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Autore: poetzproblem    03/02/2014    1 recensioni
Tutte le opportunità mancate e le strade divergenti in qualche modo le hanno condotte fin qui, e nessuno sa dove le porteranno. Seguito di Acceptance/Remembrance. Faberry Week giorno 1: Riunione
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Acceptance/Remembrance'
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NDT: questa è una traduzione. Potete leggere l'originale qui oppure qui. Lasciate una recensione se vi va, così potrò tradurla e inviarla all'autrice.

NDA: Scritto per la Faberry Week, giorno 1 - Riunione. Questo è il tanto atteso seguito dei due one-shot Acceptance/Remembrance. L'ho spezzato in due parti per facilitare la lettura. Spero che non vi deluda.  Eterni ringraziamenti a Skywarrior108 perché è la miglior beta del mondo.

Disclaimer: i personaggi di Glee non sono miei, mi piace solo giocarci...assolutamente senza trarne profitto.

* * *

Convergence

* * *

Il destino non è una questione di possibilità, è una questione di scelta.

Non è una cosa da attendere, ma da ottenere.

~William Jennings Bryan

* * *

Parte prima: A Matter of Choice-Una questione di scelta

* * *

La prima volta che vede Rachel Berry (non Hudson) dopo il liceo, Quinn Fabray non ha ancora ventotto anni, sta indossando una parrucca castana e occhiali da vista con lenti rettangolari, e sta guardando innervosita il palco del Westside Theatre. Tecnicamente è primavera, ma la temperatura all'esterno evidentemente non lo sa ancora, e il clima di New York sembra particolarmente rigido al suo organismo abituato al calore della California. Il suo corpo è celato quasi come il suo viso, nascosto sotto strati di vestiti extra, anche se pensa che potrebbe pentirsene visto che il teatro è diventato sempre più caldo man mano che si è riempito di spettatori.

Si guarda furtivamente attorno per assicurarsi di non essere stata riconosciuta ed è sollevata e un po' irritata dal fatto che nessuno sembri vedere oltre la superficie del suo travestimento. Per il momento è solo Lucy. Quinn Fabray, vincitrice dell'Academy Award non è altro che una facciata dipinta sulle riviste che non si farebbe mai vedere in giro con addosso jeans comodi ma non firmati e un maglione troppo largo in un piccolo teatro Off-Broadway che ospita un uno show poco noto. Soddisfatta dal fatto che il suo anonimato è intatto, si rilassa poco a poco, appoggiandosi allo schienale della poltroncina con gli occhi ancora puntati sul palco.

Lo show non è ancora cominciato, ma ci siamo quasi. Si è persa la serata d'apertura grazie ad impegni da cui non è riuscita a liberarsi—il suo agente è ancora incazzato con lei per la sfuriata che gli ha fatto a tal proposito e per la dozzina di impegni che l'ha costretto a cancellare—ma sono passati anni dall'ultima volta che ha sentito cantare Rachel Berry, e non poteva aspettare un minuto di più. Il piano originale di Quinn era stato trovare un progetto a New York, sistemarsi in città, e poi fare un paio di domande discrete su dove si trovasse Rachel Berry in modo da imbattersi accidentalmente in lei da qualche parte, ma quando Santana (che l'aveva sentito da Mercedes che l'aveva sentito da Kurt) aveva menzionato distrattamente che Rachel aveva ottenuto un ruolo Off-Broadway, Quinn si era immediatamente riorganizzata. Ci sono delle negoziazioni in atto riguardo un potenziale progetto ma Quinn non aveva intenzione di ritardare il suo trasferimento a New York fino alla firma del contratto e quindi perdersi Rachel sul palcoscenico.

