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Autore: LuxKatoUlisse    04/02/2014    1 recensioni
Lux Black, un ragazzo timido, introverso ma dotato di un grande animo nobile, è cresciuto nel passato dopo che la sua famiglia si è rifugiata nel 20° secolo a causa di intimidazioni da parte di alcune organizzazioni criminali del futuro.
Un giorno Lux, avendo compiuto 17 anni, scopre di provenire dal futuro e, una volta arrivato lì, il ragazzo dovrà affrontare molte peripezie, al fine di salvare la specie umana dall'attacco globale dei Rettiliani, alieni malvagi che da millenni progettano l'estinzione dei terrestri.
Sarà il grande sostegno dei suoi amici più fedeli ad aiutarlo a vincere la più grande battaglia di tutti i millenni.
La fantascienza, il mistero, l'amicizia e l'amore sono i principali ingredienti di questa avventura.
Le descrizioni dell'universo, del nostro sistema solare e di tutte le bellezze del cosmo a noi sconosciuto permettono di entrare in prima linea all'interno di questa realtà multiforme.
La storia, inoltre, è ricca di colpi di scena e di dettagli scientifici, spiegati con incredibile chiarezza e con una tecnica ispirata allo stile degli autori della fantascienza.
I concetti di spazio e di tempo nell'universo di Lux mutano in maniera radicale.
Genere: Avventura, Guerra, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il ragazzo del futuro (LA TRILOGIA)'
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Capitolo 2

Il momento della verità


6 ottobre 2001

Il 6 ottobre dello stesso anno, Lux aveva un appuntamento dall'oculista e suo zio Albert lo accompagnò.

Il ragazzo era affetto da una lieve miopia, ma regolarmente doveva farsi visitare gli occhi.
Una volta arrivati nello studio, molte persone stavano attendendo che arrivasse l'oculista e solo dopo due minuti di ritardo il medico arrivò con un suo casco del motorino in testa e con una borsa da lavoro piena di attrezzi medici e di cartelle cliniche.
Inoltre l'uomo si portò con se anche la sua cagnolina, un barboncino di tre anni nome Camilla, la sua fedele cagna portafortuna.
L'oculista era noto come il dott. Beppe Grimaldi, laureato alla Bocconi di Milano con 110 e lode alla facoltà di medicina, specializzato poi in oculistica.
Il dott. Grimaldi era un uomo sessantenne, quasi calvo, con una corporatura mastodontica e con degli occhiali grossi a montatura doppia e rossa.
Dopo un quarto d'ora, finito con il sesto paziente, il dott. Grimaldi vide il prossimo leggendo sulla lista d'attesa il cognome "Black".
Dopo aver chiamato Lux e Albert, il medico preparò immediatamente i suoi attrezzi da lavoro:
l'autorefrattometro e l'oftalmometro.
L'uomo salutò i due clienti, dicendo poi loro:

- Buon giorno, miei cari. Questa è la prima volta che fate una visita oculistica? -
- Ne abbiamo fatte tante... - gli rispose Albert - ... ma il nostro oculista è andato in pensione e con lui anche il suo studio, che ora sta per essere ristrutturato. -
- Ah, bene! - disse il dott. con un tono sollevato - Allora, chi è il paziente? -
- Sono io. - rispose Lux con voce cupa; il ragazzo non si era ancora ripreso dalla tragica scomparsa del padre.

Dopo averlo guardato negli occhi, il dott. Grimaldi chiese al ragazzo:

- Hey giovane, perché sei così triste? -, ma il ragazzo, con la testa calata, non rispose.
- Ha perso suo padre nel famigerato attentato delle torri gemelle. - rispose per lui Albert.
- Ah, capisco. - disse l'oculista con aria dispiaciuta.
- No, lei non capisce! - esclamò Lux con tono sofferente.
- Invece io capisco perfettamente. - gli rispose l'oculista, appoggiandogli le mani sulle spalle con tanto affetto - Persi anche io mio padre quando avevo la tua età:
stavamo facendo un'escursione sul Monte Bianco e una valanga ci travolse tutti e due. Io riuscì a sopravvivere ma mio padre, purtroppo, morì congelato. So cosa significa perdere tragicamente un padre, figliolo. -

Le parole del dott. Grimaldi fecero finalmente breccia nel cuore di Lux; dopo molti giorni, il ragazzo si tirò su di morale avendo finalmente trovato qualcuno che comprendesse il suo stato d'animo.

