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Autore: sunburst    04/02/2014    8 recensioni
- quello che lei chiama inferno, lui lo chiama casa…-
Gwen, una ragazza gotica con grossi problemi di affitto, viene salvata da un maniaco grazie a un punk con la cresta d’argento, Duncan.
Un mondo costellato di piccole meraviglie e squisitezze offerte dal suo salvatore si apre di fronte a lei, meravigliandola e stupendola come mai prima.
Eppure c’è qualcosa di strano, una verità circonda l’aura di Duncan, una verità non piacevole.
Come se non bastasse, una presenza che non dovrebbe essere lì scende sulla terra, per Gwen.
Da suo primo incontro con Duncan, il destino di Gwen, di molti viventi e “non” viventi cambierà radicalmente.
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Pairing: DXG e TXG con accenni ad altre coppie.
storia originale di mrerzebra su Youtube dalla sua fanfiction visual novel “gwen life of hell return”
l’autore nonché mio stimato collega mi ha permesso di curare questa versione “book” qui su EFP.
Vì auguro buona lettura e buona…tensione.
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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 ops! scusate l'ho risistemato ^^' i'm sorry
 
 
 

                                                         Prima parte –stagione uno –
                                                           { l’entrata per l’inferno }

 
 
                                                       
 
 
 
“la verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta”
                                                                          
                                                                                                              Anna frank
 
 
“l’intuizione di una donna è molto più vicina alla verità della certezza dell’ uomo”
 
                                                                                                                  Rudyard kliping
 
“quello che lei chiama inferno, lui lo chiama casa”
                                                              
                                                                                 Rambo II
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
 
La primavera stava per finire presto quell’anno e il caldo avrebbe presto preso il posto della dolce brezza primaverile.
Non era anormale la cosa, ormai la gente lo sapeva che non esistevano più le mezze stagioni, eppure non ci si abituava mai ai cambiamenti.
E quel giorno non era da meno.
C’era tanto vento quel giorno, e anche tanto chiasso. I cambi di stagione sono famosi per il loro chiasso.
Per la precisione in una città popolosa del Canada c’è ne era molto.
Le macchine e gli scooter in centro formavano un concerto di suoni che chiunque avrebbe preferito astenersi ma che non era possibile.
Questo però non valeva in un punto della città più vicino alla periferia, in cui di solito le macchine passavano di rado.
Di solito quella zona era tranquilla.
Ma non quel giorno.
- forse non ci siamo capiti! vi rinnovo il contratto solo se mi date l’aumento!-
Ecco appunto.
Le liti sugli appartamenti in affitto sono sempre le peggiori.
Al centro della discussione c’erano tre persone, il proprietario della casa (*di cui nel video vedrete chi è ;) ) e due ragazze, le inquiline della casa.
Le ragazze era infuriate e cercavano di difendersi.
-non è possibile! non è nemmeno legale!-
 
- se non vi sta bene ve ne andate, anche perché la notte fate un gran baccano!-
 
- noi non facciamo alcun casino!-
 
- e poi non ho nessuna voglia di fare beneficenza.-
 
- COSA!? Beneficenza? Noi la paghiamo più della media!-
 
- sciocchezze!! o mi date 500 $ in più o fate le valigie!-
 
- NO! Le valigie le fa lei perché ci siamo rotte delle sue minacce!! Adesso si va alla polizia!-
 
Come si poteva intuire, la lite stava per degenerare; col passare dei minuti il volume delle loro voci aumentava e la gente si stava allontanando da lì, stufi dei continui litigi di quelle persone.
Nel palazzo di fronte ai litiganti, c’era la portinaia che puliva le scale ma era evidente che nemmeno lei sopportava quel fracasso.
Nel secondo piano del palazzo di fronte una finestra si aprì di botto, rivelando un ragazzo punk dal ciglio arrabbiato. Portava una maglia nera con un teschio sopra e aveva gli occhi blu, ma soprattutto…la classica cresta da punk, però di color argento.
Teneva le mani sulle orecchie perché era stanco dei continui litigi dei vicini, non riusciva nemmeno a concentrarsi per lo studio.
Era pronto a urlare a quegli scocciatori di finirla, stava per protestare urlando quando qualcosa lo bloccò.
Una vecchia sensazione.
Una cosa che non provava da tempo.
Rimase fermo ipnotizzato facendo da spettatore a quello spettacolo irritante.
 