Guarda la copia di Playbill che stringe in mano, sorridendo dolcemente mentre i suoi occhi guardano la foto sgranata in bianco e nero di Rachel, prima di leggere le parole debutto Off-Broadway e raro talento vocale. Quinn cerca di dimenticare che Rachel avrebbe dovuto fare il proprio debutto anni fa e che il suo nome e la sua immagine dovrebbero essere su uno di quei cartelloni a Times Square. Forse la sua carriera è in ritardo di qualche anno, ma non c'è dubbio nella mente di Quinn che Rachel Berry diventerà una star.

È già sulla buona strada. Non ha avuto altro che commenti positivi in queste due settimane, fin da quando 'Reunion' ha aperto, e c'era stata una recensione particolarmente entusiasta che rivelava di come Rachel ha ottenuto il suo ruolo solo una settimana prima della serata d'apertura, quando la protagonista femminile aveva inaspettatamente abbandonato lo show. Questa è la Rachel Berry che Quinn ha conosciuto al liceo—la ragazza che riusciva ad eseguire alla perfezione una canzone senza nemmeno provarla e causare una standing ovation.

Il silenzio scende nel teatro mentre il sipario si alza sul set spartanamente arredato, e Quinn trattiene il respiro mentre aspetta di scoprire il mondo che verrà creato su quel palco. Ci vogliono tredici minuti perché Rachel appaia, e da quel momento in avanti Quinn è perduta. Ha di nuovo sedici anni, siede sulle gradinate della sala prove catturata dalla voce potente di Rachel e dalla sua luminosa, splendente presenza. Lo spettacolo è divertente e sarcastico e anche commovente, e non le sfugge l'ironia del fatto che è incentrato su un gruppo di amici che non si vedono da anni. È fin troppo facile per lei immaginarsi assieme al cast, dividere con Rachel scene che non sono affatto scene. È l'amica d'infanzia che si strugge, l'ex fidanzata speranzosa, la rivale stronza, tutto in una sola persona.

Mentre l'atto finale comincia a concludersi con una serie di risoluzioni insoddisfacenti, Quinn tamburella nervosamente la punta dello stivale contro la borsa sul pavimento fra i propri piedi, facendo attenzione a non rovinare il piccolo bouquet di rose rosa che ha appoggiato accanto ad essa. Non è proprio sicura di quale sia il protocollo per quanto riguarda i fiori da regalare per congratularsi, ma le rose sembravano una scelta sicura, e il rosa un colore sicuro. Vuole solo una possibilità di conoscere Rachel di nuovo—di ringraziarla per tutto quello che, senza saperlo, ha fatto per ispirarla.

Quando le luci sul cast si spengono, il pubblico attorno a lei esplode in un applauso. L'uomo vicino a lei balza in piedi, fischiando per buona misura. Quinn sorride mentre si alza, aggiungendo i propri applausi all'apprezzamento degli altri. Un'ondata di orgoglio si gonfia dentro di lei perché Rachel è stata fantastica esattamente come ricordava.

Il sipario si apre di nuovo mentre la piccola orchestra continua a suonare e, uno dopo l'altro, gli attori salgono sul palco. Rachel non è l'ultima ad uscire—questo onore va ai due protagonisti maschili—ma riceve l'applauso più entusiasta, e dopo essersi inchinati, i suoi due colleghi la trascinano avanti per poi baciarle drammaticamente le mani. Quinn ride e applaude più forte.

Il sipario di chiude per l'ultima volta, e le luci del teatro si accendono. Quinn aspetta finchè le file di poltrone attorno a lei sono quasi vuote, prima di prendere la borsa e i fiori. Non vuole essere notata fra il pubblico, ma di certo non ha intenzione di farsi scrupoli nell'usare la propria fama per entrare nel backstage, quindi cerca una maschera e chiede di poter vedere Rachel Berry. Lui la osserva guardingo e le consiglia di aspettare alla porta sul retro del teatro come tutti gli altri. Quinn sbuffa e chiede di parlare con il direttore di scena. La maschera alza gli occhi al cielo e rifiuta. Lei lo fulmina con lo sguardo e si volta di scatto per andarsene, prima di accorgersi che sta ancora indossando gli occhiali e la parrucca, e scuote la testa alla propria distrazione. Volta la schiena alla mezza dozzina di persone che si trovano ancora all'interno dell'auditorium e si toglie la parrucca con discrezione, sistemandosi i capelli biondi meglio che può, prima di trovare un'altra maschera, una giovane donna che sembra essere poco più che adolescente. Quinn si sfila gli occhiali e li ripiega con cura, mettendoli nella borsa mentre si avvicina alla ragazza con un sorriso affascinante—il suo sorriso da Hollywood. Nel momento in cui la ragazza la vede, i suoi occhi si spalancano, riconoscendola.

