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Autore: KikaXi    03/02/2014    3 recensioni
"Sei in un posto così lontano, lontano, lontano
Credo che per te ogni giorno sia primavera
In un giorno lontano, in un futuro molto lontano,
Se mi vedrai di nuovo
Dimmi che siamo sempre stati insieme"
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Donghae, Ryeowook, Yesung
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non mancava molto allo scoccare delle cinque e, nonostante i numerosi impegni del giorno precedente e di quelli ancora prima , lui era già sveglio - meglio dire ancora sveglio, considerando che non era riuscito a chiudere occhio anche stavolta. Si strofinò leggermente gli occhi, dopo aver controllato l'ora - le 4:57 segnava l'orologio -. "Un po' d'aria fresca" fu il suo unico pensiero prima di vestirsi, prendere la sua giacca a vento ed il suo lettore mp3, ed uscire. Raggiunse lentamente il parco vicino, guardando con aria assorta gli alberi, ancora spogli, ma la primavera era quasi alle porte. Il cielo coperto da lievi nuvole grigiastre che si lasciavano trafiggere dai primi segni della luce del giorno e che con il loro dolce bagliore iniziavano a scaldare la quasi giunta mattinata forniva la visione di una Seoul ancora addormentata, quieta. A lui piaceva.

Si sedette per terra ai piedi di un albero - un ciliegio - e non tardò a mettersi le cuffie e ad accendere il suo mp3. Premette il tasto 'play'.

 

--Riproduzione in corso: "One Fine Spring Day"--

 

 

"Un vento caldo sta soffiando come se fosse quella notte

I fiori che hai amorevolmente piantato sono fioriti

Prima che lo sapessi è tornata la primavera

Voglio ancora dormire profondamente come fosse inverno"

 

Anche quell'anno - come i precedenti, del resto - l'inverno era quasi giunto al termine. Una fresca brezza mattutina avvolgeva le strade soleggiate di Seoul, città in movimento già dalle prime ore del giorno.

 

"Svegliati..."

 

Quella voce continuava ad echeggiare nella sua testa, ma fu un raggio di luce a rompere definitivamente il suo sonno. Ryeowook si stropicciò leggermente gli occhi, senza però alzarsi dal suo letto.

"Su, c'è da preparare la colazione." La sua risposta fu un semplice "Sì hyung.", seguito da lamenti tipici di chi è stato definitivamente buttato giù dal letto. Era così che iniziavano le sue giornate: il suo compagno di stanza Kim Jongwoon -ma tutti preferivano chiamarlo Yesung, col suo nome d'arte-, il suo hyung, doveva svegliarlo. Aspettò che il suo compagno di stanza uscisse per potersi alzare. Guardò fuori dalla finestra per qualche istante, sorridendo, prima di dirigersi in cucina e preparare la colazione per tutti - così voleva la tradizione, già da parecchi anni. Wook non era l'unico in grado di cucinare, ma non voleva che gli altri si avvicinassero ai fornelli. Era un ragazzo piuttosto timido e spesso aveva difficoltà a mostrare il suo affetto per i compagni, forse era anche per questo che voleva cucinare lui per tutti.

 

 

"Sei così lontano, così lontano

Ad essere onesti mi manchi ogni giorno

Anche la più piccola cosa, la più piccola e banale cosa

Mi fa pensare a te ogni giorno"

 

 

"Maledizione, ho dimenticato di nuovo l'asciugamano." Non era la prima volta che Yesung dimenticasse di portarsi l'asciugamano dietro prima di farsi la doccia, era diventata quasi un'abitudine. Ma non gli preoccupava uscire dal bagno completamente nudo, visto che erano tutti maschi nel dormitorio ed anche gli altri ormai si erano abituati a vederlo girare "come mamma l'ha fatto" e non ci davano più così tanto peso. O, meglio, quasi tutti.

