore di vita è ben diverso dal vostro. Non capiscono perché loro riescono ad avere tutto quello che vogliono con uno schiocco di dita, mentre voi no, pare che quello che gli ha aperto gli occhi sia stata la vostra storia. Ma principalmente la tua Gio. Quando hai raccontato che eri stata cresciuta dalla gente più povera del tuo distretto. E che sei stata costretta a vivere in una casetta abbandonata nel bosco per nasconderti e sopravvivere alle ire dei pacificatori, che ti avrebbero sicuramente giustiziata pubblicamente se non fosse intervenuto Haymitch. Stanno iniziando a vedere con i loro occhi. A voler andare oltre a quello che il Presidente dice. Ed è questo quello che si temeva di più a Capitol City. Il Presidente è preoccupato. Ha paura, riuscirebbe a contenere una rivolta dei distretti, ma non saprebbe come reagire nel caso di una rivolta di Capitol City stessa. Dobbiamo far vedere alla gente quello che succede da voi. Dobbiamo far sapere a tutti quello che vi fanno prima degli Hunger Games. Dobbiamo aprire del tutto gli occhi alle persone che ancora non capiscono che non è giusto quello che sta succedendo. Che anche voi siete uomini e non animali utili solo per le materie prime come il carbone, la frutta o il pesce. Dobbiamo trovare un modo efficace per far scoppiare definitivamente l’ultima rivolta di Panem. ”  Una scintilla in fondo al mio cuore pare essersi riaccesa, non capisco bene cosa.. Forse speranza. Mi rivengono in mente le parole che un giorno mi disse Katniss, dopo avermi raccontato la guerra che aveva combattuto lei. ‘ Il governo è ancora più instabile di prima Gio, è passato troppo poco tempo. Ormai non basterebbe più contenere la scintilla. La gente ricorda. Basta solo fargli vedere che noi tutti ricordiamo, che non dimentichiamo quello che ci hanno fatto. A noi, alle generazioni precedenti e a quelle future.’ Ed è vero. La gente ricorda come si stava nel periodo di pace. Le persone sanno che potremmo rifarcela, che nessuno è padrone del loro destino. Ma sono gli uomini stessi ad esserne gli autori. E io farò in modo di essere autrice del mio. “ Come facciamo?” chiedo convinta a Douglas. Vedo annuire Nick e Kelan, entrambi paiono essere più che convinti di quello che possiamo fare, non permetteremo di essere sopraffatti un’altra volta. Già troppe persone sono morte per questa causa. E deve finire una volta per tutte. È la nostra unica possibilità. Se anche adesso dovessimo fallire, con i Capitolini che iniziano a rendersi conto di quello che succede, non so come altro potremmo fare. Douglas pare avere un colpo di fulmine. Perché guarda prima me e poi Kelan con un piccolo sorriso appena accennato. “ Spero che entrambi siate ancora arrabbiati con il vostro caro Papà. Perché pensavo di organizzarvi una riunione di famiglia.” Dal suo sguardo capisco a cosa illude. E mia piace. Cazzo se mi piace!
 
 
Ciao a tutti!
Come al solito sono in ritardo e mi scuso per questo! Per prima cosa ringrazio immensamente per le fantastiche recensioni e per chi continua a leggere le pazzie che la mia mente produce. Vi sarete accorti che il capitolo è un po’ più lungo degli altri. Ebbene si, sono triste di annunciarvi che la mia storia sta volgendo al termine... Tan Tan Taaaaan! Come al solito vi chiedo di farmi sapere cose ne pensate del capitolo :3
Un bacio e al prossimo aggiornamento, che sarà prestissimo LoGGiuro! Un Bacio G.
  
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