-oh quali minacce, signorine? Stiamo scherzando!? d’altronde il contratto è scaduto da sei mesi!
- ma quale contratto se siamo qui in nero!- a rispondere fu la ragazza vestita  alla moda gotica: aveva la pelle pallida e i capelli corti neri con le meches blu, ed era molto arrabbiata.
Lo stesso valeva per la ragazza accanto a lei, la sua coinquilina, che rispetto all’ altra era vestita in modo più semplice e aveva i capelli rossi legati in due codini, il tocco finale era un grosso fiore in testa.
Decisamente due ragazze diverse ma che le accomunava lo stesso appartamento in affitto, e un odio nei confronti di quello strozzino del loro proprietario.
- signorine non ci sono storie! Se volete rimanere.. dovete darmi 1000$ -
Ma le ragazze non si smossero, ben decise ad avere l’ultima parola.
- ma sono aumentate le spese condominiali!-
- Non c’è la facciamo!-
- non è colpa mia se hanno aumentato il prezzo- rispose allora il proprietario.
La ragazza vestita in modo gotico non voleva demordere
- noi da qui non ci muoviamo!-
Il volto del proprietario si fece più serio
- avete una settimana di tempo per pensarci. Poi lo sfratto.-
- ma quale sfratto?- anche la rossa insieme alla gotica non mollava la presa e insieme rincararono la dose. – caso mai siamo noi che la denunciamo! Per l’affitto in nero!-
 
Il ragazzo con la cresta d’argento era ancora alla finestra a guardare, non capendo da dove o per meglio dire chi gli dava quella sensazione che aveva perduto tempo fa.
Strinse gli occhi e poi capì.
La ragazza gotica, quei vestiti scuri, il seno, quel volto dal quale traspariva una grande forza unita a una forte sensibilità… lei.
Sorrise e continuò a guardare, questa volta allietato, la scena.
Nessuno si accorse che c’era uno spettatore felice nel vedere quello spettacolo.
 
- oh ma che brave! Così andate in un appartamento da 1000$! Andate andate!-
Per quella volta il proprietario perdeva l’incontro, se ci fosse stato un arbitro avrebbe detto così.
- fatti nostri!-
La gotica con uno sbuffo contrariato disse – adesso per favore, noi dobbiamo uscire. Quindi se ne vada. Anche perché noi non la pagheremo.-
 
il punk sulla finestra assunse un espressione da “ ma come? Hanno già finito?”.
 
- e lei non può farci niente!-
La battuta della rossa sarebbe stata quella che avrebbe dovuto terminare l’incontro? sbagliato.
Il proprietario si voltò, scuro in volto nella loro direzione, quasi spaventandole addirittura.
- avete una settimana di tempo. Arrivederci-  
Come non detto, quella frase  lasciava presagire molte cose, ma non dovevano mollare, non sarebbe stato giusto, un'altra cosa che avevano in comune quelle due ragazze? Un enorme testardaggine.
 
Il proprietario alla fine se ne va, lasciando sole le due ragazze, ancora molto arrabbiate.
Non se ne erano accorte che c’era un tizio punkettaro che le osservava dall’ alto della sua finestra, ora però c’era qualcosa di diverso in lui, osservava le ragazze con un binocolo.
 
-ma tu guarda questo!-
- ma tu guarda che stronzo!!- la gotica era veramente fumante di rabbia.
La rossa strinse le proprie mani a pugno, decisa a non farla passare liscia a quel ladro del proprietario.
-io lo denuncio al sindacato inquilini!-
La ragazza gotica alzò un ciglio – ma perché? esiste?-
- certo che esiste!-
- e che aspettiamo allora Zoey? Non si può! ogni giorno è la stessa storia! io lo denuncio!-
E detto questo, entrambe le ragazze si appoggiarono al muro, gli sfoghi stancano ragazzi miei.
Eppure c’è una persona che non è stanca, è il ragazzo punk con la cresta d’argento che le osserva con il binocolo, sembrava divertirsi a guardare quello spettacolo.
 
 
La rossa, il cui nome è Zoey, si stiracchiò le braccia e posò la sua mano sulla spalla dell’ amica gotica; sembrava essersi  calmata.
-…beh Gwen, ora non pensiamo a queste cose e a quell’ idiota, facciamoci una passeggiata al parco qui vicino, ti và?- la ragazza gotica, o per meglio dire Gwen, le sorrise.
- che domande? Molto volentieri, mi ci vuole proprio un po’ d’aria. vado a prendere il mio block notes – e Zoey felice disse – e io la mia borsa!-
 
Il ragazzo punk le osservava con più attenzione, anzi osservava lei, Gwen.
Quando però vide le ragazze rientrare nel loro appartamento e a uscire pronte ad andare al parco,  prese le chiavi di casa e velocissimo, chiuse la porta e percorse di corsa le scale.
Erano andate lontane ma non abbastanza da perderle di vista. E poi le inseguì con calma - una cosa c’era da dire però - si stava proprio divertendo.
 