 

"A-Ah..." fu l'unico verso che uscì dalla bocca di Ryeowook, dopo essersi scontrato accidentalmente col suo hyung ancora bagnato e completamente "al naturale". Si rese conto tardi di essere stato lì a fissarlo in ogni sua parte con quello sguardo da pesce lesso per qualche minuto - o solo per pochi decimi di secondo? A lui sembrarono secoli. E si scusò con un inchino veloce ed accennato e corse subito a chiudersi nella sua stanza, appoggiandosi con la schiena contro la porta. Tirò un profondo sospiro, rosso in viso, afferrando tra le mani il suo membro piuttosto eccitato. Come per gli altri, anche per lui quella, dopo tanti anni, non fu la prima volta che si verificò un episodio simile. Ma, a differenza degli altri, ogni volta perdeva il controllo. E sapeva anche il perché: perché era innamorato di lui.

 

 

"Il tuo profumo confortante riempie la stanza assieme ai fiori sparsi

Poiché ho paura che un giorno non potrò più sentirlo

Vorrei persino tenere in mano l'aria in cui sei stato"

 

 

Risvegliandosi dal suo sonno ad occhi aperti, si accorse che i passi leggeri di Yesung si stavano pian piano avvicinando alla stanza. Per evitare il contatto diretto, che avrebbe solo peggiorato la sua situazione, prese di corsa il suo asciugamano e aprì un poco la porta, quanto bastava a riuscire a far passare il suo braccio per passare al compagno di stanza l'asciugamano. "Grazie" disse Yesung, ridacchiando mentre se lo sistemava attorno alla vita, "ma penso che dovrei anche vestirmi, non credi?" Ryeowook, con uno strano lamento, gli fece capire che poteva entrare. Intanto corse a sedersi sul suo letto, cercando di nascondere l'imbarazzo e l'altra cosa.

"Pensi che farà freddo oggi?" gli chiese Yesung mentre rovistava nel suo armadio. "Stando a febbraio..." rispose l'altro, guardando il suo hyung cacciare fuori dall'armadio un paio di jeans scuri, piuttosto aderenti, e una felpa azzurrina e metterseli addosso.

 

 

"Sei così lontano, così lontano

Ad essere onesti mi manchi ogni giorno

Anche la più piccola cosa, la più piccola e banale cosa

Mi fa pensare a te ogni giorno"

 

 

Il resto della giornata passò in modo tranquillo, come i giorni a seguire. Come i giorni passati. Incidenti come quello accadevano spesso, e Ryeowook ne era consapevole (soprattutto della sua reazione), ed era altrettanto consapevole che si trattava di cose effimere ed insignificanti. Yesung non faceva mai caso a questi suoi comportamenti e Ryeowook si tormentava inutilmente con pensieri di vario genere: "Chissà se se n'è accorto...", "Per lui è normale...", "Siamo due maschi...". Col passare del tempo, però, aveva imparato a convivere con questi tormenti, facendoli diventare come labile aria nella sua mente e nel suo cuore.

Anche se questo apparente stato di calma era destinato a svanire in un batter d'occhio. Perché quel giorno, prima o poi, sarebbe arrivato...

 

--

 

"È iniziato marzo." fu la prima ed ultima cosa che disse quella mattina. Poiché era presto e gli altri ancora dormivano, si affrettò a preparare la colazione per tutti, si vestì e decise di andare a fare due passi per prendere una boccata d'aria fresca mattutina.

Passeggiava solo, silenzioso, per le vie non ancora affollate della città -erano appena le sei e mezza. Solo il profumo dei primi fiori sbocciati e dell'erba appena tagliata ed una vetrina di una pasticceria ancora chiusa riuscirono a strappargli un sorriso.

Si sedette poco dopo su una panchina in piazza, che iniziava a riempirsi di ragazzi e uomini in giacca e cravatta e donne in tailleur. E fissava il cielo. Il vuoto. Solo un nome, "Kim Jongwoon", rimbombava nella sua testa.

