Anime & Manga > Mahō shōjo Lyrical Nanoha
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Autore: Alisa Sato    03/02/2014    2 recensioni
Una missione completata, finalmente poteva tornare a casa dopo la caccia ad un terrorista interstellare, e lei aveva portato a termine con successo la missione; un imprevisto - però - la metterà alle strette.
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Fate T., Nanoha T., Shamal
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fuori è buio, il cielo è tempestato di costellazioni mentre volo verso casa.
Finalmente posso tornare, dopo essere riuscita a sconfiggere l'obbiettivo che Hayate mi ha assegnato, sono rimasta fuori per due mesi senza di lei.
Fa freddo e non vedo l'ora di togliermi questa divisa, di potermi rilassare e poter stare di nuovo con la mia amata.

Un segnale appare nello schermo davanti a me e rallento.
“Cosa succede, Bardiche?”
< Sir, ho captato un oggetto non identificato a 120 chilometri da qui, in direzione nord-est che si sta dirigendo verso di noi a 100 km/h >
“Ho capito, attiva la Impulse Form.”
< Come desidera. > Mi fermo a mezz'aria e, impugnando Bardiche, trasformandomi, aspetto.

Passano cinque minuti. Nulla.
Dieci minuti. Niente.
Quindici. Ancora nulla.
Mezz'ora. Niente di niente.

Sento dei sibili alle orecchie, dandomi fastidio, e mi giro nel tentativo di vedere cosa è.
E' il peggior sbaglio della mia vita.

Qualcosa mi arriva addosso, con tanta di quella forza che fa spezzare la Barrier Jacket, oltre al perforare il fianco, facendomi precipitare nel vuoto.
Sopra di me ci sono le stelle che vorticano in modo frenetico e il vento mi punge la pelle come se sono aghi, con un unico pensiero in mente: Nanoha.

Apro gli occhi con fatica, con un dolore al fianco inspiegabile e non riesco a muovere bene una gamba, oltre al sentire qualcosa sul corpo.
Sopra di me c'è un soffitto bianco, con delle lampade al neon che mi fanno male agli occhi e cerco di coprirmeli ma una mano, calda e morbida, mi sta stringendo con forza come il respiro spezzato vicino a me.
Giro la testa e vedo il volto in lacrime di Nanoha, che dorme nel mio capezzale; vedere quel viso straziato mi fa dolere il petto.

“Nanoha …” Riesco a dire solo questo, parola che mi esce in un sussurro, e che la sveglia.
Il suo viso s'illumina non appena le sorrido e si butta su di me, abbracciandomi con forza.
“Fate-chan!” Ripete il mio nome più e più volte. Mi stringe a lei con le lacrime che iniziano di nuovo a scenderle, bagnandomi il collo, e quel calore, che mi riscalda fin dentro l'animo, mi invade come uno tsunami.
“Ehi … Cosa è accaduto? Perché sono qui?” Nanoha mi guarda stranita e ci mettiamo entrambe a sedere.
“Non ti ricordi nulla?”
“Mi ricordo solo che stavo volando nella via di casa dopo che avevo finito una
missione e poi …” Un dolore alla testa mi fa piegare in due. Cerco di placarlo tenendomela tra le mani, ma è troppo forte.
“Fate-chan!” Le sue mani si posano sulle spalle. “Shamal!” Urla mentre cerca di aiutarmi, ma invano.
Subito la donna dai capelli biondi a caschetto, con la giacca da medico, si precipita da noi.
“Cosa succede?”
“La mia testa … Fa male …” Lei mi toglie le mani e mette un palmo sulla fronte, comprendomi gli occhi. Il dolore, man mano che passano i secondi, diminuisce; è una sensazione piacevole.
“Va meglio ora?”La voce di Shamal è dolce e materna; beh, alla fine è molto più vecchia di me, ovvio.
“Sì, ti ringrazio.” Nanoha sorride nel vedermi stare meglio e mi prende una mano tra le sue. “Quando potrò uscire da qui?” Chiedo mentre Shamal si sistema il camice, lei mi guarda un attimo e poi sorride.
“Non preoccuparti, puoi andare anche ora. Ti raccomando solo di non sforzarti e di venire nell'ufficio di Hayate.” Detto questo, se ne va lasciandoci sole; Nanoha mi osserva con occhi lucidi e si butta di nuovo tra le mie braccia.
“Fate-chan!” Ripete il mio nome sottovoce, mentre mi stringe più forte a lei; le accarezzo la testa, baciandogliela.
“Nanoha, andiamocene a casa.” Lei alza il viso verso il mio e annuisce, mentre si alza e mi porge una mano. Sorrido e gliela prendo, stringendo la presa, per assicurarmi che sia tutto a posto.
Sembra che riesco a stare in piedi, quindi sto veramente meglio. Mentre Nanoha mi aspetta fuori dalla porta, io prendo la giacca e le scarpe della divisa e le indosso, per poi precederla e dirigerci verso casa.