In cinque minuti le ragazze raggiunsero il parco, era un luogo molto delizioso. Ora che la primavera arrivava al termine c’era un universo di odori pungenti provenienti dai fiori, margherite per la precisione.
C’era persino un laghetto con le papere compresi gli anatroccoli, i loro “qua-qua” rendeva l’atmosfera molto allegra.
Le altre persone che passeggiavano nel parco erano mamme con i loro bambini.
Gwen e Zoey si sedettero su una panchina, rilassate; quel posto era l’ambiente ideale per scacciare le frustrazioni quotidiane.
 Un'altra cosa che avevano in comune? L’amore per la natura; se fosse stato per loro, ci starebbero sempre state in quel parco, non era la stessa cosa che pensavano gli antichi greci riguardo l’arcadia?
Gwen preparò il suo blocco di fogli e riferendosi a Zoey disse;
- senti Zoey, ti posso fare un ritratto?-
Zoey arrossì, era una ragazza che si emozionava facilmente.
-ma dai! mi vergogno!-
- dai ti prego...- fece Gwen con un tono un pochino supplichevole.
- e va bene! Perché sono curiosa di vedere- Zoey osservò con molto interesse il blocco di disegni.
-come uscirà- allora Gwen, si preparò a cominciare il ritratto
- ti avviso che stai parlando con una grande artista!-  disse Gwen ridendo
La sua risata contagiò Zoey che, di rimando le sorrise.
- d’accordo, fammi questo ritratto Gwen-
 
Era vicino a loro, una ventina di metri più o meno, il suo sguardo strafottente non mollava neanche per un secondo le mosse delle ragazze, di una in particolare però.
Il punk con la cresta d’argento era nascosto dietro a un albero ed era come..dire..interessato?
Accidenti se lo era, moltissimo.
Seguire con lo sguardo i movimenti della ragazza gotica, anzi di Gwen, era diventato per lui una toccasana.
Il punk possedeva un udito molto fine.
Anche il nome di lei lo faceva impazzire.
Sì, perfetta.
Perfetti i suoi movimenti delle sue mani che stavano creando un piccolo capolavoro, perfetti i suoi occhi, perfetto il suo corpo fine e flessuoso, perfette le sue labbra, perfette quelle emozioni sul suo volto… sì, era decisamente cotto e stracotto di lei!
- è la cosa più bella che abbia mai visto..-
Nella durata di tempo in cui Gwen fece il ritratto a Zoey, il punk misterioso non mollò lo sguardo e lentamente cercò di mimetizzarsi il più possibile nell’ombra dell’albero, per non farsi scoprire dalle suddette osservate…
 
Ecco fatto, il ritratto era finito! Gwen era orgogliosa del suo lavoro
- Et voilà! Ho finito!-
-fammi vedere! Fammi vedere!- squittì Zoey, desiderosa di vedere il ritratto.
E fù accontentata.
- eccolo qui-
Era bellissimo, era perfettamente uguale.
Il disegno ritraeva una Zoey che sorrideva imbarazzata ma molto adorabile.
Gli occhi di Zoey, nel vedere quel ritratto brillarono.
- wow!! Sei proprio brava, mai fai un invidia…-
- posso farti qualche lezione un giorno, se vuoi.-
ma grazie!-
Detto questo, Gwen le porse il ritratto e Zoey le diede un abbraccio molto caloroso.
Zoey a differenza di Gwen dimostrava il suo affetto tramite gli abbracci.
Gwen a differenza di Zoey dimostrava il suo affetto tramite parole sincere.
Anche se si conoscevano da meno di un anno avevano capito che avevano molte cose in comune. una tra queste era un sincero rispetto reciproco.
Di solito tra inquilini non c’era molto rispetto ma loro erano un eccezione.
 
L’ora del tramonto si avvicinava e l’aria cominciava a farsi più fresca, era il momento di tornare a casa.
Le due ragazze, a braccetto raggiunsero il loro appartamento in affitto.
Appena arrivata, Gwen andò in camera sua a cambiarsi, la piccola luce del lampadario provocava una tenue luce soffusa.
Le finestre erano spalancate ma Gwen era sicura che al palazzo di fronte nessuno la guardava, visto che non c’era luce attraverso le finestre di quel palazzo.
Non era così.
Anche al buio si poteva vederla, e uno spettatore nascosto la stava osservando.
Anche se era lontano lui poteva vedere la schiena nuda di lei.
Il punk, nascosto nel buio del suo studio aveva preso la macchina fotografica, opportunamente aveva tolto il flash e cominciò a fotografarla, era molto eccitato.
- oh miseria..-  
Sì.
Si sarebbe divertito da matti.
 