Abbassò lo sguardo nel seguire il volo di due farfalle, e proprio in quel momento vide due uomini in divisa attraversare la strada. Un brivido percorse la sua schiena , il suo cuore iniziò ad accelerare.

 

"Hyung..."

 

Presto o tardi sarebbe toccato anche a tutti loro. Lo prevedeva la legge. Presto o tardi... Presto, sarebbe toccato a lui. A Yesung. Mancava circa un mese, e purtroppo lui lo sapeva.

Quel sentimento che Ryeowook provava nel suo cuore lo faceva star male. Non perché non sapesse bene che cosa fosse -al contrario, era una delle sue pochissime certezze-, ma perché voleva buttarle fuori.

 

 

"Un giorno diventa mesi

Sembra che anche nel mio cuore

È arrivata una nuova primavera..."

 

 

A Yesung, quando qualcuno dormiva, piaceva toccargli il filtro (-parte tra il naso e il labbro superiore-), era più forte di lui. E nemmeno la visione del bel visino angelico, come fosse di un bambino, del suo compagno di stanza riuscì a frenarlo.

 

"Ye... Mhn..."

 

"Wookie?"

 

Nessuna risposta.

 

 

"Hyung..."

 

"Wookie. Ti... ho svegliato?"

 

A quelle parole Ryeowook aprì leggermente gli occhi, stropicciandoseli con le mani. Ci mise un po' a realizzare che Yesung era seduto sul suo letto.

 

"Hyung..." ripeté il più giovane, guardandolo con sguardo assonnato, e si stropicciò di nuovo gli occhi.

Yesung ridacchiò silenziosamente e gli chiese scusa per averlo svegliato. "Sai che a volte non resisto dal farlo... Soprattutto quando stai dormendo, sei così carin-" Il voltarsi improvviso di Ryeowook verso il muro lo mise a tacere di colpo.

"Tutto bene?"

"Sì." rispose seccamente, nascondendosi sotto le coperte. Era diventato completamente rosso e non voleva farsi vedere -anche se era completamente buio.

 

 

"Il prossimo mese..." interruppe il silenzio Ryeowook, quasi bisbigliando.

 

"Uh?"

 

Seguì un'altro lungo silenzio.

 

 

"Dovresti continuare a dormire..." disse improvvisamente Yesung, guardando l'altro con un lieve sorriso. E fece per alzarsi. "Scusami se ti ho svegl-" Ryeowook lo afferrò per la maglia del pigiama per fermarlo, senza dire nulla. Yesung si fermò, poggiando involontariamente la sua mano, piccola e calda, su quella dell'altro, più grande e fredda.

 

"Hyung..."

 

Yesung si voltò verso di lui, facendo sì che i loro sguardi, illuminati da un raggio di luce proveniente dall'esterno, finalmente si incontrassero. Il più piccolo avvicinò il suo volto sempre di più a quello del più grande, e quest'ultimo non sembrava volerlo allontanare.

 

"Ryeowook..."

 

Le labbra di Yesung andavano avvicinandosi sempre di più a quelle dell'altro, tremolanti, fino a sfiorarle appena. Riusciva a sentire il respiro sempre più pesante del suo compagno. Sfiorandosi, le loro labbra finirono per incontrarsi in un bacio. Breve. Di pochissimi istanti. Ma intenso. Un bacio innocente e vero, che entrambi probabilmente stavano cercando.

 

"Hyung... Io... C-C'è una cosa che..."

 

Yesung rimase lì fermo a guardarlo, stringendo sempre di più le sue mani, aspettando che continuasse.

 

 

Invece, Ryeowook mollò la presa e tornò rapido sotto le coperte, dandogli le spalle. "Ryeow-"

 

"N-Non è niente... 'notte..."

 

" 'notte..." rispose Yesung. Gli diede un altro bacio, sulla guancia stavolta, prima di rimettersi anche lui sotto le coperte.

