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Autore: MikaisLove    05/02/2014    1 recensioni
Kensington. Una nuova vita; ero depressa per questo cambiamento così improvviso. Poi arrivò lui, e cambiò tutto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lasciai la mia città quando ero ancora una ragazza. Avevo 17 anni ed ero spaventatissima all’idea di cosa mi sarebbe potuto accadere a Londra, una nuova città, in un altro Stato. Sapevo l’inglese molto bene essendo figlia di una madrelingua ma avevo ugualmente paura di non riuscire a dialogare con nessuno. Temevo di non riuscire a stringere nuove amicizie, avevo paura che i rapporti con i miei vecchi amici scomparissero perché sarei stata troppo lontana da loro. Avevo paura. Di tutto e di tutti. 
 

Queste paure mi frullavano continuamente in testa dopo essere uscita dall’aeroporto, non riuscivo  a pensare ad altro e guardavo fisso, fuori dal finestrino della macchina. Osservavo la pioggia che cadeva lentamente dal cielo sentendomi quasi paralizzata.
Arrivai a South Kensigton, una bella cittadina a sud di Londra. Vidi il nome scritto in grande su un cartello stradale. Riflettei un attimo. Ne avevo già sentito parlare. South Kensington era il posto dove abitavano i Beckham.
“Wow” pensai “Ci sarà da divertirsi, speriamo …”; così mi si accese un lampo di curiosità e cominciai a guardare ciò che potevo vedere guardando fuori dal finestrino della macchina: le vie alberate erano stupende, le case tradizionali erano perfette in ogni loro dettaglio, i parchi erano ricchi di verde e giganteschi, gli alberi alti, folti e intricati tra loro …
“Nulla a confronto con i nostri parchi pubblici” pensai ridacchiando un po’.
L’aspetto di Kensigton cominciava a suscitarmi una certa simpatia.
Dopo circa venti minuti ci fermammo davanti ad una villetta a schiera che si affacciava su un piccolo giardinetto verdissimo e ben curato. Guardai da dentro la macchina la bella villetta con un espressione di scherno; mi mancava la mia vecchia casa.
“Beth” mi richiamò mio padre “Scendi dalla macchina! Devi aiutarmi a portare le valigie dentro casa!”
Scesi, quasi senza pensandoci troppo, presi la mia valigia arancione dal portabagagli e mi incamminai dietro a mio papà sul sentiero di ghiaia bianca che conduceva all’entrata di casa.
Mi fermai sul pianerottolo di legno verniciato di bianco e mi girai per osservare il viale: le case erano tutte uguali. Tutto ciò mi diede un certo senso di monotonia, di poca originalità. Pensavo all’Italia, al mio paese, le solite palazzine del centro, le villette colorate, una diversa dall’altra, ognuna con un’identità e qualcosa da dire e raccontare. Lasciai in un angolo tutti quei pensieri, sospirai ed entrai in casa.
L’interno non era niente male, era abbastanza spazioso.
Volevo vedere la mia nuova camera. In fondo si sa, che la camera da letto è il rifugio di ogni adolescente, la propria tana. Salii di sopra. Un fluente corridoio si estendeva lungo il piano superiore della casa. Cominciai l’ispezione delle stanze: entrai dapprima in una stanza cupa e disordinata; -dovrebbe essere la stireria o “loundry”, come la chiamano gli inglesi- pensai. Uscii e entrai nella stanza accanto dove trovai la mia camera. Erano presenti gli stessi mobili che avevo in quella vecchia in Italia e ne fui molto felice perché avevo la sensazione di essere ancora nella mia vecchia casa a Verona, mi dava un certo senso di familiarità.
Soddisfatta diedi un’ultima occhiata alla stanza e poi scesi di sotto.
“Mamma, dove sei? Io vado a fare un giro per Kensigton a vedere un pò in giro! Mamma?”
“Beth … si … si certo vai pure e ricordati di tornare prima di cena”
Mamma era molto indaffarata a sistemare le ultime cose in cucina quindi uscii senza salutarla.
Mi avviai lungo il viale che portava nel centro della cittadina fischiettando qualche melodia e con fare tranquillo. Cercavo di essere più positiva possibile, non volevo deprimermi ripensando alle mie riflessioni fatte appena uscita dall’aeroporto.
Entrai nel centro. Era tutto brulicante di persone, di ogni tipo. Non sapendo da dove cominciare, decisi di visitare una libreria di fronte a me, dall’altro lato della strada: una delle mi passioni è sempre stata leggere.
Entrai. Un odore di muffa misto a quello di carta nuova e vecchia era disperso nell’aria, c’era un silenzio delizioso e l’ambiente era molto tranquillo.
Passai tra i vari scaffali due o tre volte, prendendo 3 libri fantasy che mi sarebbero molto interessati. Decisi di darne un’occhiata, quindi mi avviai verso la sala lettura. Stavo camminando tranquillamente, girai un attimo la testa a sinistra perché un libro dalla copertina fosforescente aveva attirato la mia attenzione quando … -----Ecco il mio primo capitolo. Spero vi piaccia! Recensite e fatemi sapere che ne pensate :) Grazie a tutti!------


 
  
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