 
 
 
 
                                                                        **********************************************************
 
 
 
 
 
Quella giornata non sarebbe stata un granchè, se lo sentiva.
Era passato qualche giorno, da quando c’è stata la sfuriata col il proprietario del loro appartamento e da allora non si era più visto, o almeno Gwen non lo vedeva da un po’.
Visto che era impegnata sia con l’università (facoltà di storia dell’ arte) e con il suo detestabile lavoro part-time.
Purtroppo doveva ammetterlo, aveva bisogno di soldi, sia per sé che per l’affitto spropositato. per il suo sogno.
 Per iventare una pittrice di grande fama avrebbe dovuto rimboccarsi le maniche, ma non si sarebbe mai arresa.
L’unico lavoro che poteva permettersi al momento era quello di lavorare in un negozio di elettrodomestici nel centro città, vendeva oggetti della cucina, lavandini, gas ecc… ma di una cosa ne era sicura, non era molto brava nel lavoro assegnatole - anche se hai un bel visino questo non significa la certezza di contanti fruscianti in arrivo - dopotutto era solo un lavoro part-time… già solo questo.
Senza contare che i clienti erano incontentabili.
In quel momento Gwen cercava di vendere a un cliente, per niente convinto, un depuratore.
-ecco qua. guardi, i nostri filtri eliminano tutte le impurità. Trattengono tutte le microparticelle in sospensione. Cloro, calcare.. e quindi il risultato è che lei avrà sempre acqua purissima come quella della sorgente…-
“Che sia la volta buona?” questo pensiero martellava nella testa Gwen , eppure era certa che anche quel cliente avrebbe fatto la solita domanda.
 
- si, va bene. Ma quanto costa?-
Certezza avverata.
Odiava quei momenti imbarazzanti.
- behqui ci vorrà un impiantino un po’grandicelloquindi passiamo a…”
Ora lo avrebbe detto e il cliente si sarebbe sdegnato. mica decideva lei i prezzi.
-…2000$ -
Predizione avverata, la faccia del cliente si era contrita di fastidio.
- no lasci stare.-
- si, si però.. ehmn però.. calcoli.. quanto risparmierà in acqua minerale..-
Lo sapeva, stava facendo una pessima figura, come al solito.
-sì, ma lei signorina ha visto quel programma in televisione? Spiegava che i depuratori sono assolutamente inutili, cioè l’acqua del rubinetto è buonissima-
Sarà stata pulita ma buonissima non è un po’ eccessivo?
- però..-
- arrivederci-
E così il NON cliente se va a passi spediti verso l’uscita, lasciando Gwen con le pive nel sacco.
- no no no aspetti! Guardi che i nostri depuratori d’acqua fanno..-
Niente da fare, ormai se ne era andato.
Gwen poteva capire che il costo era un po’ eccessivo, ok,  molto eccessivo. Ma un po’di pietà per lei no? Aveva bisogno di soldi!  Se quello aveva visto quello stupido programma in Tv allora perché era venuto in negozio a chiedere dei depuratori? È illogico.
- fanculo.- disse Gwen a bassa voce, era molto incavolata, lo sapeva che andava a finire così.
Ormai ci aveva fatto il callo eppure era lo stesso una grande rottura di scatole.
 
 
Il giorno dopo Gwen era da sola in casa a fare colazione, stava mangiando dei biscotti “gocciole” in cucina, c’era anche uno specchietto in cucina e vi si specchiò assonnata, i suoi capelli con le meches blu erano un disastro, sembrava un porcospino.
Di risposta al riflesso, Gwen lanciò una linguaccia.
Lo sapeva, anche quella giornata non sarebbe stata un granchè.
 Ma perché non aveva uno studio professionale dove poteva creare i suoi lavori? Forse il destino giocava con lei.
Tutti questi pensieri erano dentro alla sua testa, molto rumorosi.
Sentì il campanello suonare e allora, con il suo pigiama che consisteva in una maglietta e dei pantaloni completamente neri, andò ad aprire e appurò che quella giornata sarebbe stata una schifezza.
Il proprietario della casa era davanti a lei, però aveva l’aria strana…
Al solo vederlo, i nervi “stufi” di Gwen si alzarono ma restò calma.
Il proprietario si guardò intorno, sia il soggiorno che i mobili erano bianchi, immacolati, a parte qualche foglio per terra raffiguranti degli schizzi fatti da Gwen.
Già proprio lei.
L’unica cosa nera nella stanza era proprio lei
Lei così pallida nel suo pigiama nero.
I suoi vestiti.
E anche parecchio irritata.
-mi spiace di essere passato così senza preavviso. Stavo da un altro inquilino, la disturbo?-
Altrochè se si sentiva disturbata, se avesse saputo che era il proprietario non gli avrebbe neanche aperto la porta.
-…no
- e la sua amica?-
Zoey?
- non c’è-
Che voleva? …forse il proprietario in quei giorni aveva incontrato Zoey e lei gli aveva fatto di nuovo presente che se lui non avesse abbassato il prezzo allora noi l’avremmo denunciato, mossa astuta mia cara coinquilina.
- senta, stavo pensando che magari forseriusciamo a trovare una soluzione, un compromesso che vada bene sia per voi che per me.-
Sì,  è stata una mossa astuta Zoey, adesso al proprietario stronzo gli si era abbassata la cresta, era un ottima occasione per sistemare i problemi economici dell’ affitto.
-possiamo parlarne un attimo?-
Adesso? Forse è meglio così… anche se avrebbe preferito se accanto a lei ci fosse la sua amica.
Non gli piace che degli estranei entrassero in casa sua, e Gwen considerava il loro proprietario alla stregua di un estraneo.
- sì. mi aspetti qui, torno subito-
- prego, vada pure.-
Gwen andò in camera sua a mettersi i suoi soliti vestiti, non sapendo però che il proprietario aveva avanzato alcuni passi all’ interno della casa.
 