"Oh mio Dio!" squittisce eccitata. "Lei è…è Quinn Fabray!"

Quinn fa una smorfia e gira la testa di scatto per controllare se qualcuno stia facendo attenzione, per poi rivolgersi alla donna con un sorriso rigido.

"Sì. E lo show mi è piaciuto molto," dice, avvicinandosi e usando il tono dolce che sembra sempre permetterle di ottenere esattamente quello che vuole.

"Pensa che ci sia un modo in cui potrei entrare nel backstage ed incontrare il cast? Mi piacerebbe dir loro di persona quanto siano stati fenomenali."

"Oh…um…s-sì?" balbetta la ragazza. "Q-questo non dovrebbe essere un problema. Può…ah…può seguirmi s-signorina Fabray."

Quinn resprime il desiderio di alzare gli occhi al cielo all'espressione infatuata sul viso della donna. L'ha vista così tante volte, e non smette mai di divertirla. Se solo conoscessero la persona che era stata—una qualsiasi delle persone che era stata—probabilmente distoglierebbero lo sguardo per il disgusto.

Segue la donna, obbediente, fino ad una porta che si apre su uno stretto corridoio. Può sentirsi addosso diversi sguardi, e sospira, sapendo che probabilmente una volta arrivata nel backstage dovrà obbligatoriamente incontrare il cast e la troupe con un sorriso educato e fingendo interesse. La donna si ferma poco prima della loro meta, scusandosi e spiegandole con un sorriso nervoso che deve ancora avvertire il direttore di scena della sua presenza. Quinn annuisce, guardandosi attorno distrattamente mentre si passa di nuovo le dita tra i capelli. Può solo immaginare quanto siano appiattiti e ingarbugliati a causa della parrucca. Probabilmente avrebbe dovuto fermarsi in bagno e darsi una sistemata. Perché non ci ha pensato? Smette di giocare con i propri capelli per frugare nella borsa, chinando la testa per guardarci dentro in cerca dello specchietto, mentre tiene il mazzo di fiori con la mano libera.

"Signorina Fabray."

Quinn sussulta al suono inaspettato di una voce maschile ed alza lo sguardo per vedere un uomo trasandato con ampio sorriso e una versione un po' meno ovvia della familiare espressione infatuata. Quinn abbandona la sua ricerca dello specchietto e si rassegna al fatto che dovrà sembrare men che perfetta.

"È davvero un piacere incontrarla. Sono un suo grande ammiratore," si entusiasma l'uomo.

Lei gli rivolge in sorriso educato.

"Grazie. È sempre bello incontrare un fan," non conclude la frase e inarca un sopracciglio.

"Oh, Justin," le dice lui sorridendo. "Justin McIlnay."

"Lei è il direttore di scena?" chiede Quinn distrattamente mentre guarda oltre la spalla di lui e vede altre persone che stanno cominciando ad avvicinarsi. L'unica cosa che vuole è che questo tipo la porti da Rachel.

Lui aggrotta la fronte.

"Ho sceneggiato lo show."

Quinn si sente arrossire. Non può certo ammettere di aver appena dato un'occhiata alla parte del programma che non riguardava Rachel. Si schiarisce la gola e si scusa debolmente, prima di rimettere su il suo sorriso da Hollywood.