- Come si chiamava tuo padre? - gli chiese poi l'oculista.
- Alessandro Black - rispose Lux.
- Oh... ma allora è lui! Si, al TG si è tanto parlato di lui: molti dei suoi colleghi americani lo hanno descritto come un eroe perché, durante la tragedia, è riuscito a mettere in salvo parecchie persone.
Doveva per forza essere una brava persona tuo padre, una persona meravigliosa dall'animo nobile; lui poteva anche andarsene subito dall'edificio, ma ha preferito di più rimanere per portare in salvo le persone. 
Devi essere fiero di tuo padre, ragazzo; ora ti sentirai solo, nonostante ci sia tuo zio al tuo fianco, e ti sentirai abbandonato e catapultato in una realtà assurda; é come se il mondo ti fosse crollato addosso, ma vedrai che un giorno incontrerai delle persone meravigliose che ti staranno accanto.
Nessuno è solo in questo mondo, ricordatelo ragazzo. -

Per queste belle parole, Lux alzò il capo verso l'oculista, lo guardò fisso negli occhi e gli disse con un cenno debole:

- Grazie. -.

La visita oculistica iniziò ma quando il ragazzo si tolse le lenti a contatto, la cagnolina del dott. Grimaldi cominciò a ringhiare e ad abbaiare fortemente.

- STAI ZITTA, CAMILLA!!! - gli urlò il dottore. La cagnolina si zittì e si accucciò ma con un'aria triste e preoccupata.

Lux sapeva benissimo che cosa stava accadendo in quel momento e per non fare del male a nessuno, si rimise le lenti a contatto, ma l'oculista lo fermò dicendogli:

- Non te li mettere! - disse riferendosi alle lenti.
- Ma dottore... - lo contraddisse Lux - ... lei non capisce... io... -
- Ragazzo, non posso vedere quanti gradi di miopia hai se non ti togli quelle lenti. -
- Non posso levarmeli -
- E perché? -
- .. Non posso... La prego, io... -
- Mi nascondi qualcosa? -
- No, signore! -
- Per l'ultima volta, ti prego: togliti le lenti a contatto, per favore. -

Lux non aveva altra scelta, doveva per forza togliersi le lenti e quando lo fece, Camilla iniziò a frignare dal terrore.
Camilla, essendo un cane, ergo un animale, riusciva meglio di chiunque altro a percepire il pericolo imminente: un qualcosa di oscuro era appena entrato in quello studio e il povero animale avvertiva la sua presenza con tanto tremore.
Lux non fissò Albert per non fargli del male e cercò di fare la stessa cosa anche con l'oculista.
Il medico posizionò la testa del ragazzo sull'oftalmometro e gli disse con tono rassicurante:

- Dai Lux, non avere paura. Questa è solo una macchina che mi serve a misurare la tua gradazione di miopia e lo stato della tua retina, nulla di che.  Avanti, apri gli occhi, non ti mordo mica. Le visite oculistiche non sono mai dolorose, tranquillo. -

Lux non aveva scelta; doveva per forza aprire gli occhi.

 

Una sensazione oscura

L'oculista, mentre analizzò la gradazione del ragazzo, cominciò a percepire un forte tremito gelido che gli saliva dalla schiena e si posava sulla sua nuca, come se qualcuno, con una mano gelida e leggera, lo toccasse.
Il dott. Grimaldi, inoltre, osservò un qualcosa di anomalo negli occhi di Lux:
l'iride e le pupille davano l'impressione che si stessero muovendo come un mare in tempesta e l'oculista ebbe l'impressione di essere catapultato in una dimensione ostile e inospitale.
Infine l'uomo udì una stranissima voce nella sua mente, una voce oscura che sembrava che provenisse solo dagli occhi del ragazzo, al fine di metterlo in guardia su un qualcosa di ignoto.
Dopo la visita, Lux si rimise le lenti a contatto ma sapeva benissimo che cosa era successo; dall'espressione incredula del dott. Grimaldi, il ragazzo intuì che lui, purtroppo, era destinato ad avere una terrificante sorpresa.
Il ragazzo ebbe anche l'impressione che l'uomo non sarebbe dovuto uscire dal suo studio per nessuna ragione al mondo, forse fin quando si sarebbero calmate le acque.
Egli disse al dottore con un tono preoccupato:

- Signore, io lo so perché lei si senta così... Mi creda, non deve uscire dal suo studio per nessuna ragione al mondo!!! -
- E perché non dovrei uscire? - gli chiese l'oculista con un'aria stupita.
- La prego... -
- Perché? -
- .. La sua cagnolina ha abbaiato e lei si è sentito gelare la schiena... -
- Tranquillo, ragazzo, saranno state le fessure di queste vecchie finestre che hanno fatto passare un po' di aria fredda. La prossima volta dovrò chiedere il favore a quel bravo serramentista di ripararmele, possibilmente uno economico che mi desse qualche sconto sul prezzo della riparazione... Ammetto di essere un po' tirchio. -
- La prego, signore, non esca da questo studio, la prego... -
- Ragazzo, non posso stare qui per tutta la giornata, devo andare. Devo comprare i biglietti per la partita di domani, non posso non vedere la mia squadra del cuore fare gol. E poi... in questo campionato stiamo troppo indietro con i punti. -
- Ma signore... -.

Lo zio Albert interruppe Lux frenandolo per una spalla, si avvicinò all'oculista e gli chiese:

- D'accordo, dottore, quant'è per questa visita? -
- Vediamo... uhm... - disse il dott. - ... in tutto viene a costare 12 mila lire. -
- AMMAZZA!!! - disse in mente sua Albert, prendendo il suo portafoglio.
- Ha ragione, dottore. - disse Albert sorridendo con sarcasmo - Lei è proprio tirchio. -
- Che cosa le avevo detto?!! - gli disse l'oculista sorridendo - Le visite costano e pensa che dal prossimo anno, quando andrà in vigore l'euro, i prezzi tenderanno ad aumentare sempre di più. -
- Ma che bella notizia! - disse ancora con sarcasmo Albert - Ed ecco come anche l'Italia entrerà a far parte dell'Unione Europea nella valuta monetaria. -
- Questo è lo spirito giusto! -
- Già... Stavamo meglio quando stavamo peggio... Ora dovremmo proprio scappare, grazie dottore. -
- Di niente, signore. Questo ragazzo è suo nipote? -
- Si. Sono il fratello di suo padre. -
- Consiglio a suo nipote di leggere accanto a una lampada o a qualsiasi fonte luminosa per non sforzare troppo gli occhi. Le auguro un buon proseguimento di giornata. -
- Anche a lei. -.

Albert e Lux uscirono dallo studio, lasciando l'oculista perplesso e con qualche dubbio.
Il dott. Grimaldi disse nella sua mente:

- Che strano ragazzo... Perché mi avrà ordinato di non uscire dal mio studio? O mi nasconde qualcosa, oppure avrà qualche problema di lucidità a causa dello shock preso in seguito alla tragica scomparsa di suo padre. -


Lux non aveva assolutamente problemi di lucidità;
dopo la scomparsa di sua madre e l'incontro con un'entità soprannaturale, il piccolo Lux fece capitare, senza volerlo, delle disgrazie altrui soltanto guardando le persone:
un giorno, fissando un operaio lavorare su una scala, questo cadde ma se la cavò fortunatamente con delle fratture alle gambe e al braccio sinistro; guarì completamente nel giro di sei mesi all'ospedale.
La fortuna, però, non la ebbe la sua maestra da asilo, la quale cadde dalle scale e morì dopo che Lux la fissò innocentemente.
Il bambino fissò la maestra perché le ricordava molto sua madre ed era molto affezionata a lei.

Lux voleva assolutamente salvare l'oculista ma non era riuscito a convincerlo; anche Albert era a conoscenza del suo maleficio, ma pensò che grazie alle lenti a contatto, lui fosse guarito.

