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Autore: Enricuccia    05/02/2014    0 recensioni
Dereck era esasperato. Racconta dell'ultima volta in cui vide Elena, la ragazza che amava. Le aveva da poco confessato un'orribile segreto.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La stanza era debolmente illuminata dalle luci bianche che penzolavano dal letto. Le pareti erano di un debole verde speranza, ormai consumato per via del tempo. Proprio come le nostre speranze. La mia speranza. Ormai Elena era debole, non mangiava ne beveva. Non ne aveva le forze.
Io ero stato il solito ragazzo delle superiori, capelli in sù, pantaloni sotto il culo e sigaretta in mano; Elena era la ricercatissima (dai genitori) santerellina, non era mai stata a letto con nessuno, studiava sempre, ottimi voti e una casa niente male per i suoi genitori avvocati. All'inizio io e i miei compagni avevamo fatto una scommessa: chi riusciva a far innamorare Elena di lui vinceva cinquecento bigliettoni. Poi però la cosa mi è sfuggita di mano e mi sono innamorato di lei. Solo tre giorni fa mi ha detto che è malata di canrco, e ora è all'ospedale!
La guardavo attentamente, anche se non c'era molto da guardare: i suoi capelli color miele erano caduti tutti, la sua pelle che prima era di uno splendido bianco si era raggrinzita. Mi asciugai le lacrime quando lei aprì in una fessura gli occhi. "Ormai morirà per la fame, perchè non mangia da almeno un giorno e mezzo, e ha solo sedici anni!" pensai esasperato dall'idea.
-Tesoro, come va?- che domanda stupida.
-L-l-o sa-ai c-c-c-om-e va. N-n-on po-s-s-so p-p-a-r-la-r-r-e.- disse mentre le lacrime le rigavano gli occhi.
-Non dire così. Si sistemerà tutto! Deve..- ormai anche la mia faccia era coperta di lacrime. Qualcosa mi diceva che la fine era vicina. Mi avvicinai e la baciai il più tempo possibile. Sopra la mia testa il monitor che controllava il suo battito cardiaco accellerò e divenne così veloce che alla fine si fermò di botto. Le lacrime scesero a dirotto. La porta della stanza si spalancò e i dottori mi presero per le braccia cercando di trascinarmi via.
-No! No! Voglio stare con lei! Riportatemi da lei!- urlai per tutto il corridoio cercando di liberarmi. Alla fine mi fermai. -Vi prego... ne ho bisogno.-
  
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