"È stato meraviglioso. Ha davvero molto talento," gli dice sinceramente.

Il viso di lui si illumina d'orgoglio, e comincia una lunga tirata riguardo la propria ispirazione e quanto sia stato difficile trovare un produttore e Quinn sorride educatamente e smette di ascoltare, guardandosi attorno in cerca di Rachel. Probabilmente questa è un'idea terribile. Perché non ha pianificato meglio le cose? Ora sarà costretta a fare la star educata con un branco di estranei e probabilmente dovrà firmare autografi e posare per delle foto e ascoltare un qualche discorso da imbonitore per trasformare il musical (per quanto sia bello) in un film, mentre Rachel sta probabilmente uscendo dal teatro. E i suoi capelli sono un pasticcio e sta indossando i vestiti più orribili dell'universo!

"Ma probabilmente vuole vedere Rachel adesso, vero?" le chiede Justin con un sorriso d'intesa, riportando bruscamente l'attenzione di Quinn su di lui.

"Non posso credere che non mi abbia avvertito che le avrebbe fatto visita. È davvero una ragazza subdola," dice scuotendo la testa.

"Per tutto questo tempo non ha fatto altro che giurare e spergiurare che avevate perso i contatti dopo il liceo, ma…beh," confessa, abbassando la voce, "non si ringrazia qualcuno in tutti i propri discorsi senza motivo, no?"

Quinn sente una spiacevole sensazione di nausea mentre guarda l'uomo, insospettita, ma lui non sembra notare il suo disagio.

"Ora che so di cosa è capace quella donna su un palcoscenico, ha assolutamente senso che voi due siate amiche."

Quinn deglutisce a fatica a si costringe a sorridere. Lei e Rachel non sono amiche. Non sono mai state amiche—non davvero—e i suoi motivi per aver ringraziato Rachel sono così complicati e involuti che non è nemmeno certa di riuscire a spiegarli in modo esauriente. Reprime il desiderio di fare una risata isterica e si limita ad annuire. Vuole vedere Rachel. Adesso è tutto quello che importa.

Justin la guida più in profondità nei recessi del teatro. Lo sente fare promesse agli altri per suo conto—"prima permettiamo alla signorina Fabray di salutare Rachel," dice—e desidera davvero di aver pensato di portare con sé il suo manager o il suo assistente personale o perfino David, in modo da superare questa situazione senza problemi. David è a Los Angeles, ha dato una settimana libera al suo assistente e il suo manager (su istruzioni del suo agente) l'ha sconsigliata di fare questa cosa, ma questo non importa, perché Justin sta bussando alla porta di un camerino ed entra prima che qualcuno possa obbiettare.

La stanza è piccola ed ingombra. Non è affatto privata, solo una collezione di piccole toelette che evidentemente il cast si divide, ma non c'è nessun altro lì dentro a parte…

"Rachel," sussurra, quasi senza un suono.

"Rachel, cara, qui c'è una persona che vuole salutarti," annuncia Justin cantilenando prima di fare l'occhiolino a Quinn.

Rachel si gira sulla sua sedia, un sorriso gentile sul viso e ancora arrossita dalla performance—o forse dal fatto che si è appena tolta il trucco—ma quando il suo sguardo cade su Quinn il suo sorriso si congela, per poi svanire lentamente.

"Quinn?"

"Vi lascio sole," dice Justin mentre esce dalla stanza, allegramente ignaro della tensione che all'improvviso pervade l'aria.

Quinn si lecca le labbra mentre osserva Rachel Berry, da vicino e di persona, per la prima volta in quasi dieci anni. I suoi lineamenti sono dolorosamente familiari, ma così diversi in modi che sono più profondi delle rughe in più che ha attorno agli occhi. Le ultime tracce della goffa adolescente che Quinn aveva conosciuto se ne sono completamente andate ed ora al suo posto c'è una donna meravigliosa.