 

 

La stanza era silenziosa per Ryeowook. Terribilmente silenziosa. Invasa da un silenzio assordante. "Mi piaci, hyung." "Sono innamorato di te." Pensieri come questi continuavano a dominare i suoi pensieri, impedendogli di dormire.

 

 

 

 

"Non starai esagerando col sale?"

 

"... Mi stai ascoltando?"

 

"Uh? Ah, s-sì..." Invece Ryeowook non stava per niente ascoltando le parole di Sungmin. "Scusami, è che ho dormito poco stanotte e sono un po' assonnato." disse per giustificare quelle omelette salate.

E, come appena sveglio, così passò la sua giornata: distratto. Non poteva fare a meno di pensare alla notte precedente, a ciò che non era riuscito a dire, al profumo del suo hyung, al suo tocco delicato sulle sue mani, al sapore delle sue labbra.

 

 

"Disturbo?" disse Donghae subito dopo aver aperto la porta della sua stanza. "Il manager ci ha portato delle fragole. È vero che non è stagione, ma sono buone!" Allora Ryeowook gli fece cenno di entrare, sorridendo. Entrò e si sedette accanto a lui, porgendogli la ciotola con le fragole. Passarono parecchi minuti così, in silenzio, mangiandole insieme.

 

"Va tutto bene?" gli chiese improvvisamente Donghae, rompendo il silenzio. Ryeowook, sorpreso, rispose con un semplice "Sì", accennando un sorriso.

"Sicuro?" rispose l'altro, convinto del contrario. "Stamattina eri distratto... Anche Sungmin se n'è accorto."

 

Nessuna risposta.

 

 

Silenzio.

 

 

"Si tratta di Yesung?"

 

A quelle parole Ryeowook si paralizzò, quasi smise di respirare. Si alzò, forse infastidito dalla perspicacia dell'altro, chiudendo la breve conversazione con "Vado a preparare del ramen, è quasi ora di cena." e fece per uscire dalla stanza.

 

"Due anni sono lunghi, è vero. Ma, se anche lui lo sapesse, sono più che convinto che non saranno pesanti. Per entrambi." disse Donghae prima che Ryeowook lasciasse la camera, sorridendo. Il più piccolo aveva capito che lo hyung stava parlando dei suoi sentimenti, che dovevano uscire fuori adesso.

 

Lasciò la stanza col sorriso, senza dire nulla, e andò in cucina a preparare la cena.

 

 

 

 

"A chi va un drink?"

"Ma Kyu, domani abbiamo le registrazioni..." rispose con una falsa dolcezza Sungmin, come suo solito.

"Invece a me l'idea del maknae piace." controbatté Siwon.

Dopo una deliziosa cena, una serata in un pub sarebbe stata l'ideale! E infatti furono tutti d'accordo... O, quasi tutti.

 

"Wookie, perché non vieni?"

Con un rapido cenno di testa fece intendere a Yesung che non aveva molta voglia di andare in un locale caotico in quel momento.

 

 

Presero tutti i loro cappotti ed uscirono dalla porta di casa. Wook rimase seduto sul divano, a fissare la porta chiusa. Squillò il suo telefono: un messaggio.

 

Da: Donghae hyung

Testo: Non credere che sarà una passeggiata per lui separarsi da te.

 

Ignorò il messaggio e lanciò il cellulare sul divano. Non voleva pensare più a nulla. Poiché il suo era scarico, andò a prendere il computer di Kyuhyun -sperando che non se ne sarebbe mai accorto- per continuare a vedere gli episodi del drama che stava seguendo: "Secret Garden". Andava letteralmente matto per i drama. Ma dovette chiudere tutto subito: si rese conto che la sua mente, nonostante i suoi sforzi, era altrove - infatti non aveva nemmeno capito un'acca di quei dieci minuti di episodio che aveva appena visto.