 

La quiete prima della tempesta

Uscendo fuori dal palazzo, Lux e Albert si diressero verso la gelateria poi, dopo una lunga passeggiata, i due ritornarono indietro e l'oculista, una volta terminato il suo turno di lavoro, uscì per dirigersi a casa con la sua fedele 500 marrone, ancora in ottime condizioni.
Arrivato ad un incrocio del viale che lo conduceva verso la strada, l'auto si fermò improvvisamente e l'oculista si abbassò per verificare se i freni e la frizione fossero funzionanti.

- Perché si è fermato questo ferro vecchio, uffa? - disse infastidito lui - Ho deciso, mi comprerò una nuova macchina. Ormai questa la possiedo da 40 anni e sono disposto anche a pagare di più. - 

Quando, però, l'oculista si rialzò per riprendere i comandi, qualcosa bruscamente cambiò:
improvvisamente una figura sinistra che solo Lux sembrò vederla, apparve sul tetto dell'auto con un mantello nero, scomparendo poi nel nulla.
Un gigantesco tir, proveniente da sinistra, travolse improvvisamente ad alta velocità l'auto dell'oculista, facendogli fare un balzo di circa 130,00 m per poi farlo atterrare contro una cisterna a gas di un benzinaio.
Una fortissima esplosione distrusse strade e palazzi nel raggio di 10,00 m, e il ragazzo assistette impotente alla scena.
La gente terrorizzata scappò in fretta e furia e si pensò immediatamente ad un nuovo 11 settembre; l'oculista morì insieme alla sua cagna a bordo.
Albert, il quale capì immediatamente la cosa, prese per il braccio Lux e lo portò a casa con ansia e furia.


Casa

Una volta arrivati là, Lux si sedette sul divano del salotto di casa sua e suo zio rovistò frettolosamente sullo scaffale della libreria, intento a cercare qualcosa, un libro forse?

Il ragazzo credeva che lo zio ce l'avesse con lui ed era perciò che non disse nulla per non peggiorare le cose, ma Albert aveva altre intenzioni; infatti egli trovò finalmente un libro che, una volta tirato su se stesso, aprì un passaggio segreto da dietro la libreria che conduceva verso i sotterranei della casa.
Lux rimase stupito e notò nei sotterranei un lungo corridoio poco illuminato.
Prendendo il ragazzo per il braccio, Albert lo accompagnò nei sotterranei con una candela in mano e l'aria cominciò a divenire un po' pesante per la diminuzione d'ossigeno, fino a quando il ragazzo vide in lontananza una luce blu che dava l'impressione di essere artificiale.
Una volta finito di percorrere il corridoio, Lux si rese conto di trovarsi in un laboratorio, o in un qualcosa del genere, dato che non vedeva quasi nulla a causa dell'oscurità.

 

Il laboratorio segreto della famiglia Black

Una volta accese le luci con un semplice battito di mani, la sala si illuminò e Lux vide degli oggetti di forma sconosciuta, come dei giganteschi televisori piatti e sottili a plasma che mostravano una proiezione di immagini 3D, un pavimento bianco di plastica super resistente, degli strumenti sconosciuti a forma piatta e l'ambiente aveva l'odore di un laboratorio della NASA.
Inoltre c'erano anche dei piccoli robot monocoli a due zampe di acciaio e di forma sferica che volavano per tutta la sala, chiamati Cyber Cyp. Tutto aveva un aspetto futuristico.
Lux non riuscì a credere a tutto ciò che stava vedendo, pensando poi di sognare; il ragazzo, però, si chiese che cosa centrasse tutto ciò con la vicenda drammatica dell'oculista.
Lo zio Albert gli chiarì le idee, dicendogli:

- So a cosa stai pensando, Lux: io, tuo padre e tua madre dovevamo dirti di tutta questa faccenda -
- Dirmi cosa? - gli chiese Lux.
- Lux, tu non sei originario di quest'epoca. -
- Ma che stai dicendo, zio? Quale "epoca"?... ma... non capisco... - gli chiese Lux con enorme stupore
- Lux, tu provieni dal futuro! -.