"Ciao, Rachel," riesce finalmente a sussurrare, sollevando la mano libera ed agitandola in un saluto cretino. Si affretta ad abbassarla quando vede la fronte di Rachel aggrottarsi, e Quinn si rimprovera immediatamente per essersi comportata come una ragazzina confusa.

"Uhm…questi sono per te," dice con un debole sorriso, sollevando il mazzo di fiori e tendendolo a Rachel che non dà alcun segno di aver voglia di accettarlo.

Quinn si schiarisce la gola e fa un passo avanti, posando con cura le rose sulla toeletta. Il suo braccio sfiora accidentalmente la spalla di Rachel, e un brivido inaspettato la attraversa. Rachel inala bruscamente.

"Che stai facendo qui?" chiede in tono duro, cancellando il sorriso dalle labbra di Quinn.

"Ho sentito dello show," spiega Quinn. "Ero a New York per caso," un assoluto ribaltamento della verità, "e non potevo perdere l'occasione di vedere Rachel Berry su un palco a Broadway."

"Off Broadway," mormora Rachel tristemente.

Quinn ignora la correzione, offrendo un altro sorriso esitante.

"Lo spettacolo è stato," comincia, sentendo il proprio sorriso diventare più sincero—e in questi giorni è una rarità. "Tu sei stata fantastica."

C'è uno sguardo dolce e vulnerabile negli occhi di Rachel, il sorriso di Quinn diventa più intenso. Sono allo stesso tempo Quinn e Rachel da Lima, Ohio, che erano più o meno amiche, e Quinn Fabray la vincitrice dell'Oscar e Rachel Berry di cui a Broadway tutti parlano, ma ogni versione di loro sta sperimentando questo momento. La rende più audace. Le fa dimenticare sé stessa e dire, "Non avrei mai pensato che avrei dovuto aspettare così a lungo per vederti qui."

In un istante, il momento sparisce e gli occhi di Rachel lampeggiano e fissano Quinn con sospetto.

"Scommetto che ci godi, vero?"

Il sorriso di Quinn scompare, e lei scuote la testa, incerta su cosa Rachel voglia dire finchè non sente l'altra ragazza sibilare, "a vedermi così."

Rachel si alza bruscamente dalla sedia e fa un cenno ad indicare il camerino.

"A vedermi mentre cerco faticosamente di far decollare la mia carriera a ventisei anni dopo tutte le volte in cui ho giurato che sarei stata una star," dice in tono di autocommiserazione. "Dio, devi esserti fatta delle belle risate alle mie spalle in questi anni."

Quinn la fissa a bocca aperta, stupefatta. È davvero questo quello che pensa?

"No," cerca di protestare, ma la negazione non è nulla più di un sussurro. "Ti sbagli."

"Oh, lo so," dice Rachel, tagliente. "Io avevo torto e tu—perfetta, bellissima Quinn Fabray—hai sempre avuto ragione. Mi avevi detto che sarebbe successo, ma non ti ho ascoltata."

La sua voce si spezza e i suoi occhi sono lucidi, ma non crolla. Alza il mento, fulminando Quinn con lo sguardo.

"E ora sei venuta a gongolare di persona."

Quell'accusa fa male. Non aveva saputo cosa aspettarsi da questo incontro, ma per un qualche motivo non se l'era immaginato così. Quinn stringe la mano attorno alla cinghia della borsa e prende un respiro per calmarsi.

"Non lo farei mai," dice, inespressiva.

"Ma l'hai fatto! L'hai fatto per anni," ringhia Rachel, allargando le braccia esasperata, "sbattendomi in faccia i miei fallimenti e prendendomi in giro con ogni premio che hai vinto."

Quinn trattiene il respiro, indietreggiando di un passo.

"È…questo che pensi io abbia fatto?"

"Cos'altro?"

"Ti stavo ringraziando!" grida, lottando per stare calma e perdendo. " Ti stavo ringraziando, Rachel!"