 

Si mise il cappotto e la sciarpa a righe blu scuro e rosse -la sua preferita-, prese le chiavi ed uscì di casa. Andò nel solito parco, si sedette sull'altalena e prese a fissare le stelle, senza abbassare mai lo sguardo.

 

 

 

"Sono tante stasera, vero?"

Quella voce lo spaventò, fu colto di sorpresa - era sovrappensiero. Guardò in basso e si accorse dell'ombra dietro di lui. Si alzò velocemente dall'altalena, urlando per lo spavento.

 

"Se ti faccio questo effetto me ne vado... !"

 

Wook si calmò. Guardò l'altra persona in faccia.

 

"... Yesung, bastardo! Mi hai fatto prendere un colpo! Sei ubriaco o cosa?" Era davvero furioso, lui odiava questi scherzetti.

 

"Andiamo Wookie, non volevo mica spaventarti! E poi sai che non reggo l'alcol..." Disse Yesung, ridendo.

 

Come non mai, Ryeowook rimase incantato da quella risata. Dal suo sorriso. Si rese conto di essersi imbambolato ancora, così scosse la testa e tornò a sedersi sull'altalena. Yesung si sedette su quella accanto.

 

 

Silenzio.

 

 

"Parlavi della leva obbligatoria, vero? Ieri sera, dico."

Wook arrossì.

Non rispose.

A Yesung bastò uno sguardo per capire che si trattava di quello.

 

 

"Ascolta, Ryeowook..." disse, alzandosi e dirigendosi davanti a lui, "È toccato a Kangin. Agli hyung Heechul e Leeteuk. È ovvio che sarebbe toccato anche a me, prima o poi."

 

Wook ripensò al messaggio di Donghae. Guardava in basso, muto.

 

 

Silenzio.

 

 

 

"... Anch'io sentirò la tua mancanza." La voce del più grande ruppe ancora una volta il silenzio.

 

E gli diede un bacio.

 

 

"YE-!" Wook lo allontanò di riflesso, quel bacio era l'ultima cosa che si sarebbe mai aspettato. Era agitato, confuso. Tremava. Yesung rimase fermo a guardarlo.

 

"SE È UNO SCHERZO SAPPI CHE NON È DIVERT-" Bastò il dito dell'altro poggiato sulle sue labbra a fargli chiudere la bocca, e a farlo arrossire ancora di più. Wook si sedette di nuovo sull'altalena, tenendosi la testa fra le mani.

 

"Credi che non me ne sia accorto?" Wook alzò lo sguardo. Yesung aveva cambiato tono di voce.

"Come mi guardi, come mi sorridi, come ti nascondi... Io l'ho notato." L'imbarazzo di Wook continuava a crescere.

 

"... E sono lo stesso sguardo lo stesso sorriso che ho io quando guardo te." Il suo tono si addolcì. Le sue mani accarezzavano delicatamente le guance dell'altro, ancora più confuso. Yesung si accovacciò per avvicinare il suo volto a quello di Ryeowook.

 

"Wook... Guardami negli occhi."

L'altro obbedì, timidamente. E Yesung lo baciò di nuovo. Ryeowook corrispose.

 

"Wook... Sto ancora aspettando cos'hai da dirmi, da ieri. Mi hai lasciato sulle spine!" Disse, sorridendo sull'ultima frase.

 

La voce tremolante e le sue guance rosse non lo aiutavano. Ma Ryeowook riuscì a farsi coraggio.

 

"Hyung... Io...

… sono innamorato di te."

 

 

"Sono felice di sentirtelo dire, finalmente."

 

 

"Sei in un posto così lontano, lontano, lontano

Credo che per te ogni giorno sia primavera

In un giorno lontano, in un futuro molto lontano,

Se mi vedrai di nuovo

Dimmi che siamo sempre stati insieme"

 

 

Ripensò alle ultime parole di Yesung: "Sarai sempre con me. Aspettami." Ed era lì ad aspettare, col sorriso. Ad aspettare lui. Ad aspettare il suo... Il loro D-Day.

  
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