 
Nel palazzo di fronte, precisamente nel secondo piano, il ragazzo punk con la cresta d’argento stava ripassando una materia prima di andare all’ università, annoiato leggeva ad alta voce:
-poiché è facile vedere mercurio nella figura coi caratteristiciecc.. uff..accidenti è troppo complicato.-
Fosse per lui avrebbe buttato il suo libro fuori dalla finestra, a proposito di finestra…
La finestra di Gwen era aperta e lei si stava di nuovo cambiando.
Il punk lascio perdere il libro e prese il binocolo.
Non doveva perdere lo spettacolo per nulla al mondo.
Con il binocolo vide Gwen con la gonna corta, nera, i seni erano coperti da un reggiseno anche quello nero.
Però noto qualcosa di diverso nello sguardo di lei, era evidentemente irritata e mentre si stava per mettersi la canottiera all’ improvviso cambio, divenne imbarazzata e sorpresa.
Cos’era successo?
Sposto di poco il binocolo e capì.
Un uomo era entrato in camera di Gwen.
 
 
Dapprima Gwen era sorpresa, poi divenne molto arrabbiata.
Che cavolo ci faceva il proprietario in camera sua? Con quel sorriso beota poi?
La camera di Gwen era già piccola per una persona figuriamoci per due, e poi non si era ancora coperta il reggiseno, era una situazione imbarazzante.
- Le ho detto di aspettare fuori!-
Era tentata di lanciargli tutte le matite, tutti i compassi che aveva in camera, qualunque cosa appuntita per  mandare via quell’ imbecille.
Gwen aveva preso un libro e stava per lanciarglielo contro quando interruppe il suo movimento sentendo la risposta del proprietario.
-behmi piacerebbe conoscerla anche un po’più…a fondo-
 
Il ragazzo punk osservava la scena con interesse e con una buona dose di preoccupazione, vedeva che quell’ uomo si stava avvicinando a lei.
-“ ma che fa quell’ idiota?!”-
 
 
-vada fuori!- Gwen era nauseata, aveva capito cosa voleva il proprietario e una forte rabbia sì insinuò in lei, ricevere molestie da un vecchio, proprio una giornata di merda era questa. 
- sono dispiaciuto per l’altro giorno-
Allungò le mani verso di lei, stava per accarezzarle le spalle quando Gwen gli schiaffeggiò le mani.
-non mi toccare!-
Cercò di assumere la faccia più arrabbiata possibile ma il proprietario, con la sua ghigna non smetteva  di ridere eccitato e continuava ad avanzare.
-ti ho detto di non toccarmi!-
-ma dai, io non stò facendo niente…-
- ho detto, fuori!!-
Gwen alzò la voce quasi urlando quando lui aveva cominciato ad accarezzargli i capelli..
- LE HO DETTO DI NON TOCCARMI!-
 
 
 
                                                               -“oh santo cielo”-
 
 
 
Nel palazzo di fronte, una porta veniva sbattuta fortemente, provocando un po’ di vento.
Il destino stava giocando.
Eccolo è quello.
Il momento che stava per cambiare molte vite.
Sia quelli dei viventi e dei non viventi.
E niente sarebbe stato più lo stesso.
 
 
- andiamo, le ragazze della tua età non si fanno coccolare così-
- mi fai schifo!!- Gwen era contromuro e il maniaco continuava ad avanzare, intrappolandola.
Il cuore di Gwen batteva forte e un senso di nausea l’ha attanagliava, ma la sua rabbia era più forte e non voleva dimostrarsi debole di fronte all’uomo che gli si parava davanti. 
- eeeh che paroloni…-
Alla fine andò in fondo, cercò di trattenerla bloccandogli le braccia anche se malamente.
È la fine, i nervi di Gwen impazzirono, e diedero sfogo.
La paura l’ha investì in pieno.
Al maniaco gli si erano scompigliati i capelli e cercava di abbassare una spallina del reggiseno di Gwen.
Come risposta lei urlò con tutto il fiato nei polmoni.
- NON MI TOCCARE! AIUTO! QUALCUNO MI AIUTI!!-
 
 
                                
                                                           Ding dong!...
 