"Per cosa?" chiede Rachel incredula. "Per averti portato via Finn e averlo sposato così non l'hai fatto tu? Per essere rimasta incastrata a Lima, aver rinunciato ai miei sogni, mentre tu facevi gli occhi dolci a qualche produttore di Hollywood e…ottenevi per caso la vita che io avrei dovuto avere? Mi dispiace, ma non voglio la tua gratitudine per questo."

Non è prima volta che Quinn ha sentito qualcosa di simile. Ha letto i giornali di gossip. Sa che per ogni fan che si entusiasma per lei c'è qualcuno che pensa che lei sia un'attricetta senza talento—che ce l'ha fatta solo per il suo aspetto e che non ha mai contribuito con un solo giorno di duro lavoro. Ma non avrebbe mai pensato che avrebbe sentito questa cosa da Rachel.

Rachel, che ovviamente è amareggiata e risentita dalle scelte che ha fatto come lo è dal successo di Quinn.

"Non hai mai ascoltato quello che ho detto nei miei discorsi?" chiede Quinn alla fine, con voce roca.

Rachel distoglie lo sguardo, e si morde il labbro inferiore prima di prendere un respiro e ricomporsi.

"Bè, ovviamente li hai inzuccherati per le telecamere," mormora, evitando di guardarla.

"È quello che sei pagata per fare."

Smette di agitarsi e incontra lo sguardo di Quinn a testa alta quando dice, "Ma il tuo ultimo discorso ha reso le tue intenzioni fin troppo chiare."

Quinn fissa Rachel, scuotendo la testa mentre si toglie la borsa dalla spalla e la butta su un tavolino.

"Dio, sei frustrante come sempre!"

Si passa le dita tra i capelli, ormai incurante del loro aspetto.

"E altrettanto egocentrica."

"Io sono egocentrica?" squittisce Rachel, incrociando le braccia sul petto e aggrottando la fronte in una perfetta imitazione della sua sé stessa più giovane.

Quinn la ignora, avanzando e invadendo il suo spazio personale. Prova un piacere perverso al vedere quegli occhi castani spalancarsi mentre la ragazza evidentemente ricorda i loro passati confronti.

"Edizione straordinaria, Rachel. Sono un'attrice premiata con l'Academy Award," le ricorda Quinn duramente. "La mia vita non gira attorno a te."

Non troppo.

"Non ho passato gli ultimi nove anni a pianificare dei modi creativi di dirti 'te l'avevo detto'."

Solo dei modi per rivederti.

"E anche se l'avessi fatto, sicuramente non avrei sprecato fiato nominandoti in un discorso pubblico, quando avrei potuto usare il tempo che avevo per ringraziare le persone che davvero considero importanti!"

Forse c'era stato un tempo in cui Quinn avrebbe potuto essere così vendicativa, anche se è più probabile che avrebbe semplicemente dimenticato Rachel Berry, ma ormai da molto tempo non è più quel genere di persona. Si sente vagamente nauseata allo scoprire che Rachel la vede in questo modo. Chiaramente, ha tenuto Rachel più in considerazione di quanto Rachel abbia fatto con lei. Può sentire l'amaro bruciore delle lacrime, e cerca di scacciarlo battendo le palpebre.

Rachel fa un respiro tremante.

"Allora perché l'hai fatto?" chiede finalmente, a voce bassa.

Quinn può vedere il dolore nei suoi occhi, assieme ad un bel po' di confusione. Odia quanto facilmente siano ricadute nelle loro vecchie abitudini.

"Non lo so, Rachel! Forse perché mi sembrava la cosa giusta da fare in quel momento. O forse perché ti sono davvero grata di avermi aiutato a capire che avrei potuto andarmene da Lima."

O forse perché mi importa troppo di te e di quello che pensi di me, anche dopo tutti questi anni.

"Non capisco come sia possibile," ammette Rachel. "Eravamo a malapena amiche."

