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Autore: Dahmer    05/02/2014    5 recensioni
-Dannazione! Sta’ un po’ attento!- sbraitò contro chi l’aveva urtata. Alzò lo sguardo, trovandosi di fronte a un ragazzo dagli occhi celesti e lunghi capelli neri, visibilmente piastrati, che teneva per mano una ragazza di qualche anno più giovane. Lui portava degli attillati pantaloni di pelle e un gilet sempre di pelle che copriva il torso nudo.
-Dovresti essere tu a guardare dove vai!- ribatté prontamente lui. I suoi occhi esaminarono attentamente la figura slanciata davanti a loro, senza riuscire a vederla bene, essendo nella penombra.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andy Biersack, Ashley Purdy, Cristian Coma, Jake Pitts, Jinxx
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GOODBYE MY LOVE
 
-Sta dicendo che me lo sono immaginato?- Andy era fuori di sé. Nessuno poteva permettersi di negare quanto aveva sentito. La mano di Roxy che stringeva la sua era qualcosa di più vivido di un sogno allucinatorio.

Era passata una manciata di giorni da quel gesto, ma per Andy era tutto più che un ricordo. Quel momento lo aveva tormentato ogni ora e adesso qualcuno cercava di dirgli che era tutto frutto della sua mente. 

-Dico solo che a volte può capitare di desiderare talmente tanto una cosa, da …-  tentò di spiegare il dottore, senza scomporsi. La sua voce calda e profonda solitamente era rassicurante, ma con Andy pareva non funzionare.

-IMMAGINARLA?! Senta, con tutto il rispetto, dottore, MA IO NON HO IMMAGINATO PROPRIO NULLA!- le emozioni nel corpo del ragazzo sembravano lottare con quel minimo di razionalità che ancora lo manteneva calmo, con la voglia di avere il sopravvento su di essa.

-Andrew, purtroppo dobbiamo accettare la realtà. Roxanne non ha più grandi possibilità di riprendersi. Peggiora ogni minuto che passa. È trascorsa una settimana da quando l’abbiamo portata qui e in teoria ora dovrebbe essersi già stabilizzata. Andrew, quello che sta vivendo Roxanne è definito “coma irreversibile”, non si riprenderà più- rispose il medico con pacata compostezza.

Andy rimase basito, immobile, con gli occhi sbarrati fissi su quell’uomo imponente. Si sentiva talmente insicuro e inutile da sottomettersi a quella figura slanciata che si ergeva autoritaria davanti a lui.

-E quindi cosa dovremmo fare?! Lasciarla morire?!- il suo tono era incredulo, la voce gli si strozzava in gola ad ogni parola, come se qualcuno gli stesse stringendo le corde vocali in un pugno saldo.

-La madre ha dato il consenso per staccare la spina- annunciò l’uomo, abbassando lo sguardo sul pavimento. In fondo anche lui era un essere umano e si stava parlando della vita di una ragazzina.

-C-Cosa? …- sibilò Andy, lasciandosi cadere a peso morto sulla sedia rossa alle sue spalle, senza più essere in grado di muovere un muscolo.

-Vede, sono stati lesionati buona parte dei vasi sanguigni, di cui la maggior parte non siamo riusciti a suturarli, quindi l’apporto di sangue e, di conseguenza, di ossigeno agli organi e, in particolare, al cervello è diminuito radicalmente, portando Roxanne in questo stato. I suoi organi quindi si deteriorano con il passare dei giorni e il cervello fatica a mantenere il ritmo operativo che aveva normalmente, quindi si sta lasciando andare. Tecnicamente possiamo dichiarare la morte cerebrale- chiarì il dottore. Questa volta la sua voce tremò impercettibilmente.

Il ragazzo si rimise in piedi, a fatica, deciso a trovare Iris, per avere spiegazioni. Quale madre degenerata dava il consenso per uccidere sua figlia, e il tutto senza il minimo senso di colpa?

Si precipitò nella stanza di Roxy, trovando Iris seduta al suo fianco, avvolta da un’aura di calma inquietante.

L’atmosfera si fece pressante, tutte le parole del medico gravavano sulla sua testa, tutta l’insicurezza e l’incertezza sembravano non dargli pace. 

-Ha davvero intenzione di lasciarla andare?- le domandò, facendo irruzione nella stanza, adirato da quanto appena appreso.

La donna gli fece segno di accomodarsi accanto a lei, battendo il palmo della mano sulla seduta di una sedia blu.

-Andrew, sai, alcuni dicono che ci sono persone che nascono con la tragedia nel sangue, altri che la depressione è un fattore ereditario …- cominciò.

Ad Andy sembrò che la donna stesse divagando, così non rispose. Forse anche lei aveva bisogno di rassicurazioni e forse le trovava in quei discorsi senza senso.

-Suo padre si è suicidato, Andrew. E lei ha voluto fare lo stesso. Chi sono io per trattenerla? Vivrebbe per morire … non … non posso farla soffrire. Le madri vivono solo se i loro figli stanno bene, Roxanne non sta bene- Iris cominciò a tremare lievemente, sperando che Andy non se ne accorgesse, ma era impossibile non notarlo.

-Roxy merita di vivere- sussurrò lui, con un filo di voce. Non aveva argomenti a suo favore. La medicina raramente sbagliava e lui non aveva le capacità di contraddirla.

-Roxy merita di essere felice, Andy-  replicò cautamente lei.