 
 
Qualcuno aveva suonato il campanello, la speranza bussò nel suo cuore.
Un miracolo. Era accaduto un miracolo. Forse una qualche congiunzione astrale le ha donato un miracolo.
Il proprietario sentendo il suono del campanello si distrasse e mollò la presa sulle braccia di Gwen.
Ovviamente lei ne approfittò e scavalcò a grandi falcate la sua camera raggiungendo di corsa, come se fosse inseguita dalla morte, il soggiorno e arrivò alla porta di ingresso.
Con il fiato in gola Gwen aprì la porta di ingresso di botto sperando che fosse tornata Zoey.
Ma con sorpresa  vide che era uno sconosciuto.
Un giovane sconosciuto.
Era un punk, senza dubbio.
Era vestito di scuro e la sua capigliatura era una cresta alla mohicana di color d’argento.
Il suo sguardo ispirava una grande sicurezza di se ma soprattutto una tenacia non comune.
- buongiorno, ho sentito delle urla, che sta succedendo?-
Sì riferì a Gwen fissandola negli occhi.
Come mai lei non riusciva a spiccare una parola?
Forse a impedirglielo era un battito troppo rumoroso…
Le uniche volte che lei aveva provato una sensazione simile era perché gli piaceva qualcuno.
 
 Un rumore l’ha risvegliò dal momentaneo incanto, il proprietario era venuto in salotto, era molto nervoso.
Si era sistemato i capelli ma il fatto che fosse impallidito la diceva lunga.
Allora Gwen si ricordò e disse al punk accanto a se con decisione
- quello lì ha tentato di violentarmi!-
Il “presunto colpevole di molestie sessuali” cercò di darsi un aria seria per rispondere per le rime alla ragazza.
-ma non dica sciocchezze, è tutta una scusa per non farsi sfrattare.-
Nel sentire queste parole la rabbia si impossessò di lei.
-SEI UN BUGIARDO!-
- ma come si permette? Io sono un professionista serio!-
Rispose con stizza il proprietario e con calma raggiunse la porta.
O almeno provò a raggiungere la porta.
Perché una mano forte lo prese per il bavero e l’ho sollevò di qualche centimetro dal pavimento.
In quel momento il punk lo guardava dritto negli occhi come un giustiziere punisce un colpevole.
Detta in parole povere, era incazzato.
 
- ehmn scusi..- disse il punk con malcelata rabbia.
- dove sta andando? Io la denuncio!-
Il proprietario si sentiva leggermente spacciato. Voleva andare via da lì.
-ma lei chi è scusi?-
Come risposta sentì la presa del punk farsi più forte, aveva la sensazione che gli stava grattando anche il collo…
- io stò qua di fronte! Ho visto tutto e posso testimoniare!-
Al proprietario gli stava venendo il panico, sudava freddo.
Quasi preso dall’ isteria cercò di smuoversi la presa di quello sconosciuto che gli faceva paura.
Non ci riusciva e quasi balbettando disse;
-ma che ha visto? Non ha visto niente, quindi non è successo niente! Mi faccia passare per favore!-
Alla fine il punk lo lascio andare e il proprietario ne approfittò per scappare a gambe levate come un coniglio.
- sì! non si faccia più vedere! Altrimenti chiamo la polizia!-
Non c’era neanche bisogno di urlare, la sua presenza lo aveva terrorizzato.
Molto Bene.
 
Gwen di fronte a quello spettacolo era rimasta ammutolita, solo nei film succedono cose simili.
Succedeva quando l’eroe salvava la sua bella.
Come Superman con lois.
Gwen si era sentita protetta allo stesso modo e il misterioso punk gli sembrava, anche se doveva ammetterlo che stava esagerando, Superman.
- va meglio?- le disse il suo salvatore, appoggiandogli una mano sulla sua spalla.
Sì, ora andava decisamente meglio, appoggiando il suo capo sul petto di lui.
Poteva finalmente tirare un sospiro di sollievo.
-…sì, la ringrazio- notò con la coda dell’ occhio che anche lui sembrava sollevato. Come se la conoscesse da un po’di tempo.
Il tono del punk si fece più serio.
- stia tranquilla. non le darà più fastidio.-
Gwen alzò lo sguardo, inconsciamente fissò il viso di lui e lo trovo bellissimo.
Gli occhi di lei affogarono nel blu profondo dei suoi occhi mentre lui sembrava bearsi dello sguardo curioso e adorabile della vittima appena salvata.
Come a dare il tocco di grazia, la cresta color argento scintillò
Una allucinazione dovuta alla circolazione sanguigna ? forse, perché si sentiva cotta.
Cotta?
Sul serio?
Ma se l’aveva appena conosciuto!
 Forse era l’aura misteriosa di quell’ individuo a farle breccia nel.. nel?
Ma scherziamo!?
In ogni caso doveva assolutamente spostarsi da lì prima di combinare qualche cretinata.
Ora che ci pensava una cretinata pazzesca l’aveva fatta.
Gwen indossava solo la gonna e il reggiseno.
Giusto, il reggiseno.
Eheh il reggiseno..
 reggise..
 