Quinn sospira e appoggia il fianco contro il tavolino, posando una mano sul ripiano. Le sue dita sfiorano i petali di una delle rose del mazzo, e li accarezza distrattamente mentre osserva il volto di Rachel, studiando la pletora di emozioni che lottano sul suo viso. Si morde il labbro mentre riordina i propri pensieri.

"Tu...tu mi hai detto che ero molto più di un bel faccino," comincia, persa nei propri ricordi.

"Che ero migliore di quanto credessi. Mi hai offerto la tua amicizia, anche quando non la volevo. Mi hai salvata in così tanti piccoli modi," ammette Quinn in un sussurro, pensando a quanto sia stata vicina a rovinare la vita di sua figlia, assieme a quella di Shelby e alla propria.

"Parole e gesti che, da soli, sembravano così insignificanti, ma che assieme," ride dolcemente, scuotendo la testa, "significano davvero qualcosa per me, Rachel."

Alza lo sguardo sull'altra donna, facendo un dolce sorriso.

"Alcune persone semplicemente…rimangono con te."

Rachel esala un respiro tremante e china la testa, asciugandosi le lacrime che le sono scese sulle guance. Un silenzio imbarazzato riempie la stanza e Quinn osserva l'altra donna spostare il peso da un piede all'altro mentre evita di guardare Quinn. Sospira delusa, abbandonando la stupida idea che forse è stata una delle persone che è rimasta con Rachel in modo positivo.

Quinn sta per augurarle buona fortuna per la sua carriera e salutarla quando Rachel confessa a voce bassa, "Ho visto tutti i tuoi film."

Non può evitare di provare un sussulto di piacere. Non ha mai finto che la vanità non sia uno dei suoi più grandi vizi, e sapendo che Rachel ha seguito la sua carriera allevia il dolore delle sue parole precedenti.

"Tutti?" chiede conferma, inarcando un sopracciglio. I suoi primi due film non sono stati esattamente delle opere d'arte.

Rachel sorride, incontrando finalmente lo sguardo di Quinn.

"Sì. E," distoglie gli occhi, imbarazzata, "Ho guardato tutti gli episodi di Bethany Hall."

Ride dolcemente alla propria ammissione, arrossendo un po', "Sei un'antagonista molto convincente."

Quinn ride.

"Mi è stato detto."

Lo sguardo di Rachel è puntato verso un punto al di sopra della spalla di Quinn e le sue labbra si torcono in una smorfia pensosa.

"Non riesco a decidere se essere arrabbiata con te per il tuo successo," dice, fermandosi per scuotere la testa mentre chiude gli occhi, "o orgogliosa di averti conosciuta. A volte, credo sia entrambe le cose."

Quinn si appoggia contro il tavolino, annunedo lentamente. Suppone che il risentimento sia una normale reazione umana. Non può negare che si sarebbe sentita allo stesso modo se la situazione fosse stata diversa. Aveva provato risentimento nei confronti di Rachel al liceo, sapendo che il suo talento e la sua ambizione le avrebbero dato qualunque carriera avesse deciso di seguire, mentre lei non aveva osato sognare di poter essere altro che una bella ex cheerleader senza alcuno futuro, oltre a un matrimonio senza amore e ad un lavoro che avrebbe odiato.

"E ora il fatto che mi conosci cosa ti fa provare?"

Rachel la guarda con la fronte aggrottata, e Quinn le offre un sorriso esitante.

"Starò a New York per un po'. Stavo sperando che potremmo…recuperare il tempo perduto. Forse riprovarci con questa cosa dell'amicizia."

Rachel stringe le labbra mentre rivolge a Quinn una di quelle occhiate—il genere di sguardo che la faceva sempre sentire (ed è ancora così) come se l'altra ragazza stesse guardando dentro di lei.

"Quanto tempo rimarrai in città?"

Quinn si morde il labbro e si stringe nelle spalle.

