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Autore: difficileignorarti    05/02/2014    2 recensioni
Ci uniamo in un bacio dolce subito dopo, come se fosse l’ultimo o come se non ce ne fossimo mai scambiato uno.
...«Come mai sei tornata da me dopo tutto questo tempo?»...
...«O forse perché sono troppo stupida, o follemente innamorata, non lo so»
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okay, il mio adorato cervellino, alla notte, invece di spegnersi e di lasciarmi riposare, decide di elaborare storie.
E' il caso di questa OS senza senso, ma ho pensato comunque di butterla giù e di pubblicarla.
Nonostante, come ho già detto, sia senza senso, spero possa, in qualche modo, piacervi.
E, oh, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, attraverso qualche recesione, positiva o negativa; per me sarebbe davvero importante.
Besos, :*

******

Non possiamo

 

 

 

 

 

Osservo distrattamente la pioggia scendere giù forte e la sento battere sui vetri, rigandoli e macchiandoli.

Rimango stesa sul corpo marmoreo di Tom, stretta da entrambe le sue braccia, in una morsa sicura e ferrea; come se avesse paura di lasciarmi andare.

Cerco, comunque, di muovermi per potermi spostare, ma l’abbraccio si intensifica, trattenendomi li, al caldo.

«Rimani qui» lo sento sussurrare subito dopo, con voce dolce, roca e soprattutto stanca.

Percepisco la mano di Tom tra i miei capelli e farmi i grattini che tanto amo; e lui ne è a conoscenza.

Accarezza dolcemente la mia cute con una mano, e sento l’altra correre leggere su e giù per la mia schiena nuda.

Alzo la testa e sfioro il suo collo con le labbra, donandogli un bacio leggero.

Ci uniamo in un bacio dolce subito dopo, come se fosse l’ultimo o come se non ce ne fossimo mai scambiato uno.

«Come mai sei tornata da me dopo tutto questo tempo?» mi chiede subito dopo, senza riprendere fiato, e nemmeno senza mollarmi.

Nei suoi occhi non noto nessun sentimento, niente; sono scuri e non riesco a leggerci niente dentro.

È come se avesse deciso di lasciarmi fuori dalle sue emozioni e dal suo mondo.

«Credo che una volta nella mia vita abbia deciso di seguire ciò che diceva il mio cuore e non la mia testa» mormoro in risposta, scivolando via dal suo abbraccio e stendendomi al suo fianco, con lo sguardo rivolto al soffitto pallido del suo appartamento.

«Anche dopo tutto quello che ti ho fatto? Il modo in cui ti ho trattata?» sussurra quasi sconvolto, voltandosi nella mia direzione.

Sorrido tristemente nel buio, ricordando tutto, momento per momento.

«Non lo so, Tom, penso di essermi pentita di averti fatto altrettanto male» mormoro. «O forse perché sono troppo stupida, o follemente innamorata, non lo so» sbotto poi, mordendomi la lingua e maledicendomi.

Lo sento ridacchiare appena.

«Non potevo darti niente di più prima, pensi sia cambiato qualcosa?» soffia al mio orecchio, posandomi un bacio sulla tempia.

Mi volto verso di lui e, nella poca luce, riesco ad osservare i suoi occhi sorridere tristemente.

«Sei felice, Kaulitz? Sei felice, adesso, con lei?» chiedo, e lo vedo vacillare alle mie parole. «Rispondi» sbotto.

Intreccia le nostre dita e mi posa un bacio sul dorso.

«No, Niko, non sono felice, ma nemmeno noi due lo eravamo» mi ricorda con tono malinconico, facendomi scuotere la testa. «Non riuscivamo a trovare un punto d’incontro, non andavamo d’accordo, non facevamo altro che litigare, urlarci contro cattiverie di ogni genere, per non parlare di tutto ciò che ci lanciavamo» alzo gli occhi al cielo, ricordando che per colpa sua ho rischiato grosso fin troppe volte. «L’unica cosa che ci univa era l’attrazione fisica e sessuale, nient’altro» annuisco, completamente d’accordo.

«Non ci siamo mai impegnati molto a mettere su una relazione stabile, è vero, ma potremmo provarci lo stesso, di nuovo» abbasso il tono della voce, e subito dopo un tuono rompe il silenzio, mentre un lampo illumina tutta la stanza.

Ritorna supino, pensieroso, e con lo sguardo corrucciato.

«Non funzionerebbe comunque e poi dovrei lasciare la mia attuale ragazza» mi ricorda, facendomi incazzare ulteriormente.

Mi siedo al centro del materasso, cercando di calmarmi, e di trattenere tutte le emozioni che mi stanno attraversando in questo preciso momento.