 
Come a risvegliarsi da un incubo che consisteva a una gara di abbuffata di hot dog con conseguenze caloriche mostruose, Gwen girò tutto il corpo dall’altra parte e si chiuse a riccio. lo sentiva, era completamente rossa e calda!
- molto piacere. Il mio nome è Duncan. lei invece come si chiama? -
Gwen lo sentiva ridacchiare dietro la sua schiena, non aveva il coraggio di mostrarsi, era imbarazzata fino alla cute dei suoi capelli.
Nonostante ciò trovo la forza di rispondergli.
 Doveva.
Con le mani strette nel suo cuore gli disse;
-Gwen.. molto piacereadesso però se vadaper favore…-
La persona accanto le rispose baldanzoso e sicuro
- d’accordo me ne vado, comunque se c’è qualche problema mi chiami, abito qui di fronte, arrivederci.-
Alla fine anche il suo salvatore, quel punk, quel.. Duncan se ne andò.
Gwen rimase sola con i suoi pensieri.
Come si sentiva?
Totalmente.. totalmente…totalmente…totalmente…”Dunchiana “.
Che cacchio diceva? Il nome di lui gli rimbombava nella sua zucca probabilmente vuota.
Duncan
Duncan
Duncan
Dun-can
Dun-can-can
Dun-dun-can-can
Dunc-dunc-dunc….
Sì, era cotta e stracotta. come una ragazzina, stracotta.
 
 
 
 
 
 
- Duncan eh? Però che roba.-
Era l’ora di pranzo e nel soggiorno tre ragazzi stavano chiacchierando sugli avvenimenti accaduti a Gwen quella mattina.
La gotica nel giro di poco tempo, come guidata da una forza misteriosa, aveva cercato più informazioni possibili riguardo al suo misterioso punk salvatore, a Duncan.
Ora era a tavola insieme a Zoey, contenta di sapere che la sua amica stava bene, e Trent, un ragazzo della loro età curioso di sapere nei minimi dettagli la “disavventura” di Gwen.
Aveva i capelli neri alzati con degli occhi  color verde, un allegro verde.
Indossava una maglia beige con raffigurata una mano sopra, non poteva non mancare la sua fedele chitarra, compagna di viaggi intorno al fuoco e concerti suonati da lui.
- senti ma dove sta questo qui?-  continuò Trent, molto incuriosito eh?
Gwen era chiaramente eccitata e parlò con enfasi.
- sono quelle finestre là, secondo piano, proprio lì Trent!-
Nel soggiorno c’erano le finestre spalancate, e mostravano proprio la casa del diretto interessato.
Le finestre di quella casa erano chiuse.
Zoey si interessò particolarmente
- ah ma dai! io pensavo che non ci abitasse nessuno lì. Le finestre erano sempre chiuse.-
- no, infatti non ci abita. È il suo studio. Studia psicologia-
- e già ti ha raccontato tutta la sua vita.-
A parlare era stato un Trent un pochino innervosito.
 Bisognava sapere che lui e Gwen si conoscevano già ai tempi della prima liceo.
Per Gwen era quasi come un fratello
Per Trent una presenza unica. insostituibile.
 Gwen rispose con rimprovero a lui.
-no scemo. me l’ha detto la portinaia.-
- ma di un po’! assomiglia a quello di storia contemporanea?-
Zoey sì avvicinò ancora di più a Gwen per sentire meglio la risposta.
- ma stai scherzando? è un gran fico! Ha qualcosa…-
Gwen ripensò al suo incontro con lui, al salvataggio, alle sue parole, le sue mani, al fatto di essere stata quasi a petto nudo di fronte a lui, ai suoi occhi e alla sua cresta argentata…
Senza accorgersene si era arrossita e sorrise.
-…di speciale.-
Zoey nel sentire le sue parole, da buona romantica che era, le si era addolcito lo sguardo, mentre Trent con un sorrisetto beffardo alzò un sopracciglio.
- sì! speciale. Adesso ci penso io.-
Sorprese le due ragazze alzandosi dalla sedia, andò dritto alla finestra e si affacciò, con tono misto allo scherno e al divertimento urlo verso alla finestra del punk.
- ehi gran fico!-
A Gwen le sarebbero cascate le braccia, e invece rimase di sasso, che stava facendo? Era impazzito? Doveva fermarlo!
-guarda che la signorina è già impegnata! Quindi per favore..-
- ZITTO!- Gwen quasi urlando lo interrombe con dei colpetti alla schiena.
Per somma  fortuna di Gwen si era zittito, eppure era evidente che si era divertito da matti.
- ma che c’è?-
- cretino!- il nervosismo di lei si era alzato ma si calmò subito, si trattava pur sempre di Trent, eppure una cosa gli rimase impressa.
- e poi con chi sarei impegnata io?-
Trent si autoindicò. sorrise enigmatico.
- con me, no?-
 