"Non ne sono ancora sicura. Dipende da," te, "come andranno alcune negoziazioni che sto portando avanti."

Uno strano mormorio scivola fuori dalle labbra di Rachel.

"Girano voci che stai valutando di interpretare uno spettacolo teatrale. Non sarà mica vero?"

"È una possibilità," ammette Quinn con cautela.

Gli occhi di Rachel diventano di nuovo acuti, e punta un dito contro Quinn.

"Lo sapevo! Stai cercando di vincere l'ambita combinazione Emmy-Grammy-Oscar-Tony!"

"Non è per i premi, Rachel," si difende Quinn. "E anche se lo fosse, sappiamo entrambe che c'è una sola persona in questa stanza capace di vincere un Grammy, e non sono io."

Le dita di Rachel si stringono a pugno, e lascia ricadere la mano al proprio fianco. Si passa la lingua sulle labbra e Quinn è costretta a reprimere un gemito mentre i suoi occchi seguono il gesto.

"Bè, questo è vero," ammette Rachel con un sorriso timido. "Non che la tua voce non sia bella."

Quinn attende il familiare seguito a proposito del fatto che di tanto in tanto è crescente, o che la sua voce di contralto è tremula, e quando non accade sente di nuovo quel sussulto di piacere.

"La tua è migliore," dice, e lo intende davvero.

Il sorriso di Rachel sembra illuminare tutta la stanza.

"Ovviamente. Dopotutto ho avuto anni di studi per affinare il mio talento naturale."

Quinn scoppia a ridere.

"Ecco la Rachel Berry che conosco e amo."

Si irrigidisce quando si accorge di quello che ha detto, respirando bruscamente mentre studia il viso di Rachel in cerca di un qualche segno di consapevolezza. Sembra che il sorriso dell'altra donna si sia fatto più dolce, e le sue guance sembrano più rosa di quanto fossero prima, ma non obbietta sulla scelta di parole fatta da Quinn. Rachel abbassa lo sguardo sul pavimento.

"Presumo che se vorrò esserci anche nel tuo prossimo discorso di ringraziamento mi converrà accettare quell'offerta di amicizia."

Quinn trattiene il respiro per un attimo prima di esalarlo con cautela.

"Sento che sarai tu a vincere il prossimo premio, Rachel. Sei stata meravigliosa su quel palco."

Rachel alza gli occhi, pieni di piccole stelle scintillanti che Quinn ricorda con tanta chiarezza da quando erano adolescenti, e le sue labbra si incurvano in un meraviglioso sorriso.

"Se continui a dire queste cose, Quinn Fabray, dovrò inserirti nel mio discorso di ringraziamento."

Quinn sente il proprio cuore battere all'impazzata e si posa distrattamente una mano sul petto. Se aveva avuto qualche dubbio sulla facilità con cui si sarebbe di nuovo innamorata di questa donna, quel dubbio è stato appena cancellato. Probabilmente il suo cuore verrà spezzato di nuovo, ma non può resistere alla tentazione. È una possibilità che non pensava di avere.

"O…potresti ringraziarmi permettendomi di offrirti la cena," propone, trattenendo di nuovo il respiro.

Rachel aggrotta la fronte in modo adorabile.

"Penso che tu stia andando al contrario."

"No. Credo che sia il modo giusto," insiste Quinn.

Rachel la fissa per un lungo istante prima di mormorare un incerto, "Okay."

Quinn si morde il labbro per impedirsi di sorridere troppo. È solo una cena—un inizio esitante—ma è un passo più vicino a dove vorrebbe essere. Tutte le opportunità mancate e le strade divergenti in qualche modo le hanno condotte fin qui, e nessuno sa dove le porteranno ma forse—solo forse—possono camminare assieme lungo questa strada e arrivare in un luogo meraviglioso. Per la prima volta da molto tempo, Quinn non vede l'ora di cominciare il viaggio.

  
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