-Io … non credo di riuscirci- asserì il ragazzo, mascherando le parole con flebili sussurri inespressivi.

-Dobbiamo farlo per lei, Andy- la mano di Iris andò ad afferrare stretta quella di Andy, tenendola forte, fino a quasi fargli male.

-Come può stare tranquilla sapendo che perderà una figlia?!- dagli occhi del cantante scese un’unica lacrima. Lenta, dolorosa, sola. Proprio come lui.

-Non sono affatto tranquilla. So cosa sto per abbandonare, so cosa sto per affrontare. Il dolore di ogni mattina, quando mi sveglierò e andrò in camera sua per svegliarla e lei non ci sarà, ci sarà solo quel letto vuoto a ricordarmi che io l’ho fatta volare via; quando la gente per strada mi stringerà la mano in segno di conforto o mi abbraccerà, facendomi le condoglianze; quando continuerò a cucinare anche per lei, anche se lei non sarà lì per mangiare; quando sentirò la mancanza della sua voce, dei suoi rari abbracci, del suo sorriso …- Iris cominciò a piangere incontrollatamente, con un sorriso velato sul volto, convinta di fare la cosa giusta per la sua bambina.

-So a cosa vado incontro- mormorò di nuovo, nascondendo il capo nell’incavo del collo di Andy.

-Lo so- ripeté stremata.

Andy era rimasto pietrificato da quanto stava accadendo. Sembrava tutto un maledetto incubo, sembrava tutto finto e invece …

Si sentiva incapace di mostrare emozioni, ma il suo corpo lo tradiva di continuo. Il suo labbro inferiore sanguinava, dal tanto che lo aveva tartassato con i denti, le sue mani erano perennemente chiuse a pugno, tremanti, il suo sterno sussultava eccessivamente ad ogni respiro, il suo viso invecchiava ogni secondo che trascorreva nell’agonia.

-Quando si farà?- domandò infine, arrendevole davanti a quella situazione.

-Questa sera- rispose il medico, apparso sulla soglia con una pila di scartoffie in mano, da consegnare alla madre di Ro.

-Chiamo gli altri- avvisò Andy, uscendo dalla stanza, sconfitto.


Quando tornò in camera lo fece con i suoi compagni al seguito. Ashley non parlava, era incredulo davanti a ciò che gli aveva riferito poco prima l’amico; CC teneva la testa china verso le piastrelle lucide in marmo bianco; Jinxx non lo si sentiva nemmeno respirare, sembrava essere in apnea, un’apnea continua, forse per impedirsi di piangere; Jake indossava un paio di occhiali da sole, ovviamente inappropriati per l’ambientazione, ma sicuramente un buon diversivo per i suoi crolli emotivi.

Dietro di loro, Emmett e Michael. Il primo aveva il viso affondato in un enorme fazzoletto ricamato con piccoli ghirigori argentei, l’altro con gli occhi concentrati sull’amico, pronto a consolarlo, qualora non avesse più retto la situazione.

-Possiamo procedere?- domandò il dottore, rivolgendosi ad Iris. La donna si voleva mostrare sicura, forte, determinata a fare il bene della figlia, ma Andy poté giurare di vedere il senso di colpa cibarsi del suo cuore.

Lei annuì leggermente, senza prestare attenzione ai singhiozzi dei ragazzi alle sue spalle.

L’uomo spense i macchinari che tenevano in vita Roxy e ora tutti si trovavano in attesa di vederla morire. ‘Quando smetterà di respirare, anche il cuore cesserà di battere. Ci può volere anche tutta la notte’ aveva spiegato ad Iris poco prima.

L'atmosfera sembrò fermarsi, in una fase di stallo. Era tutto a rallentatore. Ogni movimento, ogni suono, tutto. 

La donna si coprì il volto con le mani, piangendo sommessamente la sua piccola creatura che volava in cielo.

-Ro … perdonami … ti avevo promesso che non ti avrei lasciata andare … non ho potuto mantenere la promessa … voglio solo che tu sappia che sarai il mio ricordo più prezioso, sarai la luce che mi sveglierà ogni mattino. Ti amo, Ro. Ti amo- le parole che riempirono la stanza furono quelle di Andy, che non aveva smesso di tenere la mano alla sua ragazza, con ancora un briciolo di speranza ad animarlo.

Ma ora sapeva che era la fine. Non l’avrebbe mai più potuta baciare e stringere a sé, non l’avrebbe mai più vista sorridere e piangere, non l’avrebbe mai più sentita sua.

Si piegò su di lei, lasciandole un leggero bacio a fior di labbra. L’ultimo.

Se quella fosse stata una favola, allora la bella principessa si sarebbe risvegliata e si sarebbe gettata al collo del suo vero amore.

Ma quella non era una fiaba, era la crudele realtà e Roxanne non si svegliò più. 



Ehi ciao! Non mi uccidete vi prego, avevo bisogno di una svolta alla storia e, dato che solitamente le mie ff finiscono bene, quale svolta migliore di una morte inaspettata della protagonista dopo avervi dato un barlume di speranza con il capitolo precedente?! Muahahahh
Beh, se non mi sentirete più nominare vuol dire che qualcuna di voi non l'ha presa bene, ma spero che questo non accada ;) 

Beh, mi dileguo così mi preparo agli insulti :3
Bacione.
*Black Devil*



 
  
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