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Autore: SweetGothicSoul    13/06/2008    4 recensioni
..avrebbe rivisto brillare quel suo splendido occhio verde? L'avrebbe rivisto sorridere.. per lui, solo per lui? ~ Una piccola Shonen Ai, tra Kanda e Lavi. Scritta velocemente e in treno >.< spero vi piaccia!
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche quella sera rimase oltre l’orario ad allenarsi

Anche quella sera rimase oltre l’orario ad allenarsi.

Quella maledetta sensazione di sconfitta che aveva provato dopo il risveglio all’ospedale dell’ordine non lo abbandonava mai.

Aver scoperto che 'lui' era stato ferito fino a non risvegliarsi lo faceva star male.

Era stato troppo debole per raggiungerli dopo la battaglia, stremato.

Le sue condizioni miglioravano.. eppure il suo occhio verde non si era ancora aperto.. il suo splendido occhio verde.

"Kanda"

Una voce piccola, lieve, lo fece voltare di scatto.

"cosa vuoi Moyashi" seccato, freddo ma quasi rassicurato.

Dopo tutto anche se non l’avrebbe mai ammesso era stato in pensiero anche per quel piccolo pidocchio.

"si è svegliato.." rispose cauto il più piccolo guardandolo preoccupato, mentre faceva qualche passo verso di lui.

Un colpo al cuore. Un nodo alla gola che si scioglieva. Un masso che svaniva da sopra le sue spalle.

"bene.." pur volendo non sarebbe riuscito ad usare un tono distaccato.

Gli diede ancora le spalle, rimettendo mugen in posizione "grazie per avermelo detto"

Glielo doveva.

Ma una piccola e candida mano gli si posò sul braccio.

Smarrimento.

Ecco cosa sentiva.

In altri momenti lo avrebbe fulminato con lo sguardo.

"vuole vederti, Yu".

Da quando permetteva al marmocchio di chiamarlo per nome?

Da quando si lasciava prendere dai sentimenti tanto da lasciare perdere ciò che faceva e correre via?

Tanto da salire a quattro a quattro le scale a chiocciola della torre e fiondarsi nell’atrio dell’ospedale?

Non guardò nessuno, andò dritto verso quella porta socchiusa che conosceva, e che apriva tutte le notti.

Entrò e in quel momento volle scappare.

Si sentì per la prima volta nudo e indifeso.

Guardò quel letto familiare, e la figura tra le lenzuola..

"Lavi.." solo il pronunciare quel nome fece crollare tutte le convinzioni che possedeva.

"Ehi.." la voce stanca e debole di quello che era sempre stato la persona più allegra e vivace dell’ordine lo fece crollare.

Strinse tra le mani la sbarra del letto rimanendo immobile.

Il rosso stava chiamando il suo nome eppure non riusciva a rispondergli.

La fronte e l’occhio leso coperti da fasce, la sua guancia solitamente candida ora coperta da un gran cerotto.

Solo quando lo vide alzarsi sui gomiti riuscì a reagire, andandogli incontro, premendo le mani sulle sue spalle per farlo tornare steso "stai giù, non affaticarti" sentenziò, ma l’altro scosse la testa e oppose resistenza "No.. no, abbracciami.. stringimi Yu.." si lamentò esausto, aggrappandosi alle sue braccia.

Il giapponese senti le guance ardergli.

Cos'era?

Vergogna?

E per cosa?

Per quelle lacrime di sollievo che sentiva premere per uscire?

Ho rischiato di perderti.

Ho rischiato di perdere la cosa più importante che ho.

Stupido.

Stupido Yu.

Gli passò le braccia attorno alla schiena, sedendosi sul materasso e stringendolo al proprio petto.

Non parlava, lui non parlava mai.

Ma in quel momento non avrebbe saputo davvero dove trovare le parole adatte per dire qualsiasi cosa.

Senti il rosso piangere, sentì la propria guancia solcata da una lacrima.

Che stava facendo?

Piangeva?

Che cosa stupida, piangere per amore.

"Basta" lo allontanò gentilmente da se, prendendogli il viso tra le mani "..basta piangere Lavi.." gli accarezzò delicatamente la guancia, asciugandola, sentendo le bende umide.

"scusa.." tento un sorriso il giovane bookman, tirando su con il naso, una smorfietta sul viso, mentre gli sfiorava il viso con le dita tremanti.

Kanda fece cenno negativo con il capo, rassicurandolo.

"scusa tu, per non essere venuto a proteggerti".

Le labbra di Lavi tremarono e anche lui fece di no, con un sorrisino timido sulle labbra.

Si tese, e il giapponese non esitò a porgergli le labbra, poggiandole obbediente sulle sue.

Un bacio dolce, a fior di labbra.

Ora che erano di nuovo insieme, non c’era bisogno di avere fretta.

  
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