“Fate-chan, ti ho preparato il bagno …” Le sue gote si sono colorite di un rosa scuro e il suo sguardo è leggermente imbarazzato. Il cuore perde un battito e non resisto nel stringerla a me, affondando il viso nella sua spalla, respirando il profumo che i suoi capelli emanano. “F..Fate-chan?”
“Perdonami.” Tento di essere forte davanti a lei, ma la mia voce mi tradisce. “Io … Ho avuto paura.” Lei sussulta e posa le mani sulle mie spalle.
“Ma adesso non devi più averne.” Sentirla così vicina mi fa stare bene, mi comprende ed ecco perché io la amo. “Su, andiamo a darci una rinfrescata.”
“Sì.” La seguo mentre mi conduce per mano nel bagno, dopo essere passate davanti alle altre stanze. Il bagno è abbastanza attrezzato, anche se risultava strano visto che stiamo in un piccolo appartamento; però a noi piace quella casa, perché è la nostra.
Iniziamo a spogliarci e mi è inevitabile guardare Nanoha mentre si toglie le vesti casual, probabilmente non ha lavorato mentre ero ricoverata; lei si sente osservata e mi fissa, con il rossore in volto.
“Fate-chan, non fissarmi così.”
“Scusami, non volevo.” Mi giro dall'altra parte, togliendomi la giacca con un po' di fatica, l'occhio attento di Nanoha se ne accorge e subito la vedo davanti a me con solo l'intimo. “Nanoha?” Lei non dice nulla e comincia a sbottonarmi la camicia, facendola poi cadere a terra, insieme alla gonna che la segue. Sento il caldo invadermi il corpo e guardo verso di lei che ha alzato la testa e i nostri occhi s'incontrano.
Adoro quei occhi color indaco da quando avevo nove anni - da quando la vidi per la prima volta - quando ancora ero schiava del finto amore di mia madre che mi usava solo per potersi congiungere con la sua vera figlia. Grazie a Nanoha io sono riuscita ad avere una vita vera, a poter amare qualcuno ed essere amata, avendo persone fantastiche al mio fianco.
“Fate-chan.” Il mio nome mi riporta alla realtà, facendomi balzare in aria, la sua risata cristallina mi riempe il cuore di gioia, poi mi rendo conto che siamo entrambe nude. “Ti sei persa nel mondo dei sogni, Fate-chan?”
“Può darsi.” La guardo e la trascino con me nella vasca piena ed entriamo, dopo che mi sono seduta, lei si mette davanti a me; l'acqua è calda, ma mi da un senso di pace e mi rilasso del tutto.
La cingo con le braccia il bacino, facendole appoggiare la schiena contro il mio petto. Sento che sospira e appoggia la testa contro il mento, sfiorandomi con le dita il dorso delle mani.
“Mi sei mancata in questi due mesi.”
“Anche tu, non sai quanto.” La bacio sulla testa e la stringo a me.
“Sai cosa mi ha detto Hayate?”
“No.” Hayate ha parlato con Nanoha?
“Che Signum e Arf si sono preoccupate per te.”
“Signum?” Sono sorpresa che anche lei si è preoccupata. “Non me lo sarei mai immaginato.”
“Beh, però siete molto unite, non per questo fai spesso coppia con lei.” Ride piano, stringendo le mani nelle mie.
“Che c'entra questo? Allora anche tu e Vita lo siete.”
“Va bene, stavolta ti do la vittoria, ma la prossima volta vincerò io.” Si alza e poi prende un accappatoio e ci si avvolge il corpo. “Ti precedo.”
“Okay, arrivo.” Lei esce e aspetto qualche altro minuto, il giusto tempo per rilassarmi altri cinque minuti; per poi uscire dalla vasca, andando in camera da letto.
La vedo distesa in modo supino con lo sguardo che mi cerca e le mani sopra la testa; deglutisco appena e mi avvicino, con il fiato corto e le mani tremanti.
“Fate-chan …” La sua voce è fievole e debole, con le lacrime agli occhi. “Ti prego, abbracciami.” Non posso non fare quello che mi dice quando la vedo con le mani che si protraggono verso di me; mi metto su di lei, con le ginocchia che bloccano le sue gambe e le braccia la circondano.
