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Autore: Lady_loneliness    05/02/2014    1 recensioni
Tratto dal testo:
" Camminavo sotto la pioggia, noncurante di non avere un ombrello e di essermi completamente inzuppato da testa a piedi.
Quella era una di quelle giornate no, una di quelle dove ero arrabbiato col mondo intero senza un motivo.
Forse stavo così perché alle prove avevo fatto schifo, e non potevo permettermelo ora.
I Blast stavano per debuttare e fare schifo non rientrava nella lista delle cose da fare prima di quel grande passo. "
In questa one shot si parla di Shin e di un suo incontro un po' particolare.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shinichi Okazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminavo sotto la pioggia, noncurante di non avere un ombrello e di essermi completamente inzuppato da testa a piedi.
Quella era una di quelle giornate no, una di quelle dove ero arrabbiato col mondo intero senza un motivo.
Forse stavo così perché alle prove avevo fatto schifo, e non potevo permettermelo ora.
I Blast stavano per debuttare e fare schifo non rientrava nella lista delle cose da fare prima di quel grande passo.
Le cose ultimamente non stavano andando affatto bene.
Con la band, con Reira..
Ma l’argomento Reira è meglio non toccarlo.
Non dopo l’enorme litigio di ieri.
“ Non mi dedichi abbastanza attenzioni ” mi ha urlato, in lacrime.
E ci credo, come facevo se ero pieno di impegni e prove con la band?
Che poi, nemmeno lei mi dedicava così tante attenzioni, eh.
Sbuffai, infastidito da una goccia cadutami nell’occhio destro e svoltai l’angolo, continuando a camminare verso casa mia.
Sinceramente non avevo voglia di vedere Nobu, ma il sonno gravava sui miei occhi e sulle mie membra talmente tanto da farmi quasi ruzzolare a terra.
Forse era la pioggia.
Aveva un effetto strano su di me. Mi rilassava in una maniera incredibile.
Da piccolo adoravo stare in casa, appiccicato alla finestra, a fissare le mille e più goccioline di pioggia che scivolavano lentamente lungo il vetro, fino ad arrivare a terra.
A volte immaginavo di essere uno di loro, di scivolare giù dal cielo ed arrivare fino a terra; erano bellissimi i miei viaggi: visitavo tutto il mondo stando in camera mia.
E così feci ora.
Mi fermai sotto ad una pensilina, ad osservare il cielo.
Questa volta ero andato vicino, in Corea. Ero a Seoul, sul vetro di un negozio di vestiti.
Ragazze, ragazze everywhere.
Dovete perdonarmi, ma sono pur sempre un ragazzo!
A proposito di ragazze; non mi accorsi di una presenza accanto a me se non dopo dieci minuti buoni.
Mi voltai, le sorrisi; era una ragazzina piccolissima, uno scricciolo praticamente.
Avrà avuto sì e no undici, dodici anni.
Aveva dei lunghi capelli di un insolito color nocciola, raccolti in una coda alta.
Gli occhi erano due pozzi neri, grandi, con delle ciglia lunghissime; le labbra rosee e carnose, il nasino piccolino e delicato.
Era una bambola.
Subito le sue gote si arrossarono lievemente e abbassò lo sguardo, timida.
Era adorabile.
Abbassai a mia volta lo sguardo e la squadrai; anfibi bordeux ai piedi, calze scure, gonna a pieghe e giacchetto di pelle dello stesso colore degli anfibi.
Era strana, proprio come me.
Già questo mi piaceva.
Poi mi soffermai meglio sul viso.
Aveva una spessa riga di eye-liner sulle palpebre ad allungarle ancora di più l’occhio, ed un piercing sotto al labbro inferiore, sulla destra.
L’orecchio sinistro era pieno di cerchietti colorati, messi secondo la sfumatura dei colori; ne aveva dieci, li avevo contati.
Alzò poi lo sguardo su di me, ed un lieve sorrisino timido le distese le labbra.
Fece un piccolo inchino, poi torno a scrivere un messaggio al cellulare.
Io da parte mia rimasi incantato a fissarla, forse anche a bocca aperta.
Era la ragazza più bella che avessi mai conosciuto.
« Quanti anni hai? » le chiesi, all’improvviso.
« Ah? Oh.. Quindici.. E tu? »
Quindici anni. Aveva quindici anni.
.. Aspettate. Aveva  la mia età?
Non era possibile! Lei sembrava una bambina!
Cercai di nascondere la mia espressione sbalordita e le sorrisi, rispondendo alla sua domanda.
« Quindici, proprio come te. Ma non dirlo in giro. Per gli altri sono maggiorenne. »
Detto questo le feci l’occhiolino e mi incamminai, uscendo di nuovo sotto la pioggia che non aveva smesso di scendere.
« --Comunque io mi chiamo Shin! Ryuzaki Shin! »
« Piacere di conoscerti, bambolina. Io sono Okazaki Shin. »





{ Angolo della scrittrice ;
Mi piaceva l'idea di mettere l'elemento principale che lega Nana e Hachi con in rilievo Shinichi, che è il mio personaggio preferito della serie. ; w ;
Spero davvero vi sia piaciuta, perché nonostante sia corta ci ho messo molto impegno.
Detto questo, faccio puff. ( ... )
Alla prossima! 

 
  
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