Udendo tale risposta dello zio, Lux avvertì una fitta allo stomaco, sembrava assurdo tutto ciò che egli gli disse. Lui? Provenire dal futuro? Assurdo, e poi come? 
Nella mente del ragazzo riaffiorarono mille domande e tanti dubbi, non sapendo se tutto ciò fosse vero oppure no.
Albert decise di chiarirgli le idee, raccontandogli come stavano in realtà le cose:

- Noi proveniamo dal 31° secolo e lavoriamo tutti ogni giorno per il bene dell'universo. Lavoriamo in una società segreta, chiamata "Il cigno fedele", società fondata dalla nostra futura presidentessa della Terra: Lady Earth -
- Lady Earth? - gli chiese stupito Lux
- Esatto, Lady Earth! Noi abbiamo il compito di proteggere la specie umana, considerata nel futuro molto preziosa per la sopravvivenza di ogni specie vivente.
La difendiamo dai rettiliani, specie aliena che da anni vuole la nostra estinzione di massa.
Lo strano essere che ti mandò questo tuo maleficio non era un'entità soprannaturale, ma bensì il capo dei rettiliani, di nome Algar; ti sei imbattuto con lui quando tu eri piccolino ma la cosa incredibile è che tu sei riuscito a contrastarlo e a fargli perdere gran parte dei suoi poteri. Sei considerato da tutti noi una grossa fonte preziosa. -
- Ok, ok! - annuì incredulo Lux - Ok, forse ti credo zio, ma c'è una cosa che non capisco:
io sarò anche considerato da voi una risorsa indispensabile, ma cosa potrei fare io veramente? -.
- È proprio questo il punto! - esclamò Albert - Tu sei riuscito ad indebolire questo super nemico e noi pensiamo che se potessimo sfruttare le tue capacità, non solo potremmo sconfiggerlo, ma potresti sconfiggere anche questo tuo maleficio. Per questo, quando mi sono reso conto stamattina che l'incantesimo non si è ancora spezzato, ti ho portato qui.
Ora sei abbastanza grande e maturo per affrontare il tuo destino. -
- Mia madre lo sapeva di tutto ciò? Sapeva che io sarei diventato il prescelto? -
- Al dir il vero no, caro Lux. Quando tu incontrasti quel Rettiliano, tua madre già morì una settimana prima. Tua madre lavorava per la Presidentessa Lady Earth (sono state molto amiche quando frequentavano il liceo).
Quella sera del suo decesso, tua madre fu convocata da lei per una missione top secret e doveva recarsi immediatamente nel futuro, da cui, purtroppo, non fece più ritorno. Se non mi credi, sono pronto a dimostrarti tutto ciò, ma mi devi promettere una cosa una cosa, Lux:
non dovrai fare parola con nessuno di tutto ciò. -
- Ok, zio! - rispose il nipote con aria stupita e incredula.

Albert azionò il teletrasporto premendo un tasto di una tastiera di un super computer e, prendendo ancora una volta Lux per un braccio, i due si avviarono verso una piattaforma circolare di acciaio luccicante.
Un alone di energia luminosa, prodotto dall'energia nucleare delle macchine, partì dalla piattaforma e avvolse i due, convertendo momentaneamente i loro atomi in dati digitali; ciò permetteva a qualsiasi oggetto, o creatura vivente di viaggiare ovunque ad alta velocità in brevissimo tempo.
Albert, fissando Lux, gli disse:

- Ora è arrivato il momento di affrontare il tuo destino. Tutto ciò che vedrai da ora in poi, ti inizierà a confonderti le idee, a non farti più distinguere la fantasia dalla realtà, ma è solo una sensazione, una cosa del tutto normale che poi passa subito. -.
Inizialmente Lux era confuso, non riusciva a crederci ancora di essere improvvisamente catapultato in una realtà assurda e insolita, ma fidandosi dello zio, iniziò a rasserenarsi un po' e gli rispose:

- Si zio, sono pronto! -.

Così Lux e Albert partirono con il teletrasporto verso un luogo lontano.



Copyright di Bruno Rinaldo (alias LuxKatoUlisse).


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Ancora una volta ho rispettato i termini e le condizioni d'uso del sito, non riportando i nomi di prodotti o oggetti noti.
Da questo capitolo in poi, la storia comincerà a farsi d'avvero interessante.


 
   
 
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