“Ho pensato di non vederti mai più. È stata la cosa più brutta che mi potesse capitare. Ti giuro che pensavo che sarei morta e che tu avresti sofferto per me.” Le lacrime stanno per scendere, ma le labbra di Nanoha mi lasciano sospesa tra la tristezza e la gioia di quel contatto che desideravo da molto.
Non parla, mi guarda soltanto e lascia che le braccia le cadano sui fianchi, le labbra dischiuse come i suoi occhi languidi. Il battito del cuore aumenta e mi avvicino a lei, dandole prima baci casti e leggeri che poi si trasformano, diventando più umidi e pesanti.
La sua voce è spezzata dai piccoli gemiti che non riesce a controllare, la trovo adorabile; le sfioro con le mani il viso accaldato e il ginocchio mi finisce per sbaglio in mezzo alle sue gambe, facendola sussultare. Non dice niente e continua a tenermi stretta continuando a baciarmi, stavolta ha gli occhi chiusi e mi stringe alcune ciocche di capelli quando incrocia le braccia sulla mia nuca; mi stacco un attimo da lei e ci guardiamo.
“Fate-chan …”
“Nanoha … Ti voglio …” Sprofondo il viso nell'incavo della sua spalla dopo che le ho abbassato di poco l'accappatoio, inizio a baciarla molto piano nel collo, succhiandole appena la pelle, geme flebilmente e mi tira poco i capelli.
La osservo a malapena mentre scendo il viso, sfiorando con le dita i bordi, morbidi, dei seni, cominciando a baciarglieli e poi a succhiargli quei bottoncini che diventavano sempre più duri dentro la mia bocca.
La spoglio di tutto quello che aveva, scendendo la mano verso la sua essenza e le sfioro le gambe, passando per i polpacci, le ginocchia e infine la coscia con le labbra dopo che mi sono staccata; lei mi guarda affannata e con gli occhi fissi su di me mentre tiene le mani tremolanti sul petto che si alza con irregolarità. Oh Nanoha. Ti desidero così tanto ora. Mi sei mancata troppo, tutto quello che fai adesso, in questo momento d'intimità, m'incendia l'animo e mi fa desiderare molto di più. Non voglio lasciarti mai e poi mai, mia amata.
“Fate-chan … Io …”
“Ho capito. Non dire altro.” Ed è per questo che ti amo, poiché tu possa ricordarti di me o io di te se ci dovesse succedere qualcosa.
Bacio a fior di pelle l'inguine, accarezzandole i fianchi con la mano, mi mette le mani sulla testa, dandomi delle carezze; ormai vinta dal desiderio inizio a baciarla nel suo punto più fragile e tanto bramato, provocandole dei brividi sul corpo e dei piccoli gemiti acuti.
Nanoha … Mi è mancato tutto questo. Il tuo calore che mi fa scogliere; il tuo odore così profumato e paradisiaco; il tuo sapore così dolce pari al nettare degli Dei; il tuo tocco fermo e alle volte tremolante, pieno di affetto e amore. Mi sei mancata tu.
“Fate-chan …” Chiama più volte il mio nome finché non la porto alle porte del suo paradiso, si tiene aggrappata al cuscino e ansima; mi metto seduta e poi le accarezzo il viso arrossato e caldo. Lei è stanca, le si legge in faccia, ma ancora è cosciente e rimane sveglia solo per me; mi guarda mentre strofina il viso sulla mia mano e mi bacia delicatamente il palmo.
“Nanoha … Cosa farei senza di te?”
“Saresti persa, come lo sarei io se tu non ci fossi.” Sta per alzarsi, ma la fermo con la mano; mi guarda stranita e poi, mentre mi tolgo l'accappatoio, mi sdraio accanto a lei, offrendole il braccio come cuscino.
“Così è meglio, non credi?” Sorridiamo e lei si accuccia contro di me, sprofondando il viso nel mio petto e le mani appoggiate sul ventre.
“Fate-chan, domani ti andrebbe di andare da qualche parte?”
“Sì, se me lo chiedi tu allora va bene. Accetto la tua proposta.” La sento ridere e poi sbadigliare. “Sei stanca, non è vero?”
“Ma tu che farai? Sei ancora … in quello stato.” Capisco a cosa si riferisce e le bacio la fronte.
“Non preoccuparti per me, mi va bene così; l'importante è che tu stia meglio. Adesso è meglio che dormi, altrimenti domani non riuscirai ad alzarti.”
“Va bene. Notte Fate-chan.”
“Buona notte, Nanoha.”

  
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