«Però non ti stai facendo problemi a tradirla con me!» sbotto di nuovo. «Non ti sei fatto problemi a prendermi e sbattermi non appena mi hai aperto! Perché?» gli chiedo e lo vedo fissarmi, ma senza emettere suono. «Perché, Tom?» continuo, pregandolo di rispondermi, mentre lacrime salate cominciano a bagnarmi il volto.

«Perché fino a due minuti fa ci scambiavamo tenerezze come fanno tutti gli innamorati, invece ora litighiamo e tu piangi?» lo fulmino con lo sguardo, asciugandomi le lacrime col lenzuolo impregnato dei nostri odori mischiati. «Scusa, odi il fatto che la gente ti risponda con un’altra domanda» annuisco. «Credo che l’attrazione nei tuoi confronti non cesserà mai» ammette a se stesso e, soprattutto a me.

«Quindi cosa vorresti fare? Portare avanti una relazione con quella e quando non c’è correre da me, dalla tua amante, come se niente fosse? Non sono un oggetto, ne una bambola gonfiabile e nemmeno una puttana!» gli ricordo con rabbia. «Sono una persona, ho dei sentimenti anche io! E questo non mi va bene!» singhiozzo di nuovo, prendendolo a sberle.

Mi blocca le mani, stendendosi poi, di nuovo, su di me.

«No, non sei niente di tutto ciò» mi posa un bacio sulle labbra, cercando di calmarmi. «Ma noi due non siamo in grado di portare avanti una storia, lo sapevi prima e lo sai adesso» strofina il suo naso con il mio.

Come può una persona essere così stronza e così dolce allo stesso momento?

«Io non voglio fare la tua amante, anche io merito di essere felice» piango.

Mi libero dalla sua presa e lo sposto, scivolando giù dal letto.

Velocemente raccolgo i miei abiti, inciampando sui suoi, e mi rivesto, continuando a piangere come una bambina, sotto il suo sguardo attento e incredulo.

«Dove vai?» mi chiede preoccupato. «Torna qui, Niko, subito»» continua, e percepisco quel magone bloccargli la gola.

Poso gli occhi su di lui, sui suoi spalancati e, finalmente, capisco che non posso condurre una vita del genere.

«Me ne vado, Tom» mormoro e dopo avergli lanciato un bacio al volo, esco da quella camera, testimone di molte altre notti di passione, e da quella casa.

Una volta in strada mi lascio colpire dalla pioggia violenta, e in mezzo alla strada mi lascio scivolare, continuando a bagnarmi.

Sento la sua voce chiamarmi, cercando di fermarmi, di farmi tornare da lui, in quella stanza.

«Niko, non andartene, ti prego!» mi implora, afferrandomi per un braccio per rimettermi in piedi.

Con uno strattone mi libero, e gli do uno spintone, allontanandolo di poco dal mio corpo.

«Lasciami andare, Tom, è inutile portare avanti questa pagliacciata! Sono stanca di soffrire e di subire!» sbotto, spingendolo ulteriormente.

Credo sia un modo per sfogare la rabbia repressa e si, credo stia funzionando alla perfezione.

Mi lascia sfogare, in mezzo alla strada, sotto al temporale, e poi improvvisamente mi abbraccia, stringendomi così forte da farmi mancare il fiato, mentre scivoliamo entrambi giù, sull’asfalto bagnato, tra due auto parcheggiate.

«Non abbandonarmi, piccola, non farlo» mormora al mio orecchio. «Non di nuovo» continua. «Sono innamorato di te, non volevo dirtelo, ma è così» percepisco la bugia, il mio cuore capisce che sta mentendo, solo per tenermi con lui, per fare di me ciò che vuole.

Mi vengono in mente le copertine dei giornali, i loro titoli, sempre uguali, "Il chitarrista dei Tokio Hotel non è in grado di amare"; quelle stesse parole confessate da lui stesso in un secondo momento; quelle parole che io capisco essere vere, solo ora.

Non ho mai voluto ammetterlo, ma è esattamente così.

«Non sei in grado di amare, Tom!» sbotto, alzandomi, staccandomi nuovamente da quella fonte di calore oramai zuppa d’acqua. «L’hai ammesso tu stesso qualche anno fa, me lo ricordo! Ora non venirmi a dire stronzate!» grugnisco infastidita, facendo qualche passo indietro.

«Non andare» leggo il suo labiale, ma il mio cervello prende il comando totale del mio corpo, compreso quello del mio cuore, e mi volto.

Comincio a camminare, allontanandomi definitivamente da lui, e poco dopo, inizio una corsa folle.

Mentre tutto mi torna in mente, i primi incontri, i primi sguardi, i primi baci, le prime volte, le delusioni, la rabbia, le litigate, i tradimenti.

Come possono due persone come noi avere una relazione ed essere felici?

Semplicemente, non possono.

***

   
 
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