Cosa fece Gwen?
Semplicemente rise, e anche di gusto.
- ahahahahah!-
Perché faceva così? Non lo sapeva nemmeno lei, eppure gli veniva d’istinto di ridere in circostanze simili…
- perché ridi?- Trent vedeva che Gwen si teneva la pancia per non scoppiare a ridere per terra.
Comunque lei si ricompose subito, col sorriso sulle labbra.
- Zoey, la fai da sola l’insalata?-
- no la faccio io!-  disse Trent con tono scherzoso.
- no no – a Gwen l’umore gli era tornato luminoso come il sole.
Trent le sorrise, tenero.
- lo so, niente aceto. Il sale lo metti te dopo.-
- no. Soprattutto niente aceto!-
- ahah ecco fatto. E anche oggi non si mangia!-  Zoey era sempre più allegra, stare con loro la rendeva felice. Come gli altri del resto.
- come sempre. Eheh
Gwen rise, Trent si mise in mezzo come il “santone”
- tanto faccio sempre tutto io in questa casa, ormai.-
- ma che dici?-.
 
 
E così passarono il pomeriggio, tra risate, scherzi e qualche canzone suonata da Trent.
Eppure Gwen non poteva scordare, la persona che quella mattina l’aveva salvata, Duncan.
Duncan.
superDuncan!
Potevano farci una canzoncina pubblicitaria e lei l’avrebbe cantata lo stesso.
Era da tanto che non si sentita così.
E pensare che lei credeva che quella giornata non sarebbe stata un granchè.
Macchè granchè! era stata leggendaria.
Duncan.
 
                                                                                                                                          Fine primo episodio
 
 
 
 
 
 
 
Prenew prossima puntata…..
 
[ Un calore si diffonde in me
È l’illusione di una giovinezza d’amore
Essa ti porta nel paese dei rendez-vous
Essa non ti mollerà finchè non completerai l’azione dell’ amore]
 
Nella prossima puntata di “Gwen life of…hell”
 
 
 
 
 
 
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§§§§ Astronave dell’ alieno autore/ice.§§§
 
 
Zzzzzzzzzzzzzzzzmmmpggg  funziona? Ecco ora sì! *koff koff!
 
Salve a tutti! Sono sunburst e non so chi sono! (va bene foooooooorse un pochino lo so ma non mi sbilancerò troppo!)
Come forse avrete notato sono un/una fan di …a tutto…reality!! Sì è così, la mia astronave dimensionale superaccessoriata si è schiantata su questo pianeta, tranquilli nulla di rotto gente! A parte il water, quello si è rotto, era un regalo di mamma..sigh!
Ora vivo sotto mentite spoglie di fanfictioner e disegnatore/trice manga.
(sono un/a  alieno/a misterioso/a, scordatevelo che vì dirò facilmente il mio vero sesso!)
Sono qui su EFP per a tutto reality, perché?
Perché e divertente ecc ecc ecc ecc …. Insomma questo ve l’ho dirò un'altra volta perché sennò non si finisce più!
 
Cos’è Gwen life of hell? È una fanfiction di TD (io la chiamerei sopratutto “fanfiction visual novel)su youtube, le immagini sono splendide, sul serio! Il lavoro di Mrzebra è stato fantastico! Anche le musiche sono azzeccate!
Ho deciso di fare questa fanfic, chiedendo il permesso al mio illustre collega.
Attenzione!!! Questa fanfic si basa sul remake di “gwen life of hell return”, RETURN!!!
Perché? perché è più bella e più precisa sulle scene e l’ambientazioni (e meno errori di grammatica, senza offesa zebra)
In pratica questa che avete letto è la versione “book” vista soprattutto dal mio punto di vista, dovete sapere che possiedo una fortissima empatia, non scherzo.
C’è un altro motivo per cui ho deciso di farne come fanfic book qui su questo fandom.
Su un problema molto sentito ai giorni nostri, una cosa molto seria.
(non voglio spoilerarvi niente, accontentatevi delle prenew, se proprio volete sapere il seguito allora seguitelo pure su youtube, ma non dimenticatevi di questa versione ok? )
Spero che dopo che abbiate letto questa fic vi venga voglia di riflettere su un paio di cosette molto importanti, e visto che molti fanfictioners del fandom di TD sono soprattutto di sesso femminile (sono un ottimo/a osservatore/trice XD ) allora questa storia fa per voi!
A proposito le puntate su youtube durano al massimo dieci minuti, tranqui!
 
Io sono un/a amante dell’ IC ma su questa fic certi personaggi non c’è ne molta, per questo ho messo “OOC”, ma poco importa visto da quanto sia bella la storia.
 
Ammetto che le scene d’amore non le faccio bene, ma spero che almeno a qualcuno di voi gli piaccia.
 
E adesso?
Non mi resta che buona lettura e buona tensione (tensione? Ops! ho detto troppo!)
Tanti saluti dal viandante interdimensionale SUNBURST!
ALLA PROSSIMA (è stato il saggio Trent a chiamarmi così, è un mito)
Ciao!!!
 
  
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